Posto che qualunque scelta noi, semplici cittadini, compiamo ogni giorno è una scelta politica (prendere l’autobus invece che la macchina, ecc.) nel senso vero della parola “Polis”, ovvero che riguarda la nostra comunità.
Diverso ed oramai abissalmente distante dalla realtà è il comportamento, ma anche solo il linguaggio, della politica ufficiale oggi: quella praticata da partiti e movimenti.
Ignoranza ed impreparazione di questi politici, fatte salve le rarissime eccezioni, sono le caratteristiche prevalenti, assieme alla solidarietà e all’arroganza di casta.
Fenomeno questo predominante anche nel mondo dell’attuale giornalismo che non a caso porta agli stessi comportamenti.
Insomma “anche se mona pur che sia mio”. La fedeltà al posto del merito e della capacità come metodo di scelta di una classe “dirigente”.
Due libri bellissimi ed efficaci a descrivere questo sono “Lettera ad una professoressa”, anche se sarebbe più giusto scrivere “maestra”, di don Lorenzo Milani, ed “I Trasformisti” di Nando Dalla Chiesa. La cui lettura consigliamo vivamente a tutti.
Nel primo si afferma che quando una maestra in prima elementare boccia un terzo dei suoi alunni (ovviamente quelli normalmente provenienti dalle famiglie povere) non è che un terzo dei ragazzi è deficiente, ma semplicemente che è la maestra ad essere inadeguata.
Nel secondo il sociologo milanese descrive il trasformismo non dei politici, fatto abituale il “cambio di casacca” nella storia d’Italia, ma quello dei normali cittadini che abdicano ad esercitare coerenza e soprattutto memoria.
Insomma quando a votare, sulle cose reali che decidono la nostra vita quotidiana, vanno solo Quattro elettori su Dieci, la “politica” istituzionale e non dovrebbe porsi un gigantesco “Perché”, e riflettere sul proprio fallimento.
“La libertà è partecipazione” cantava Giorgio Gaber.
Perché la “colpa” non è dei cittadini ma di chi, vecchi e nuovi, ha ridotto la politica ufficiale in questo stato comatoso e disprezzato.
Il funerale di questa politica.
» Inviato da valmaura il 1 May, 2018 alle 12:48 pm
Se la campagna elettorale durava ancora una settimana a Trieste, in Regione non ci azzardiamo a fare ipotesi, avrebbe votato il 30% e sarebbe stato tanto. “Merito” anche dell’informazione politica spacciata fino all’ultimo dal piccolo giornale e TeleCamberquattro. Meno della metà degli elettori ha votato in Regione con il record negativo di Trieste dove sei cittadini su dieci NON hanno votato. I veri sconfitti di queste elezioni, per quel che serve scriverlo, a parte il Centrosinistra dove il PD rispetto al trend disastroso degli ultimi due anni ha tenuto le posizioni, sono stati i 5Stelle, che sono calati al 7% in Regione e scendendo a Trieste al 9.5%. Un clamoroso arretramento le cui cause vanno ricercate nell’impreparazione e nell’incapacità del movimento regionale e soprattutto triestino ad affrontare seriamente i problemi della nostra comunità (la loro gestione della vicenda Ferriera è emblematica) e la loro incapacità a rapportarsi con il territorio. Piuttosto che nei contraccolpi delle vicende nazionali. Come loro Forza, iissa, sburta Italia, che ha tamponato il tracollo con i portatori di preferenze personali ma comunque ha conseguito un terzo dei voti della Lega (cinque consiglieri contro diciotto) e con un eletto a Trieste che se condannato nel processo per le “spese pazze” tra due settimane dovrà abbandonare il seggio in Regione: Camber il “minore”. Letteralmente umiliata la lista Tondiana di AR, dalla Carnia a Trieste. Mentre il “Patto per l’Autonomia” di Ceccotti ha ottenuto una prima significativa affermazione e spiace che il suo leader, per una astrusa legge elettorale, non possa sedere in Consiglio arricchendolo della sua esperienza e preparazione. Comunque la palla passa ora ad un Presidente eletto con un quarto dei voti dei cittadini della Regione e la vera sfida per Fedriga sarà non farsi ingabbiare da quel che resta dei portatori di interessi forzaitalioti, a partire dal non candidato Riccardi in Savino in Camber, il “maggiore” detto il pregiudicato. E soprattutto trovare amministratori capaci anche fuori dai soliti schemi su materie quali la Cultura-Volontariato e l’Ambiente, da rifondare da capo a piedi, come l’ARPA ed il Corecom. Un’ ultima considerazione. Il consiglio comunale di Trieste e l’amministrazione Dipiazza eletti neppure due anni orsono sono oramai delegittimati sia dall’esito del voto odierno che alla luce dei risultati delle politiche del 4 marzo scorso. E probabilmente se Francesco Russo fosse stato candidato a Sindaco allora, al posto del bollito e politicamente nefasto Cosolini, oggi Dipiazza, si quello del “chiudo in 100 giorni” forse la finestra non certamente la Ferriera, potrebbe dedicarsi in santa pace e letizia ai suoi privati passatempi.
