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Circolo Miani » News Correnti » Page 91

Trieste: la cultura dei parrucconi.

» Inviato da valmaura il 31 August, 2021 alle 1:25 pm

Quando scriviamo, in tutti i campi, che esistono due Trieste, due città separate e non comunicanti: nel benessere, nella qualità della vita, nella salute, il discorso appare ancora più evidente nel campo culturale, di cui la città si vanta e bea ma che in realtà è un hobby di pochi per pochi.
Tra gli ispiratori ed amici della nascita del Circolo Miani nel 1981 figurava il prof. Carlo Tullio Altan, forse il più noto antropologo italiano, docente prima all'Università Sapienza di Roma e poi a quella di Trieste, e padre del vignettista satirico Francesco.
In uno dei suoi saggi, da noi recensito, Altan evidenziava che nella nostra società esistono da sempre due culture: una con la “C” maiuscola, accademica, baronale, elitaria, e un'altra, anzi tante altre, con la “c” minuscola che rappresentavano il comune sentire, gli interessi attuali, i bisogni perfino della stragrande maggioranza della popolazione, insomma la vita reale.
Per lui, e per noi, la prima si riconduceva ai santuari tradizionali dei teatri, dei concerti, delle tavole rotonde tra i soliti noti nei caffè intellettuali, dei premi autoreferenziali, e che la funzione degli “intellettuali” nella nostra società avrebbe fatto inorridire Gramsci, Salvemini e Calamandrei.
Comprensibile capire perchè fino dalla sua nascita, nell'agosto 1981, il Circolo Miani rompendo tutte le consuetudini, e questa fu la chiave del suo inarrivabile successo, si offrì come strumento di crescita assieme culturale e sociale.
E fin dall'inizio proponemmo e praticammo una “cultura” che fosse partecipata, vissuta dalle persone e dal territorio dove queste vivevano, senza distinguere il diritto all'informazione ed al piacere culturale da quelli legati alle emergenze economiche e sociali. E pur avendo ospitato oltre 120 tra i maggiori testimoni della società italiana ed europea le nostre non erano “conferenze”, dove i relatori stavano sul palco e tenevano lezione, ma dibattiti a tu per tu con le persone che intervenivano su di un piano di totale parità.
Così come fin da subito iniziammo una campagna, proseguita per 40 anni, di recupero ed apertura degli immobili e delle aree di proprietà pubblica (Regione, allora Provincia e Comune, principalmente) per renderli accessibili e funzionali ai bisogni di incontro, socialità dei cittadini di tutte le età nei quartieri dove essi vivevano.
E come ben sapete Trieste è piena zeppa, scandalosamente piena, di ville, parchi, immobili, scuole, lasciati marcire in spregio anche delle volontà testamentarie dei donatori, nel degrado e nell'abbandono più totale. Se esistesse una attenzione da parte della magistratura soprattutto contabile, gli amministratori pubblici avrebbero dovuto da tempo essere chiamati a rispondere in solido di questo immenso danno erariale, oltre che sociale.
Ci fu perfino chiesto da due amministrazioni regionali dello scorso secolo e di segno opposto, a riconoscimento del nostro impegno, di riscrivere la legge regionale sugli interventi in merito ai finanziamenti, sempre a pioggia e clientela, dei contributi regionali per legarli all'offerta di sedi e servizi a costo zero per tutte quelle associazioni e comitati spontanei di cittadini, senza fini di lucro, che operavano sul territorio del Friuli Venezia Giulia. Il tutto poi, com'era prevedibile, rimase lettera morta perchè andava ad intaccare la borsa della spesa di questa politica.
Dunque ora Trieste Verde e la Lista civica Muggia insistono nel proporre che le nuove amministrazioni comunali divengano un attore protagonista di questa linea, valorizzando altresì le istituzioni culturali e museali presenti tutte nel centro città, e di cui la gran parte dei Triestini, intesi come provincia, o ignora del tutto la loro esistenza o comunque non ne ha mai messo piede, per aprile e metterle in rete con questa cultura del e sul territorio i cui contenuti vanno indicati dalle persone che vi vivono, così come gli strumenti idonei per realizzarli.
Altrimenti bisogna prendere atto che le esperienze nei primi anni Settanta dei Teatri Tenda di Dario Fo e Franca Rame, di Proietti e Gassman, dei concerti “borgatari” dei grandi cantautori, e perfino le estati romane dell'effimero di Nicolini, a questa politica, a questi intellettuali un tanto al chilo a questa sinistra da operetta non hanno insegnato proprio nulla.
O la “cultura” questo è, o semplicemente non è, per quanti fronzoli, belletti e marchette indossi.
Infatti come risposta hanno “murato vivo” l'unica struttura praticabile nella zona est di Trieste: l'Auditorium da 300 posti a Valmaura.
Maurizio Fogar per Trieste Verde e Lista civica Muggia.



