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Circolo Miani » News Correnti » Page 388

Informazione? Ma mi faccia il piacere …

» Inviato da valmaura il 5 September, 2012 alle 1:36 pm

Abbiamo atteso un po’ di tempo prima di commentare l’incredibile ciofeca, spacciata per scoop, con locandina annessa e notizia in prima, scritta da tale Corrado Barbacini, il superstite cronista di “nera” del piccolo giornale, sul quotidiano locale.

Avremmo altrimenti corso il serio rischio di usare un linguaggio da taverna di angiporto, e sconvolto i tanti o pochi nostri lettori.

Ma trasformare una censura attuata sistematicamente in uno scoop cinque anni dopo è troppo anche per una gazzetta dei salesiani.

Altro che “perizia dimenticata”, come nei titoli oppure, scompisciatevi dalle risa, “una perizia finora mai resa pubblica forse (qui il Pathos di Agatha Christie era una bazzecola, una pinzillacchera) per la gravità delle sue conclusioni”.

Semplicemente la storia è questa.

Il Circolo Miani essendo parte in causa nei processi intentati alla proprietà della Ferriera, nati sostanzialmente tutti dagli esposti presentati dall’Associazione, ha pieno titolo, come garantito dalla legge, di richiedere ed ottenere copie di tutti gli atti istruttori. Fatto che un cronista giudiziario dovrebbe ben sapere, ma forse quelli che lavorano al piccolo giornale godono di particolare dispensa.

Dunque quando il Sostituto Procuratore Frezza riceveva nel 2007 le relazioni (tre, bimestrali) del perito Cigra di data 10 aprile, 29 maggio e 21 settembre 2007, contenenti i monitoraggi su PM10 e BenzoApirene emessi dalla Ferriera e le conseguenti valutazioni scientifiche peritali, il Circolo Miani, dietro formale domandina protocollata, ne otteneva copia.

E seduta stante convocava ben tre Conferenze stampa per renderle, vista la sconvolgente verità dei dati contenuti, di pubblico dominio. Ma pure le pubblicava su questo sito giornale (sull’homepage, nel riquadro “Contenuti”, sotto il titolo “Ferriera: le analisi della Procura”, correva l’anno 2007 per l’appunto).

Tanto è vero che la Rai regionale allora aprì un suo TG serale con nei titoli proprio il contenuto di una Conferenza Stampa.

E il piccolo giornale?

Presto detto, siccome qualunque cosa non serva a sputtanare Maurizio Fogar ed il Circolo Miani è severamente censurata da oltre dieci anni nella redazione di via Guido Reni, con il beneplacito consenso della partitocrazia locale, semplicemente non mandò nessuno a seguire i tre incontri con la stampa. E siccome guardare i TG altrui, o leggere i dispacci d’agenzia, tipo ANSA, costa fatica, in nome della tanto decantata professionalità se ne sono semplicemente dimenticati per cinque a passa anni. Ed oggi, ripescata la notizia in qualche oscuro quanto polveroso sottoscala, ne strillano fin dalla locandina de “l’allarme tumori”. Tempestivo e soprattutto utile, a cinque e passa anni dal misfatto.

Incuranti, le facce di bronzo al confronto sembrano marzapane, delle decine di migliaia di volantini distribuiti  a Trieste e Muggia su ciò in questi anni dal Circolo Miani e Servola Respira, dei TG da Strada e delle decine di paginate di articoli sul nostro sito giornale.

Leggerli magari prima?  Ma quando mai!  Che questi, “profffessssionisti" sono (non c’è errore).

“Chi è colpa del suo mal pianga se stesso”, verrebbe da dire. Censuri e ti scordi di averlo fatto, è di una comicità senza pari, e poi scopri l’America, alla faccia dei vichinghi e di Cristoforo Colombo.

Ma poi il Barbacini ci mette pure del suo e pennella “qualche mese dopo la situazione era radicalmente cambiata. Gli esperti avevano rilevato infatti in un primo momento una riduzione del 75 per cento della presenza nell’aria di benzo(a)pirene”.

