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Circolo Miani » News Correnti » Page 43 Decarbonizzare? Non a Servola però. Rispunta la “nuova” Ferriera. » Inviato da valmaura il 26 April, 2022 alle 11:14 am Interessante leggere le due paginate del piccolo giornale di oggi: le imprecisioni non mancano anzi, ma spuntano pure le conferme di quel che temevamo, noi.
Allora, partiamo dall'inizio della storia: Arvedi fin dalle prime interviste rilasciate alla stampa, a meno che chi lavori al Piccolo non lo legga, e non lo escludiamo, ovvero nel 2014 aveva detto e neppure tanto velatamente, che la produzione a caldo pensava di chiuderla (“se la Cokeria disturba non è un problema, la chiudiamo”) a favore di altri business a partire dalla logistica portuale.
I lavori di messa in sicurezza della linea di costa antistante lo stabilimento, che poggia, è bene ribadirlo, su fanghi tossici, e che lentamente scivola in mare, assegnati ad Invitalia a partire già dal primo Accordo di Programma del 2014, con lo stanziamento di 41 milioni di euro, non sono finora stati eseguiti (otto anni di ritardo finora accumulati). E di ciò si lamentò spesso il prematuramente scomparso Francesco Rosato, l'uomo di Arvedi a Trieste.
Le conferme che arrivano sono queste: bisogna smettere, come invece fa la stampa, di definire il Laminatoio una “produzione a freddo” che in realtà è “a caldo”, ovvero come da noi sempre descritto, si basa sui forni di riscaldamento dell'acciaio che funzionano a Gas Metano (con ampia diffusione nell'aria di Anidride Carbonica, Co2), dunque altro che “decarbonizzazione".
Chi parla ora di utilizzare l'Idrogeno come combustibile al posto del Metano, o bleffa come un baro da Poker, o non sa nemmeno lontanamente di cosa parla. Ad oggi esistono solo forni promiscui, ovvero che utilizzano combustibile misto ma in queste proporzioni: Gas Metano al 90% ed Idrogeno al 10%, dunque l'impatto inquinante dell'Anidride Carbonica resta di fatto immutato.
Seconda conferma. Con grande gioia della passività dei Triestini essi si troveranno in casa proprio un impianto, ma peggiore perchè più vetusto, analogo al Laminatoio sempre a caldo contro cui Muggia è recentemente insorta. Tanto più dopo la conferma dell'installazione dei due impianti di Zincatura e soprattutto Verniciatura.
Andatevi a leggere, ma dubito che lo farete, troppa fatica, gli articoli pubblicati su queste nostre pagine sull'impatto delle emissioni inquinanti degli Ossidi di Zolfo (Acido Solforico a contatto con l'umidità dell'aria, insomma non proprio un aerosol all'eucalipto), o le schede ed i rilievi dell'Arpa sull'impianto gemello di San Giorgio di Nogaro.
Abbattimenti con la dinamite! Si continua nella disastrosa pratica degli abbattimenti che sollevano nuvoloni di polveri inquinate e cancerogene da dispensare a lavoratori e residenti, 'ndo cojo, cojo, e se i “controlli” saranno quelli fin qui messi in atto, sempre a babbo morto, dall'Arpa, nuovo o vecchio direttore, allora siamo fritti.
In conclusione: tanto di cappello ad Arvedi che i suoi interessi li ha fatti fino in fondo, d'altronde, dirà qualcuno, con questa politica e questa “informazione” ha vinto facile.
25 aprile in povertà. » Inviato da valmaura il 26 April, 2022 alle 11:11 am Mi vengono i brividi a pensare cosa diranno oggi i relatori vari, a partire da Dipiazza, alle “celebrazioni” del 25 aprile.
Rimane fisso in me l'ostruzionismo del centrosinistra a consegnare la medaglia del Comune, di Muggia, ai genitori di Giulio Regeni in occasione del 25 aprile, come “interpreti più coerenti dei valori che animarono la Resistenza” come ho scritto nella Deliberazione fatta propria dall'Amministrazione comunale.
L'unica nota positiva oggi viene dalla notizia del risveglio democratico e sociale, oltre che della significativa partecipazione al voto, dell'opinione pubblica Slovena che ha licenziato il Premier Jansa.
Maurizio Fogar
“Dove fonda questa gente, la pretesa di disporre così di me? Chi ha dato loro questo diritto? Forse il Cielo? No, questo è il loro mestiere, la loro piccola occupazione borghese. Li pagano per questo. Perciò conquistano titoli e rango. Non sono esposti a nessun pericolo; non hanno nessuna responsabilità”. Ernst Von Salomon, “I Proscritti”
I guai del Governo dei Migliori: la povertà aumenta più del PIL. Il rapporto.