Sanità Triestina. I sondaggi del “divino” Otelma.

» Inviato da valmaura il 30 August, 2021 alle 11:03 am

Oggi sulla stampa locale si pubblica il risultato commissionato dalla Regione sul “gradimento” del sistema sanitario regionale, e come un buon oste che si rispetti il responso è che il suo vino è ottimo!
Poi leggendo tra le righe risulta tutto il contrario, ma partiamo dal titolo.
“Sanità locale promossa da 8 cittadini su 10. Intervistato da Swg un campione di 800 residenti in regione”
E leggiamo tra le righe: “Tornando all'ambito generale, metà dei cittadini attribuisce una valutazione chiaramente positiva alla sanità del Fvg”. Dunque non più "8 su 10" promuovono.
Ma poi: “Numeri che scendono, rispettivamente, al 41% e al 40% a Pordenone e Trieste per quanto riguarda il gradimento dell'Azienda stessa e al 45% e al 44%, invece, per l'intero sistema sanitario. Per quanto riguarda, invece, le problematiche del sistema sanitario regionale, queste sono rappresentante essenzialmente, almeno per il 73% degli intervistati e con un dato identico all'analogo sondaggio effettuato a febbraio, dalle liste d'attesa eccessivamente lunghe, mentre per il 47% - in calo dell'11% - dai tempi d'attesa in pronto soccorso.
Poi il commento soddisfatto dell'oste, ovvero l'assessore regionale alla Sanità Riccardi, il committente del sondaggio.
Ora contrariamente al titolo ed alla presentazione del risultato, dalla lettura dei dati emerge invece esattamente l'opposto: ovvero che a Trieste ben il 60% non è “soddisfatto” della propria Azienda Sanitaria, ed a Pordenone gli insoddisfatti sono il 59%, con giudizi analogamente negativi sull'intero sistema sanitario regionale.
Poi ben 3 persone su quattro, “almeno il 73%”, anche se facciamo fatica a comprendere quel “almeno”, protesta contro le liste d'attesa nella Sanità pubblica e quasi la metà per la lunghezza dei tempi al “Pronto Soccorso”.
Ora tutto quello che ne esce smentisce nettamente il titolo e conferma invece appieno del perchè Trieste Verde e la Lista civica Muggia abbiano messo nel dieci punti prioritari dei loro programmi la necessità e l'urgenza che i Sindaci, per legge dal 1934 Ufficiali Sanitari dei Comuni i cui cittadini pagano con le loro tasse questo servizio sanitario, riprendano un ruolo attivo e determinante nella gestione della Sanità pubblica, oltre ad arrestare un degrado progressivo di quella territoriale, i Distretti Sanitari, che almeno a Trieste sono stati spogliati di gran parte dei servizi di base e specialistici.
La prossima volta che Riccardi interpelli il mago Otelma, forse gli andrà meglio e costerà, a noi, di meno.



Cari concittadini di Muggia e Trieste. Acciaieria e Dragaggi. Cosa ci aspetta.

