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Circolo Miani » News Correnti » Page 174 Piove sempre sui poveri. » Inviato da valmaura il 5 October, 2020 alle 2:02 pm Si a Trieste ci sono i poveri, e non quelli che arrivano da oltre confine, a piedi o per mare, ci sono migliaia e migliaia di concittadini poveri, poverissimi. Ma chissà perchè non interessa a nessuno, o quasi, a partire dalla politica locale e regionale.
Partiamo dai diecimila o giù di lì che sopravvivono con il reddito di cittadinanza (in media 390 euro al mese di cui in contanti 100) e che ora resteranno, in attesa del rinnovo, un mese, e sempre che la burocrazia dei patronati, del Comune e soprattutto dell'Inps funzionino come un orologio svizzero, quello che i poveri non hanno, senza nemmeno quelli.
Poi ci sono le pensioni di invalidità, quelle che la Corte Costituzionale ha definito inammissibili per l'infimo assegno mensile (297,14 euro), stabilendone un tetto minimo di 520 euro, sentenza che il Governo ha dovuto immediatamente recepire e rendere esecutiva con decreto. Orbene l'adeguamento doveva scattare da agosto, poi settembre ed ora ottobre e gli invalidi continuano a percepire 297,14 euro, perchè a sentire il callcenter nazionale Inps, che la sede locale è sbarrata ed inaccessibile anche se la perdita è poca assai vista la notoria sua incapacità, non è “ancora arrivata la circolare interna”.
Se la stampa e la politica fancazziste invece di fare le pulci all'indennità del presidente Tridico, tra le più basse rispetto ai “colleghi”, avesse sollevato e seguito il problema che riguarda non uno ma un milione e seicentomila italiani forse sarebbe stato un tantino più utile!
Poi ci sono a Trieste migliaia di pensionati con la “sociale” (458 euro al mese) e le minime che non arrivano ai 600/700 euro quando il grasso cola.
Allora all'approssimarsi del Natale, dei Mercatini, delle “luminarie” comunali da 600.000 euro guai disturbare il/i manovratore/i, tanto i triestini dei poveri se ne fregano, l'importante è “viva là e po' bon”, e chi non può? E chissenefrega! Il “buon giornalismo” si premia a Trieste: un ossimoro. » Inviato da valmaura il 3 October, 2020 alle 3:14 pm Si, lo sappiamo che gli articoli che parlano di informazione sono i meno letti, soprattutto a Trieste, ma è un errore, e molto grave, perchè attraverso la non informazione si priva l'opinione pubblica, cioè noi cittadini, del diritto ad essere informati, a prendere scelte ponderate sui fatti, a decidere motivatamente chi votare o non votare.
A Trieste ed in Friuli Venezia Giulia la situazione è particolarmente grave, forse la peggiore in Italia. Qui esiste un monopolio cartaceo che porta il nome di piccolo giornale, ed uno televisivo gestito nel pubblico dalla Rai regionale, servizio privato dei partiti ma pagato con il denaro pubblico, ed una televisione locale TeleCamberquattro che nel nome dice tutto.
Anche nel Web gran parte delle agenzie di cosiddetta informazione locale da Triesteprimaladestra ad altre consimili sono ammanigliate a famiglie partitiche o puri megafoni di veline politiche.
L'Ordine dei Giornalisti? Buona questa, a parte il fatto che siamo uno degli ultimi paesi democratici al mondo ad avere ancora questa corporazione creata da Mussolini nel Ventennio per controllare la stampa. E non a caso noi fummo tra i promotori del Referendum per abolirlo, che nonostante una valanga di voti a favore della sua cancellazione per poco non raggiunse il quorum.
Dovrebbe esercitare il controllo sulla “deontologia, l'etica e la professionalità” dei giornalisti, ma il verbo al condizionale qui in Regione FVG è perfetto, appunto “dovrebbe”. I suoi vertici sono infarciti da persone provenienti dalla politica che è l'editore di riferimento della “informazione” regionale. E come suol dirsi cane non mangia cane. Da anni rinnova i suoi vertici con elezioni al cui confronto quelle in Albania ai tempi di Enver Oxà, o nella Bulgaria del compagno Popov erano modelli di democrazia e partecipazione.
