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Circolo Miani » News Correnti » Page 393 Ferriera: si torna in piazza! » Inviato da valmaura il 18 October, 2011 alle 2:02 pm Hanno pervicacemente cercato la rottura. Nonostante quattro tentativi fatti, accettando pure di subire oltre ogni ragionevole limite le ironie e l’arroganza della controparte, abbiamo cercato fino a ieri di mantenere in vita un confronto che permettesse di arrivare a qualche soluzione. Tutto inutile. La nostra disponibilità è stata scambiata per arrendevolezza cui tutto si poteva far digerire. Ebbene che rottura sia. Tra la nuova amministrazione comunale, qui rappresentata da un irascibile e nervoso assessore Laureni che arriva a dire, ripetendolo più volte, che in queste riunione della “consulta sull’ambiente” lui ha il solo dovere di informare e non è tenuto ad accettare i pareri dei partecipanti. Per la verità le sue parole sono state molto più drastiche e sprezzanti. A questo punto pare ovvia la conclusione a cui il Circolo Miani ed il Coordinamento dei Comitati di Quartiere, che dal 15 luglio ad oggi hanno cercato di tenere aperto ogni spiraglio possibile, sono giunti. Non parteciperanno più: tanto presenziare a delle riunioni una volta al mese per trascorrere due-tre ore in questo modo è puro tempo perso. E se proprio l’assessore o il Comune devono informarci di qualcosa utilizzino tranquillamente la posta, elettronica o tradizionale che sia. Vi anticipiamo subito che il 19 ottobre, cioè domani, la Conferenza dei Servizi fantasma, quella cioè che si era persa sotto la sabbia dal 28 agosto 2008, senza che nessuno si preoccupasse di denunciare questa banale quanto ovvia illegalità (né alcuno dei suoi componenti: Regione, Provincia, Comune, ARPA e ASS di nomina regionale, tantomeno il variopinto e variegato mondo dei partiti vecchi e nuovi) concederà una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale alla russa Severstal proprietaria della Ferriera che durerà fino alle fine del 2017. Ovviamente con le solite “draconiane e rigorose” nuove prescrizioni che la proprietà giurerà da par suo di rispettare in attesa delle semestrali letterine di diffida che toglieranno sicuramente il sonno al russo Mordashov nel suo lettone a San Pietroburgo. Che la legge istitutiva dell’AIA escluda categoricamente il suo rilascio a “babbo morto”, ovvero alla realizzazione di risultati legati a prescrizioni, ma vincoli la stessa alla fotografia dell’esistente questa è cosa che pare non riguardare i concedenti di oggi così come non ha interessato quelli del 2007 (Illy-Cosolini). I controllori? Sempre gli stessi funzionari a partire da quell’ingegner Gubertini che così bene hanno operato e vigilato finora. Sulla credibilità della proprietà credo non abbisogni qui spendere parola alcuna che due soldi di cacio valgono di più, e non perché lo diciamo noi ma perché in almeno sette verbali, dal 2003 al 2010, lo scrivono i documenti ufficiali della Direzione nazionale del Ministero dell’Ambiente, tra gli altri. Che questo vada nel segno della linea fin qui perseguita da una proprietà, sull’orlo del fallimento con 800 e passa milioni di scopertura con le banche di mezza Europa, che è sempre stata quella di guadagnare tempo contando su disattenzioni, collusioni e complicità di chi doveva fare i controlli, politica in primis, è lampante. Che la nuova AIA, non dimentichiamolo di durata quinquennale, regali dunque altro tempo alla Severstal è altrettanto indubitabile (la vecchia scadeva nel dicembre 2012). Che il Comune poi, ritenga di continuare a violare la legge non approvando l’entrata in vigore di quel Piano d’Azione Comunale sull’inquinamento da fonte industriale che doveva essere varato entro l’anno 2005, è stato di nuovo confermato ieri dall’assessore Laureni che lo ha definito “non prioritario”. Un esempio perfetto da suggerire a tutti i violatori di legge di questo stato a partire, che ne sappiamo, dagli evasori fiscali che sono dunque