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Circolo Miani » News Correnti » Page 381

Ferriera: S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo;

» Inviato da valmaura il 18 July, 2013 alle 1:42 pm

Ferriera: S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo;

Cecco Angiolieri

S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo;
s'i fosse vento, lo tempestarei;
s'i fosse acqua, i' l'annegherei;
s'i fosse Dio, mandereil' en profondo;
s'i fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei;
s'i fosse 'mperator, ben lo farei;
a tutti tagliarei lo capo a tondo.
S'i fosse morte, andarei a mi' padre;
s'i fosse vita, non starei con lui;
similemente faria da mi' madre.
Si fosse Cecco com'i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le zoppe e vecchie lasserei altrui.

E se fossi Arvedi? Che diamine chiederei esattamente quello che Arvedi chiede. Ovvero un contratto d’affitto d’impresa semestrale, che poi si vedrà, una riduzione del personale del 20% (circa ottanta dipendenti in meno) che risparmiare non guasta, di godere dei quattrini pubblici legati alle agevolazioni, fuori legge per l’Europa a cui per la procedura d’infrazione in corso gli italiani pagano fior di centinaia di migliaia di euro di sanzioni, quelle intese come Cip 6 e che sono state dal 2001 ad oggi la vera cassaforte della Lucchini prima e Severstal dopo che non a caso aveva legato (Bondi) la data di chiusura della Ferriera a quella di cessazione delle suddette agevolazioni (prima 2009 e poi prorogata al 2015), di riuscire a ricevere le sovvenzioni pubbliche del decreto governativo “crisi complesse” e, ma, soprattutto di quelle europee per la siderurgia. Ultimo portarmi in casa per le mie acciaierie della ghisa a buon mercato, insomma con queste premesse a costo zero.

Piccolo particolare: essere esentato dal pagamento (sessanta-cento milioni) del costo delle bonifiche del sito, inquinantissimo. E magari in futuro intortarmi nel business legato alla eventuale destinazione logistico portuale dell’area.

Ecco s’i fosse Arvedi proprio così farei, e come dargli torto.

Torto, e marcio invece, ce l’hanno tutti gli altri. A partire dalla classe dirigente locale e regionale che dal 2001, quando la crisi non esisteva, non ha saputo e voluto trovare uno straccio di idea o di progetto per la riconversione ed il riutilizzo dell’area. Da un sindacato che difendendo sempre la proprietà di turno, prestandosi appieno al ricatto occupazionale, oggi si trova di fronte al concreto rischio di un secondo caso Sertubi, ma con ancora meno garanzie per gli ammortizzatori sociali a “riforma” Fornero in vigore. Lasciamo poi perdere i commenti di una politica che si vede così rinviare la soluzione di un problema che non ha saputo mai affrontare e risolvere, e di una confindustria che suona la solita canzoncina, giusto per far sapere di essere in vita, ma che in tutti questi anni non ha mai offerto una proposta, un progetto, un investimento che sia uno, e non solo sul caso Ferriera.

E lasciamo infine perdere il ruolo della cosiddetta stampa, che è come sparare sulla Crocerossa, e che però ha contribuito non poco, anzi, ad inquinare il clima su questa e altre vicende e che appare totalmente cieca, sorda e muta rispetto all’evolversi di una situazione che per salvare alcune centinaia di posti di lavoro costerà cifre enormi al pubblico denaro: soldi che a questo punto, non sembri un assurdo, converrebbe destinare direttamente agli stessi dipendenti, risparmiandone così molti, e non a favorire gli affari, per amor di Dio legittimi dal suo punto di vista, di un privato.

Si, un’ultima cosa. Avete notato che non si parla più dell’inquinamento e della salute di decine di migliaia di triestini e muggesani, e da almeno due anni oramai? Ma si, un dettaglio insignificante: che diamine non bisogna disturbare il manovratore e chi fa gli affari con i soldi altrui, anzi di noi tutti.




I piani laureniani.

» Inviato da valmaura il 3 July, 2013 alle 12:17 pm

Alcune considerazioni sullo spazione, quasi una pagina, dedicato al roboante “piano” del Comune sull’inquinamento, Ferriera in primis.

I fatti contenuti nell’articolo: nessuno.

