» Inviato da valmaura il 17 September, 2019 alle 2:58 pm
Una farsa con attori invecchiati e che si perdono battute e memoria. E sono sempre gli stessi da decenni. Circolo Miani e Servola Respira da anni hanno deciso di non partecipare a queste “audizioni” in Consiglio Comunale buone solo a perdere tempo e produrre fumo più della Ferriera. Quella di ieri non ha fatto eccezione alla regola. Anzi le ricostruzioni di Scoccimarro e Dipiazza erano infarcite di vuoti di memoria, spaventosi, e di parole che non significano nulla. Prima di pubblicare parte dell’articolo da noi scritto il 20 maggio 2017, che ricostruisce alcune verità omesse ieri dagli attori in commedia, ribadiamo alcuni concetti. Un amministratore pubblico non può, lo impongono leggi e Costituzione, lavorare “sottotraccia”, anche se le attuali inconsistenti opposizioni tacciono, noi ribadiamo con forza che un politico deve lavorare in maniera pubblica e trasparente, sempre! La Regione, grazie all’Arpa lodata e blindata da questo assessore regionale, ha scritto più volte che la proprietà della Ferriera rispetta le prescrizioni AIA e che le emissioni sono nei limiti di legge. Stante così le cose la scelta dunque sul che fare spetta esclusivamente alla proprietà, e su questo andatevi a leggere quello da noi scritto su queste pagine anche recentemente. Il rilancio del Porto portato avanti dall’attuale Presidente, fortemente osteggiato dal Centrodestra che gli contrapponeva la “nuova” Marina Monassi, sarà il soggetto protagonista del futuro dell’area oggi occupata dallo stabilimento, ma non può né deve essere l’alibi per Comune, Regione e Stato per continuare a non fare nulla se non dare aria ai denti. Ed ora rinfreschiamoci la memoria.
Dipiazza: “Arvedi a Trieste? Abbiamo fatto Bingo !!!”
"Intervista al Piccolo dell’11 luglio 2007 alla notizia dell’interessamento di Arvedi per l’acquisto della Ferriera dalla decotta Lucchini Italia-Severstal russa. Il Sindaco Dipiazza: “Non ci penso nemmeno” (a richiedere all’amico Renzo Tondo Presidente della Regione la revisione dell’AIA rilasciata alla Ferriera dalla Regione a guida Illy-Cosolini). Risposta all’interrogazione presentata in Consiglio comunale da Maurizio Ferrara che chiedeva al Comune di intervenire presso l’amministrazione di centrodestra che guidava ora anche la Regione al fine di riconvocare la Conferenza dei Servizi, di cui il Comune fa parte, per aprire il procedimento di revisione e revoca dell’AIA. “Le confermiamo per la dodicesima volta che con i dati forniti dall’Arpa sulle emissioni di BenzoApirene dalla Ferriera (media annua: 8.8 contro il limite di legge di 1 nanogrammo) c’è la sicura insorgenza di leucemie e neoplasie (tumori)”. Anni 2007-2009. Con un dato inferiore (5.3 nanogrammi annui) il Sindaco di Piombino aveva emesso una ordinanza di fermo e sequestro della Cokeria della Lucchini, in veste di Ufficiale Sanitario. Dodicesima lettera inviata a firma Franco Rotelli, allora direttore dell’ASS Triestina, al sindaco Dipiazza. Dunque da “quel cancro lo chiudo domani”, del 2001, alla “chiusura dell’area a caldo in cento giorni” (2016). “Al Sindaco Roberto Dipiazza non sembra quasi vero salvare posti di lavoro ed ambiente: “Sono estremamente soddisfatto degli incontri avuti con Arvedi –commenta il primo cittadino- ma forse si sta davvero prospettando qualcosa di diverso per gli abitanti di Servola (quelli di Valmaura, Monte San Pantaleone, San Sabba, Aquilinia e Muggia da un lato, e Chiarbola, Ponziana, Campi Elisi e San Vito dall’altro non contano) e per i lavoratori. Chissà forse ho fatto Bingo. Si sta prospettando una seria riconversione