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Circolo Miani » News Correnti » Page 75 Muggia, lo stato dell'arte. » Inviato da valmaura il 30 October, 2021 alle 1:58 pm Al Sindaco e per conoscenza al Segretario generale.
Ad oggi, dopo una seduta lampo del Consiglio comunale, dovuta per legge, dove i consiglieri hanno fatto quasi esclusivamente da tappezzeria, gli stessi oggi stanno nel Limbo.
Mi spiego meglio. Dalla lettura attenta dello Statuto comunale e del Regolamento del Consiglio comunale tutti gli atti (interrogazioni, interpellanze, deliberazioni, mozioni e risoluzioni), salvo i casi di urgenza, devono prima passare al vaglio delle Commissioni comunali per poi essere calendarizzati per la discussione in aula.
Ad oggi non è giunta alcuna fissazione della data di convocazione del Consiglio, che francamente mi aspettavo di veder annunciata alla fine della prima riunione, che deve provvedere alla istituzione delle quattro commissioni permanenti, di cui una è la Trasparenza, ed alla seguente elezione dei presidenti delle stesse in separata sede. Nè altro atto che ne favorisca la formazione.
Mancando, o ritardando questo adempimento, di fatto i consiglieri non sono messi nella pienezza di esercizio della loro funzione, al contrario di Sindaco e Giunta che dal 27 ottobre hanno istituzionale operatività.
I consiglieri comunali stanno cioè nel Limbo, riconosciuti nella funzione ma impossibilitati ad esercitarla nell'istituzione Comune.
La sollecito dunque, signor Sindaco, a provvedere quanto prima all'adempimento di convocare il Consiglio comunale per dare corso alla formazione delle commissioni e per spronarle ad eleggere quanto prima i loro presidenti al fine di garantirne la loro operatività.
E mi riservo di intervenire nel corso dello stesso per attirare l'attenzione di noi tutti su alcuni articoli del Regolamento che permettono, se attuati, di iniziare a dare un primo di cenno di risposta in merito al netto distacco, che a Muggia ha coinvolto la metà degli elettori, tra cittadini ed istituzioni.
Cordialmente.
Maurizio Fogar, consigliere comunale Lista civica Muggia. Domani, mercoledì 27 ottobre alle ore 18.30, primo Consiglio Comunale a Muggia. » Inviato da valmaura il 26 October, 2021 alle 1:18 pm Si, prima seduta in presenza del nuovo Consiglio comunale di Muggia, ma il pubblico, per le norme anti Covid, dovrà accontentarsi di seguirlo via internet in diretta su
Ora dobbiamo perfettamente dare ragione invece a Dipiazza nella sua scelta di far svolgere la prima seduta del Consiglio comunale di Trieste da remoto.
Una decisione motivata sì dalle attuali normative sanitarie ma soprattutto presa per non regalare una speciosa tribuna al neoeletto consigliere comunale del partito novax-nogreenpass, che per altro ha già annunciato la sua prevedibile sceneggiata.
Dipiazza lo fa per scansare, come il suo solito, responsabilità ed evitare problemi di sorta che lo costringano ad assumere posizioni certe, ma in questo caso, al di là della sua pavidità, ha ragioni da vendere, e stupisce di come le opposizioni, a partire da Russo, non le comprendano, specialmente in questo frangente.
Tanto più dopo che la capogruppo PD, Famulari, ha sollecitato lo sgombero di piazza Unità, che già questa sempiterna amministrazione comunale pensa di vietare ad ogni manifestazione sociale e politica. Una vera e propria follia mentre a tutte le iniziative commerciali spesso scadenti ed invasive non pone limiti.
Francamente parte male la politica comunale e giustifica appieno il fatto che il 60% degli elettori abbia disertato i seggi, ma per queste forze politiche, dopo quattro esternazioni di circostanza, il problema è già accantonato.
Insomma dopo sei e passa mesi di sciocchezze e superficialità un tanto al chilo di promesse elettorali si ritorna al solito chiacchiericcio inconcludente della politica nostrana e le periferie degradate?
Se ne riparla alle prossime elezioni tra cinque anni. Muggia. Auguri di buon lavoro al duo Pantaleo-Polidori. » Inviato da valmaura il 25 October, 2021 alle 11:28 am E ne hanno proprio bisogno viste le foto dell'area Noghere.
Un sommesso suggerimento, anzi due, al neo assessore Pantaleo, al verde e cittadinanza attiva.
Quando esplicita il suo curriculum sia un tanticchia preciso, che non guasta mai la modestia, lei fu Vicepresidente dello Iacp, quale nomina politica, ai tempi della Presidenza di Rocco Lobianco che si dimise per protesta alla riforma Ater voluta da Tondo in Regione, e dunque per un dieci mesi lei ebbe, da Vicepresidente, la rappresentanza, tecnicamente si definisce “facente funzioni”, dell'Istituto.
