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Circolo Miani » News Correnti » Page 192 Noi non molliamo. Dal 27 giugno al 4 luglio. » Inviato da valmaura il 30 June, 2020 alle 12:48 pm Non molliamo perché non possiamo permettercelo. https://www.facebook.com/circolomiani/photos/a.1497907753813521/2817715618499388/?type=3&theater
Tipi da Covid-19. » Inviato da valmaura il 29 June, 2020 alle 3:31 pm A Trieste, dopo i trionfalismi di facciata, cominciano a venire al pettine gli errori e le responsabilità che hanno portato a contare tanti contagiati, e soprattutto deceduti, in quelli che per definizione dovrebbero essere luoghi di cura e sicurezza. Ci riferiamo ovviamente alle strutture ospedaliere ed alla residenze “protette”, mai nome appare ora così infausto, pubbliche e private, sì, ma convenzionate o controllate da ASS e Regione. E il contagio con le sue pesanti conseguenze ha colpito estesamente pure gli operatori pubblici e privati ospedalieri e delle RSA e case di riposo. A Trieste l’infezione è progredita in modo intollerabile nella residenze protette e RSA del Comune, senza per altro che il Podestà (televisivamente impegnato nella “guerra” alla Sala Tripcovich e poi sull’Ovovia) si sia mai recato di persona a portare solidarietà e sostegno a chi era impegnato o vittima di questa pandemia. Questa situazione avrà nelle settimane a venire probabilmente gravi ricadute anche per i cittadini che, soffrendo di altre gravi patologie, hanno ritenuto, e non del tutto a torto, di evitare precauzionalmente in questi mesi di rivolgersi ad ospedali, ambulatori e pronti soccorsi vissuti non come luoghi di cura ed aiuto ma di pericolo. I numeri a Trieste sono impietosi e non lasciano dubbio alcuno sulla responsabilità di chi dirige Azienda Sanitaria, Regione e Comune. Ne abbiamo scritto più volte ed ora confidiamo che le iniziative legali promosse dai dipendenti e dai familiari delle vittime possano fare chiarezza e giustizia, e possano individuare le responsabilità civili e penali di chi mentre tutto questo accadeva si baloccava con la nave Lazzaretto affondata ignominiosamente nel ridicolo se non parlassimo di una tragedia. Ed ora si aggiunge la triste beffa della scomparsa dei beni personali dei deceduti ricoverati che giustamente i parenti rivendicano a ricordo dei loro cari. Indegno corollario di come tutta la vicenda, almeno a Trieste, è stata gestita dai vertici sanitari di nomina politica. Che ne dicono i Totòsindaci? Un caldo doppio GRAZIE ! » Inviato da valmaura il 28 June, 2020 alle 1:05 pm Caldo, perchè sotto il Sole lo faceva indubitabilmente. Questure pret a porter? » Inviato da valmaura il 27 June, 2020 alle 2:28 pm C'è qualcosa che oggi mette in discussione la tradizionale funzione svolta dalle Questure, o almeno di alcune in Friuli Venezia Giulia. Ovvero c'è la netta sensazione, e forse qualcosa in più, che fa ritenere che il loro ruolo di soggetto terzo a difesa del mantenimento dell'ordine e della sicurezza per tutti i cittadini, si stia trasfigurando in quello di arbitro giocatore di parte, insomma di dodicesimo uomo in campo. A Trieste ne abbiamo avuto una prima concreta avvisaglia con gli interventi, che giudichiamo immotivati e controproducenti se la giustificazione era quella di garantire le norme di prevenzione Covid-19, nei confronti delle poche decine di cittadini che, nel pieno rispetto di quelle norme, si erano ritrovati in Campo San Giacomo (una sessantina scarsa) ed in piazza della Borsa (sette), dunque in zone pedonali, il primo di maggio. Fu anzi l'intervento delle forze di quello che virgolettiamo ordine, a creare assembramenti e a far venir meno la distanza sociale. Ma anche prima lo zelo, mai va detto riscontrato in passato (bisogna risalire nei decenni ai tempi del dirigente Zappone), eccessivo nel dare corso a sgomberi con inusitato spiegamento di forze (come nei casi della ex Sacra Osteria o dell'area abbandonata a se stessa da anni e trasformata da immondezzaio a giardino in zona Urban), senza provare e trovare soluzioni “bonarie”. E questo senza ricordare i tentativi di incontro andati a vuoto perfino nell'assenza di risposta che il Circolo Miani aveva sollecitato con la Questura, e Prefettura idem, dopo il susseguirsi di ripetuti episodi di vandalismo ed effrazione messi a segno contro la sede dell'Associazione. Ma arriviamo al fatto del giorno. Lunedì 8 giugno abbiamo comunicato formalmente all'Ufficio Ordine Pubblico del Gabinetto del Questore, di Trieste, che il Circolo Miani avrebbe promosso per la mattina di sabato 27 giugno in Piazza Unità una Assemblea cittadina, dunque con largo anticipo rispetto ai TRE giorni previsti per legge. Nella stessa comunicazione e nel successivo colloquio telefonico con i funzionari dell'Ufficio, ricordavamo che non ci sarebbe stata alcuna occupazione statica di suolo pubblico, ma solo l'ingresso e la presenza della vettura di proprietà del Circolo Miani che conteneva e supportava un modesto impianto di amplificazione (insomma un banale microfono e due trombe altoparlanti poste sul tetto, il tutto alimentato dalla batteria dei veicolo) per la stretta durata della manifestazione statica. In questi anni lo avevamo fatto decine di volte (nelle foto alcuni precedenti a caso) senza inoltrare alcuna richiesta al Comune, in questo caso non necessaria. Lo sapevano in Questura e lo sapeva in particolare la Digos che in un recente passato