industriale in una attività non inquinante.” Il Piccolo, 11 luglio 2007, intervista al Sindaco Dipiazza. Peccato che poi i numeri non siano usciti, non tutti almeno, ed Arvedi allora abbandonò la sua prima intenzione di prendersi la Ferriera. La “boutade” del Sindaco. Telefonata serale della presidente di No Smog a Gabriele Paglino e Nadia Toffa a cena da Suban con Maurizio Fogar (gennaio 2017): “Ma la promessa della chiusura in cento giorni di Dipiazza a Telequattro era solo una boutade per prendere voti e vincere le elezioni” in risposta agli inviati delle Iene che avevano appena intervistato il Sindaco e le dicevano “che questo è peggio di Cosolini”. La risposta delle Iene fu “MA TI RENDI CONTO DI CHE CAZZO STAI DICENDO !”, in maiuscolo perché Gabriele la pronunciò a voce altissima che tutti gli avventori del ristorante si girarono. Ora si capisce perché a certe sigle “il passato non interessa” anche quello recente che sarebbe non poco imbarazzante rileggere le dichiarazioni di amorosi sensi apparse sul Piccolo verso il precedente Sindaco Cosolini, fino alla pubblica “dissociazione” di No Smog dall’iniziativa promossa dal Circolo Miani alla libreria Lovat che con 48 minuti ininterrotti di applausi del pubblico impedì a Cosolini e Barbieri di aprire bocca. Questi i fatti. Ed abbiamo voluto farne solo una sintesi che ce ne sono a quintali sulla stampa. Dunque buona manifestazione di piazza con e per Dipiazza, per chi ci crede, ancora."
» Inviato da valmaura il 16 September, 2019 alle 11:49 am
Della serie “Braccia rubate all'agricoltura”
Sconfortante, e non ci divertiamo a scriverlo perchè la nostra vita quotidiana è affidata a questi qui, e desolante appare il bilancio di questa amministrazione comunale. Pensavamo che dopo la precedente Giunta Cosolini e la seconda esperienza Dipiazza (2006-2011) a Trieste si fosse toccato il fondo. Ci eravamo sbagliati, e di grosso. Questa amministrazione comunale, Giunta ma anche a pieno demerito il consiglio comunale opposizioni comprese, ha stupito pure noi per la sua inadeguatezza ed incapacità, anche nella ordinaria amministrazione. Questi non “sono”, non “fanno”, vogliono solo “apparire”, a parte un podestà da tempo desaparecido. Emblematiche poi sono le reazioni, quando si degnano di dare cenni di esistenza in vita, su alcune tematiche di vasto interesse pubblico (dal disastro nella cura delle aree verdi e dei giardini, alla scarsa efficienza del servizio rimozione rifiuti, di cui per contrappasso il Comune ha invece aumentato la tassa, dal degrado crescente in cui versano i quartieri cittadini, dalle scandalose condizioni in cui si trovano le strutture sanitarie, ospedaliere e territoriali a partire dall'eufemismo perenne del “Pronto” Soccorso, dall'emergenza povertà, per non parlare poi della questione Ferriera ed affini), che su queste pagine noi descriviamo e puntualmente denunciamo indicando sempre anche le soluzioni rapidamente percorribili. E da anni! Si chiama “giornalismo”, ma quello vero e che riscontra un certo seguito se è vero come è vero, dati ufficiali di Facebook che la Pagina Circolo Miani ha una media di 40.000 persone raggiunte e 15.000 interazioni e quella di NO FERRIERA Si Trieste veleggia rispettivamente su 5.600 e 1.600. Sembra che questi politici, ed il colore purtroppo non conta, non vivano a Trieste, non usino girare per la città. E quando ci leggono, poco e male, si “indignano, adontano”, e ci offendono due volte: da frequentatori dei social e soprattutto da persone che hanno voluto, e chiesto il voto, candidarsi ad amministrare la nostra comunità. Invece di scusarsi per la loro disattenzione