(Stefano Marrone – true-news.it) – L’Istat ha pubblicato il rapporto Bes, Benessere equo e sostenibile. Istruzione e cultura, salute e conciliazione vita-lavoro, occupazione e aspettativa di vita: è una fotografia impietosa del malessere che regna nel paese del “Governo dei migliori”.
Malessere diffuso
Il documento, a detta dell’Istat che lo ha redatto, “è un ritratto in profondità dello stato del Paese, disegnato dalla statistica ufficiale attraverso la lente del benessere dei cittadini.
Il benessere è, o dovrebbe essere, l’obiettivo finale delle politiche. Un traguardo impegnativo, a volte arduo, soprattutto quando le circostanze sono avverse: per una pandemia devastante, per la crisi ambientale, per le minacce alla pace in Europa”.
“Il quadro è ancora adombrato dalla pandemia. Molti divari si sono mantenuti o addirittura allargati” ha commentato Gian Carlo Blangiardo, il presidente dell’Istat. “La pandemia ha comportato arretramenti nel benessere della popolazione femminile: ad esempio, nei livelli di benessere mentale e di occupazione, soprattutto per le madri con figli piccoli.
Ma sono stati anche i bambini, gli adolescenti e i giovanissimi a pagare un altissimo tributo alla pandemia e alle restrizioni imposte dalle misure di contrasto ai contagi”.
I giovani hanno pagato un tributo altissimo in questi due anni. Il Bes denuncia un peggioramento delle condizioni psicologiche degli adolescenti: 220 mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni si dichiarano insoddisfatti della propria vita e hanno basso benessere psicologico.
In due anni sono raddoppiati, arrivando ad essere più del 6% degli adolescenti italiani.
Povertà assoluta, tra i giovani e al Sud
La crescita economica del 6,6% del Pil sull’anno precedente non basterà a ridurre la povertà assoluta, che in Italia colpisce oltre 5 milioni e mezzo di persone. Il dato sul Prodotto interno lordo – per quanto sbandierato da politici e media – non dovrebbe stupire: altro non è che un rimbalzo tecnico dopo il crollo a meno 8,9% del 2020.
La bilancia segna -2,3% rispetto all’indicatore pre-pandemico, un dato che ha notevolmente aumentato le disuguaglianze.
In situazione di indigenza vivono il 7,5% dei nuclei familiari. E’ un lieve calo rispetto al 2019-20, quando si era registrata la peggior crescita dal 2005, con oltre 1 milione di persone cadute in povertà assoluta a causa della pandemia. Ma anche quest’anno aumenta la povertà al Sud. Il Bes registra come “nel Mezzogiorno le persone povere sono in crescita di quasi 196mila unità e si confermano incidenze di povertà più elevate e in aumento, arrivando al 12,1% per gli individui”.
Lavoro povero e senza cultura
Il lavoro, rispetto al crollo del biennio pandemico, nel complesso aumenta, ma il merito è solo di quello precario. Nel 2021 sono stati creati 980 mila nuovi posti di lavoro, ma di questi solo 164mila sono a tempo indeterminato. Ultimi tra gli ultimi nel mondo dei lavoratori precari continuano a essere il 50% delle donne con figli piccoli e i Neet: lo scorso anno i giovani che non studiano e non lavorano nel nostro paese hanno raggiunto la quota record del 23,3%, due punti percentuali in più rispetto al 2020.
Chi è in fondo rimane impantanato, e rischia di venir raggiunto da chi teoricamente dovrebbe rappresentare un’eccellenza del nostro paese. I lavori culturali e creativi hanno perduto 55 mila occupati in due anni di pandemia. Un dato su cui incide come un macigno la migrazione dei giovani tra i 25 e i 39 anni con un titolo di studio: l’anno appena concluso il Mezzogiorno ha perso 21.782 giovani laureati.
Speranze ridotte
Insieme agli investimenti nel mondo culturale, rimane ridotta anche la speranza di vita. L’indicatore segna un rialzo rispetto al 2020 – da 82,1 a 82,4 anni – ma nel 2021 è rimasta inferiore agli 83,6 anni raggiunti prima della pandemia.
Il quadro di insieme è composito e ancora adombrato dalla pandemia, ma permette di dare risposte puntuali e di insieme alla domanda, semplice e al tempo stesso difficilissima: “Come va la vita in Italia, il paese del governo dei migliori?“.
Dipiazza e la “grande viabilità”, alias (super)strada. » Inviato da valmaura il 26 April, 2022 alle 11:09 am “Io temo che per molte città in Italia l'Europa dirà che non son state capaci di spendere i soldi. A Trieste non si corre il rischio, dice il sindaco, che cita la grande viabilità come esempio positivo di grande opera realizzata”.
