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Circolo Miani » News Correnti » Page 198 Fedriga, che film hai visto su Trieste? » Inviato da valmaura il 30 May, 2020 alle 12:48 pm Appare incredibile ma su tutto quello che è successo, ed ancora permane, a Trieste nell’emergenza Covid-19 il presidente della Regione non solo si assolve, ed assolve, ma si loda. Ripubblichiamo alcuni passi dell’audizione, troncata per fame del presidente leghista della Commissione, in Regione dei vertici della ASS triestina. Sono esemplari per capire di come i numeri, non le opinioni, fotografino il fallimento, che si è misurato letteralmente sulla pelle di troppe persone. Residenze per anziani (comunali: sveglia Dipiazza, e private). “Poggiana (direttore ASS): strutture che spesso non avevano assistenza adeguata” E la responsabilità dei controlli e degli interventi a chi competeva? A Tojo Fior? “Un piano B ancora da condurre in porto(non male a quasi quattro mesi dall’esplodere della pandemia), dopo che «il bosco stava bruciando», come la direttrice sociosanitaria dell'Azienda sanitaria di Trieste definisce il picco dell'epidemia Covid-19 nelle case di riposo cittadine”. E parla così il “pompiere”che doveva spegnere l’incendio, non un turista di passaggio. “E Corti (vertice ASS) non nasconde il rammarico di non poter aiutare le strutture a togliere tutti i positivi e isolarli dai negativi”. Perché? Ce lo spiega per favore, e rispetto dei deceduti? “La direttrice ripercorre la storia delle case di riposo colpite e ricorda i «moltissimi operatori ammalati», l'aumento dei positivi tra gli ospiti al procedere (lento, molto lento) dei tamponi e «il rischio molto alto di contagio per i negativi, visto il protrarsi del tempo di esposizione al virus» a causa di un isolamento che «non era efficace al 100% sia nelle piccole che nelle grandi strutture”. E la responsabilità dei mancati interventi a chi va ascritta? A Mister X o all’ineluttabilità di un fato “cinico e baro”? “Ancora 500 ospiti da sottoporre a tampone (dopo oltre tre mesi) e sarà concluso lo screening a tappeto sui tremila assistiti nelle case di riposo triestine. Al momento l'Asugi registra 402 casi positivi, mentre i deceduti sono 91, pari al 22% degli ospiti positivi e al 44% delle morti avvenute in città. Sono in particolare 186 gli ospiti ancora positivi e 125 i guariti, mentre ammontano a 123 gli operatori sanitari ancora ammalati (214 da inizio epidemia), di cui molti asintomatici”. I numeri di una vittoria dunque. Poi l’audizione in Regione viene sospesa e rinviata a sine die per l’impellente “pausa pranzo”, perché «io devo mangiare» rimarca il presidente leghista della Commissione. Va dunque a farsi benedire il tutto senza poter conoscere il piano “B” dell’Ass triestina (una Portaerei dopo l’affondamento della nave ospedale?). “Il vicepresidente Riccardo Riccardi non entra nel merito delle varie questioni (non male per chi ha la responsabilità della Sanità regionale) e si limita a una difesa generale del sistema (cioè di se stesso): «È un atto di irresponsabilità da parte di qualcuno accusare il sistema di opacità, perché la nostra era una macchina costretta a correre a tutta velocità per salvare la vita alle persone. In quel contesto non c'erano né il tempo né le energie per soffermarsi sui dettagli (non crediamo che i familiari dei deceduti apprezzeranno). Ci sono dei momenti in cui le istituzioni devono stringersi per affrontare un'emergenza, ma purtroppo c'è stato chi ha quotidianamente attaccato un sistema, fatto di operatori e professionisti, impegnato notte e giorno». Quanto a Trieste, Riccardi ha invitato ad «avere rispetto» del lavoro dei tecnici dell'Asugi”. Per la verità nessuno