Le domande qui si accavallano. Ad esempio, e dopo il “primo momento” che è successo? E’ arrivata la brezza delle Dolomiti di Sesto, in un secondo momento? E chi sarebbero questi imprecisati “esperti”? Evidentemente noti al solo Barbacini, visto che fino al 2010 la Procura non ne utilizzò altri, e certo che un “momento” di oltre tre anni è un po’ lunghetto.

E che ci azzecca il “fascicolo passato (era il 29 maggio 2007) poi direttamente nelle mani del Procuratore Capo Michele Dalla Costa”, arrivato a Trieste due anni dopo. Ma abbiamo già visto il metro temporale in uso presso Barbacini and company.

Non perde occasione il Corrado per raccogliere pure le trancianti dichiarazioni di quel signore che non si capisce perché qualcuno continua ad appellare come Assessore all’Ambiente: “Trasformeremo la conoscenza in azione”, insomma come orat et labora di San Benedetto da Norcia, o qualche similare detto di ducesca memoria. “Decideremo con calma e valuteremo al meglio la situazione”.

Me cojoni ! Come dicono a Roma, oppure a scelta Sti cazzi!

E figurarsi se la valutano al peggio, dopo cinque anni di “calma”.

PS: L’Ordine dei giornalisti, che incassa quote annuali dai cento eurini in su, visto che dovrebbe (qui il condizionale ci sta tutto, ma proprio tutto) “vigilare” sull’etica e la professionalità di chi fa sto’ mestiere in queste lande, intende battere un colpo e certificare la sua esistenza in vita (per altro inutile), o è troppo impegnato a certificare i suoi bilanci?




Siamo stufi.

» Inviato da valmaura il 28 August, 2012 alle 1:57 pm

Si siamo proprio stufi di essere presi in giro da questa politica, da questi partiti vecchi e nuovi che sperano di vivere di rendita sull’immagine, la simpatia e la notorietà dei loro leader nazionali, ci riferiamo in questo caso a Di Pietro e Grillo. Che affidano la loro esistenza in vita alla strategia delle “veline” giornalistiche, dei comunicati che hanno sempre e comunque spazio su questa stampa che ci troviamo a Trieste, cosa ben diversa e lontana anni luce da un simulacro di informazione. Oppure attraverso lo strumento di interviste dove lo “smemorato di Collegno” sembra una enciclopedia Treccani a confronto del “giornalista” di turno. Tutto rimosso; questi politici possono dire spudoratamente tutto ed il suo contrario a distanza di pochi mesi, e nessuno, ovviamente in nome della tanto decantata “etica e professionalità del giornalismo”, glielo ricorda, truffando i suoi lettori che pure pagano per essere raggirati. Una cancellazione collettiva della memoria che a Trieste ha prodotto guasti incalcolabili.

La vicenda Ferriera è solo la cartina di tornasole di questo sistema. Ma che investe ogni settore della nostra vita pubblica: per non parlare dello sfascio in cui versa la nostra sanità, a partire dagli ospedali.

Eppure in questo sta anche la grande responsabilità dei cittadini che a Trieste da decenni sono più “gente” che persone dotate di orgoglio e dignità. Incapaci di cercare la verità, di fare un minimo sforzo per informarsi autonomamente, per partecipare a questioni che poi riguardano la loro vita, il loro futuro e quello dei loro cari.

Ed in questa situazione che la politica truffaldina ha mano libera e per di più continua a ricevere il voto, sempre in misura minore per la verità, da parte di questa gente.

Prendiamo le ultime esternazioni di oggi, 28 agosto, sulla prima pagina di cronaca del piccolo giornale locale. Ovviamente è sempre la Ferriera a tenere banco, e thò, gli stessi che fino a ieri sostenevano che “la siderurgia è strategica per Trieste”, oggi, da Cosolini alla Savino, proclamano la fine dello stabilimento triestino ed usano, senza tatti e diplomazie, il verbo “demolire”.