o negligenza sui fatti e sulla realtà che segnaliamo, hanno la sfrontatezza di rimproverarci per non averli supplicati personalmente o per non aver noi sistemato i danni (?). Per questi “politici” insomma la Rivoluzione Francese non è mai esistita: sono fermi all'Ancien Regime. Il caso della Elisa Lodi, orfana della Luisa Polli, è emblematico: dal suo assessorato dipendono il Verde Pubblico, e si vede, ed i Lavori Pubblici, e si rivede. Quando una mattina di luglio Viale Romolo Gessi viene tappezzato da decine di avvisi posti su altrettanti divieti di sosta intestati Comune di Trieste ed annuncianti “Abbattimento alberi e potatura”, dopo la nostra mobilitazione con i residenti, ha la sfrontatezza di accusare noi, Circolo Miani e Maurizio Fogar, di diffondere false notizie “Fake news”, come se gli avvisi e le ordinanze sindacali non fossero del Comune di Trieste ma affisse dal Circolo Miani. E trova pure televisioni pubbliche e private, e pagine “informative”, (e de chè ?) su internet che le danno ampio spazio. Ovviamente senza contraddittorio alcuno secondo le migliori regole di un presunto giornalismo servo ed appecoronato ai potenti, si fa per dire, di turno. E questa gente la paghiamo pure e dovrebbero essere i “nostri dipendenti”. Soffochiamo i nostri conati di vomito e ricordiamo invece qui che il 15 settembre 2006 si spense Oriana Fallaci, una splendida giornalista inviata di guerra e saggista, si potranno non condividere alcune sue posizioni, ma che gigante del giornalismo era rispetto a questi pigmei microcefali.
No, proprio dalla Croazia lezioni di democrazia NO!
» Inviato da valmaura il 15 September, 2019 alle 12:07 pm
Correvano i primissimi anni Novanta, la Croazia come la Slovenia erano appena divenute cruentemente indipendenti staccandosi dalla agonizzante Yugoslavia. Capo dello Stato era il generale Franjo Tudman. In Italia c'era il Governo Craxi con Gianni De Michelis Ministro degli Esteri. Come gesto di amicizia il Governo italiano aveva regalato alla neonata Repubblica Croata 5 miliardi di lire per la ricostruzione delle scuole distrutte nella guerra civile. Un mese dopo il Governo croato convoca una conferenza stampa internazionale nella quale il Vice Premier lancia un appello alle principali nazioni occidentali (nomina Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Francia) affinchè investano nella traballante economia della nascente repubblica. Un giornalista presente chiede come mai si sia dimenticato di menzionare l'Italia che pure un mese prima aveva donato 5 miliardi di lire. Il vice capo del Governo croato risponde che non si è trattato di una dimenticanza, semplicemente per loro l'Italia non era gradita. Alla ulteriore domanda sul perchè di questo non gradimento forse motivato dal fatto che nella Seconda Guerra Mondiale l'Italia, ma assieme alla Germania pur invitata, aveva invaso il Regno di Yugoslavia, Croazia compresa (nella spartizione nazifascista dei Balcani la Corona del costituendo Regno di Croazia spettò ad Aimone di Savoia. Il “bel gagà” com'era soprannominato nella nostra Real Casa, vanesio fin che si vuole ma non stupido si guardò bene dal mettere mai piede a Zagabria per assumere la Corona ed in sua veste fu nominato reggente, con la benedizione dei vertici della Chiesa, il feroce Capo degli Ustascia, i sanguinari fascisti croati, criminale di guerra Ante Pavelic). Al che il rappresentante del Governo croato rispose serafico che no, che la nuova Repubblica Croata non voleva gli Italiani, che allora avevano il controllo diretto di Istria, Dalmazia, Montenegro ed Albania, perchè il regio esercito si “era comportato