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Circolo Miani » News Correnti » Page 343

Un grande bugiardo.

» Inviato da valmaura il 18 May, 2016 alle 11:36 am

No, il pudore non sanno nemmeno dove stia di casa, di etica professionale è meglio non parlare, sarebbe come bestemmiare in chiesa.
Questa campagna elettorale, lo avevamo già scritto, è una vera e propria truffa a danno dei cittadini elettori e lettori, per fortuna in vertiginoso calo, del piccolo giornale, a cui non calano invece i soldi pubblici delle provvidenze di legge sull’editoria.
E nessuna delle altre forze politiche ha la dignità di dire mezze parole su questa macelleria messicana dell’informazione.
Ne volete tre esempi? A parte che il foglio locale è riuscito a non presentare il logo di NO FERRIERA SI TRIESTE da febbraio ad oggi, contrariamente a quanto fatto con quello di tutte le altre liste partecipanti alle elezioni, l’altro giorno abbiamo ricevuto la telefonata di Elisa Lenarduzzi che voleva sapere il commento di Maurizio Fogar sulla possibile estensione dell’orario di apertura dei seggi.
Le abbiamo cortesemente spiegato le ragioni per cui rinunciavamo per principio, un principio importante per la democrazia anche a costo di perdere qualche briciola di visibilità, a rispondere a qualsiasi domanda o richiesta proveniente dal piccolo giornale per cui lavora.
Ovviamente a conferma della “linea” censoria il giorno dopo è uscita questa mezza riga: “Ad eccezione di Maurizio Fogar che non ha voluto commentare”. Senza spiegarne le ragioni.
Oggi si prosegue con il pensionando Furio Baldassi che a commento in un articolo su musica e campagna elettorale, saggio fondamentale da tesi di laurea, dopo aver sentito gli altri dieci candidati, scrive: “Ne manca ancora uno, Maurizio Fogar di No Ferriera Sì Trieste, ma gli eventi pubblici sono rari, le comunicazioni problematiche. In questo caso, allora, ci permettiamo noi di consigliarli una canzone. Visto il contesto, infatti, cosa c’è di meglio di “Smoke on the water” dei DeepPurple?”.
Facile e soprattutto eroico, vero Baldassi, sparare sulla Croce Rossa?
Ma almeno cerchiamo di non scrivere spudorate menzogne. “Comunicazioni problematiche”? Avete i nostri telefoni e cellulari da anni oltre che gli indirizzi e-mail.
Eventi pubblici sono rari”? Ogni giorno ne facciamo uno e più sul territorio, accuratamente censurati dalla vostra redazione che riceve quotidianamente le nostre pubblicazioni.
Cercate almeno di non sfottere e mentire.
Ed ora facciamo noi una domandina al Baldassi. Quanto pigli di paga al mese per fare così brillantemente il mestiere?
E chiudiamo con il Giovanni Tomasin che si è bene e presto ambientato nelle stanze del piccolo giornale e che paragona l’intervento di Fogar ieri all’università, per altro il più convintamente applaudito e senza claque al seguito, come una “arringa del Bernie Sanders alabardato”.
Peccato che lui non sia la Hillary (Clinton) o la Monica (Lewinsky) di turno, forse ne soffrirebbe di meno.
In attesa della prossima spiritosaggine del Dorigo di turno, loro “compagno di merende”, chiudiamo con “Informazione e giornalismo? Al piccolo giornale non pervenuti”.




Noi e le Coop (e il piccolo giornale).