Capite bene, noi abbiamo pagato, e lautamente, questi personaggi che per dodici anni, non mesi e giorni, hanno negato l’evidenza di una realtà che noi abbiamo descritto in tutte le lingue a partire dall’anno 2000 (andate a rileggervi gli articoli su questo sito che esiste a partire dal 2005, per esempio) ed oggi essi scoprono l’acqua calda, rubandoci pure gli esempi e le parole scritte dieci anni fa.

Ovviamente hanno buttato via quattordici anni, ventisette tavoli più o meno “istituzionali” che non hanno prodotto nulla ed oggi non hanno uno straccio di idea sul che fare. Loro come i sindacati che hanno messo i lavoratori nudi alla meta con una mano davanti e l’altra dietro.

Due parole infine sulla trasmissione di Telequattro di ieri sera.

Era stato invitato tra i primi Maurizio Fogar, a rappresentare la voce di quel movimento, il più vasto e duraturo (dal 1998 ad oggi) che la Trieste odierna ricordi, poi di colpo sono cambiate le condizioni e rispetto ai tre-quattro ospiti palesati inizialmente, ne sono comparsi quella sera dieci. Impossibile dunque, considerando anche lo spazio dedicato agli interventi telefonici del pubblico, svolgere un benché minimo ragionamento degno di questo nome. Eppoi le presenze erano contradditorie e perfino singolari: una per tutte quella di un presidente del WWF che per primo difese la Lucchini in un processo contro 25 famiglie di Valmaura e Servola.

E Fogar ha fatto una cosa assolutamente coerente con l’impegno di questi anni. Spiegando che la battaglia portata avanti, con serietà, sacrifici ed impegno, dai cittadini in questi anni, la tragedia che per molta parte della nostra comunità la Ferriera ha rappresentato e purtroppo rappresenta, era altra cosa ben distante dal dibattito che si stava per aprire e dai suoi protagonisti. Ha ricordato al direttore dell’emittente televisiva, ringraziandolo comunque per la sensibilità iniziale, che avendo scritto un articoletto dal titolo “venghino venghino, siore e siori che al circo c’è ancora posto …” a commento delle prevedibili paginate del piccolo giornale sulla Ferriera a traino dell’Ilva tarantina con protagonisti buona parte di quelli che sedevano in studio, e che il trapezista non era il suo mestiere visto poi che soffriva di vertigini.

Interessante poi rilevare che i due assessori comunali presenti in TiVù, tra cui quello “per lo sviluppo economico”, Omero, si sono dimenticati di dare al direttore di Telequattro un contributo al dibattito che aggiornasse la situazione dopo le nuove posizioni espresse in mattinata dal Sindaco.

Semplice svista? Certo uno sgarbo non da poco all’emittente che li vedeva ospiti.

 




Alice nel paese delle meraviglie: Roberto Cosolini sindaco di Trieste.

» Inviato da valmaura il 20 August, 2012 alle 1:48 pm

Magari una “Alice” un po’ tanto corpulenta in una città che proprio una meraviglia non è.

Questa è la funzione perversa del “giornalismo” che si pratica a Trieste e in gran parte del nostro Paese.

Far apparire uno dei principali responsabili politici di questa situazione come uno che si trova ad affrontare un problema capitatogli tra i piedi per la prima volta, quasi per caso, e scaricando a barile, sempre e comunque, le responsabilità su altri.

Dichiarandosi dispiaciuto ma impotente “Io, ripeto, ho a cuore la Ferriera e chi vive a Servola. Ma non ho né competenze, né risorse, né strumenti per fare politiche industriali e ambientali. Non ho, ad esempio, Friulia o Mediocredito per supportare la riconversione: questo lo ha la Regione”.