Secondo suggerimento il concetto di “cittadinanza attiva” come da voi espresso: ovvero affidare ai privati la manutenzione di aiuole, non ha nulla a che vedere con il vero e fin qui unico significato del termine. Esso sta ad indicare invece la partecipazione “attiva” dei cittadini alla vita pubblica ed istituzionale, e ci consenta, la questione dei privati che curano aiuole è l'ultimo degli esempi da citare.
In quanto alla manutenzione del verde, condividendo per altro appieno il suo giudizio odierno sulle orride capitozzature che hanno trasformato tanti alberi, a Muggia come a Trieste, che però ora le ha proibite, in dei poveri moncherini mettendone a repentaglio la sopravvivenza, ed abbattendone tanti altri, le offriamo un promemoria di attualità.
Ecco forse l'invito di “cittadinanza attiva” in questo caso andrebbe trasformato in “Comune attivo”.
Buon lavoro.
Maurizio Fogar, Lista civica Muggia.
Ps: le esaurienti altre foto sono pubblicate sulla pagina Facebook Circolo Miani.
Siete stati a casa? Avete votato Dipiazza, Russo and company? » Inviato da valmaura il 22 October, 2021 alle 2:03 pm La pubblicità è l'animaccia (nera) del commercio.
Ed allora meritate di attendere fino a metà marzo del prossimo anno per un semplice elettrocardiogramma oppure fino al 22 luglio 2022 per una ecografia.
E parliamo di sanità pubblica, ma di cortei su questo che salvo noi tutti gli altri hanno ignorato nessuno parla: non è “dittatura” è semplicemente sfascio sanitario.
Ma per la nostra comunità va bene così, se lo merita appieno.
A proposito anche il privato non scherza, stamane dopo la paginata di pubblicità del supermercato Bosco, Maxi, di via Orlandini siamo andati a buttare l'occhio perchè invogliati dalle offerte.
I prezzi sono tutti più cari, e non di poco degli altri normali supermercati, per non parlare del Famila e della Lidl, e poi la “borsa in omaggio” per qualunque acquisto è un miraggio.
Ne prendiamo atto e lo segnaliamo ai pochi che se lo meritano.
E questo uno dei tanti, vani, nostri articoli.
“Trieste. Una sanità in profonda crisi.
Se non apparisse irrispettoso per deceduti e familiari e per i tanti sacrifici di cui è causa, sarebbe paradossalmente da ringraziare questa pandemia che ha messo impietosamente a nudo lo stato comatoso in cui versano, soprattutto a Trieste, i servizi ospedalieri e sanitari sul territorio.
E se ancora stanno in piedi e nonostante tutto esprimono pure delle eccellenze lo si deve all’abnegazione, unita alla indiscussa formazione professionale ed umana (un ricordo per tutti: Fulvio Camerini), di molti suoi operatori che fino ad oggi né lo Stato prima e soprattutto la Regione poi hanno saputo adeguatamente valorizzare.
Questo è frutto di una “razionalizzazione” che contro ogni logica, buonsenso e rispetto dell’articolo della Costituzione che garantisce la tutela della salute dei cittadini come un bene primario, ha portato in questi ultimi 30 e passa anni ad un progressivo smantellamento e chiusura di strutture ospedaliere, ad un taglio emorragico di posti letto, ad una drastica riduzione del personale con l’alibi di un servizio sanitario distrettuale che non è mai riuscito a decollare. La frasetta: della “presa in carico” dei pazienti da parte dei Distretti sembra scritta sull’acqua in molta parte dei casi e dei risultati. E sconta l’impreparazione e l’inadeguatezza dei servizi sociali comunali.
Anzi rispetto alla cronica carenza di personale, medico e paramedico nella sanità territoriale, c’è da domandarsi a cosa servono quattro direttori per quattro distretti a Trieste se, come nel caso descritto ieri, non hanno nemmeno l’autonomia decisionale per riaprire un ambulatorio per i prelievi di loro competenza, o di ottenere nuovo personale quando necessita.
Ma chi governa la sanità triestina? Chi ha deciso il folle e costosissimo trasferimento dell’Ospedale pediatrico Burlo Garofalo, per altro depauperato da anni di quella “eccellenza” che lo faceva un modello in Europa? Come ce lo ripeteva affranto Isidoro Marass, già Direttore Sanitario del Burlo e poi Consulente Europeo per la Pediatria, socio fondatore del Circolo Miani. Insomma chi ha prodotto questa situazione?
La risposta è una sola: questa politica, indipendentemente dal suo colore, per le scelte della Regione, il vero “dominus” da decenni, e la pavidità del Comune di Trieste.