Dunque quale posto migliore per assegnare il premio annuale sul “buon giornalismo” se non a Trieste?
Si preparino,i sempre meno lettori e telespettatori, ad una settimana di autoincensazioni e premiazioni autoreferenziali.
E poi si stupiscono se i giornalisti in Italia sono la categoria più screditata, peggio dei politici il che è tutto dire.
E come risponde Jack Lemmon a Walter Matthau nell'imperdibile film “Prima Pagina” quando gli chiede se “hai detto a tua madre che fai il giornalista? Scherzi? Le ho detto che suono il piano in un bordello altrimenti mi cacciava da casa”. Domani. » Inviato da valmaura il 2 October, 2020 alle 12:03 pm Sabato 3 ottobre, alle ore 11, il Circolo Miani, in via Valmaura 77 a Trieste, ospita un incontro pubblico di Trieste Verde al quale interverrà Maurizio Fogar.
Chi ritiene di aver qualcosa da dire e da fare per risolvere i nostri problemi, che riempiono le nostre pagine di articoli e commenti, è il benvenuto.
Chi invece è impegnato a fantasticare di congiure e complotti si risparmi la fatica che avrà tutto il tempo che vuole nei prossimi anni per divertirsi.
E questo vale pure per tutti quelli che mugugnano da mane a sera nei bar, sui social e quando fanno la fila su: la sanità che non funziona, sul 5G, sulla mattanza degli alberi, sul degrado fuori della porta di casa, sul fatto che non riescono ad arrivare alla fine del mese, su questa politica che fa schifo ed amenità varie. Ma che inesorabilmente al momento di scegliere o non vanno ai seggi, perchè tanto non serve a niente: sbagliato! Serve a lasciare il quadro inalterato dunque “serve” eccome a lorsignori, o tornano a votare sempre gli stessi. Perchè, come ci disse nel lontano 2001 un abitante di Monte San Pantaleone: “Voi sé bravi, competenti e gavè ragion, ma mi preferiso morir nel mar grando”. Ovvero continuare a votare i “grandi”, numericamente parlando.
Noi abbiamo invece una più modesta opinione: preferiamo continuare a vivere ma con dignità.
In fin dei conti è solo una questione di gusti. Ma l'Acacia non è “ariana”. » Inviato da valmaura il 1 October, 2020 alle 2:31 pm Incredibile. L'assessora Lodi invece di appurare come mai i suoi uffici nulla sapessero, e controllassero, sul tentato abbattimento di una sana e florida Acacia cinquantenne sventato all'ultimo minuto da alcuni residenti a San Giovanni.
Complimentarsi con il pronto intervento della Polizia locale, e soprattutto con i residenti che tutelano il verde molto meglio di quanto faccia il Comune di Trieste. Ed ancora chiedere provvedimenti sanzionatori esemplari per la ditta che, “senza autorizzazione” comunale, e si c'è un Regolamento del Verde votato dal Comune quasi una decina di anni orsono che scrive chiaro, si apprestava ad abbattere l'albero, e soprattutto un provvedimento di sospensiva dalle funzioni nei confronti di chi l'ha mandata: ovvero l'amministratore condominiale.
Invece di fare tutto ciò, la infausta assessora si limita a considerare “che l'Acacia non è un albero di pregio”, insomma non ha il patentino di arianità.
Lo dica alle Api per cominciare, che ci propinano un miele dunque dozzinale come quello di Acacia, ed agli amministratori condominiali che forse molti non sanno oltre ad incassare una percentuale (tra il 5 ed 10% dell'importo) sui lavori dai condomini che amministrano, spesso, molto spesso, con ulteriore aggravio delle spese per i loro (male)amministrati, ricevono sottobanco una ulteriore percentuale dalle ditte di “fiducia”.
Da anni in Procura giacciono aperti alcuni fascicoli, uno in particolare intestato a Mister 13%, che forse la Guardia di Finanza farebbe bene ad approfondire.
Bravi gli abitanti e pessimi tutti gli altri, Polizia locale a parte.