Certo lo può fare comodamente perché chi lo intervista si beve semplicemente tutte le banalità che racconta e non conosce nulla delle competenze che, ad esempio, il Sindaco ha nella sua veste di Ufficiale Sanitario del Comune, e non da oggi, che la legge risale al Decreto reale del 1938. E che lo dotano di tutti i poteri ordinativi che vuole, mettendo le Aziende sanitarie ai suoi ordini e senza che, contro i provvedimenti presi a tutela della salute pubblica, ci sia possibilità di ricorso giuridico alcuno. Vedere il caso dell’ordinanza del Sindaco di Piombino che ha chiuso la cokeria della Lucchini di laggiù per gli sforamenti proprio di BenzoApirene, inferiori tra l’altro a quelli registrati a Trieste, e che ha visto i ricorsi della proprietà respinti dal Tar e dal Consiglio di Stato in quanto “irricevibili”, proprio per le ragioni di cui sopra.

Meraviglioso poi quel passaggio di responsabilità alla Regione: “Il tavolo della Regione per la riconversione dello stabilimento è iniziato a gennaio 2012: è un piccolo passo avanti, cui Comune e Provincia hanno dato il massimo della collaborazione istituzionale, ma prima di ciò non è stato fatto nulla. Adesso si deve andare avanti in modo serrato.” Bellissimo, in qualunque altro paese un giornalista degno di questo nome avrebbe subito chiamato un medico e premuroso gli avrebbe chiesto se si sentisse bene, con questo caldo africano. O se fosse stato di scuola anglosassone lo avrebbe fatto nero con un linguaggio da far apparire lo slang di Bruce Springsteen un discorso da Camera dei Lord alla presenza della Regina.

Avrebbe preso queste sue dichiarazioni come l’ammissione piena del fallimento del suo lavoro da Assessore Regionale che per cinque anni, dal 2003 al 2008 ha guidato proprio il Tavolo istituzionale della Regione per la riconversione della Ferriera. Insomma una franca e totale autocritica per il pieno fallimento del suo operato, sottolineato impietosamente da quel “ma prima di ciò non è stato fatto nulla.

Per l’appunto nulla ha infatti prodotto il tavolo regionale guidato dallo stesso Cosolini per cinque anni. Anzi allo stesso tavolo egli aveva trionfalmente annunciato gli ingenti investimenti fatti dalla proprietà e i tre grandi risultati conseguiti: il piano di rilancio industriale presentato dall’azienda con le ricadute all’esterno sull’occupazione a Trieste (assolutamente inesistente, come poi si è rapidamente visto). L’accordo firmato con i sindacati interni per la sicurezza sul lavoro e, ultima perla, la sicura convinzione che la proprietà della Ferriera si vedrà certamente rilasciata dalla Regione quella tanto ambita quanto indispensabile Autorizzazione Integrata Ambientale. Alla faccia ovviamente della competente, quanto “indipendente” commissione tecnica che doveva prendere la decisione.

Ma su quale giornale lavora questo “giornalista” che non legge nemmeno i resoconti pubblicati cinque anni fa dallo stesso giornale e che fa titolare a sintesi dell’intervista questa frase:

Cosolini: negli anni né investimenti ambientali da parte dell’azienda né interventi

per l’occupazione, situazione peggiorata. Ma è la Regione l’attore principale” E dove era questo signore, questa “Alice” barbuta e paffutella negli anni in cui parla?  Ohibò proprio in Regione con il ruolo “di peso”, in tutti i sensi, di Assessore al Lavoro e Presidente del Tavolo regionale per la chiusura, riconversione della Ferriera e la ricollocazione dei lavoratori (2003-2008).

E guarda che caso nella “gazzetta del Paese delle meraviglie” non c’è nessuno che lo ricordi ai lettori ed all’intervistato. Sul resto delle banalità è meglio stendere un pietoso velo anche se ci sono affermazioni gravi che magari un magistrato potrebbe prendere in considerazione, in specie quando parla di un intervento suo, del non assessore all’ambiente che si è scelto, e del comune in presenza del proseguire, anche in caso di calo si badi bene, degli sforamenti di BenzoApirene sopra i termini di legge, anche statuale (il decreto Berlusconi che sospendeva per due anni il limite di 1 nanogrammo al metro cubo, fatto ad personam per Riva e Mordashov, Taranto e Trieste, è decaduto il 14 di questo mese) e non solo regionale.