» Inviato da valmaura il 17 May, 2016 alle 10:45 am

Quattro giorni fa su loro richiesta abbiamo incontrato al Circolo Miani tre rappresentanti del Comitato soci prestatori delle defunte Coop.
Abbiamo invitato alla riunione pure Davide Starc che di suo ci ha rimesso, per ora, 26.000 euro, più altri di suoi parenti, e che candida per il Comune con la lista civica NO FERRIERA SI TRIESTE.
Abbiamo ascoltato gli interventi delle tre signore, di cui due prestatrici, e l’unica cosa su cui abbiamo dissentito è stata l’affermazione che partiti e politici devono starsene fuori, fatta con forza proprio dalla stessa persona, non prestatrice, che in finale ha elogiato i 5 Stelle ed espresso la volontà di votarli.
Apoliticità del tutto surreale da parte di chi sta portando avanti una sacrosanta battaglia a difesa dei cittadini truffati ed a tutela dei loro interessi. Dunque una battaglia intrinsecamente politica.
Abbiamo suggerito, da una nostra esperienza ultraventennale, di fare scelte nette, sia operative che legali.
Ovvero indicare nella regione l’unica controparte, vuoi per le responsabilità di “sorveglianza e controllo” dell’ente, vuoi per le concrete disponibilità finanziarie, vuoi perché più volte è intervenuta a salvataggio di interessi economici, ultimo in ordine di tempo il Mediocredito FVG.
Di sospendere ulteriori trattative e coinvolgimenti con il curatore fallimentare, lasciando appunto tale compito alla Regione.
Di pretendere il rimborso, dalla Regione, del cento per cento del capitale prestato in esso conteggiando gli interessi maturati.
E già la rinuncia degli ulteriori interessi legali, della richiesta di quantificazione forfettaria del danno biologico e morale patito e sopportato anche traumaticamente dalle 17.000 persone coinvolte, e le eventuali spese sostenute per ottenere prestiti o mutui alternativi alla possibilità di usare del proprio risparmio depositato in Coop, è un bel venire incontro da parte dei danneggiati.
Le nostre proposte, oltre al diritto di vedere la magistratura fare rapidamente giustizia e verità su di una storia, quella della conduzione delle Coop, tutta ancora da raccontare (come da noi più volte scritto) e che vede sul banco degli accusati da almeno 20 anni tutto l’arco dei partiti presenti nelle istituzioni da cui provenivano i vertici Coop a tutti i livelli, sono state accolte e condivise dalle tre signore del Comitato.
Poi abbiamo presenziato alla manifestazione di circa duecento persone stamane in piazza Unità, e, con sgomento, abbiamo dovuto constatare l’assoluta mancanza di organizzazione e di univocità d’azione emerse.
Nel pieno rispetto delle scelte degli organizzatori di non far parlare alcun candidato alle prossime elezioni, mettendo a torto nello stesso calderone anche coloro che responsabilità dello sfascio non ne hanno, e continuando erroneamente ad insistere nella ricerca di un confronto proprio con quelle forze politiche che portano per intero, dal centrodestra e sinistra, la colpa dell’accaduto, abbiamo offerto negli incontri a fine manifestazione la disponibilità gratuita della sede e delle infrastrutture del Circolo Miani al fine di favorire una migliore coordinata organizzazione del vasto gruppo di persone coinvolte.
Siccome sulla gestione delle Coop ci siamo espressi più volte a partire dall’anno 2000, peraltro ignorati da tutti, vi invitiamo a cercare sui siti del Circolo Miani gli articoli in questione.
Con l’avvertenza che per contattarci si può scrivere a info@circolo-miani.it o telefonare al 335.6140880
E complimenti alla Giulia Basso: ha dimostrato di avere tutte le credenziali per lavorare al piccolo giornale. Nell’articoletto sui “pensionati Coop”, tra descrizioni fantozziane e da piccola fiammiferaia, parlando dei “candidati sindaci” presenti, ha menzionato solo il Menis, giunto in ritardo, ed il “rude” Marchesic. Non ha notato Maurizio Fogar che è stato il più consultato dai manifestanti in capannelli con decine di persone.
La TRUFFA continua.




FALSO! Il giornale come il mestiere che pratica il Fabio Dorigo.

» Inviato da valmaura il 15 May, 2016 alle 12:10 pm

Elezioni TRUFFA.

Oggi esce sul piccolo giornale, quello che oscura NO FERRIERA SI TRIESTE da febbraio, un “articolo” sull’impegno dei candidati nei confronti della “cultura”.

A parte il ridicolo, perché ignorare quello che il Circolo Miani e Maurizio Fogar hanno fatto in questi 35 anni, dal 1981 per la precisione, per una vera e partecipata cultura a Trieste è come negare l’esistenza del sole. Ma capiamo che ignoranza e censure non hanno limiti su certa stampa.

