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Circolo Miani » News Correnti » Page 239 Come buttare i soldi pubblici. » Inviato da valmaura il 9 August, 2019 alle 11:01 am Un milione e 600.000 euro pari a 3 miliardi e duecento milioni di lire! Questa la parcella che il Comune andrΰ a pagare per il progetto del nuovo Museo del Mare in Porto Vecchio, al Magazzino 26. Si badi bene solo per la realizzazione del progetto da parte di un architetto, non per la sua costruzione. Ma lasciatelo lμ dov'θ e dove θ sempre stato nell'appropriata storica sede fronte Rive. La palazzina che inizialmente riportava il civico numero 1, venne edificata nel 1721, per ospitare gli uffici del Lazzaretto San Carlo e successivamente l'Arsenale di Artiglieria, che venne spostato dopo un grave incidente dal castello di San Giusto. La palazzina venne poi ristrutturata secondo il progetto di Umberto Nordio cosμ come si puς vedere oggi. https://www.facebook.com/circolomiani/photos/a.1497907753813521/2520824748188478/?type=3&theater Fatti informare! Volare basso, prego. » Inviato da valmaura il 7 August, 2019 alle 3:04 pm Da un bel po di tempo sentiamo sparate stratosferiche in una gara al rialzo sul futuro di Trieste da far impallidire lo sbarco sulla Luna. Quando la politica non ha di meglio da fare e soprattutto non riesce a risolvere i problemi concreti e contingenti dei cittadini si diletta in questo sport. Ora francamente proporre la collocazione di prestigiosi istituti scientifici in quel cantiere a cielo aperto che θ lospedale di Cattinara, e che sembra destinato a restare in queste condizioni ancora per molto tempo. Oppure quando non si θ capaci di risolvere nei fatti, che a parole suon buoni tutti, lo scandalo delle condizioni in cui pazienti ed operatori si trovano a vivere, e non da oggi, il Pronto Soccorso, che ossimoro, o la carenza cronica dei posti letto aggravata dallinsensato svuotamento preventivo di cinque piani di una delle due Torri. O quando per fissare gli appuntamenti per visite specialistiche o esami ecografici, peggio per risonanze magnetiche, bisogna usare lagenda dellanno venturo. Ecco quando persistono queste condizioni parlare di nuova prestigiosa sede per la ricerca in questo nosocomio che da VENTI anni aspetta di essere ristrutturato fa sinceramente cascare le braccia. Per non parlare poi del Burlo Garofalo altra vittima sacrificale di questa politica incapace. Barcola come la spiaggia di Copacana? Ma fate riandare il Tram di Opicina piuttosto! Centinaia di migliaia di euro per i vigilantes privati? Ma date maggior sicurezza sociale alle migliaia di famiglie triestine in povertΰ assoluta per non parlare di quelle che sopravvivono con pensioni minime. Cittΰ turistica dove albergoni e alberghini spuntano come funghi ed intanto si abbattono gli alberi e si abbandona il verde pubblico allincuria. E si aprono cantieri grandi e piccoli che poi rimangono incompiuti per tempi lunghissimi. Sulle tristi vicende della piscina terapeutica abbiamo recentemente scritto e non ci ritorniamo ma ci meravigliamo come da oltre un anno la roboante proposta del Parco del Mare, una cagata pazzesca direbbe il rag. Ugo Fantozzi, si sia di nuovo inabissata nelloblio. E potremmo continuare anche con quella terra promessa del Porto Vecchio che a sentire questa politica θ destinato a divenire un grande bazar. A proposito come andiamo con la Galleria di Montebello, la Ferriera, i trasferimenti dei mercati ortofrutticolo ed ittico, ca va sans dire? Crollo Piscina. Guida pratica. » Inviato da valmaura il 3 August, 2019 alle 1:29 pm Fatta la premessa che se il fattaccio avesse procurato delle vittime, poche o tante che fossero, la notizia avrebbe aperto per giorni i titoli delle prime pagine dei giornali nazionali e dei telegiornali, con grave giovamento dell'immagine della cittΰ. Va chiarito in sintesi che: L'area θ di proprietΰ del demanio statale affidata in amministrazione all'Autoritΰ Portuale. L'area viene concessa (la prima scadenza avverrΰ nel 2025) al Comune di Trieste che approva il progetto e rilascia la licenza edilizia (si immagina dopo un attento controllo) per la costruzione di una Piscina terapeutica di acqua marina e servizi annessi. Progetto e costruzione vengono pagati dalla Fondazione CRT, che ovviamente sceglie progettista e direttore lavori (ing. Fausto, anche se il nome poi non corrisponderΰ alla realtΰ, Benussi) che poi donerΰ l'opera appunto al Comune. Il Comune affiderΰ poi la gestione ordinaria della piscina con annessi e connessi a ditta, o cooperativa, terza. E la struttura verrΰ aperta diciannove anni orsono. Nel 2016 il Comune di Trieste, retto per i primi cinque mesi dalla Giunta Cosolini e per i rimanenti sette da quella Dipiazza, evidentemente sente il bisogno di far effettuare una perizia statica sul manufatto della piscina. Il compito, fatto originale ma non inusuale, viene affidato e pagato, allo stesso ing. Benussi che per mandato della Fondazione CRT aveva progettato e costruito la stessa. La perizia, a prima lettura meticolosa e severa, denuncia tutta una serie di criticitΰ esistenti in particolare sulla copertura e conclude indicando i necessari lavori da effettuare entro il 2017. Sono lavori strutturali e non ordinari e dunque dovrebbero ricadere in capo al Comune proprietario della piscina. Insomma per esemplificare: se uno ha in affitto un