legittimati a non pagare le tasse perché lo ritengono appunto “non prioritario”. Su questo ieri abbiamo annunciato la presentazione la prossima settimana di un dettagliato esposto-denuncia alla Procura della Repubblica del Tribunale di Trieste nei confronti della Amministrazione comunale di Trieste. Ma sappiano questi signori che il Circolo Miani ed i Comitati di Quartiere non si limiteranno a “stare a vedere”, anche perché rappresentano da tredici anni la parte più significativa e partecipata dai cittadini su queste questioni, e da trenta su altre. Perché la difesa della legalità per noi è pratica quotidiana e non parole vuote, perché la tutela della salute, anche la nostra, e l’impegno per un lavoro sicuro e dignitoso per noi sono fatti e non chiacchiere. Perché, in ultima analisi, come lo si è visto ed ammesso nell’audizione in Regione sulla leggina spot elettorale da parte degli stessi consiglieri regionali presenti, la nostra preparazione, informazione e puntuale precisione non è seconda a nessuno. Se quanto sopra in Comune è il segnale del “nuovo”, dove pure un altro assessore, quello al decentramento e sport, è praticamente sempre irreperibile, in ufficio ed al telefono da un mese a questa parte, e dà segni di esistenza in vita solo con una foto ogni tanto sul giornale amico, allora c’è proprio da rimpiangere il vecchio, e qui ci riferiamo, a scanso di equivoci, alle amministrazioni pubbliche degli anni settanta. Desolante. » Inviato da valmaura il 15 October, 2011 alle 1:03 pm Questo è in sintesi il giudizio che una persona normale trae dopo la due giorni (lunedì 10 in Comune e mercoledì 12 in Regione) di riunioni ed audizioni tra Palazzo Cheba e la Regione. Partendo da quest’ultima, ovvero l’audizione di associazioni, comitati, sindacati, enti locali, Azienda Sanitaria e ARPA e chi più ne ha più ne metta, con una dozzina di consiglieri regionali della Terza Commissione, Ambiente, del Consiglio regionale, il quadro che ne esce è, proprio a voler essere generosi, appunto desolante. Si discute di una leggina di una manciata di articoletti che vorrebbe ripristinare nel Friuli Venezia Giulia il limite di legge di 1 nanogrammo al metro cubo per le emissioni di BenzoApirene, sospeso con apposito decreto firmato da un Berlusconi in fulminea trasferta dalla sarda e gaudente Villa Certosa a Palazzo Chigi il 13 agosto del 2010, per tutelate due sole realtà: ovvero Riva, proprietario dell’ILVA di Taranto i cui impianti stavano per essere sequestrati a giorni proprio per gli sforamenti del più cancerogeno degli inquinanti, il BenzoApirene, e Mordashov-Severstal-Lucchini, uno e trino proprietario della Ferriera di Trieste. Il decreto berlusconiano convertito poi in legge senza protesta alcuna della cosiddetta opposizione parlamentare, ha una durata biennale, la legge sospesa torna cioè in vigore il 13 agosto del 2012, e riguarda solo le città con più di 150.000 abitanti dove abbiano sede delle fabbriche siderurgiche. Insomma una legge vestita e calzata per due uniche realtà: Taranto e Trieste, non dunque il Friuli Venezia Giulia. Pertanto disattento assai il direttore tecnico dell’ARPA, quel tal Giorgio Mattassi, che ieri centrava il suo intervento “tecnico” sull’emergenza benzene-benzoApirene prodotta dalla combustione dei boschi di larici, abeti e betulle dell’Alto Friuli, dove il limite di legge europeo non è stato affatto sospeso dal decreto presidenziale. Ma d’altronde appare evidente che per l’ARPA l’unica soluzione seria oggi è lo scioglimento ed il prepensionamento del personale addetto. La sua credibilità infatti agli occhi della gente ha raggiunto picchi abissali da far sembrare la Fossa delle Marianne una dolce dolina carsica. E certamente i numeri non sono il forte del Mattassi - a proposito quanto gli passiamo al mese di stipendio noi cittadini? - quando dichiara che è interessante l’esperimento che in Regione si sta facendo con l’esperienza dell’AIA rilasciata alla Ferriera da due