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Circolo Miani » News Correnti » Page 72

Una sola domanda: Ovovia e Canale Ponterosso. CHI PAGA ? E chi pagherebbe?

» Inviato da valmaura il 16 November, 2021 alle 12:13 pm

Oggi sulla stampa: lavori Canale di Ponterosso.
“Progetto non realizzabile: tutto da rifare il cantiere dei ponti verde e bianco
La conferma del sindaco Dipiazza a un anno di distanza dai primi provvedimenti propedeutici (?) all’opera: «Svuotare il canale è impossibile, interverremo da sopra»
E sempre dalla stampa la cronistoria di un anno di inutili quanto dispendiosi lavori, con note di comicità.
“TRIESTE. Tutto da rifare. Il cantiere per la ristrutturazione del ponte verde e del ponte bianco ricomincia da capo. Ad annunciarlo il sindaco Roberto Dipiazza, a un anno dall’avvio dei primi provvedimenti per la viabilità della zona, con lo stop ai mezzi pesanti che anche nei prossimi mesi non potranno transitare su Riva 3 Novembre.
Ricomincia quindi l’iter, a partire dal progetto,
Ma torniamo indietro nel tempo per riepilogare la lunga storia del cantiere. È il 4 novembre 2020 quando il traffico lungo Riva 3 Novembre non è più consentito ai mezzi con peso superiore alle 7 tonnellate e mezzo, nel tratto tra via Rossini e via Bellini, a causa del deterioramento del ponte verde e di quello bianco. Il 9 gennaio 2021 arrivano le 250 transenne, che nei giorni successivi ingabbiano il canale di Ponterosso, un provvedimento propedeutico all’abbassamento dell’acqua, per evitare che qualcuno, malauguratamente, si faccia male cadendo all’interno. Lunedì 8 febbraio, giorno indicato per l’avvio delle opere, le previsioni meteo non sono favorevoli e tutto resta fermo. Qualche giorno dopo ecco spuntare la gru, che dovrà fissare le palancole, lo sbarramento tra il canale e il mare. Il 13 febbraio la città si sveglia sferzata da un forte vento di bora e due container, sedi operative del cantiere, finiscono in acqua, recuperati a fine mattinata dopo una lunga operazione dei Vigili del fuoco. È il 16 febbraio quando la gru pronta a fissare le assi tra il canale e il mare si blocca nuovamente, ci sono rocce nel fondale e le palancole non possono affondare adeguatamente nel terreno. Si cerca quindi una soluzione alternativa. Il 22 marzo arrivano le nuove assi per arginare l’acqua e questa volta la posa va a buon fine e tutto viene sigillato. Il 3 maggio vengono montate e azionate anche le pompe, che avranno il compito di svuotare gradualmente il canale. Ma fin da subito emerge come l’operazione non sia delle più semplici, l’acqua viene fatta fuoriuscire dal canale, ma il livello non si abbassa come dovrebbe. E in estate tutto si ferma, nessun macchinario sopra i ponti viene messo in azione e non arriva la tanto attesa zattera, da ancorare sotto i ponti per consentire il lavoro degli operai. Da allora nessuna novità importante, fino all’annuncio del sindaco sulla ripartenza da zero.”
Questa la cronaca. Ora alcune considerazioni.
La prima e più ovvia: chi paga? Per i lavori fatti e tentati, per le centinaia di transenne, per i macchinari e le pompe, e per quel cumulo doppio di “pancogole” oramai ferraglia arrugginita?
In un paese normale ne sarebbero chiamati a rispondere in solido con i loro beni personali e con il licenziamento in tronco per “giustissima causa” in sequenza: i tecnici ed i dirigenti del Servizio Lavori Pubblici del Comune, vero sempre sorridente ing.Bernetti? Per finire con la cacciata dell'assessore competente, si fa per dire, Lodi e le dimissioni del Sindaco.
Basta rileggere le righe sopra per capirne i motivi: questi non hanno nemmeno fatto un'analisi, un'indagine prospettica e propedeutica al cantiere ed ai lavori.
Passiamo ora all'Ovovia. Se fosse stata già in opera, è un eufemismo, negli ultimi quindici giorni sarebbe rimasta ferma per Bora almeno dieci. Ed anche qui la fatidica domanda: CHI PAGA ?