Dopo più di due anni e mezzo dall’insediamento, e superata dunque la boa di metà mandato, questa amministrazione sta ancora “studiando”, “preparando e predisponendo, nonché proponendo”: ad esempio alla Regione di affidare all’ARPA la gestione di tutte le centraline. Insomma come dare alla Banda Bassotti la sorveglianza della Banca di Topolinia. Sono note a tutti, quelli che ovviamente hanno gli occhi per vedere e la volontà di farlo, le pesanti responsabilità dell’ARPA in questi anni. Pari forse solo a quelle di una ASS che si è sempre rifiutata di fare, e dal dicembre 1998, quella indagine epidemiologica da noi richiesta su tutti i residenti nei comuni di Trieste e Muggia. Se solo la Procura avesse dato corso alle solenni enunciazioni fatte “sui mancati controlli degli enti pubblici” per due estati di fila dall’allora Procuratore Capo, oggi se ne discuterebbe in una aula del Tribunale.

Per il resto poi si ripete quanto già detto nel luglio 2011, sui “gruppi di monitoraggio di pronto intervento”, sulla “consulta ambientale” ed amenità varie. Resta il fatto che oggi chi telefona al Pronto intervento della Polizia Municipale si sente suggerire, con tanto di numero telefonico, di “chiamare il Circolo Miani”. Come se noi disponessimo di mezzi dotati di sirene e luci blu lampeggianti con squadre di agenti pronti ad intervenire in forze.

Ma questa è la pura e semplice verità, tutto il resto sono solo chiacchiere per gonzi, un tanto al chilo che non costano niente, dove i soliti lacchè di turno faranno a gara per inserirsi nel “piano” ed altri, giustamente dal loro punto di vista, cercheranno di guadagnarci di che vivere.

Articoli come questi, il cui impietoso confronto con la cruda realtà decine di migliaia di persone possono fare ogni giorno da sole, servono solo ad incrementare a dismisura il rifiuto dei cittadini a votare questa classe politica, vecchia e nuova, totalmente sorda o incapace di rapportarsi con i problemi della comunità, anche solo ad ascoltare e frequentare la gente normale.

Non c’ è da stupirsi dunque se alle ultime elezioni regionali, a questo punto diventa quasi irrilevante parlare di vittoria, a Trieste comune non ha votato quasi il 60% degli elettori e in provincia ha disertato le urne il 57%.

Chiaro dunque perché sul piccolo giornale l’altro giorno campeggiava una intera pagina con fotone annesso sul “riattaccamento” delle due pinne laterali allo squalo imbalsamato del museo comunale, distaccate durante il trasloco della carcassa.

Capirai che notizia! Ma tutto serve per riempire le quattro paginette di cronaca del notiziario pubblicitario locale (l’altro giorno nelle pagine riservate a Trieste c’erano 13 e passa di sola pubblicità e 8 scarse di notizie ed anche queste infarcite di inserzioni) pur di silenziare le duecento e passa persone, più le altre centinaia e centinaia che ne facevano contorno in piazza Unità, in occasione della manifestazione-assemblea pubblica sull’emergenza inquinamento Ferriera.

E si capisce si doveva tirar la volata alle chiacchiere di lor signori. In quanto ai numeri è interessante fare un confronto tra la partecipazione di cittadini che le iniziative promosse dal Circolo Miani ottengono da sempre e la risposta di gente che invece ha il mondo variegato dei partiti, grillini compresi, e che raramente supera il 10% dei numeri dell’altro giorno, e nonostante il “pompaggio” garantito su stampa scritta e Rai regionale.

Post Scriptum. Tre modesti suggerimenti su cose da fare subito concretamente, e senza scomodare i caschi blu della Nato o i Satelliti della Nasa: sgomberare la discarica abusiva di migliaia e migliaia di tonnellate di Loppa, le cui collinette vanno dal capannone dell’ex acciaieria al mare; fermare l’altoforno che perde almeno 30.000 metri cubi di gas al giorno; rifare la torre di spegnimento della cokeria. Queste cose le abbiamo scritte e dette in ogni salsa ed anche alla Procura, e sono state il centro della manifestazione di venerdì 28 giugno, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.




Il maranza colpisce ancora. E Borgna pure.

