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Circolo Miani » News Correnti » Page 267

Trieste. I Miserabili.

» Inviato da valmaura il 21 November, 2018 alle 1:07 pm

Siamo noi, i poveri di Trieste, i “Miserabili”, gli invisibili. Orbene stavolta diventiamo visibili, eccome se lo diventiamo, per pretendere il rispetto della Costituzione che impegna la nostra Repubblica a tutelare e sostenere i cittadini più deboli e bisognosi. Per imporre alle istituzioni (Comune, Regione) ed agli enti preposti (INPS) il rispetto delle leggi che loro stessi si sono dati. Per rivendicare la nostra dignità ed i nostri diritti. Primo incontro per organizzare la manifestazione all’INPS ed in Comune e Regione. VENERDI 30 novembre alle ORE 11, nella sede del Circolo Miani, a Trieste in via Valmaura 77 (ascensore di destra nel portone e nono piano per la Cupola sul tetto con una vista da mozzare il fiato). Il numero 77 è alla fine di via Valmaura, penultima casa verso la Ferriera di quell’orrido complesso in cemento di case Ater, sotto la rampa Superstrada e di fronte al Brico center. Se venite con l’autobus 10, ultima fermata di via Valmaura prima di ritornare verso il capolinea. E se vi perdete chiamate il 334.2169438 e verremo a recuperarvi. Vediamo se possiamo riuscire a risolvere la situazione. Gli assenti poi non si lamentino.


Emergenza povertà. Regione: tutto chiacchiere e distintivo.

» Inviato da valmaura il 18 November, 2018 alle 2:06 pm

Esce oggi sulla stampa una confusa e farfugliata smentita sui fondi cancellati del MIA (reddito di sostegno regionale destinato a 25.000 famiglie del Friuli Venezia Giulia) da parte del duo Riccardi e Zilli. Dopo averla letta ci siamo chiesti se questi lo sono o lo fanno. Sono passati sette, diconsi sette, mesi dall’insediamento della Giunta regionale “Prima gli Italiani-Fedriga”. Di fronte ad una emergenza che più emergenza non si può e che colpisce decine e decine di migliaia di residenti della Regione in tutto questo tempo l’Amministrazione regionale non ha fatto NULLA. Ora ci raccontano che nella legge finanziaria che si apprestano a varare hanno “spostato” i finanziamenti per il MIA sotto altre voci, spezzettandoli; e che sommando i vari importi si arriverà sostanzialmente alle cifre stanziate dalla Giunta Serracchiani, anzi ad un po’ di più. Insomma come da Aiazzone o alla Fiera di San Nicolò: “venghino, venghino siore e siori, non per tre, non per due …” Ma questi si rendono conto di cosa parlano? Capiamo che l’efficienza, eufemisticamente parlando, degli uffici che dipendono dall’assessore Riccardi e che si occupano del defonto Mia, lascia molto ma mooolto a desiderare. Peccato che chi fa l’assessore di questo anche dovrebbe occuparsi ed assumersene la responsabilità. Ma questi, al di là della loro appartenenza partitica, hanno un briciolo di umanità, di pietas? Ci sono migliaia e migliaia di persone che da sei-sette o più mesi non percepiscono nulla. Avete capito: NULLA, nessun aiuto economico! E da mesi ci rompete i timpani con i soldi stanziati in tutta velocità – ma guarda! – per l’acquisto di telecamere e per potenziare le polizie locali. E di fronte ad una simile tragedia che non dovrebbe farvi dormire la notte cincischiate di “assestamenti di bilancio” a venire, di “leggi di stabilità” da approvare (a fine dicembre) di “riforme” del MIA e via sfanculando. Un serio, mediocre amministratore di fronte ai vergognosi ritardi dell’INPS, a cui Regione e Comune di Trieste hanno sciaguratamente delegato, pur sapendo da mesi prima che l’Istituto previdenziale non era in grado di farlo, i pagamenti agli utenti. Verificato che i reduci MIA vengono esclusi anche dal beneficio simbolico del REI, attuale sostegno (?) al reddito nazionale. Ed in attesa dei tempi lunghi in cui, se tutto fila liscio, entreranno in vigore reddito e pensione di cittadinanza. Insomma un amministratore comunale e regionale degno di questo nome avrebbe immediatamente ripristinato l’erogazione della vecchia MIA tornando al sistema di pagamento in vigore per due anni (ovvero allo sportello bancario). Abbiamo scritto IMMEDIATAMENTE perché ogni giorno perso vuol dire miseria nera, tagli per morosità di luce e gas, sfratti per affitti non pagati, bambini e persone senza vestiti e scarpe, senza cure mediche e medicine, alla fame e disperazione. Avete capito? Mentre voi, i politici tutti, in Regione cincischiate con le vostre indennità da diecimila e più euro al mese. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur: che tradotta letteralmente, significa mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata (Tito Livio, Storie, XXI, 7, 1). Ma per voi forse potrebbe bastare il richiamo alle Iene Ridens. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521/2333572133580408/?type=3&theater