Adriaport. No, caro Polidori, non ci siamo.

» Inviato da valmaura il 14 November, 2021 alle 11:29 am

Lasciamo perdere il “Muggia porto dell'Ungheria”, al posto storico di Fiume, che la Storia è cosa complessa assai, idem nella profezia, magari si avverasse, delle “enormi ricadute sul nostro territorio”, ma sono i ringraziamenti ad essere irricevibili: “dall'allora ministro Matteo Salvini al presidente Viktor Orban, al presidente Zeno D'Agostino, si sono prodigati per rendere possibile questa grande opera.”
Come ha dimostrato in campagna elettorale l'attuale sindaco è un po' debole nei “fondamentali”, come gli strafalcioni sull'inquinamento industriale a Telequattro hanno penosamente per lui messo in evidenza.
Ed allora parliamo di cose serie e vere.
L'ungherese Orban, che come dimostrano i contenziosi con l'Unione Europea, considera la democrazia ed i diritti civili un fastidio, affiancato dai suoi compari politici, ambedue allergici alle regole di una società democratica: il premier Polacco e quello Sloveno, tentò inutilmente di mettere il veto sugli aiuti comunitari all'Italia: i 209 miliardi che contro ogni previsione autolesionista di Salvini, Meloni, Renzi e italici “giornaloni” l'allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte riuscì ad ottenere. E che solo grazie al suo operato oggi i vari Fedriga, Zaia, Fontana non sono ridotti a pietire l'elemosina con il piattino in mano fuori dalle chiese.
E fu allora la Merkel che alzando il dito mignolo, che per certi figuri è bastevole, li rimandò a cuccia minacciando il taglio dei fondi europei a Ungheria, Polonia e Slovenia.
Dunque i ringraziamenti che qui ci azzeccano sono solo quelli a Conte ed a Zeno D'Agostino, che però deve avere un pelo sullo stomaco alto mezzo metro per concedere 45 milioni di quei 209 miliardi da cui derivano i 400 e passa milioni per il Porto di Trieste, a favore del “privato” Ungherese per mettergli, a spese nostre, in sicurezza la linea di costa e fare i perigliosi dragaggi davanti all'area ex Raffineria Aquila (dal Canale industriale a quasi il Rio Ospo). Che se era per Orban e il camerata Salvini i 45 milioni li tirava fuori Polidori.
C'è invece una cosa che andava, ma non è stato fatto, approfondita nel Cantico dei Cantici dell'incontro tra il Sindaco di Muggia e l'Amministratore Delegato di Adria Port: la viabilità. Ovvero quante merci usciranno per ferrovia e quante su TIR, e soprattutto dove transiteranno questi ultimi perchè ipotesi percorribili non impattanti (Supersifaperdirestrada) ce ne sono. E spero non ci si venga a raccontare che l'azienda statale ungherese non abbia ancora uno straccio di progetto in merito.
Detto questo e prese le opportune precauzioni sui rischi ambientali, immensi e devastanti, per i dragaggi e per la viabilità dei mezzi pesanti, nulla osta, a parte la perdita di dignità di uno Stato che paga gli affari dei privati esteri ma cerca di fottere i poveri nostrani privandoli di ogni sussidio pubblico, auspichiamo che le previsioni occupazionali per il nostro territorio si avverino almeno in misura minore ma sempre gradita.
Ultimo suggerimento al Sindaco: magari informarsi sulle metodologie di assegnazione dei 5000 metri quadri, bonificati, dell'area Noghere messi in vendita dal Coselag (ex Ezit) di cui il Comune è socio, per attività industriali nell'ambito comunale, al confine con il Comune di San Dorligo, sarebbe cosa utile ed opportuna.
Meglio prevenire che curare, nevvero?
Maurizio Fogar, consigliere comunale Lista civica Muggia.



“Tanto non servi a niente e i fa quel che i vol””

» Inviato da valmaura il 11 November, 2021 alle 12:27 pm

Il non voto da record dei Triestini.
 