» Inviato da valmaura il 22 June, 2013 alle 2:04 pm

E insiste, oggi nuova boutade sulle pagine del piccolo giornale dello scrittore di fantascienza, specializzato su Ferriere ed affini. Primo contro ordine compagno, ovvero a lui medesimo, smentisce quanto scritto solo pochi giorni prima sempre sul giornalino locale. Adesso non sarà più la ghisa ad essere “importata” ma il carbone coke. Mentre l’Altoforno, che serve appunto per produrre la ghisa, verrà dunque tenuto aperto non solo come attrazione turistica. In quanto alla sua sicumera granitica sulla chiusura senza se e senza ma della cokeria, oggi il maranza rettifica e utilizza la parola “presumibilmente chiusa”. Insomma forse si, forse no, anzi più no che si.

Conia invece il termine di “emissioni ambientali”, e mette questo ossimoro in bocca al Cosolini, virgolettando il neologismo. Ma è un modo come l’altro per celare, con sovrano sprezzo del ridicolo, la parola inquinamento. In quanto poi allo stato degli impianti definiti “vetusti”  il nuovo compratore dovrebbe farsi carico di buttarli giù e rifarli ex novo. Insomma un benefattore che lavora in perdita e si becca per di più in (fondo) schiena l’onere di far fronte alle spese di bonifica e messa in sicurezza del sito (dai sessanta ai cento milioncini).

A meno che …, si a meno che qualcuno non pensi di fare il furbetto con gli eventuali soldi del Governo italiano (prevedibilmente pochi) ma soprattutto con quelli Europei (presumibilmente tanti) ed utilizzarli a fini diversi da quelli previsti, ovvero a far pagare ancora una volta ai cittadini le condotte criminose dei privati, in questo caso i costi delle bonifiche in barba alla legge del “chi inquina paga”.

In finale della telenovela maranziana ci viene confermato che “l’advisor”, caspita un po’ come gli allenatori di calcio ora tutti “mister” che fa più figo, quel tal Rosato, un cognato di gran prezzo, costato 48.000 euro alle casse si floride del Comune di Trieste per sei mesi, non ha prodotto fin qui l’agognato piano di riconversione ed anzi ci “dovrà pensare Arvedi e ci vorranno alcuni anni”, Cosolini dixit. A nessuno è venuto in testa di richiedere, così giusto per sport, indietro i 48.000 euro all’Advisor nostrano?

Nuovo successo professionale del presidente Acegas, il tutore degli interessi economici del Comune nelle finanze della ex municipalizzata. Come ci informa la stampa ha assunto la difesa di uno degli indagati accusati dalla magistratura di aver frodato le casse pubbliche, della Regione stavolta. Ma uno straccio di incompatibilità o almeno di inopportunità esiste anche per l’avvocato Borgna o il conflitto di interessi è riserva personale di caccia al Berlusconi?




Ferriera: ora basta !

» Inviato da valmaura il 21 June, 2013 alle 12:56 pm

Venerdì 28 giugno, alle ore 18, a Trieste in piazza Unità, davanti al Municipio, il Circolo Miani, Servola Respira ed il Coordinamento dei Comitati di Quartiere, organizzano una manifestazione cittadina – Assemblea pubblica, in concomitanza con la riunione del Consiglio comunale, sulla insostenibile ed inaccettabile situazione della Ferriera. Dell’inquinamento prodotto in dosi massicce dallo stabilimento oramai fuori ogni controllo e della colpevole ed inscusabile inerzia degli organi di controllo, a partire da Regione, Provincia, Comune di Trieste, ARPA ed ASS, per finire con la Procura della Repubblica del Tribunale di Trieste.

Sono passati oltre due anni dall’insediamento di questa amministrazione comunale e nulla è cambiato rispetto ai dodici anni precedenti. E’ dal 1998 che l’emergenza inquinamento Ferriera, ma anche del Depuratore fognario cittadino, fuorilegge da oltre un decennio, delle decine di migliaia di metri quadrati di eternit presenti in tutto il lungomare, dell’Italcementi e del nuovo e vecchio inceneritore, sono stati portati al centro dell’opinione pubblica per l’iniziativa dei proponenti questa assemblea. Dal 1998 la risposta del mondo politico, sindacale e delle istituzioni è stata solo un continuo rinvio, una ripetuta violazione delle leggi italiane ed europee esistenti, una incapacità assoluta a ideare progetti alternativi concretamente percorribili per salvaguardare l’occupazione, il diritto ad un lavoro sicuro e dignitoso, in estrema sintesi: il futuro di Trieste e del suo porto.