» Inviato da valmaura il 29 August, 2021 alle 5:12 pm

Come ho da sempre sostenuto quello accaduto finora, soprattutto le chiacchiere e gli annunci della politica, è stato solo l'antipasto, o se preferite la premesse all'evolversi della situazione.
Il punto di svolta si è palesato con le improvvide certezze del leghista Giorgetti, ad omaggiare la Danieli a casa sua e poi a Trieste, ove il Ministro per lo Sviluppo Economico ha dato per cosa fatta la questione Laminatoio a ciclo completo a Muggia, anche se, debole in geografia, lo ha definito “il fiore all'occhiello di Trieste”. Dicendo però anche una cosa vera: ovvero le ricadute dell'inquinamento prodotto dalla nuova Acciaieria di Noghere-Aquilinia investiranno parimenti pure Trieste e San Dorligo, oltre Muggia.
Sono queste dichiarazioni, e soprattutto il non detto che annunciavano, che mi hanno convinto ad accettare l'offerta da tanti muggesani avanzatami in questi mesi, di optare per la candidatura a Sindaco di Muggia, rinunciando a quella di Trieste. Lo esigevano le nuove dichiarate condizioni che davano il via al passaggio alla vera e propria fase critica sulla questione.
Perchè la partita decisiva inizierà a fine settembre, prima metà di ottobre, esattamente in concomitanza con l'esito delle elezioni amministrative di Muggia e Trieste del 3-4 ottobre, con le notizie sulle decisioni della multinazionale ucraina Metinvest a cui è associato il Gruppo friulano Danieli.
E stavolta non basterà ripetere come un disco rotto “non lam”, una battuta da Bagaglino e da avanspettacolo, ma si entrerà nel merito del confronto tecnico ed amministrativo, dove non si può bluffare sulla propria ignoranza che lorsignori ti ingurgitano in un amen e senza bisogno neppure del ruttino di circostanza.
E se la Lista civica Muggia non avrà ottenuto la maggioranza degli eletti in Consiglio comunale, che tecnicamente passa per la mia elezione a Sindaco, la legge elettorale questa è, e dunque non avrà i numeri per impedire la variante al Piano regolatore urbanistico per l'area delle Noghere, il finale è già scritto.
Personalmente mi sono studiato per molte ore e giorni il funzionamento del Laminatoio gemello operante da alcuni anni a San Giorgio di Nogaro, mi sono riletto il centinaio di pagine di schede tecniche e prescrittive dell'AIA regionale, ed il quadro che ne esce, per altro già sufficientemente abbozzato dalla pubblicazione curata dalla Danieli per lo stabilimento alle Noghere, edita ad aprile, ma pare sia l'unico che a Muggia ed in tutta Trieste l'abbia letta, è devastante per l'impatto ambientale, in particolare per le emissioni dei forni, non solo quelli di riscaldamento che carburano a Gas Metano, altro che “decarbonizzazione”, ma soprattutto quelli dei reparti di zincatura, smerigliatura e soprattutto verniciatura, già operanti a San Giorgio e previsti per Aquilinia.
Un mix di ossidi di Azoto e di Zolfo che al contatto con l'umidità si trasformano in Acido Solforico, e che si andranno a sommare alle tonnellate di metri cubi di Co2, Anidride Carbonica, in uscita dai forni alimentati a Gas Metano.
In più si aggiunge, oltre all'inquinamento acustico (altro che i 55 decibel di massima annunciati dalla proprietà, che a San Giorgio, stessa solfa, la Regione li ha elevati d'ufficio a 70 DB sulla media delle 24ore), il grave problema dei depositi a cielo aperto, a San Giorgio come in futuro alle Noghere, degli scarti di lavorazione e delle montagnole dei fanghi “palabili” per migliaia e migliaia di tonnellate, oltre al consumo massivo di energia elettrica ed acqua.
Senza considerare l'intensissimo continuo traffico di Tir che ha costretto il Prefetto di Udine ad emettere una ordinanza straordinaria per limitarne l'accesso, che intasavano la statale per San Giorgio.
Dunque la difesa della comunità di Muggia, e quindi di Trieste e San Dorligo, è subordinata a due condizioni preliminari: la maggioranza in Consiglio degli eletti della Lista civica Muggia, che dei camaleonti è meglio non fidarsi, ed il possesso delle capacità tecnica ed amministrativa necessarie per affrontare un confronto che su questo campo avverrà, e che non si improvvisa recitando il rosario del “no lam”.
Personalmente ho alle spalle una pluriventennale esperienza maturata sulla vicenda Ferriera, e non solo, tanto che lo stesso Arvedi si è rivolto al Circolo Miani per pianificare la riduzione del danno (inquinamento acustico, spolveramenti, funzionamento degli impianti per la riduzione delle emissioni) nei due ultimi anni di produzione dello stabilimento siderurgico. Ed i risultati si sono visti, eccome, alla faccia dell'Arpa, della Regione, del Comune e dei comitatini asserviti ai partiti.
Stessa e parallela vicenda possiamo prevedere sulla questione dragaggi, tre, nel Vallone di Muggia, ma su questo abbiamo già diffusamente scritto e parlato, e lo rifarò negli incontri informativi sul territorio che a breve inizieranno a Muggia.
Poi come sempre l'ultima parola, giusta o sbagliata che sia, spetta sempre e solo ai cittadini elettori come si usa in democrazia, solo che stavolta questa non sarà una elezione “normale” ma un referendum su salute, qualità della vita, tutela dei propri legittimi interessi e futuro di Muggia, ma anche di Dolina e Trieste.
Auguri di scegliere per il meglio.
Maurizio Fogar.



Alberi, giardini, antenne e ripetitori scompaiono in queste elezioni. Perchè?