appartamento o una attivitΰ commerciale θ tenuto a fare i lavori manutentivi ordinari (tipo riparare un rubinetto che perde) ma il rifacimento del tetto spetta per legge al proprietario dell'immobile. Il Comune di Trieste, o chi per lui, fa iniziare i lavori piω importanti prescritti nella perizia il 29 luglio 2019, dunque ben oltre il limite temporale fissato entro il 2017. Difficile non collegare l'inizio dei lavori alla rottura del precario equilibrio che reggeva in piedi la copertura. Analogamente difficile non chiedersi il perchθ, visto il quadro peritale, tali lavori non siano stati oggetto di particolari misure propedeutiche (tipo il puntellare con impalcature e mettere in sicurezza il tetto prima della loro esecuzione e la presenza di un tecnico adeguatamente qualificato nella gestione e direzione degli stessi interventi). Ora si possono fare qui molte ipotesi: dall'inadeguatezza del materiale utilizzato a fronte di una costante e progressiva erosione dello stesso ad opera della salsedine esterna ed interna, rafforzata dalla presenza di forte ventositΰ. Dal fatto che il Comune non essendo in grado di rispettare le prescrizioni temporali della perizia da lui commissionata e pagata, con i soldi nostri, non abbia ritenuto di vietare in precedenza l'accesso del pubblico alla piscina fino all'avvenuta esecuzione dei lavori prescritti. Insomma non abbia amministrato secondo lo spirito del buon padre di famiglia affidando la sorte dei suoi figli, i triestini, al caso. PS. Stamane per simpatia θ venuto giω pure un pontile al bagno Ausonia. Ai Triestini non resta che andare a farsi benedire alla Chiesa degli Schiavoni. Della serie: non ci crediamo ma non si sa mai. Fu piscina terapeutica. Una sola domanda, alla Procura. » Inviato da valmaura il 2 August, 2019 alle 3:25 pm Cosa c'θ di tanto misterioso da scoprire ed indagini magari da trascinare per anni e anni? Sta tutto giΰ scritto e disvelato nella perizia dell'ingegnere Benussi, incaricato dal Comune nel 2016 di indagare sullo stato della sicurezza statica della piscina terapeutica di acqua marina gestita sempre dal Comune di Trieste. In essa perizia si scrive che Cera un grado di corrosione non trascurabile sui bulloni e su altre parti per cui avevo prescritto un intervento entro un anno, come conferma oggi Fausto Benussi. Entro un anno, ovvero entro il 2017. Il crollo per collasso statico della struttura θ avvenuto il 29 luglio 2019. Ovvero tre anni dopo la perizia e due anni e mezzo dopo il limite del 2017 fissato dal perito per gli interventi manutentivi. Punto. Il responsabile, anche dei danni materiali e per i mancati introiti e stipendi, θ dunque chi ha disatteso una perizia da lui stesso richiesta in qualitΰ di gestore della struttura. Ovvero il Comune di Trieste nella figura del Sindaco e dei suoi collaboratori politici e tecnici che vanno tutti chiamati a rispondere e risarcire in solido con i loro beni. Tutto il resto θ marginale al fine di individuare anche le eventuali responsabilitΰ penali (a partire dall'omissione di atti d'ufficio). Basta acquisire la perizia in oggetto ed un calendario che indichi chi era in carica dal 2016 ad oggi: 2019. E se possibile senza scomodare la Madonna e San Giusto. Perchι fino a prova contraria a Trieste cθ ancora qualcuno che non ha losso nel naso ed una sveglia al collo. Un tempio di troppo. » Inviato da valmaura il 1 August, 2019 alle 10:33 am Il formaggino, come lo definiscono i triestini, di Monte Grisa. E lungi da noi qualunque sentimento iconoclasta o da mangiapreti. Ma stuprare in siffatta maniera, con quell'orripilante blocco piramidale tronco a mς di alveare in cemento armato, il bellissimo paesaggio carsico collinare che fa da declinante corona al Golfo di Trieste, θ un delitto senza scusante alcuna. Ultimato nel 1966 fin da subito i sensori posti a controllarne l'equilibrio statico sul ciglione carsico segnalarono un costante cedimento-scivolamento della struttura. Ora, a parte le ingentissime spese pubbliche, sotto da Wikipedia ne avete una approssimativa per difetto sintesi, sostenute per il suo mantenimento, andrebbe francamente ripensato il progetto di abbattere quella mostruositΰ architettonica e di sostituire il santuario con una struttura architettonica meno impattante ed inserita nella tradizione paesaggistica del territorio. Da Wikipedia. Il tempio, un classico esempio di architettura brutalista, non ha mai trovato riscontro positivo nella maggior parte dei cittadini di Trieste, nel giugno del 2007 la copertura del tetto θ collassata con un distacco di 60 tonnellate di materiale, i lavori di restauro sono avvenuti con tempi molto lunghi e da piω parti si θ chiesto la demolizione della struttura, considerata ad eccezione della curia, un mostro di cemento armato. A distanza di quasi dieci anni e per una spesa di piω di 4 milioni di euro versati dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Sovraintendenza alle Belle Arti (Stato) la costruzione θ stata ripristinata come nel suo impianto originale. Nel 2016 e 2017 sono stati fatti ulteriori restauri per un costo di mezzo milione di Euro, interamente coperti da offerte spontanee. A questi sono seguiti altri interventi per ulteriori 150.000 Euro per rifare l'impianto acustico e per l'acquisto di un organo. Si chiama Il pane per i poveri, vero? 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