Imperitura infamia regionale.“Prima gli italiani, ma solo quelli benestanti”

» Inviato da valmaura il 17 November, 2018 alle 2:07 pm

In Italia 18 milioni di cittadini sono sulla soglia di povertà. In tutto sono 3,6 milioni i minori ai margini delle 14 principali aree urbane. Un milione di bambini in povertà nelle periferie senza occasioni ed opportunità. Circa 1,2 milioni di bambini poi vivono in Italia in povertà assoluta. Molti di loro abitano appunto nelle periferie delle nostre città. Pesante la differenza tra generazioni: i 17enni rischiano l’indigenza 5 volte in più dei loro nonni. Questi ultimi dati sui minori sono tratti dal recente rapporto “L’Atlante dell’infanzia in Italia” pubblicato da Save the Children. In Regione Friuli Venezia Giulia ci sono 25.000 famiglie sotto la soglia di povertà e complessivamente tra un terzo ed un quarto della popolazione del FVG è in povertà relativa ed assoluta (dati ISTAT). Nella sua prima legge finanziaria la Giunta Fedriga cosa fa? Sospende l’attuazione della vecchia MIA (sostegno al reddito regionale) e la annulla, spostando i fondi destinati a rifinanziarla, per il futuro. Nel frattempo gli ultimi usufruitori della MIA ricevono gli importi pregressi con ritardi semestrali. Da mesi l’INPS, a cui la Regione ed il Comune di Trieste avevano sciaguratamente delegato la liquidazione dei sostegni al reddito, sta respingendo le domande di accesso al REI, un sostegno simbolico (chi percepiva 400 euro mensili con la precedente MIA ora andrebbe a prendere 187 euro) dei reduci MIA, nonostante il Comune di Trieste inoltri regolarmente le domande all’INPS con l’indicatore ISEE pari a ZERO. Perché l’INPS su di un nuovo indicatore, ISRE, non applica quanto stabilito dalla legge 89/2016 e dalle norme del regolamento applicativo della REI varato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, dal quale l’INPS dipende. In questo caos che si protrae da mesi lasciando decine di migliaia di italianissime persone a fare la fame, a non poter pagare gli affitti, le bollette di luce, acqua e gas e così via, la nuova amministrazione regionale “Prima gli italiani-Fedriga” invece di intervenire prontamente ripristinando subito il sostegno al reddito e tornando al precedente sistema di erogazione, ovvero diretto presso gli sportelli bancari, non trova di meglio che cancellarlo. In attesa di “tempi migliori” ovvero se e quando, tra un semestre o peggio, entrerà in funzione quel reddito o pensione di cittadinanza, che i compagni di Lega di Fedriga, Zilli e Roberti a livello nazionale ostacolano sottobanco. Del dramma di centinaia di migliaia di persone ridotte alla miseria più nera e alla disperazione più cupa a questi politici non gliene può fregar di meno. Non si rendono conto che ogni giorno che passa la situazione si esaspera e peggiora ed allora non saranno quattro telecamere in più o le pistole ai vigili a risolvere la situazione. Vergogna anche a quelle forze politiche di opposizione, in primis i Cinque Stelle ed il PD, che non trovano di meglio che limitarsi a qualche comunicatino stampa o interrogazione di rito.


Uno scandalo infinito. Il “Lento Soccorso” ospedaliero.