Ma questo articolo che riproduciamo è stato inviato a tutte le testate giornalistiche, piccolo giornale purtroppo compreso, in data 10 maggio 2016, oltre che pubblicato ampiamente sui Social network. Questa è dunque la “professionalità” del “vizzoso” Fabio Dorigo e del giornale per cui a pieno merito lavora.

 

POCHE IDEE MA BEN CONFUSE..
So già che lo leggerete in pochi. Maurizio Fogar.

Ogni giorno che passa fa emergere la pochezza, i luoghi comuni che la politica esprime in città.
Sentite qua. Su una cosa sono d’accordo i tre candidati sindaci, ma anche gli altri li seguono a ruota, di Centrosinistra, Cosolini, di Centrodestra, Dipiazza, e del Movimento 5 Stelle, Menis: di accorpare l’assessorato con delega alla Cultura con quello al Turismo.
A seguir le mode potrebbe per assurdo essere naturale.
Appunto, a seguir le mode e superficialmente.
Fare invece un ragionamento su cosa significhi oggi, più di ieri, una politica culturale sul territorio, e l’idea stessa di “cultura”, non li sfiora nemmeno alla lontana.
Eppure basterebbe aver letto, nei primi anni Ottanta, i libri ed i saggi di Carlo Tullio Altan, uomo di sinistra e il principale docente di Antropologia dell’università italiana (prima la Sapienza a Roma e poi l’Ateneo di Trieste). Ma certamente, ne siamo consci, è pretendere troppo da questi candidati.
Il Circolo Miani, di cui Altan fu socio fondatore, nacque invece nel 1981 anche proprio per mettere in pratica il concetto di cultura che Altan insegnava.
Una cultura, anzi più culture diffuse, praticate quotidianamente dai cittadini perché vicine ai loro problemi di ogni giorno, radicate sul territorio dove la gente vive e che siano strumento ed aiuto fondamentale per la crescita e l’assunzione di scelte e decisioni dal basso nella nostra comunità. Quelle che Altan indicava con il termine di “culture con la c minuscola”, in contrapposizione a quella accademica, baronale, ingessata ed istituzionale con la “C” maiuscola.
Detto questo, oggi una moderna politica culturale a Trieste, che voglia uscire dai soliti luoghi comuni (abbonamenti ai teatri, di prosa e lirici, visite ai musei, festival dei cinema d’autore che l’attore di sinistra Paolo Villaggio descrisse così bene nei suoi Fantozzi: la “corazzata Potemkin è una cagata pazzesca”) deve partire dalla consapevolezza che la stragrande maggioranza dei triestini non ha mai messo piede al Verdi ed al Rossetti, non sa nemmeno dove sia il Museo Revoltella e figurarsi gli altri.
Che insomma la Cultura, con la “C” maiuscola è appunto a Trieste un hobby, un rito ingessato, per pochi e sempre gli stessi, fino a morte, loro, fisica.
Non ci pensano nemmeno alle iniziative realizzate alla fine degli anni Sessanta-primi Settanta dai vari Dario Fo-Franca Rame, Vittorio Gassman, Gigi Proietti, Cesco Baseggio, tutti uomini di sinistra, di portare il teatro dove la gente vive con i “teatri Tenda” nelle periferie di mezza Italia. Oppure le “estati romane dell’effimero” dell’assessore Renato Nicolini nelle Giunte di sinistra a Roma di Giulio Carlo Argan, Luigi Petroselli ed Ugo Vetere.
Per arrivare alla scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani e, udite udite, alla delibera del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Antonio Comelli (DC), che imponeva al neo istituito Teatro regionale Rossetti di far recitare le compagnie in cartellone anche sul territorio regionale nelle sale comunali minori.
Così come pensare di aprire i musei, non solo nell’orario ma come strutture dove invitare le persone a ritrovarsi e discutere, ad organizzare corsi aperti e gratuiti di pittura, musica e quant’altro, anche su strada, all’interno di itinerari e percorsi che, partendo dall’uso di strutture ed immobili pubblici abbandonati da anni nelle periferie, coinvolga i triestini di tutte le età.
Allora che ci azzecca il Turismo?
Per chi avesse un’idea moderna e progressiva della cultura, la comprensione che questa è il mezzo imprescindibile per fornire alle persone che vivono il territorio gli strumenti e le capacità per decidere e scegliere il loro futuro, la loro vita, se un accorpamento va fatto, orbene questo è quello con il “decentramento ed il territorio”.
Ma questi politici non hanno la cultura necessaria per capirlo.
Come è triste Trieste se non si vota NO FERRIERA SI TRIESTE.
‪#‎Noferrierasitrieste




Che brutta politica!