Infatti i vincitori degli appalti per i primi tre lotti sono stati immersi fino al collo nelle indagini di Mani Pulite su Tangentopoli ed hanno passato diverso tempo in carcere, ed alla fine i costi a metro quadro sono stati tra i più cari al mondo.
Giusto per la capacità triestina e regionale di “saper spendere i soldi”.
Clamoroso il caso dei guardrail del tratto da Sant'Andrea a Valmaura, quelli installati risultarono fuori legge (troppo bassi: trattenevano le auto mentre per i camion ci pensavano le case sottostanti), che il giorno dopo il “taglio del nastro” inaugurale alla presenza del Presidente del Consiglio Amintore Fanfani, coevo in altezza, la (super)strada fu subito richiusa e la ditta come ulteriore premio si prese un miliardo e mezzo delle vecchie lire per sostituire il manufatto troppo basso.
Mercato Ortofrutticolo, ed Ittico.
«Dobbiamo trovare una destinazione quanto prima per gli operatori del mercato, mi sto confrontando anche con il presidente del Porto Zeno D'Agostino». Sempre DiPì.
Sono 20 anni esatti che cerca “una destinazione”! E sempre lui.
Dal libro dei sogni alla realtà.
«Superlavoro e assenze. La sanità è al collasso»
«I reparti di degenza spesso non hanno posti letto disponibili e il personale presente è sottoposto a carichi di lavoro insostenibili e, nonostante gli sforzi, insufficienti a garantire un'adeguata assistenza alle persone ricoverate. L'assenza di posti letto nei reparti ha una ricaduta sul Pronto soccorso che ha una media di 20 pazienti, a volte anche di più, in attesa di trovare un posto letto».
Così all'unisono i rappresentanti dei lavoratori della sanità.
Da notare che invece di questo enorme fiume di denaro nulla o quasi (alcune poche centinaia di migliaia di euro) viene destinato a sostegno delle persone (un quarto delle famiglie in provincia di Trieste sono considerate in povertà relativa ed assoluta) che sopravvivono a stento.
Ma questo ed altro, come le migliaia di giovani e donne vittime del lavoro “povero” e precario sponsorizzato proprio dagli enti pubblici, non entrano nel “momento magico” del Sindaco.
Vita facile per la Siot. » Inviato da valmaura il 23 April, 2022 alle 11:28 am Vi racconto una storia recente, i soliti semplici fatti, in modo che ognuno di voi, lettori, possa liberamente trarre le conclusioni.
Il Consiglio comunale di Muggia approva all'unanimità una Risoluzione di cui chiede sottoscrizione e condivisione ai Comuni di San Dorligo-Dolina e Trieste, per porre fine (Ministero Ambiente, ora Transizione Ecologica, Regione FVG e Autorità Portuale) urgentemente ai miasmi con cui la Siot da decenni inquina l'aria di Muggia, Dolina-San Dorligo soprattutto, e Trieste, presentata dal consigliere comunale (lista civica Muggia) Maurizio Fogar.
Orbene passati alcuni giorni, per una settimana il presentatore cerca del tutto inutilmente di contattare gli amministratori di San Dorligo-Dolina. Non rispondono.
Eppure solo a Pasquetta l'aria di Montedoro e Bagnoli era irrespirabile per il tanfo di “benzina marcia” in uscita dai tanker Siot, e allegata alla Risoluzione stava la relazione del Gruppo di lavoro tecnico promosso proprio dal Comune di San Dorligo-Dolina che nel settembre 2019 dimostrava chiaramente le responsabilità della Siot. Ma il Comune di San Dorligo-Dolina non si degna di rispondere.
Ed il brutto è che dopo la risposta indecente della Siot a quella relazione tecnica, si è limitato in questi ultimi tre anni a mettere a disposizione un Link dove i cittadini possono comunicare il loro voltastomaco quotidiano: della serie “bechi, bastonai e contenti”.
E poi frignano quando alle elezioni non va a votare più della metà dei cittadini, che “bechi e bastonai” va bene, ma anche “contenti” proprio no.
L'ha vista, e votata, solo Il Piccolo. Sogni e realtà. » Inviato da valmaura il 23 April, 2022 alle 11:26 am Peccato che la “lista della spesa” votata dal Consiglio comunale per il triennio 2022-24, insomma in sintesi l'unica cosa quasi certa è il bilancio di spesa per il 2022, non comprenda alcuna voce dedicata alla Galleria (raddoppio) e ad altre buone intenzioni, ma costose, di lavori pubblici sul territorio muggesano.
L'articolista non dice poi che l'impegno assunto con la domanda, corredata da un progetto di massima, depositata in Regione il 24 febbraio, non è mai stata discussa in Consiglio comunale e la notizia è uscita grazie solo alle richieste avanzate dal consigliere Maurizio Fogar.
Giusto per riportare i muggesani alla concreta realtà delle cose.
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