» Inviato da valmaura il 17 November, 2017 alle 12:46 pm
La prossima settimana si riunirà il gruppo di lavoro formato dai vertici dell’Arpa e della Direzione Ambiente della Regione, e dal Circolo Miani e Servola Respira.
Verranno esaminate nel concreto tutte le criticità esistenti negli impianti e nel ciclo produttivo della Ferriera al fine di individuare le più opportune modalità di monitoraggio e controllo e le prescrizioni più efficaci e stringenti.
Pubblichiamo l’intervista rilasciata da Maurizio Fogar a TeleAntenna (Canale 98).
Comune. La burocrazia aiuta povertà e disperazione.
» Inviato da valmaura il 16 November, 2017 alle 1:53 pm
Potremmo allargare il tiro all’Inps ed alla Regione, ma sotto accusa finisce in prima battuta il Comune, ovvero l’assessorato ai Servizi sociali rappresentato da Carlo Grilli.
Fuori discussione da subito la sensibilità umana di Grilli, a cui nessuno nega i meriti personali. Ma appunto il problema sta nella sua inadeguatezza ad affrontare e risolvere una vicenda che si trascina da un anno, ovvero la sua capacità politico-amministrativa.
E dalla particolare gravità della questione: l’aiuto economico regionale agli indigenti, e nella sola Trieste sono migliaia i nuclei familiari poveri.
L’assessore in questo caso non può e non deve limitarsi a solidarizzare con le persone, disperate dai ritardi e dall’intrico burocratico, ma deve esercitare tutta la forza che gli deriva dal rappresentare il Comune di Trieste, anche ricorrendo ad azioni eclatanti fino a giungere a rassegnare le sue dimissioni, nei confronti degli enti che a suo parere rallentano in modo inaccettabile riconoscimento e pagamento del sostegno al reddito.
Altra nota dolente, anzi dolentissima, sono l’organizzazione dei servizi sociali sul territorio e la farraginosa burocrazia che ne ispira l’azione.
A partire dalla decisione di centralizzare nell’ufficio di via Mazzini il terminale del calvario di migliaia di persone, senza alcun rispetto per la privacy e la dignità degli utenti, togliendolo agli uffici periferici del Comune, come era inizialmente organizzato.
Sorge poi impellente la domanda: a cosa servono le e gli assistenti sociali comunali se il loro ruolo, bloccato da un rigido orario d’ufficio (ora 9-11) anche per rispondere al telefono, si riduce a quello di mezzemaniche passacarte e compila moduli?
Non c’è ovvero alcuna “presa in carico” dell’utente, ma solo un rimpallo ed un rimando ad altri enti per le “carte”: dai patronati ed i Caf per l’Isee ed altri documenti, alle fondazioni private per una donazione, all’Azienda Sanitaria per le cure, e via discorrendo.
Questa non è una presa in carico, ma un semplice ruolo burocratico dove spesso l’utente conosce di più dell’operatore comunale che ha di fronte.
Ora se non si capisce che per le persone il rivolgersi al servizio pubblico per gridare aiuto, mettendo in piazza la propria povertà e magari il senso di colpa per un fallimento personale e familiare, è uno sforzo titanico, che arriva spesso dopo inenarrabili travagli personali, e che spesso si accompagna ad uno stato di rassegnata depressione, si nega l’esistenza stessa di un servizio sociale al cittadino.
Non è accettabile dunque che incapacità burocratiche e fallimenti amministrativi vengano scaricati su persone che vivono un forte disagio aumentando viepiù le loro sofferenze personali.
Meno soldi per alberi e decorazioni, meno insensate discussioni sul nulla, a dimostrazione che questo Comune non è capace di risolvere le vere emergenze di Trieste, e non da oggi purtroppo, è giù il cappello dinanzi alla lotta per la sopravvivenza a cui tanti triestini sono costretti per l’incapacità di chi li amministra.
Vorrete scusarci per le parole un po’ forti della foto (sulla pagina Facebook Circolo Miani) ma quando ce vò, ce vò!
Il Sindaco “giocondo”.
» Inviato da valmaura il 12 November, 2017 alle 1:47 pm
Ieri Dipiazza, dandosi da solo dello spergiuro, in una intervista con il “masterchef” di TeleCamberquattro, ha dichiarato, senza che l’intervistatore battesse ciglio e gli ricordasse il contratto dei “100 giorni” firmato sotto i suoi occhi in diretta tivù, che “sulla fronte non ha scritto giocondo” e che lui a rischiare una “causa da 50 milioni con la proprietà della Ferriera” non ci pensa neppure. Insomma oltre ad ammettere di avere usato i tre comitati di fiducia né più né meno come dei Tampax, usa e getta, ha tranquillamente confessato che sapeva, ed i suoi supporter pure, di non avere alcuna intenzione di emettere un provvedimento di fermo produttivo dell’area a caldo, e dunque di usare quella promessa solo per vincere le elezioni. Quando vale la vita di una persona? Di un bambino, di un lavoratore? 50 centesimi, 50 euro, 50 milioni? E questa la scala dei valori del Sindaco di Trieste? Senza fare antipatici confronti, Maurizio Fogar, che NON scrive questo pezzo, si è visto ipotecare dall’Ater targata PD la casa di suo padre, lo storico Galliano, per difendere la sopravvivenza del Circolo Miani e le sue battaglie contro la Ferriera, e non solo, che tanto disturbavano l’allora sindaco Cosolini. Certo i triestini, che sono di bocca assai buona, hanno scelto nelle urne Roberto Dipiazza come sindaco e non Maurizio Fogar con la lista civica NO FERRIERA Si Trieste. Ma noi pensiamo che la dignità, come il diritto alla salute ed alla qualità della vita, non abbiano prezzo, lei evidentemente no. Come ha chiuso l’intervista alla Nadia Toffa delle Iene? “Chi s’accontenta gode”. Appunto che i triestini che l’hanno votata si accontentino, così come i consapevoli sprovveduti che le hanno tenuto bordone. Chissà come staranno godendo ora.