Post Sciptum: a chi interessa Trieste Verde si ritrova questo Sabato 3 ottobre alle ore 11 presso la sede (g.c.) del Circolo Miani in via Valmaura 77 a Trieste. Una rapina in guanti bianchi. Bollette Acqua, Luce e Gas. » Inviato da valmaura il 30 September, 2020 alle 1:24 pm Altro che “libero mercato” sembra il cartello dei nuovi “narcos”, ma legalizzato.
Diciamolo subito che rispetto al consumo reale gli utenti, cioè noi, finiscono con il pagare quasi tre volte tanto. E l’acqua poi è un bene comune, cioè pubblico e di cui noi terrestri siamo tutti proprietari.
Le bollette, o fatture, poi sono incomprensibili e nascondono sotto varie voci, la più usata è “oneri, o spese, di sistema”, le fregature.
Prima di sviscerarne alcune merita commentare l’odierno annunciato aumento in doppia cifra per la fornitura di energia elettrica e gas a partire dal primo ottobre, cioè domani.
Lo motivano, udite udite, con l’aumento dei consumi determinato dalla fine della clausura da Covid-19.
E questo sarebbe il “libero mercato”? Il prezzo del petrolio è in costante calo (è la materia prima a cui si sintonizza l’andamento del prezzo energetico) e l’aumento delle vendite, come da loro annunciato, solo in un mercato italiota e drogato porta ad un aumento invece che ad una riduzione dei costi e delle tariffe (più vendo e più guadagno ergo ho tutto l’interesse a tenere i prezzi bassi per incentivare proprio il guadagno).
Ma torniamo a noi. Partiamo dall’acqua dove non c’è questa finta concorrenza ma il monopolio di Acegas-Aps Gruppo Hera, la fu municipalizzata. Qui non si paga il consumo, l’acqua lo ripetiamo è di tutti, ma solo le spese di trasporto e smaltimento più accise e tasse.
Trieste è la città in Regione, e tra le prime cinque in Italia, con le bollette più care. E si che gli impianti, di raccolta, convogliamento e smaltimento sono stati tutti costruiti dal Comune di Trieste, ergo pagati con i soldi nostri, e dunque ne deriverebbe che le tariffe richieste agli utenti per l’ordinaria manutenzione dovrebbero essere bassissime.
Poi per anni e anni le tubature perdevano oltre il 40% del trasportato per mancati interventi di riparazione, ma nessun problema tanto pagavamo noi. Infatti la voce più inaccettabile che ci viene fatta pesare è il rimborso delle perdite, e vale pure per energia elettrica e gas, “per strada”, ovvero PRIMA del nostro contatore. Ergo noi garantiamo ai nostri fornitori un indebito ma assicurato guadagno: insomma il tutto venduto, un parco clienti doppio quanto immaginario che frutta però ai fornitori denaro reale.
Ovvio che a questo punto nessuno di questi è spinto a fare accurata manutenzione delle reti, anzi, tutto quello che perde per strada è un guadagno garantito e pagato da noi in bolletta. Oltre che un danno all'ambiente.
Un furto, un pizzo, una tangente o chiamatela come vi pare, ma risparmiateci almeno il “libero mercato”.
Poi ci sono altre voci incomprensibili, e questo vale per tutte e tre le forniture, quanto ingiustificate: a partire dal canone di nolo del contatore che rimane perennemente di proprietà dei fornitori.
In sostanza ti fanno pagare vita natural durante e ben oltre il costo dell’apparecchio, scelto ed imposto da loro, lo strumento del loro guadagno. Un po’ come al bar ti facessero pagare per il caffè una percentuale dei costi per l’acquisto della cassa che emette gli scontrini.
Poi le famose accise e tasse.
Il caso più eclatante è quello di una fornitura di gas per meno di un metro cubo all’anno: il costo sarebbe pari a meno di un euro ma all’anno. L’utente però si trova a pagare oltre 100 euro annuali divisi su sei bollette solo di spese fisse, accise, perdite di sistema e tasse.
OK il prezzo è giusto!
Voi questo sistema come lo chiamate? |
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