La legge infatti non prevede sconti: non si può considerare omicida uno che ammazza con 24 coltellate e considerare una bighellone quello che ti accoppa con una sola.

Ma siccome siamo a Trieste e non a Taranto tutto sommato può dormire sonni tranquilli.




Intervista a Maurizio Fogar.

» Inviato da valmaura il 18 August, 2012 alle 4:00 pm

Ha letto il pezzo di oggi sul Fatto Quotidiano a firma di tale Ivana Gherbaz (una collaboratrice del Piccolo di Trieste.ndr) sulla Ferriera di Servola?

Purtroppo si.

Perché “purtroppo”?

Raramente ho visto un articolo così non corrispondente al vero e ciò, sul Fatto Quotidiano, mi ha stupito ed amareggiato.

Addirittura!

Guardi non ho mai visto tanti errori anche così grossolani contenuti in così poco spazio.

A partire dagli scarni numeri riportati: i dipendenti diretti ed indiretti lievitati a 800 unità. I sequestri agli altoforni mai avvenuti se non nella erronea memoria dell’estensore dell’articolo, per non parlare della collocazione geografica dello stabilimento “nella prima periferia” quando è invece nel cuore della città, circondato da alcuni dei quartieri più popolosi di Trieste (Campi Elisi, Chiarbola, Servola, Valmaura, dai cui condomini dista neppure cinquanta metri, San Sabba e poi Muggia) dove vivono oltre settantamila cittadini, insomma un terzo degli abitanti della provincia. Eppoi la totale inesattezza sul rilasci dell’AIA e sulle cosiddette ristrutturazioni degli impianti. Non ne ha azzeccata una che è una.

Ma ha intervistato il Procuratore Capo …

No guardi quella non è una intervista. E’ semplicemente un riporto di dichiarazioni senza alcuna verifica né approfondimento. E infatti nessuno a Trieste da credito all’operato della Procura per quello che ha fatto, o meglio non fatto, nei confronti del caso Ferriera. Non a caso le poche azioni di un qualche significato sullo stabilimento sono il risultato delle indagini di altri uffici giudiziari, come le Procure di Perugia e Grosseto e dei NOE dei carabinieri di Udine.

Ma poi ha fatto parlare un rappresentante di un comitato locale.

Mi auguro, per quello che è stato scritto, che le parole di questa persona siano state mal interpretate e peggio riportate. Che è esattamente l’opposto di quello che pensano, vedono, credono le decine di migliaia di persone che dal 1998 sono scese in piazza (l’ultima venerdì 10 agosto scorso) contro l’inquinamento prodotto dalla Ferriera ma non solo.

Ha chiuso con le parole di polemica di un consigliere regionale del PD contro il ministro Clini.

Si, del medico Lupieri, dove in questo caso la sua professione è una aggravante. Da dieci anni continua a ripetere le stesse cose ma non ha mosso concretamente un dito. Neppure quando il suo partito governava per cinque anni (2003-2008) la Regione ed il suo collega di partito, l’attuale sindaco di Trieste Cosolini, da Assessore Regionale presiedeva il tavolo per la riconversione dello stabilimento. Ricordo benissimo, ero uno dei componenti di quel tavolo regionale, il 25° messo su dal 2001, quando Roberto Cosolini dichiarò solennemente che la proprietà russobresciana (allora Lucchini/Severstal) aveva rispettato due delle tre condizioni imposte dalla Regione. Ovvero aveva varato un accordo interno sulla sicurezza sul lavoro ed aveva presentato un piano industriale aziendale legato allo sviluppo del territorio provinciale. Come poi sia andata lo si è visto: cassa integrazione, riduzione della produzione e mancato pagamento dei fornitori e chiusure preannunciate ad ogni sei mesi.

La terza condizione era il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale da parte della Regione che il Cosolini preannunciava in positiva dirittura d’arrivo, ovviamente nel pieno rispetto dell’operato della commissione di tecnici competente all’esame.