Una politica che non piace per nulla!
» Inviato da valmaura il 30 April, 2018 alle 2:15 pm
43,9% a Trieste i votanti per la Regione. 49,5% la media dei votanti in Regione. Se poi togliamo a questa percentuale quelle che saranno le schede nulle e bianche, a Trieste avrà a malapena votato un 40% degli elettori. Ovvero 6 triestini su 10 non hanno votato. Un bel successo per questa politica, non c’è che dire. Prepariamoci a sentire e leggere su televisioni e giornali le solite geremiadi di tutte le forze politiche sull’astensionismo e sulla politica incapace di interpretare la società. Una bella faccia di cu.., pardon bronzo. Ma non preoccupatevi durerà l’espace d’un matin e dopodomani se ne scorderanno, come fanno dal 2001 ad ogni vistosissimo calo di partecipazione, specialmente a Trieste.
La “carega” e la “merda”? Votiamo per il “comodone”.
» Inviato da valmaura il 28 April, 2018 alle 12:14 pm
Ieri il Circolo Miani con una trentina di cittadini ha parlato per un’ora in strada, davanti all’ingresso del vecchio depuratore tra le vie Baiamonti e Svevo, respirando gli effluvi che ammorbavano l’aria di Chiarbola, Servola, Valmaura e Monte San Pantaleone, e poi a seconda dei venti Muggia ed il centro città. La “misteriosa puzza” come stampa e TiVù la chiamano per non scomodare nomi e responsabili del potere locale che li foraggia con la pubblicità. Ovviamente stampa e televisioni hanno totalmente ignorato, si chiama “censura”, questa iniziativa preferendo dare spazio e pagine alla “politica”, insomma ai loro padroni. Per loro la vergogna rappresentata dalle condizioni in cui decine di migliaia di triestini sono costretti a vivere da quando funziona il “nuovo” depuratore fognario cittadino, costato agli stessi cittadini oltre 53 milioni di euro, e costruito in pieno centro città a qualche centinaio di metri da case, asili e scuole, non interessa, va semplicemente cancellata. Per politici e giornalisti la realtà non esiste. A loro preme conservare i loro privilegi, i loro “comodoni”. L’Acegas, la Regione ed il Comune, con particolare demerito dell’impresentabile assessora Polli, che sono i responsabili di questa situazione, non vanno menzionati. Anzi bisogna insistere con la “misteriosa puzza”. Pensiamo di interpretare il pensiero di tanti triestini, e muggesani, mandandoli sonoramente a “c…..e”. Tanto merda più, merda meno .....
Risiera. Il discorso del Sindaco scritto da Licio Gelli?
» Inviato da valmaura il 26 April, 2018 alle 1:26 pm
25 aprile, triste e sgangherata ricorrenza quella promossa dal Comune di Trieste alla Risiera di San Sabba, e non solo per le meritate ma civili contestazioni della stragrande maggioranza dei presenti alle parole del discorso di Dipiazza. Ma anche per il madornale errore commesso prima dal Rabbino e poi dai rappresentanti della comunità ebraica. Il Rabbino ha arrecato una offesa grave alle tante vittime di religione ebraica sterminate in Risiera rifiutandosi, unico tra i celebranti, di officiare il breve rito religioso, come invece fatto dal Vescovo e dai pastori Greco e Serbo ortodossi, e dal rappresentante delle Chiese evangeliche. Ma ha fatto di peggio: ha usato dello spazio riservatogli per la preghiera per polemizzare con i presenti. La Comunità ebraica, ovvero i suoi dieci rappresentanti hanno scelto di abbandonare, ma solo dopo il discorso delle cosiddette autorità (de chè?), la Risiera per la presenza di tre bandiere tre palestinesi. Brutto gesto politico di chi ha sulla coscienza in Palestina in questi giorni la vita di decine di persone, e che anche e proprio per i propri simboli è stato perseguitato nei secoli fino alla catastrofe nazista e fascista. Ma torniamo al discorso di Dipiazza. Chi glielo ha scritto? Il fantasma di Licio Gelli? Una oggettiva, storicamente sgrammaticata, provocazione. Ma spiace constatare che anche gli altri interventi hanno semplicemente stravolto la verità dei fatti storici ed il significato della Resistenza. Una per tutte hanno letteralmente cancellato la presenza, il valore ed il peso politico e militare della seconda forza del Movimento partigiano, che con Ferruccio Parri, Leo Valiani ed altri, aveva proprio la guida del CLN Alta Italia: quel Movimento di Giustizia e Libertà, poi Partito d’Azione. Tanto più grave che ciò sia accaduto proprio a Trieste ed in Regione e proprio nella ricorrenza del 25 aprile in Risiera su cui si affaccia la via Ercole Miani, comandante militare di GL e protagonista dell’insurrezione di Trieste. Si, è stato veramente meglio per mio padre Galliano non avere più vita per assistere a questi episodi, e proprio in Risiera. https://www.youtube.com/watch?v=xLLrIk1NMpg