E’ ora di dire basta, di pretendere l’immediata tutela della salute delle decine e decine di migliaia di triestini e muggesani che vivono tra il centro città e Muggia, di pretendere che anche a Trieste la legge italiana venga applicata, come a Taranto ma anche solo come nella vicina provincia di Udine (vedi sequestro e chiusura della Caffaro, ex Snia, di Torviscosa). Di prendere atto che oramai l’opinione pubblica cittadina non ha più alcuna fiducia nella credibilità di ARPA e ASS che da anni continuano, come minimo, a sottovalutare i rischi ed a negarsi ad ogni approfondita indagine epidemiologica.

Ne parleremo, di ciò e di altro di cui la stampa locale si guarda bene dal raccontare, nell’Assemblea di venerdì 28 maggio, alle ore 18 in piazza Unità, a Trieste.

PS: per chi vuole dare una mano ad informare i nostri concittadini ed invitarli a partecipare non ha che scrivere a info@circolomiani.it e lasciarci un numero di telefono.




Poche idee ma ben confuse.

» Inviato da valmaura il 16 June, 2013 alle 1:28 pm

Continua imperterrito tal Maranzana dalle pagine del piccolo giornale a offrire spottoni a chi vuole continuare ad inquinare bellamente sulla pelle dei triestini, dunque anche sulla sua ma pretendere che se ne renda conto è fatica inutile assai. Quello che sinceramente infastidisce è il furto di immagini che viene fatto, e non è la prima volta, a danno del Circolo Miani e di Servola Respira Infatti la foto del corteo piazzata nel contesto dello sponsor Arvedi, altro non è che una delle tante manifestazioni organizzate appunto dal Circolo Miani e non da ben indefiniti “abitanti” che invece di fare il solito liston con aperitivo annesso, lì per lì hanno deciso di mettersi a fare un corteo con tanto di striscioni che ogni passante si porta normalmente in tasca quando va a passeggiare in città.

Ma non basta poi il maranza raccoglie i commenti di un comitato che nel 2008 ha fatto la campagna elettorale per Tondo e Bucci; che si è profuso poi in encomi pubblici, per altro opportunamente ricambiati, per i vari Laureni e Lupieri, e che quando 500 cittadini sfilavano per ore in corteo bloccando Corso Italia, piazza Goldoni e via Carducci, non ha trovato di meglio di portare quattro, di numero, persone allo spot elettorale nel gazebo di Forza Italia-Pdl in piazza Sant’Antonio. Oltre naturalmente a far saltare l’azione legale dell’avvocato Spazzali pur di salvare il sindaco Dipiazza.

Continui pure così questo piccolo giornale ed i suoi “professionisti” dell’etica giornalistica, ora poi con il Degano all’Ordine sono garantiti. Continui così questo giornalismo autocelebrativo e incensativo, che crea i premi e se li spartisce tra la cerchia dei soliti, vedi Floris/Fondazione Lucchetta, ecc…. Continui in questo senso la politica che si regge sui pennivendoli compiacenti, su di una Rai regionale che non manca mai una intervista a quelli che contano (memorabile l’orgasmo catodico di Marzini nella sua lunga intervista a labbra turgide dell’allora presidente Illy), ovviamente per mezzo TG. Ecco continuino così e noi auguriamo loro di vendere sempre meno copie, cosa che al piccolo giornale riesce comunque benissimo, ad avere sempre meno abbonati al canone, e sempre meno elettori ai seggi.

PS. Il “professionista” del giornalismo industriale ci informa, per conto di Arvedi e Rosato, tengo famiglia e 48.000 euro del Comune, che la cokeria verrebbe chiusa, ma si conterebbe molto sul mantenimento delle agevolazioni Cip 6 sulla produzione di energia elettrica (morte a partire dal 2015, ma a prescindere da questa fine per incassare il grisbi pubblico bisogna usare per almeno il 51% i gas di risulta per la produzione di elettricità, dunque i gas della Cokeria, con quelli dell’altoforno si accende appena una candela, ma, maranza, se è chiusa? Cos’è un miracolo arvediano?). Ed inoltre rimarrebbe in piedi solo la produzione dell’altoforno, ma la ghisa verrebbe importata. Istruttivo. Uno tiene acceso l’altoforno solo per bel vedere, come la torcia della libertà. Visto che l’unica produzione dell’altoforno è appunto la ghisa, che però secondo lo scienziato che scrive sotto mentite spoglie, verrebbe “importata”.

Qualcuno chiami la Croce Verde, per favore, e lo faccia portare via, per pietà!





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