era intervenuta con il dirigente ed i funzionari in servizio per far allontanare alcuni vigili urbani che con il loro comportamento, questo sì, rischiavano di creare tensioni e turbative all'ordine pubblico in manifestazioni che il Circolo Miani promuove a decine sul territorio da 40 anni senza mai incidenti o tensioni alcune. Ma stavolta, ad undici giorni e passa, alle 18 e 19.30 di venerdì scorso riceviamo due telefonate dalla Questura che scopre la necessità di comunicare che dobbiamo avanzare richiesta al Comune per l'occupazione di suolo pubblico dell'auto in questione. Sarà una coincidenza, un banalissimo caso, ma la telefonata dell'arbitro arriva esattamente 24 ore dopo che il podestà di Trieste ha espresso la sua disapprovazione verso una iniziativa che parla di Moratoria 5G, di più alberi e meno antenne, di bonifica ed ampliamento dei giardini ed aree verdi, di impedire l'abbattimento della Pineta di Cattinara: insomma di tutela della salute e qualità della vita dei triestini. Un fatto eversivo e fonte di violenze e turbative all'ordine pubblico? Certamente no, anzi l'esercizio elementare di un civile diritto costituzionale. E siccome non possono inibire lo svolgimento dell'Assemblea il tentativo in atto di renderla muta è lapalissiano. Senza un microfono è difficile parlare e soprattutto ascoltare. E costringe i partecipanti, che vogliamo immaginare in numero considerevole a mandare a gambe all'aria ogni rispetto delle norme di distanziamento sociale, esattamente come avvenuto nelle due iniziative analoghe svoltesi nella giornata di ieri proprio in piazza Unità. Comunicare come ha fatto la Questura, in contrasto con tutti i nostri precedenti, ad una settimana dallo svolgimento e dopo undici giorni dalla comunicazione, ben sapendo, si spera, che il Regolamento comunale prevede l'inoltro della domanda di “occupazione suolo pubblico”, anche se per un massimo di due ore e con una struttura mobile (un'auto), “trenta giorni prima” e che per l'area cittadina compresa tra la fontana di Piazza della Borsa e l'intera Piazza Unità, tale richiesta deve passare necessariamente per una delibera della Giunta comunale, con i conseguenti tempi, è un modo nemmeno troppo elegante per minare lo svolgimento dell'iniziativa. In particolare una Assemblea dove si parla, ascolta e discute, sempre che ci si riesca. I fatti si commentano da soli e non ci sarebbe altro da aggiungere se non una domanda. Anche per la manifestazione sul Porto di due sabati fa, che ha visto la costruzione e l'occupazione di un palco per concerti con tempi molto ma molto più lunghi tra montaggio e smontaggio, e che è stata decisa 4 (QUATTRO) giorni prima, la Questura, con la Digos, e la Prefettura che ce l'aveva sotto casa, hanno seguito lo stesso iter? O forse la presenza del podestà la rendeva “supra legem”? Basta che ce lo dicano così organizziamo una rapina per finanziare le esauste casse del Circolo e ci portiamo dietro l'inconsapevole sindaco come garanzia liberatoria. O forse forse si stanno usando pesi e misure diverse? Insomma più che a garantire il sereno e tranquillo svolgimento dell'iniziativa, nel rispetto delle norme antiCovid, l'arbitro sta indossando maglietta e calzoncini per fare il dodicesimo uomo in campo? Basta a saperlo, con buona pace della credibilità della Questura. La verità è che questa politica che si diletta sugli “house organ” di Totòsindaci ha una fifa matta dei cittadini quando affrontano la realtà dei problemi di Trieste e mettono a nudo le loro impudiche, ed esteticamente sgradevoli, nudità quanto nullità. E sabato 27 giugno alle ore 10.30 in Piazza Unità lato Municipio (Moratoria 5G Comune Trieste e provincia; più Alberi e meno Antenne; bonifica e crescita Giardini ed aree verdi; salviamo la Pineta di Cattinara) più siamo e meglio stiamo, alla faccia di chi non ama Trieste e di chi tifa per loro. La vergogna del silenzio ! » Inviato da valmaura il 26 June, 2020 alle 11:29 am Assemblea cittadina. Piazza Unità domani, sabato 27 giugno alle 10.30 Moratoria 5G Comune di Trieste e provincia Attendere ora per non piangere poi ! Più alberi e meno antenne Salviamo la Pineta di Cattinara ! Piano regolatore comunale per ripetitori ed antenne Lontano da scuole, ospedali, zone densamente abitate ! Bonificare e rigenerare giardini ed aree verdi Per il benessere della comunità e contro l’emergenza climatica ! Tuteliamo la nostra salute ed il nostro futuro. Si invita a condividere e diffondere l’invito. Ora è chiaro a tutti quale sporca partita stiano giocando “giornalismo”e politica, con il suo codazzo di pseudointellettuali e clienti: nessuna notizia sull’evento di domani, sabato in Piazza Unità. A questi figuri dei problemi veri, della nostra qualità della vita e salute, della tutela del nostro futuro non interessa nulla. Sono pronti a farne “carne di porco”, ci scuserà l’amico suino, pur di difendere affari ed interessi di bottega sulla pelle dei triestini. E quando il “padrone” chiama i servi obbediscono. Servi sciocchi ed autolesionisti perché anche loro rischiano salute e vita, ma doppiamente responsabili perché scaricano su tutta la comunità il prezzo della loro ignavia. Ora non ci sono alibi neppure per i più scettici o prudenti. Ora tocca ai cittadini far sentire alta e forte la loro volontà. La dignità come la salute non ha prezzo. E lo vedremo domani. |
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