A Trieste alle ultime comunali di ottobre i votanti “validi” sono stati il 42% mentre a Muggia la metà esatta degli aventi titolo.
I partiti si sono stracciati le vesti, con la finta lacrimuccia di circostanza, per mezza giornata che poi il giorno dopo tutto come prima, casomai lacrimeranno da coccodrilli fra cinque anni.
Questa la prima iniziativa presentata in Comune dal consigliere comunale della Lista civica Muggia, Maurizio Fogar.
Interpellanza
Con risposta in aula e scritta.
In queste elezioni amministrative nella provincia di Trieste c'è stato un ulteriore crollo della partecipazione al voto dei cittadini, superiore a quella registrata nell'affluenza ai seggi perchè ai dati ufficiali dei “votanti” vanno sottratte le percentuali di coloro che nell'urna hanno deposto scheda bianca o nulla (più del 3% a Trieste e più del 2% a Muggia).
Tale fatto che denota una profonda e crescente sfiducia nei confronti della politica comunque articolata, ma di questo lascio ai politologi dibattere, si riflette, e questo è il dato più preoccupante, sulla legittimità sostanziale e sulla credibilità, che la forma non è in discussione, delle istituzioni, che la politica, nel sempre più diffuso comune sentire dei cittadini occupa e lottizza in tutte le sue espressioni non solo elettive tale da rendere il voto una finzione inutile.
Ritengo dunque vada immediatamente intrapreso un percorso di ricostruzione di questo rapporto di fiducia così crescentemente messo in discussione tra l'istituzione Comune ed i cittadini.
Per questo ci soccorre il nostro Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale di Muggia, ove nell'articolo 4 ai commi 5 e 6, si scrive che: “Ai gruppi consiliari sono assegnati, laddove possibile e su indicazione del presidente del consiglio (Sindaco) idonei locali” e di seguito “Ai gruppi consiliari sono concesse gratuitamente una volta all'anno le sale di proprietà comunale (esclusa la “sala del Consiglio”) per iniziative afferenti ai loro compiti istituzionali.”
Qui non si tratta di offrire alle sigle partitiche o civiche una cassa di risonanza o una presenza organizzata sul territorio, che per altro già hanno da tempo con le loro sedi, ma di ricondurre l'iniziativa proprio allo spirito descritto nel Regolamento: ovvero alle attività ed iniziative dei gruppi consiliari a tutto vantaggio dell'istituzione Comune.
Ho appreso che gli assessori hanno una loro sala, come è giusto che sia, per incontri di lavoro e con cittadini o soggetti interessanti le loro deleghe.
Nello specifico dunque mi permetto di suggerire delle soluzioni pratiche e non onerose per ottemperare a quanto scritto nei commi 5 e 6.
Individuare nell'ambito degli immobili di proprietà del Comune, dunque non necessariamente in piazza Marconi, degli spazi idonei, con orari da concordare con gli uffici, dove recuperare delle stanze con un minimo di arredo funzionale per realizzare quanto sopra descritto e soprattutto per incontrare i cittadini sul territorio, non sotto il simbolo di un partito ma sotto quello del Comune che tutti noi abbiamo l'obbligo di rappresentare.
Superare nella sostanza, con tacito ed unanime accordo, il limite di “una volta all'anno” per l'utilizzo delle “sale di proprietà comunale”, a partire dalla sala Millo, compatibilmente al calendario sull'occupazione della stessa.
Certo di interpretare, al di fuori di ogni logica di parte, il comune sentire di noi tutti (Sindaco, Assessori e Consiglieri), mi consento solo di far notare che i tempi di attuazione non sono una variabile indifferente, soprattutto agli occhi dell'opinione pubblica.
Maurizio Fogar, Consigliere Lista civica Muggia.



In orario di lavoro! ASUGI.