» Inviato da valmaura il 16 November, 2018 alle 9:58 am

Un caso fra i tanti. Tre giorni orsono. Caduta in casa, una persona impossibilitata a muoversi per i dolori viene portata abbastanza rapidamente dall’ambulanza al “Pronto” Soccorso dell’ospedale di Cattinara ove arriva attorno alle 10 di mattina. Barellata, viene vista dall’infermiere del “Triage” (qualunque cosa voglia dire). Viene visitata dal medico alle 15 che richiede radiografia (fatta attorno alle 16) e visita ortopedica. Dai raggi appare una doppia frattura alle ossa del bacino. Lo specialista ortopedico appare invece alle 21 e richiede una Tac fatta un’ora dopo. Poco dopo la mezzanotte il medico del “Pronto” Soccorso decide le dimissioni. Alle 2 di mattina un’ambulanza riporta la persona a casa con l’indicazione di rimanere ferma distesa a letto per 30 giorni e con le prescrizioni mediche del caso. Per 16 ore la persona è rimasta su di una barella nel corridoio, tra il viavai delle persone ed i giri d’aria, continuando a soffrire per i dolori. Unica nota positiva la gentilezza del personale infermieristico che non aveva un attimo di pausa nel suo lavoro. Questo offre il Pronto Soccorso ospedaliero e non risulta che dall’ospedale si sia comunicato nulla al Distretto sanitario territorialmente competente (in questo caso il Terzo) per la “presa in carico” del paziente “ricoverato” nella sua abitazione, posto che il Distretto ne abbia i mezzi e la capacità. Ora questa altro non è che l’ennesima testimonianza di come non funzioni, da almeno venti anni, il sistema dei pronti soccorsi ospedalieri a Trieste. Più che una questione di soldi, che averne qualcuno in più non guasterebbe, almeno per Cattinara, è un problema di spazi, di personale ed organizzazione. Ad esempio non è possibile che gli ambulatori medici siano cinque ma il medico, per l’appunto, uno solo. Non è tollerabile che le persone siano parcheggiate in barella nei corridoi per due terzi della giornata. Non è accettabile che normali specialisti, in questo caso l’ortopedico, ci mettano 11 ore per intervenire a consulto. Ecco l’incapacità della sanità pubblica, a guida politica, ovvero della Regione, tra riforme e controriforme dagli anni Novanta ad oggi, non ha saputo risolvere nemmeno problemi così semplici ma drammaticamente importanti per noi tutti che prima o poi, speriamo più poi che prima, siamo o saremo costretti ad affrontarli. Ai pronti soccorsi cittadini passano infatti ogni anno oltre novantamila persone. Un’ultima osservazione. Più volte ci è capitato di notare che il medico in servizio al pronto soccorso è un giovane appena specializzato o comunque spesso al suo primo incarico. Bene, ma in un servizio dove spesso può capitare di decidere sulla vita dei pazienti in poco tempo andrebbero invece comandati i medici internisti più esperti, ovviamente meglio retribuiti. Non vi pare?


Una società destinata a perire.

» Inviato da valmaura il 14 November, 2018 alle 2:54 pm

In questi giorni sono stato testimone di tre situazioni che meriterebbero la forza di un Emile Zola e del suo J'Accuse…! (Io accuso…!). Titolo dell'editoriale scritto dal giornalista e scrittore francese Émile Zola in forma di lettera aperta al presidente della Repubblica francese Félix Faure, e pubblicato il 13 gennaio 1898 dal giornale socialista L'Aurore con lo scopo di denunciare pubblicamente i persecutori di Alfred Dreyfus. E mi rendo conto quanto poche siano le nostre forze a cospetto di queste soperchierie, spalleggiate dal mondo politico-burocratico e da quello disinformativo ma, cosa ancor peggiore, anche dalla complicità delle persone coinvolte a vario grado, perfino delle vittime. Quanto è cambiata in peggio la nostra società in questi ultimi anni. Alle emozioni, ai valori di umanità, dignità, solidarietà e giustizia (pietà l’è morta: scrisse Nuto Revelli) si è sostituita l’egoistica indifferenza. Sono casi che ci coinvolgono da vicino. Che interessano la nostra comunità e che prima o dopo riguarderanno tutti noi. Ma oggi non ho la forza di scriverne. Sono ancora incredulo e devo trovare le parole adatte. Che non mi mancano invece per affermare che l’ipocrisia non ha proprio limiti a vedere le proteste di una categoria notoriamente indigente, tolte le migliaia di precari che vengono sfruttati in nero e sottopagati. Parlo dei giornalisti, quelli “professionisti” a migliaia e migliaia di euro di stipendio al mese con orari e ritmi di lavoro da gridare vendetta. Oggi, come vergini violate, tutti a gridare “La folle caccia ai giornalisti di Di Maio e Di Battista” come scrive il Mario Calabresi direttore Repubblica. Premetto che alle elezioni politiche sono venti anni che non voto, ma il trattamento che stampa e televisioni, non tutte a dire il vero, hanno riservato al Sindaco di Roma, Raggi, dall’attimo in cui è stata eletta, è stato indecoroso oltre ogni limite. Proprio loro poi, e proprio a Trieste, hanno il coraggio di trovarsi in una ventina scarsa, molti i pensionati, davanti alla Prefettura per un “Flash mob contro il bavaglio ai giornalisti”. Ecco, “Braccia rubate all’agricoltura”: titolava Cuore anni fa. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521/2330835897187365/?type=3&theater



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