» Inviato da valmaura il 9 May, 2016 alle 10:19 am

E che pessima campagna elettorale.

Francamente al peggio non c’è proprio limite, almeno a vedere questa campagna elettorale, a Trieste ma non solo.

Ma a noi che qui viviamo ci interessa Trieste.

Non vediamo l’ora che finisca presto, vorremmo che domenica 5 giugno fosse domani.

Ma in che mondo, in quale città vivono i politici tutti?

Posto che alle elezioni amministrative si dovrebbero affrontare e discutere i problemi veri, contingenti, quotidiani della nostra comunità e si dovrebbe, il condizionale è qui più che mai d’obbligo, proporre semplici, immediate e concrete soluzioni alle tante, troppe, emergenze che attanagliano la nostra città.

Poi magari avere una idea, magari a breve, medio termine su cui incardinare futuro e sviluppo di questa nostra terra, non guasterebbe.

Cosa volete che freghi a coloro, e sono decine di migliaia di triestini che sopravvivono sotto la soglia di povertà, ovvero con spesso meno, molto meno di 400 euro al mese, de “l’Ezit 2” o dell’ Advisor in Porto vecchio a centinaia di migliaia di euro. Oppure del concorso di progetti, a pagamento, per far di nuovo specchiare il colonnato, brutto, bruttissimo, della chiesa di Sant’Antonio nelle acque stagnanti di Ponterosso.

Ma questi signori: i politici, i funzionari, gli industrialotti ed i sindacalisti, stanno sempre bene? Non hanno mai bisogno di recarsi al Pronto Soccorso, che di “pronto” non ha nulla, da persone normali (senza telefonata di preavviso ai primari), o di mettersi in fila per mesi per una Tac, un’ecografia o una visita specialistica (senza le solite spintine preferenziali)?

Ma questa gente, sempre loro, oltre a passeggiare per il “salotto buono”, vanno mai a camminare a Valmaura, Monte San Pantaleone, ai “Puffi”, a Melara ed Altura, a San Giovanni alta, giusto per citarne alcuni, o si limitano a pagare i ragazzini che vanno ad imbustare i “santini” elettorali ogni cinque anni?

Ma questi sanno che a Trieste ci sono quasi 18.000 appartamenti o case sfitte bastevoli ad accogliere oltre cinquantamila persone, mentre l’Ater, una succursale dei partiti, non riesce neppure lontanamente a dare risposte all’emergenza casa dei triestini?

Ecco come vedete volutamente non abbiamo parlato di Ferriera e di Porto, che poi sono alla fine la stessa cosa: difendere la Ferriera, specie questa, significa accoppare il Porto come la vicenda della Piattaforma Logistica portuale dimostra.

Significa favorire gli affari di pochi, pochissimi, contro gli interessi di Trieste.

Cosa aspettiamo a mandarli a casa? Fermiamoli con il voto a NO FERRIERA SI TRIESTE.




Giardini e scuole. NO FERRIERA!

» Inviato da valmaura il 6 May, 2016 alle 1:43 pm

Poche parole ai genitori ed ai nonni.

Si lo so che molti di voi, come noi, hanno smesso di andare a votare da tempo.

Le ragioni le conosciamo, comprendiamo e condividiamo, ma ora abbiamo la possibilità che il nostro voto serva veramente a qualcosa di concreto.

Sia davvero utile, innanzitutto per la salute ed il futuro dei nostri figli e nipoti.

Siamo stufi delle chiacchiere e dei politici vecchi e nuovi che da venti anni fanno quello che gli pare e scoprono la nostra esistenza solo per il mese di campagna elettorale.

Torniamo ai seggi e fermiamoli con il voto a

NO FERRIERA SI TRIESTE!

www.noferriera-sitrieste.info





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