» Inviato da valmaura il 9 November, 2021 alle 12:51 pm

La cronaca minuto per minuto (un'ora buttata).
Dopo aver parlato con la Direttrice del Terzo Distretto Sanitario, competente territorialmente anche per Muggia e San Dorligo, su suo suggerimento chiamo il centralino Asugi per farmi passare la responsabile del Servizio Prevenzione, che ingloba anche il dipartimento veterinario.
Primo tentativo, all'interno della responsabile Maggiore nessuno risponde e poiché il “centralino” non ha la ricaduta, o il ritorno delle chiamate senza risposta, una funzione che esiste da una cinquantina buona di anni nei centralini moderni, bisogna rifare tutto il giro: ovvero richiamare il centralino (dopo dischetto e scelta tasto 2).
Secondo tentativo, chiedo allora al centralinista di passarmi un interno del DIP a cui risponda la funzione veterinaria: stessa storia di prima.
Terzo tentativo, richiamando ex novo il centralino con la solita trafila e l'adrenalina in salita, chiedo stavolta della segreteria del massimo vertice: il Poggiana. Anche qui stessa solfa: in orario d'ufficio, tra le 10,30 e le 11,30, nessun cenno di vita.
Quarto tentativo, di nuovo attraverso il centralino che stavolta mi mette in attesa e prova lui, su mia richiesta, a chiamare gli interni, tre, della segreteria del DIP, ma sconsolato alla fine desiste “pare che lavoriamo solo noi” e per pietà mi passa lo straordinario Ufficio Relazioni con il Pubblico, per gli amici URP.
Quinto tentativo, ad una voce umana spiego minuto per minuto l'accaduto, lo devo ripetere tre volte perchè evidentemente due non gli sono sufficienti, ed alla fine si fa ridare, anche qui per la terza volta, il mio nome ed il mio recapito telefonico, promettendo che cercherà lui di contattare i non rispondenti per poi farmi richiamare. Gli ho augurato buona fortuna.
Non oso pensare di cosa abbia parlato stamane in Conferenza Stampa ASUGI il Poggiana sulla “riorganizzazione” dei servizi ospedalieri e territoriali per fare fronte alla quarta ondata Covid ed al terzo richiamo vaccinale.
A Muggia, ad esempio, avendo chiuso l'unico centro vaccinale aperto presso una palestra comunale, la vaccinazione viene svolta per un giorno alla settimana per 24 utenti prenotati tra fragilissimi anziani ed invalidi, sempre alla settimana, presso il poliambulatorio di Piazza della Repubblica, e stanno provvedendo, con estrema fatica vista la ristrettezza di personale, a coprire con la terza dose gli ospiti delle case di riposo, figurarsi dunque i tempi per gli altri, tanto più se da abbinare al vaccino anti influenzale.
Maurizio Fogar



Meteo rompiuova. Anche la Bora non gradisce. Ovovia in Porto vecchio.

» Inviato da valmaura il 8 November, 2021 alle 10:04 am

A vedere le previsioni meteo, tra lo scorso giovedì e fino al prossimo, la Bora avrebbe rotto le uova nel paniere della progettata funivia. Ovvero sarebbero state più, molte di più, le giornate di fermo causa vento che quelle di operatività.
Ad uno sano di mente basterebbe questa dimostrazione, non di parte politica, ma meteorologica a farlo dissuadere da questa trovata.
Se il Tram di Opicina funzionasse invece questa situazione non avrebbe fatto un baffo, appunto “se”.
Dunque riproponiamo quanto da noi scritto mesi or sono, e scopiazzato poi da altri senza citare la fonte: a Trieste specialmente in politica si usa così, farsi belli con il lavoro altrui, anche se la frase originale è decisamente più prosaica.
In due parole proponevamo di spostare il capolinea del Tram di Opicina di alcune centinaia di metri, da quell'aborto di piazza Oberdan, in Porto Vecchio alla Centrale Idrodinamica, accanto ai musei, dietro il futuribile Terminal Crociere all'Adriaterminal, da cui far ripartire pure il Trenino portuale con tappa prima a Barcola ed in futuro estendibile alla Stazioncina di Miramare. E come ultimo tassello realizzare dal terminal la nuova linea di collegamento via mare con Venezia, andata e ritorno, magari con tappe a Sistiana e Grignano. Come proposto da Zeno D'Agostino e da noi ridefinito. Un modo non invasivo per collegare un turismo culturale, paesaggistico e artigianale-culinario mettendo in rete il Carso con il mare.
Poca roba, ma concreta e poco dispendiosa, ma capace di creare nuovi posti di lavoro.
In ultima analisi chiudiamo con un “Grazie Bora”.




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