» Inviato da valmaura il 28 August, 2021 alle 10:27 am

Già perchè nessuno parla di una delle principali emergenze del nostro territorio, dove si cementa tutto il cementabile e si vive una progressiva tropicalizzazione di clima e temperature.
Sembra che gli unici ad accorgersene, e da anni non da oggi, siano il Circolo Miani e Trieste Verde.
Mai vista, come negli ultimi dieci anni, una strage immotivata di alberi d'alto fusto in tutto il nostro territorio: dal centro alle periferie e sul Carso.
Mai visto un degrado ed un abbandono totale di giardini, molti ancora sempre inquinati a cinque anni di distanza, ed aree verdi spesso ridotte ad immondezzaio.
Mai visto un fiorire così intenso di antenne e ripetitori di telefonia mobile in ogni dove: di fronte a strutture sociali, sanitarie, scolastiche e nel cuore delle zone più densamente abitate, in attesa frenetica di un 5G, la nuova tecnologia su cui perfino la Comunità Europea ha invitato ad esercitare la massima precauzione in attesa di approfondimenti scientifici sulle ripercussioni per la salute umana e l'ambiente.
Eppure nessuno in questa sgangherata e sempiterna campagna elettorale affronta e si confronta su questo. Continuano a ripetere come dischi rotti di “sviluppo green e futuro sostenibile” e con le mani segano gli alberi, e firmano nuove licenze costruttive in una città che tra immobili pubblici e privati conta circa 16.000 unità abitative sfitte e vuote.
Chi conosce l'impegno non occasionale né elettorale del Circolo Miani e di Trieste Verde su questo, conoscerà anche le proposte operative che abbiamo fatto per fermare questa emergenza che investe pesantemente la qualità della vita, la salute, insomma il benessere della nostra comunità e dove il Comune esercita un ruolo fondamentale.
Vi chiediamo il voto? Certo, perchè non esiste altro modo per cambiare subito questo stato di cose.
Ricordatevelo quando tra poco verrà l'occasione, che altrimenti lamentarsi poi serve a nulla.



Si sfascia il terzo polo tra le beghe di partito. Muggia, che brutta sceneggiata.

» Inviato da valmaura il 27 August, 2021 alle 3:01 pm

Ecco perchè la Lista civica Muggia fin dalla sua nascita votata da centinaia di Muggesani in piazza il 27 giugno, ha sempre tenuto ad essere DISTINTA e DISTANTE, oltre che diversa moralmente, da questo sistema politico che cinque anni or sono, con gli stessi simboli presenti sulla scheda, ha spinto quasi la metà degli elettori di Muggia a disertare i seggi.
Mentre come abbiamo sempre sottolineato alle prossime elezioni per vincere la battaglia e fermare Laminatoio e dragaggi, è indispensabile che tutti i residenti, a partire da quelli che vivono ad Aquilinia, Noghere, Santa Barbara e fino al Lazzaretto tornino a votare in questo vero e proprio referendum emergenziale che oggi coinvolge, e sconvolge, il presente ed il futuro di Muggia, ma anche di San Dorligo e Trieste.
Per questo è nata la Lista civica Muggia e per questo essa rifiuta, rispettando indicazioni e volontà di centinaia di persone che la hanno fondata, ogni apparentamento, ogni ammucchiata con questa politica, nessuno escluso, che ci ha portato in regalo questo “fiore all'occhiello di Trieste” come ha definito la nuova Acciaieria il ministro leghista Giorgetti in visita servile a Buttrio in casa Danieli e poi a Trieste per il G20.
Questa Armata Brancaleone della politica muggesana che ha finora riunito sigle inesistenti da 20 anni sul territorio, e lo si è contato nelle poche persone presenti nella loro prima uscita di piazza Marconi, come i cosiddetti verdi, assieme ad infausti ricordi della politica ai tempi di Tangentopoli, finora ha avuto un obbiettivo preminente: attaccare non il Laminatoio a Caldo, e i Dragaggi, questioni su cui nulla conoscono né tecnicamente né amministrativamente, ma i promotori della Lista civica Muggia e la persona di Maurizio Fogar, come neppure una claque pagata dalla Danieli e dalla Metinvest meglio saprebbe fare.
Ma badate così essi rischiano di mettere a repentaglio il risultato di fermare questa emergenza e di far pagare salatissimo il conto non a Fogar ed al Circolo Miani ma alle intere comunità di Muggia, Trieste e San Dorligo.
Ma questo lo sapevamo, purtroppo, fino dall'inizio: ovvero del tentativo che alcuni politici locali, i cui seggi in Comune erano traballanti assai, avrebbero messo in atto, scoprendosi di colpo “anti” per garantirsi una improbabile riconferma strumentalizzando una questione su cui non hanno capacità e competenza alcune, come fin qui ampiamente dimostrato.
Per questo invitiamo gli elettori che a Muggia in passato hanno votato il Movimento Cinque Stelle ispirandosi ai valori fondativi dello stesso a partecipare con il loro sostegno ed a dare il loro voto a chi meglio di tutti incarna quello spirito e quell'etica che sono stati patrimonio dei due Vaffa-Day fondativi del Movimento: a Muggia ora la Lista civica Muggia.
Per altro unica forza che ha saputo raccogliere il consenso e la solidarietà fattiva nell'opinione pubblica provinciale con il coinvolgimento ed il gemellaggio politico di Trieste Verde che ha assunto il logo di Muggia sulla scheda elettorale e che ha posto al primo punto del suo impegno la battaglia contro la nuova Acciaieria e la questione Dragaggi, con buona pace di tutti gli altri che invece tacciono complici.
Teodor.




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