Insomma complimenti alla Gherbaz.

Ecco si, è meglio che continui a collaborare al piccolo giornale di Trieste. Che il pezzo firmato sul Fatto è un’ottima credenziale per un giornale che in questi anni si è distinto per disinformazioni e censure sulla tragedia della Ferriera.




“Presunto” giornalismo.

» Inviato da valmaura il 11 August, 2012 alle 2:03 pm

Quando negli anni ottanta tra i tantissimi testimoni della società italiana il Circolo Miani ospitò a Trieste anche Leoluca Orlando, alla sua prima sindacatura di Palermo, il piccolo giornale, allora di proprietà di un editore di destra (gruppo Monti-Riffeser) riuscì a pubblicare, sotto forma di intervista, il resoconto della manifestazione, con oltre 500 presenti, senza mai menzionare il Circolo Miani. Insomma come se il “giornalista” lo avesse riconosciuto mentre aspettava l’autobus alla fermata sulle rive e già che c’era, per ingannare l’attesa della linea 10, lo aveva intervistato.

Stessa cosa il piccolo giornale, da una dozzina di anni proprietà del principale editore di sinistra (si fa per dire) con i sette milioni di azioni della fondazione CRT della famiglia Paniccia-Camber (Giulio), ha fatto oggi a riguardo della manifestazione promossa dal Circolo Miani contro l’insostenibile inquinamento della Ferriera-Sertubi, in procinto di ottenere il via libera a proseguire anche dopo il 2015.

E lasciate perdere per favore le chiacchiere a vuoto, di chi non conosce neppure lontanamente l’argomento su cui sproloquia. Ovvero “il rendere compatibile (dal punto di vista della tutela della salute e dell’ambiente) il prosieguo di una attività siderurgica in quel sito”. Dire ciò significa in concreto trovare un industriale talmente autolesionista che si piglia l’area della Ferriera, la bonifica (valutazione del Ministero Ambiente circa sessanta milioncini di euro), abbatte tutti ma proprio tutti gli impianti esistenti (a partire dagli altoforni e dalla cokeria) oramai morti e fuori corsa, eppoi infine ne costruisce da zero di nuovi. Decisamente un’operazione in perdita colossale, economicamente parlando, che solo un deficiente potrebbe realizzare visto che fare la stessa cosa in qualunque altro sito, specie nell’ex terzo mondo, costa infinitamente di meno.

Ma torniamo all’articolo di oggi a firma Silvio Maranzana, dopo averci messo sopra una foto della manifestazione appunto promossa dal Circolo Miani, riesce in mezza pagina di articolo a non parlarci mai, ed in mezza riga richiama “ i presunti danni alla salute causati dalla Ferriera”. Senza ovviamente mai citare nulla della manifestazione-corteo. Che tutto il resto è l’ennesimo repete delle vuote chiacchiere dei vari Cosolini-Poropat e famigli.

Ecco bravo, perché non va a trovare i bambini colpiti dalla “presunta” leucemia, oppure i malati di tumore, sempre rigorosamente “presunti”, oppure i parenti delle ottocento persone in più morte l’altr’anno a Trieste per normali malattie all’apparato respiratorio: una “Ecatombe”, l’ha definita proprio sulle pagine del giornale per cui lavora Maranzana, il prof. Marco Confalonieri, primario pneumologo di Cattinara. Tutto “presunto” Silvio?

Va torna a scioperare per “l’etica e la professionalità” dei giornalisti del piccolo giornale, violentate dall’editore che ha modificato il vostro piano ferie senza consultarvi, che è meglio. Che di “presunto” giornalismo ne abbiamo proprio le scatole piene.

PS: un sentito grazie alle quasi trecento persone che hanno partecipato, alle 18 di ieri sera, venerdì 10 agosto, alla manifestazione in piazza Unità, quella appunto promossa dal Circolo Miani. Ma si sa che la dignità non ha prezzo né ferie.





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