anni. Due? Dal dicembre 2007 ad oggi mi pare che gli anni passati siano quasi quattro. Povera ARPA questa ulteriore pubblicità negativa poteva risparmiarsela. Per il resto la “audizione” su questa leggina a “babbo morto” che ieri ha disvelato le intenzioni dei suoi proponenti: nulla altro che uno spot elettorale e per di più scritto male, incompleto e pieno di strafalcioni, è stata appunto di una desolazione totale nella quale comunque non ha mancato di distinguersi il triestino Codega ricordando, con il suo comportamento, quanto inutilmente e lautamente siano pagati questi consiglieri dai cittadini. Merita una menzione quel Valentino Patussi, delle cui gesta sono pieni gli articoli del sito giornale online www.circolomiani.it, che è ahimè intervenuto per conto di quell’Azienda Sanitaria triestina che pervicacemente si rifiuta dal dicembre 1988 di fare quell’indagine epidemiologica a Trieste e Muggia, città che in Italia detengono il record per mortalità da malattie respiratorie e patologie tumorali. A proposito Patussi come è finita la visita dei “Super Ispettori”, il termine è suo, che per conto dell’ASS dovevano sezionare la Ferriera e che lei aveva pomposamente annunciato sulla stampa come evento dell’anno (2009)? Desolante come il solito è stato il comportamento della “informazione” locale con la vistosa zonta della Rai: tanto per restare in tema di dignità, pluralismo e bene pubblico. Ma va! Passando alla riunione in Comune, una consulta in cui molto si parla e poco assai poco si quaglia, tra una trentina di sigle più o meno ambientaliste, e certamente il Circolo Miani non è fra queste, tenutasi due giorni addietro sono finalmente emerse con chiarezza tre questioni. Che il 19 ottobre, sempre che la Lucchini-Severstal non fallisca prima, Regione di centrodestra, Provincia e Comune di Centrosinistra, ASS e ARPA di centrodestra e misto mare, rinnoveranno per altri cinque anni, cioè fino al 2017, l’Autorizzazione Integrata Ambientale alla Ferriera ma con “rigorose e drastiche” prescrizioni. Alla faccia di una Conferenza dei Servizi illegalmente, ma appunto la legge per lor signori è un optional, insabbiata dal 28 agosto 2008 e che era stata convocata per ritirare l’AIA alla Severstal. Che il neo assessore comunale all’Ambiente si oppone con pervicacia alla richiesta formalmente riavanzata per ben tre riunioni a partire dal 15 luglio scorso, dal Circolo Miani, Servola Respira e Coordinamento dei Comitati di Quartiere, di sanare la palese violazione di legge che il Comune vive da ben sei anni, realizzando subito il Piano d’Azione Comunale contro l’inquinamento industriale, con sanzioni annesse. Unico strumento che darebbe al sindaco ed al Comune la possibilità di intervenire concretamente per bloccare le devastanti emissioni di Ferriere, Sertubi, Italcementi e consimili. Tutto il resto sono chiacchiere che i cittadini hanno sentito da tredici anni a questa parte ripetersi come un mantra mentre loro si ammalavano, vivevano nella merda (volgare ma reale) e crepavano (lavoratori compresi). Anche qui tra le molte parole è spiccata una battuta di un personaggio che più o meno da sempre rappresenta una lega ambientalista, che voleva essere ironica ma invece era offensiva assai, che ha sbeffeggiato gli undici cittadini che sono stati rinviati a processo per aver “liberato”, civilmente e per diciotto ore, una aula sorda ed inutilizzata del Consiglio Comunale in nome del rispetto della legge e della tutela della salute nel 2010. E questo apre e chiude subito la terza questione. Ci sarà pure una ragione se questa città è stata devastata negli ultimi venti anni dai piani regolatori del centrosinistra targati Illy-Cervesi e mai cambiati dal centrodestra, dai piani del traffico mai attuati (quello in vigore è stato realizzato dagli ingegneri giapponesi chiamati dal Sindaco Spaccini quaranta anni orsono) e se Ferriere, Sertubi, Depuratori fognari a cielo aperto, inceneritori, Italcementi, Eternit portuale e non