di noi ha mai “attaccato medici ed operatori sanitari” e chi li strumentalizza per difendersi è persona meschina assai. Anzi sono stati gli stessi medici ed operatori sanitari a criticare pesantemente i vertici sanitari e regionali che pare non abbiano portato molto “rispetto” nei loro confronti. Ma meglio di tutti conclude il Sindaco di Grado: “Il sindaco Raugna stigmatizza invece quello che considera il tentativo di Regione e Asugi di scaricare sul suo Comune la cattiva gestione a Trieste: «L'arrivo della nave ospedale secondo Poggiana sarebbe conseguenza del "no" di Grado ad accogliere i pazienti all'Ospizio marino. Siamo alla follia. Ricordo che a detta del direttore sanitario della struttura (Poggiana), l'Ospizio marino era stato considerato inadeguato ad accogliere i pazienti. Oggi scopro che a causa del mancato trasferimento di 10-15 pazienti in data 8 aprile, l'Asugi ha optato per il noleggio di una nave ospedale che non è ancora disponibile ed è trascorso un mese e mezzo. Prima ve ne andate a casa e meglio sarà per l'umanità”. E mentre il sindaco Dipiazza se ne stava appunto già a casa, e non in Municipio, e la pandemia si diffondeva tra anziani e operatori delle case di riposo del Comune, la magistratura indagava per omicidio colposo i vertici dell’Itis, proprio quelli nominati dalla lottizzazione politica. E questo sarebbe il “bollettino della vittoria” di Fedriga. “Svegliatevi bambine: è primavera” … e spuntano le Antenne. » Inviato da valmaura il 29 May, 2020 alle 1:32 pm Non nei campi, ovvero non solo lì, ma sui tetti e nei piazzali con l’arrivo della bella stagione fioriscono antenne e ripetitori telefonici. Per le foto, che sono tante, dovete utilizzare la pagina Facebook Circolo Miani. Circolo Miani. Hanno sbagliato Pagina. » Inviato da valmaura il 28 May, 2020 alle 2:38 pm Tutti quelli che pensano che la Terra sia piatta, che Apollo 13 e lo sbarco sulla Luna sia stato girato a Hollywood, che le Torri Gemelle se le sia abbattute il pessimo, ma mai come Trump, Presidente Bush figlio, e che il Covid-19 sia un mix tra una bufala ed una congiura modello Spectre, hanno decisamente sbagliato Pagina ed il fatto che se ne siano accorti, lasciandoci, è l’unico elemento che gioca a loro favore. https://www.facebook.com/circolomiani/photos/a.1497907753813521/2782975495306734/?type=3&theater E la nave va ….. a picco ! » Inviato da valmaura il 27 May, 2020 alle 12:46 pm Perfetto esempio di lungimiranza, tempismo e capacità organizzativa. Nel momento in cui tutti prendono le distanze dalla balzana quanto costosissima ideona del Lazzaretto galleggiante di Capitan Caronte, tutti meno il solito Dipiazza a cui ultimamente la fortuna pare arridere assai meno e che ne è divenuto sostenitore fuori tempo massimo, il povero Cristo di Poggiana, divenuto l’abituale pungiball su cui i politici che l’hanno nominato scaricano tutte le responsabilità, domani verrà “audito”, ma meglio sarebbe scrivere processato, in Consiglio Regionale. Tra un Fedriga e Riccardi che, nella lottizzazione partitica dei vertici sanitari regionali lo hanno infelicemente per i triestini destinato a dirigere l’ASS, che un giorno sì ribadiscono di subordinare le loro scelte politiche alle indicazioni dei tecnici sanitari, ed un giorno nò accusano Conte di abdicare alla politica e di sottomettersi alle indicazioni di medici e ricercatori, ora gli hanno lasciato la patata bollente in mano (nuda). Oramai è scontato che l’incaglio della barca, che dura oramai dalla prima decade di aprile, e che ciò nonostante ha visto gli stessi politici regionali che oggi fanno gli gnorri per oltre un mese difenderne la scelta, si trasformi in naufragio. E quando una nave affonda come si sa “i topi scappano” ed il mozzo, sotto forma di Poggiana, affonda con essa. Peccato solo che si siano persi tantissimi giorni senza fare nulla (oltre un mese) ed il problema degli ospiti positivi, ancora in vita, delle RSA è sempre in attesa di essere risolto. Ci domandiamo solo una cosa: in quale parte del Mondo simili dirigenti, politici e tecnici, rimarrebbero ancora al loro posto dopo un simile pasticciato disastro. E qui il colore politico non ci azzecca, contano solo capacità e competenza. Ma probabilmente finirà come tanti anni fa, passeggiando sulle Rive di Trieste con un noto dirigente nazionale del PRI, questi osservando uno, ci scuserete la parola ma il dovere di cronaca prevale, stronzo che galleggiava a fianco del Molo Audace, disse riferendosi ad un esponente locale del suo partito, che come quell’oggetto marrone, del cui nome lo gratificava, "galleggiano sempre". Forse non aveva proprio tutti i torti. Rimboccarsi le maniche e rifare la sanità Regionale. » Inviato da valmaura il 26 May, 2020 alle 12:09 pm Non ci sono alibi che tengano, da quando la gestione della salute è stata delegata in toto alle Regioni, ed i risultati sono stati messi impietosamente a nudo dall'emergenza Covid-19. Sono crollati i miti, o falsi miti, delle “eccellenze” sanitarie di alcune Regioni soprattutto al Nord. Questa crisi deve essere sfruttata, per fare sì che tante persone, a partire dagli stessi medici ed operatori, non siano morte invano, per ricostruire quello che le scelte sbagliatissime della politica hanno causato nell'ultimo trentennio. In Friuli Venezia Giulia a partire dalla Riforma Fasola, si è perseguita la scelta di tagliare posti letto, chiudere gli ospedali ed i presidi sanitari minori, e ridurre il personale. Senza implementare seriamente una rete di servizi sociosanitari alternativi sul territorio, a partire dai Distretti sanitari. Gli stessi tentativi di stabilire un interscambio operativo con i medici di base, i famosi “medici condotti” o della “mutua”, in una rete interconnessa con ospedali e distretti, non sono mai decollati. Vuoi anche per non “turbare” il lavoro privatistico svolto dagli stessi medici di “fiducia”. Tutto questo deve finire e nuove devono essere le prospettive operative, a partire dal potenziamento di tutto quello che è stato tagliato, l'adeguamento dei servizi sul territorio che devono essere messi in grado di “prendersi in carico” i malati e sofferenti non solo a parole. E l'abbattimento dei tempi d'attesa diagnostica: esami di laboratorio e visite specialistiche assieme al potenziamento delle “medicine d'urgenza” e dei Pronto Soccorsi, deve essere solo il primo rapido e concreto segnale di questa inversione di tendenza. Assieme ad un nuovo regolamento e controlli stringenti per le residenze protette per anziani, pubbliche e soprattutto private. Ci sarebbe poi la questione di una innovativa collaborazione con gli istituti ed enti di ricerca che a Trieste non difettano, anzi. Lo stesso ruolo delle responsabilità decisionali deve essere rivisto. Ad esempio non è possibile che i Sindaci che rappresentano le comunità locali che con le loro tasse pagano questa Sanità, siano formalmente esclusi dalle scelte fatte sul loro territorio. A Trieste per esempio c'è la questione del controverso trasferimento dell'ospedale pediatrico Burlo Garofalo a Cattinara. Vero è che ci sono sindaci e sindaci, e quando occorre gli stessi possono dimostrare le capacità, in veste anche di Ufficiali Sanitari del Comune, di dire con forza la loro. Ma appunto questo dipende da capacità e levatura dei singoli Primi Cittadini, che per Trieste da decenni è pari a zero. Maurizio Fogar |
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