Lo spuntare sempre più del sostituto fornito dalla sanità privata, convenzionata, un legittimo e crescente business, altro non è che il frutto o se volete il risultato di queste scelte politiche. Talvolta vien da pensare perfino l’obbiettivo. Fino ad arrivare ad episodi grotteschi dove il paziente triestino in attesa di una necessaria Risonanza Magnetica, calendarizzata dal CUP sette mesi dopo a Cattinara, si sente suggerire dai medici ospedalieri l’invito a rivolgersi ad una nota clinica radiologica del vicino Veneto, convenzionata e dove non pagherà nemmeno il ticket se esente, che gli fissa l’appuntamento per il giorno dopo. E la risposta te la manda a casa via espresso postale in settimana.
Non parliamo poi delle liste e dei tempi d’attesa per prestazioni o visite specialistiche nel servizio pubblico, che bisogna munirsi dell’agenda dell’anno venturo. Però c’è il privato convenzionato, e se non basta il privato privato.
Ora si parla di cambiare rotta, di ritornare sui propri passi, di far dimenticare Pronti Soccorsi come quello che ha accompagnato per anni l’ospedale di Cattinara, con un medico e due infermieri per cinque ambulatori, ed una attesa media di 10/12 ore; una “osservazione temporanea” di dieci posti per una utenza di 240.000 residenti e i letti accatastati nei corridoi.
Quello che il nuovo direttore dell’ASUGI definì sulla stampa nella sua prima uscita pubblica con queste esatte parole: “Il Pronto Soccorso sta bene così com’è”. Per la cronaca si chiama Poggiana, e questo fu il suo biglietto da visita per i Triestini. Suggerito dal sindaco di Gorizia (Forza Italia) e nominato dalla Regione del Leghista Fedriga su proposta dell’assessore Riccardi (Forza Italia). Ma, giusto per equilibrare, non è che prima andasse sempre meglio, anzi.
Ma ripartire con chi? Con questa stessa classe politica responsabile dello sfascio? Con i dirigenti che rispondono a stringenti logiche di corrente di cui sono molto spesso il prodotto?
Ma ora aspettiamoci una ulteriore crisi assai preoccupante che rischia di incidere non poco sull’aspettativa di vita futura a Trieste ed in Regione. Ovvero la caduta, l’interruzione, o nei migliore dei casi la rarefazione delle terapie, dei controlli, delle visite per quelle decine di migliaia di cittadini che soffrono di patologie croniche e spesso gravi. Perché il Covid-19, grazie anche all’incapacità dei vertici sanitari ha trasformato ospedali e strutture sanitarie in luoghi non di sicurezza e cura ma in focolai d’infezione da cui in questi mesi le persone, anche se ammalate, preferivano tenersi a debita distanza.
Ed ora passata l’emergenza la sanità pubblica è nel completo caos non riuscendo a recuperare i fili sospesi ed i ritardi pregressi, oltre che la necessaria fiducia dei pazienti.
Un dramma nel dramma, e non è che l’inizio”.
Come volevasi dimostrare, inutilmente però. Trieste elezioni. » Inviato da valmaura il 20 October, 2021 alle 2:09 pm Ha a malapena raggiunto il 40% degli elettori il tasso di votanti al ballottaggio (non ci stanchiamo mai di ricordare che anche stavolta un 2% dei votanti ha lasciato bianca la scheda o la ha annullata, ma anche questo i nostri politici insistono a non capire).
Ancora una volta la partita tra i pochi elettori si è decisa quasi esclusivamente nella Settima Circoscrizione, con una residuale appendice nella Quinta (San Giacomo e Barriera).
A nulla sono serviti i nostri articoli, non di questi mesi ma di anni ed anni, per spiegare le ragioni di questo rifiuto (in ambedue le Circoscrizioni hanno in media votato un terzo degli aventi diritto).
E tra i votanti la massiccia preferenza è andata ai candidati della destra più estrema.
Russo ed il cespuglio AT non hanno compreso minimamente metodo di approccio e problematiche vere che le persone di Chiarbola, Servola, Valmaura, Monte San Pantaleone, San Sabba, Borgo San Sergio ed Altura, si trovano a dover sopportare dopo decenni di incuria trasversale delle istituzioni. E della mutazione in corso da anni a San Giacomo e Barriera.
Hanno ritenuto che quattro passiate di alcune orette nei rioni fossero sufficienti a ricreare un rapporto devastato da decenni. Hanno ignorato le vere cause di queste difficoltà di vivere che colpiscono migliaia di famiglie, che sono ben più gravi del semplice arredo urbano.
Hanno fatto una scelta sbagliata, l'ennesima, ma temiamo che anche questa volta non lo comprenderanno.
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