solo, la hanno fatta da padroni. Nonostante appunto la presenza di una serie innumerevole di associazioni ambientaliste. E su questo capitolo ci ritorneremo perché il loro fallimento, il loro sostanziale isolamento e distacco dai cittadini, ma in contempo una preoccupante vicinanza a certe parti politiche e giornalistiche, è sotto gli occhi di tutti. Patti chiari e amicizia lunga. » Inviato da valmaura il 23 September, 2011 alle 3:28 pm Una premessa, perché mi pare chiaro che dalle parole dell’assessore Umberto Laureni dette ieri nell’incontro con i Comitati di Quartiere tenutosi al Circolo Miani ciò non sia chiaro affatto. Il Circolo Miani ed i Comitati, pure attraverso l’espressione elettorale della Lista civica LA TUA TRIESTE COMITATI DI QUARTIERE, non si occupa solo di Ferriera e non è una associazione ambientalista comunemente intesa. Il Miani dalla sua fondazione, ed il 31 agosto 2011 fanno trenta anni, ha sempre messo al centro delle sua iniziative la crescita di una cultura diffusa, di una società dei diritti, della partecipazione cosciente dei cittadini alla vita della propria comunità, locale come regionale o statuale. Per questo ha invitato a Trieste oltre 120 tra i testimoni più significativi della società italiana (dalla cultura alla magistratura, dalla politica al giornalismo) nei più affollati dibattiti che Trieste ricordi. Per questo ha promosso dal 1998 una campagna per il “rinascimento delle periferie” dove in realtà vive la stragrande maggioranza dei triestini. Per questo ha sollevato da tredici anni il problema dell’inquinamento prodotto da Ferriere, Sertubi, Inceneritori, Italcementi, Depuratori fognari a cielo aperto nel cuore della città, decine di migliaia di metri quadrati di Eternit che coprono tutti i capannoni del porto da Servola alla Torre del Lloyd, un traffico pesante continuo nelle zone che vanno da San Vito-Campi Elisi ad Aquilinia, la scelta scellerata, e non solo commercialmente parlando, di aprire l’ipermercato Torri nel cuore di Chiarbola. Per questo ha sollevato per primo l’attenzione dell’opinione pubblica locale sui rischi di Rigassificatori e TAV ed ha contrastato con forza un Piano regolatore che favoriva la cementificazione, voluto e votato nel 1997/8 dal centrosinistra che allora guidava il Comune con il sindaco Illy. Per questo ha discusso il drammatico crollo della sanità a Trieste, a partire dal Burlo per finire male, molto male all’attuale situazione di Cattinara. Per questo ha sempre chiesto il rispetto, null’altro che il rispetto della legalità e della legge da parte delle istituzioni pubbliche di ogni ordine e grado che invece a Trieste è stata cosa assai rara in questi anni. Per questo ieri si è ritenuto di promuovere a breve una manifestazione cittadina in piazza Unità davanti a Regione, Comune e Prefettura. Pertanto quando si interviene ad un incontro del Circolo Miani, come ieri dove partecipavano 46 cittadini in rappresentanza dei Comitati di Quartiere che dai Campi Elisi arrivano fino a Muggia, è opportuno conoscere e capire questa situazione. Per questo ieri poi si è discusso semplicemente sull’opportunità di continuare a partecipare a quelle riunioni plenarie a scadenza mensile, la terza dovrebbe essere attorno al 10 ottobre in Municipio, che nelle prime due edizioni si sono rivelate una miscellanea di parole che, almeno sulla questione Ferriera, urgentissima emergenza, si sono ripetute paro paro nelle due sedute mensili. Per questo è stato ribadito l’orientamento che se la nuova Amministrazione non sanerà quella situazione di illegalità che persiste dal giugno 2005 e che fa si che il Comune di Trieste, in dispregio delle leggi europee e nazionali non abbia ancora un Piano d’Azione Comunale (PAC) contro l’inquinamento da fonte industriale e che permetterebbe, anche giuridicamente parlando, al Sindaco di esercitare il suo compito di Ufficiale Sanitario di Trieste e conseguentemente adottare tutti quei provvedimenti che si rendessero