Dipiazza. E io non pago!
» Inviato da valmaura il 11 November, 2017 alle 1:27 pm
Sfuriata del sindaco sui cinque abetini, poi ridottisi ad uno, piazzati da Acegas in piazza Unità per conto del Comune. Una sfuriata a vuoto e per giunta smentita dai fatti. Insomma un replay di quanto accaduto con i funzionari del Ministero sulla farsa, ma costosissima per noi, del Tram di Opicina, e nei confronti della Trieste Trasporti a cui ingiungeva di licenziare due tecnici. Anche lì penosa retromarcia del Sindaco smentito dalla sua stessa maggioranza. Posto che noi non abbiamo alcun rimpianto per la precedente amministrazione Cosolini, confidavamo che l’attuale Giunta non avrebbe dovuto incontrare difficoltà alcuna a fare meglio. Ebbene ci sbagliavamo. Eppure questo Sindaco gode di una situazione privilegiata: in consiglio comunale non ha praticamente opposizione, salvo quella che gli viene da eletti della sua parte politica. Il PD è totalmente disabituato a stare sui banchi della minoranza ed a comportarsi di conseguenza, oltre ad essere ancora sotto shock per il filotto di sconfitte inanellate in Regione. L’opposizione dei 5Stelle sconta incompetenza e mancanza di incisività, oltre ad uno scollamento col territorio veramente preoccupante e la riprova la avranno alle prossime elezioni regionali. Dunque per Dipiazza la strada si presentava tutta in discesa, ebbene dopo oltre 500 giorni di sua terza sindacatura il suo ruolo è una sbiaditissima fotocopia del primo quinquennio da Sindaco (2001/06). Salvo scatti umorali accidiosi che fino ad oggi erano estranei al suo carattere ed indole (dallo striscione di Regeni alla sala comunale per le Unioni civili, passando per il sequestro degli strumenti musicali ai suonatori ambulanti e delle coperte ai senzatetto) questo Sindaco e la sua amministrazione, anche per la straordinaria debolezza e incapacità dei suoi componenti scelti con il Manuale Cencelli dai partiti del centrodestra, trova nell’assessora leghista Polli il simbolo del suo fallimento. E nella inutile quanto folle deviazione di viale Miramare la fotografia del suo fare. Delle roboanti promesse della campagna elettorale, dei “contratti” firmati in diretta a TeleCamberquattro, non c’è traccia alcuna. La questione Ferriera, con l’ennesima e macroscopica presa in giro dei cittadini elettori, consapevolmente appoggiata dai tre comitati di fiducia, né è il simbolo. Basta guardarsi la sua intervista, quella del “chi s’accontenta gode”, alla Nadia Toffa nell’ultimo servizio delle Iene sulla Ferriera (7 maggio 2017). Ma ha toppato praticamente su tutte le altre vere emergenze della città. Oggi sembra che le priorità comunali siano le consegne a gò-gò di sigilli trecenteschi a politici ed affini, ed alcuni rami spelacchiati degli abeti natalizi e non, tanto per restare in tema, l’inaccettabile ritardo con cui vengono pagati i sussidi agli incapienti, che hanno smesso da tempo di preoccuparsi dell’albero e delle feste ma che magari vorrebbero riuscire a mangiare, non il pandoro, ma un piatto caldo di minestra. Vero è che gli anni passano per tutti, ed arrivano gli acciacchi della terza età, ma se non si è in grado di svolgere pienamente il ruolo di primo cittadino è meglio dimettersi e godersi in pace la vita, ringraziando ogni giorno che Dio manda in terra la fortuna di poterlo fare.
Ferriera. Qualcosa si muove.
» Inviato da valmaura il 10 November, 2017 alle 1:21 pm
Ieri, su invito dell’Assessore regionale all’Ambiente, Sara Vito, Romano Pezzetta, per Servola Respira, e Maurizio Fogar per il Circolo Miani, si sono incontrati, oltre che con l’Assessore, con il direttore regionale dell’Arpa e con il direttore generale della direzione Ambiente.
La riunione che è durata due ore, è servita per mettere sul tavolo e fare un esame delle criticità esistenti sugli impianti della Ferriera e di anticipare una serie di controlli ed interventi da richiedere alla proprietà.
Su richiesta dei vertici regionali, proposta avanzata dal direttore dell’Arpa, si è concordato sulla necessità di istituire rapidamente un gruppo di lavoro comune per analizzare in dettaglio lo stato degli impianti ed il ciclo produttivo della Ferriera al fine di disporre tutti i controlli e le prescrizioni necessarie a far cessare ogni fonte inquinante, garantire la sicurezza dei lavoratori e verificare la compatibilità dello stabilimento con la città.
Dopo la diffida del giugno scorso emessa dalla Regione, che, come spesso abbiamo scritto, è stato l’unico atto concreto finora prodotto da una istituzione pubblica teso a limitare ed a mettere sotto controllo le emissioni della Ferriera, questo di ieri, sempre che alle aspettative ed agli impegni assunti corrisponda poi una reale fattualità, è stato il primo passo verso una concreta soluzione dei problemi che affliggono da quasi venti anni decine e decine di migliaia di triestini e muggesani, lavoratori compresi.
Starà poi alla proprietà verificare il costo degli interventi prescritti ed eventualmente il conto economico del mantenere tale situazione o pensare ad una riconversione magari legata ai progetti di sviluppo del Porto di Trieste.