necessari a tutela della salute di cittadini e lavoratori (vedi ad esempio le ordinanze sindacali di fermo del traffico cittadino quando vengono sorpassati i limiti di legge sulle polveri sottili PM10 come appunto il PAC sulla viabilità prescrive), il Circolo Miani ed i Comitati si asterranno dal partecipare a questi incontri fino ad ora abbastanza inconcludenti. La redazione di questo PAC da parte della amministrazione comunale di Trieste è stata da noi formalmente chiesta nella prima riunione del 15 luglio, poi ribadita in quella del 5 settembre, e riconfermata pure ieri alla presenza dell’assessore Laureni, semplicemente avvertendo che se così non avverrà la riunione del 10 ottobre o giù di lì sarà l’ultima che vedrà, ferme restando così le cose, la nostra partecipazione. Faremo cioè un passo indietro in attesa che il Comune di Trieste faccia un passo avanti a tutela dei cittadini, a rispetto di una legge violata da sei anni, e pure di una sua delibera votata all’unanimità dal Consiglio comunale su proposta dell’allora presidente della Commissione Trasparenza del Comune, il consigliere Alfredo Racovelli, il primo febbraio del 2010, che impegnava la giunta comunale a presentare il PAC sull’inquinamento industriale entro sessanta giorni da quella data. Si badi bene questa nostra richiesta non è affatto un puntiglio formale. E’ chiaro, crediamo a tutti, che oltre al rispetto della legge determina una situazione di assunzione di responsabilità ed operatività da parte del Sindaco e della Giunta. Richiamarsi come è stato ripetuto ieri da Laureni alle disposizioni date alla proprietà della Ferriera (la russa Severstal) dall’AIA regionale, che per altro scade ad inizio 2013, e la cui revisione è stata volutamente quanto illegalmente insabbiata dal 28 AGOSTO 2008 (!) con la piena complicità dei cinque componenti della Conferenza dei Servizi: la Regione di Tondo, Bucci e Camber, ma neppure la cosiddetta opposizione ha speso parola; la Provincia della Bassa Poropat e di quel tale Zollia; il Comune di Trieste del Dipiazza prima e da quattro mesi dal Cosolini ora; per finire ad ARPA (Regione) ed ASS triestina (sempre di nomina regionale). Richiamarsi a tutto ciò dunque non è la soluzione del problema ma è IL PROBLEMA. Affermare, poi che “stiamo lavorando per voi”, e su Laureni non lo mettiamo in dubbio, è esattamente ribadire le stesse parole che tanta gente si è sentita ripetere in questi tredici anni con il risultato che è sotto gli occhi di tutti. Riportiamo qui ad esempio i titoli di tre articoli del piccolo censore: 9 novembre 1999, Illy: “Nel 2000 una Ferriera pulita” di cui merita citare alcune frasi dello stesso Sindaco “Va dato atto alla Lucchini di aver puntualmente accolto le mie sollecitazioni per ridurre il problema delle polveri”. Ed ancora: “prima l’Azienda Sanitaria e ora l’Arpa hanno effettuato periodici rilevamenti senza mai riscontrare superamenti dei limiti previsti”. E poi: “Voglio quindi rassicurare gli abitanti di Servola (quelli di Valmaura, Chiarbola, Monte San Pantaleone, Muggia e Campi Elisi no?) su quanto di positivo l’amministrazione sta facendo …. La situazione sarà risolta entro la metà del prossimo anno (2000)”. Continuiamo che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Titolo della prima pagina di cronaca: 28 aprile 2001, il Ministro dell’Ambiente Willer Bordon ha visitato l’impianto di Servola dopo l’invio dei super-ispettori (Mandrake, Batman e Nembo Kid). “Se in Ferriera ci sono violazioni sarò asburgico”. Sottotitolo: “La gente gli porge polvere nera, è questo che respiriamo. Bordon: valuterò i dati e non ci saranno sconti”. Un solo commento: povera Austria e la stagione dei saldi era iniziata in anticipo, pare. Eppoi sempre il Ministro dell’Ambiente (non ridete per favore) Bordon sul piccolo giornale di venerdì 11 maggio 2001: “La Ferriera verrà risanata, è già disponibile una tranche di 23 miliardi solo per Trieste”. Buona questa! Potremmo continuare a lungo: dai titoli sui “cancri da chiudere subito” di Dipiazza o su quel Tondo che prometteva “se sarò eletto presidente la settimana dopo verrò a Servola ( e dai!) a chiedere alla gente come chiuderla (la Ferriera)”. Ecco solo un pallido esempio di perché la gente quando sente parlare di “avere pazienza” e del “lavoriamo per voi” sente salire, oramai ad altezza gola, qualcosa di fastidiosamente pesante e grosso che entra da dove, come scriveva il sommo poeta “del cul fece trombetta”. Nessuno qui mette in dubbio la buona fede dell’ingegnere Laureni, ed è per questo che per la prima volta in tanti anni abbiamo ritenuto di concedergli la nostra fiducia responsabile ma specificando che era riservata alla sua persona e che non era illimitata temporalmente. Quando ribadisce pubblicamente che è lui il solo a rappresentare la posizione della nuova Amministrazione sulle questioni ambientali, forse forse farebbe meglio a ricordarlo anche a qualche suo collega di giunta: un nome a caso, Fabio Omero. Ecco perché ribadiamo in anticipo quanto ci aspettiamo di concreto esca dalla riunione del 10 ottobre, assieme a quella delibera sull’istituzione, in rispetto della legge nazionale anche qui troppo spesso disattesa, nata su un’idea di Falcone e Borsellino, dell’albo comunale nel quale vanno inserite tutte quelle ditte ed imprese (costruttori, trasportatori, manutentori, ecc.) che avendo avuto situazioni di irregolarità o peggio di illegalità, vengano escluse dal partecipare e concorrere agli appalti pubblici dell’amministrazione comunale. Anche questo è “tutela ambientale” nel senso più vero del termine. Ps: per redarre un PAC basta utilizzare il facsimile pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale o copiarlo ad esempio da quello fatto dal Comune di Piombino. Insomma una decina di minuti o giù di lì. Ferriera: basta con i rinvii e le mascalzonate. » Inviato da valmaura il 20 September, 2011 alle 1:57 pm Giovedì 22 settembre, alle ore 18, al Circolo Miani a Trieste in via Valmaura 77, Assemblea pubblica per decidere assieme come organizzare una manifestazione cittadina che dia un segnale forte a istituzioni e politica che la pazienza dei cittadini è finita. Che le chiacchiere oramai stanno a zero e che la tutela della salute e della qualità della vita non può aspettare oltre i tempi eterni ed i rinvii di una classe politica incapace e mascalzona. Questo invito va fatto girare in rete, su Internet, per telefono e personalmente; tanto sappiamo perfettamente che la stampa di regime locale non ne parlerà. A Umberto Laureni, assessore comunale all’Ambiente. » Inviato da valmaura il 11 August, 2011 alle 12:18 pm Diciamo subito che per ora nessuno di noi mette in dubbio la sincerità e la buona volontà del nuovo Assessore all’Ambiente del Comune, l’ing. Umberto Laureni, nell’affrontare e possibilmente risolvere le tante emergenze che più che l’ambiente riguardano la tutela della salute e la qualità della vita di noi triestini (muggesani compresi). Ma dalle intenzioni, che lo ripetiamo sono a nostro giudizio buone, bisogna poi passare e con necessaria rapidità, perché troppe e decennali sono le colpe ed i negligenti ritardi di politica ed istituzioni, se si vuole recuperare un minimo di fiducia da parte dei cittadini, alle soluzioni concrete. E certamente, ad esempio sulla vicenda Ferriera, la vera cartina di tornasole del fallimento di una classe dirigente (industriali e sindacati compresi) da ben tredici anni, la credibilità di personaggi quali il confermato Zollia all’assessorato all’Ambiente provinciale e dello stesso sindaco Cosolini sono nulle agli occhi della gente. Per non parlare poi dei vari Tondo ed assessori regionali. Ecco perché quando leggiamo – tralasciamo le dichiarazioni del solito Semino della Severstal che oramai con quella bocca può dire ciò che vuole e semmai stupisce, ma neppure tanto poi visto il ruolo fin qui esercitato, che il piccolo giornale riporti acriticamente per l’ennesima volta “le voci dal senn fuggite” del portavoce russobresciano – delle “diffide” sindacali alla proprietà (Mordashov ha la cacarella e non dorme più) che tanto da vicino ricordano le analoghe “diffide” ultimative di Capitan Trinchetto Dipiazza, firmate da un sindaco che da assessore regionale illyano ha “guidato”, si fa per dire, il tavolo regionale per la chiusura e riconversione della Ferriera nel quinquennio 2003/2008. Che ha preannunciato con un anno d’anticipo, ad istruttoria aperta, il sicuro rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale alla allora Lucchini-Severstal e che poi tra Natale e Capodanno del 2007 ha votato in Giunta il suo rilascio, in barba a tutte le irregolarità anche formali emerse palesemente e che alla fine ha definito strategico e pienamente soddisfacente il piano industriale per il rilancio della Ferriera presentato dalla proprietà (due righe e mezzo in un tomo dedicato allo stabilimento di Piombino). Ecco perché dunque nutriamo a ragione qualche forte dubbio tra le buone intenzioni fin qui espresse dall’ing. Laureni e la possibilità di trasformale in decisioni della nuova amministrazione comunale. Ma come si usa dire abbiamo fatto trenta (in realtà tredici anni di lotte del Circolo Miani con i Comitati di Quartiere) ed allora facciamo trentuno. Ed ecco perché abbiamo offerto al neo assessore Laureni, ma solo a lui ci teniamo a sottolinearlo proprio perché in passato abbiamo apprezzato le sue prese di posizione, anche pubbliche come nel primo processo alla Lucchini (correvano gli anni 1999-2000), la nostra disponibilità e collaborazione. A questo gesto responsabile abbiamo dato anche seguito con alcune proposte precise, tese innanzitutto a ripristinare quella “legalità” di cui alcune forze e movimenti politici fanno la loro bandiera ma in realtà su questo non hanno mosso dito né bocca. La prima è stata quella di chiedere al Comune di approvare immediatamente quel Piano di Azione Comunale (PAC) sull’inquinamento da fonte industriale, di cui la nostra città è priva dal lontano 2005 anno in cui la legge ne imponeva l’adozione. Lo stesso tipo di PAC che, per intendersi, impone al Sindaco di emettere le ordinanze di blocco del traffico quando le emissioni delle PM10 (polveri sottili) sforano i limiti di legge, sempre che a causarle sia appunto il traffico veicolare. Ebbene la cosa originale ed illegale è che il Comune di Trieste ha dato vita ai PAC sull’inquinamento da traffico ed a quello sugli impianti di riscaldamento, ma ha “dimenticato”, e da ben sei anni per giunta, quello a cui la legge per altro dava l’assoluta priorità: ovvero per l’inquinamento prodotto dalle industrie. Ed a nulla è valsa una delibera, votata all’unanimità e già di per se dunque sospetta di impraticabilità, del Consiglio comunale del primo febbraio 2010 in cui si impegnava la Giunta a presentare il PAC mancante entra sessanta giorni. La seconda proposta, per dare pure un senso alle leggi nazionali che servono anche a combattere la corruzione e le infiltrazioni malavitose, è che da subito il Comune di Trieste stili una lista di tutte le imprese: di costruzione, manutenzione e trasporto, che negli ultimi dieci anni siano state coinvolte in indagini giudiziarie per la non correttezza dei lavori. E che le stesse imprese siano inserite in un pubblico albo di coloro che non possono più lavorare, partecipare a concorsi ed ottenere anche solo dei sub appalti dalle pubbliche amministrazioni. Ecco questo mi sembra che sia un primo passo concreto ed immediatamente realizzabile, senza alcun costo per di più, per onorare la nostra responsabilità ma soprattutto per dare un segnale concreto che dalle chiacchiere decennali si passi ai fatti. Altrimenti il tutto si ridurrà solo all’ennesimo spot giornalistico che la gente farà prestissimo a capire. E d’altronde se il 51% dei triestini non ha votato alle ultime elezioni amministrative una ragione ci sarà. |
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