male”. Ed il male per il Vicepremier consisteva nel non aver collaborato all'eliminazione degli ebrei, e delle minoranze etniche lì presenti (Serbi e Bosniaci in particolare) ed anzi di averli fatti espatriare clandestinamente in Dalmazia e soprattutto nei Regni di Albania e Montenegro sottraendoli così allo sterminio messo in atto dagli Ustascia (80.000 solo nel lager di morte di Jasenovac). Avete letto bene ??? Ora dopo una simile posizione ufficiale un Governo che si rispetti, dunque non quello italiano, avrebbe immediatamente rotto i rapporti diplomatici con la neonata Croazia, richiamato il suo ambasciatore, chiusa l'Ambasciata Croata a Roma e caricato Ambasciatore, funzionari e personale croati su di uno scassatissimo vagone merci piombato, giusto per ricordare i “bei tempi” andati che il Governo Croato rimpiangeva, e li avrebbe rispediti di corsa a Zagabria. Oltre, si intende, a cancellare il dono di 5 miliardi, ed a porre il veto permanente all'ingresso della Repubblica Croata nell'Unione Europea. Ovviamente nulla di tutto questo è accaduto. Ed oggi, dopo che l'attuale Croazia ha fatto proprio il saluto ustascia, nazista e fascista di "Za dom spremni” (Per la Patria pronti), che il Governo Croato venga a darci lezioni di democrazia ed antifascismo per una, per quanto poco opportuna soprattutto per l'infelice collocazione e per la scelta della data di scoprimento, statua di D'annunzio, NO proprio non ci siamo!
Viale Romolo “cessi”.
» Inviato da valmaura il 14 September, 2019 alle 1:11 pm
Si, proprio cessi e non Gessi. Pare incredibile ma da anni e annorum in due delle zone verdi più praticate di Trieste, ovvero Viale Romolo Gessi e Piazzale Rosmini, a San Vito, i tantissimi frequentatori, a partire dai bambini che vi giocano, non hanno uno straccio di servizio igienico pubblico per i loro naturali bisogni fisiologici. Ed allora la scelta diviene obbligata: pipì e popò, anche di adulti, dietro le siepi o tra gli alberi. La parte centrale di viale Romolo, usiamo solo il nome per decenza, ne è testimone quotidiana, in particolare dove c’è la “baita” in legno, che passeggiare in certi giornate estive toglie il respiro. Ma è mai possibile che, ad esempio, il Comune di Udine abbia impiegate nella cura delle aree verdi 220 persone, tra pubblico e privato, qualificato, mentre a Trieste in Comune ci sono solo 6 funzionari e tutto il resto o quasi venga affidato alla sorte delle ditte e cooperative in appalto? Ora non diciamo che tutti gli operatori esterni non lavorino con diligenza, forse anche troppa visti i bassi salari che percepiscono, ma i risultati sono palesemente insufficienti. In un quadro poi che vede l’amministrazione pubblica da anni considerare gli alberi non una ricchezza da preservare ed implementare ma un fastidio da eliminare. A costoro basterebbe ricordare che un albero per raggiungere la sua pienezza ci mette trenta anni mentre per un costruire un grattacielo in cemento ne bastano ed avanzano due. Poi c’è il vezzo dell’assessorato Lodi, la Polli non la menzioniamo perché è come non esistesse, di piazzare transenne dove ci siano piccoli lavori da fare sul manto stradale e poi di lasciarle dimenticate per anni, come i lavori. Esemplare è la foto di sotto in uno dei vialetti di Viale “Romolo”: messa lì per un piccolo avvallamento del ciotolato oggi dopo due anni e passa è nelle “pericolose”, per chi passeggia, condizioni odierne. Negligenza, disinteresse, incapacità o cos’altro? Forse Trieste più prosaicamente aveva urgente bisogno di monumenti a Vespasiano più che al Vate.
Sulla pagina Facebook Circolo Miani le impressionanti foto.
Tutte le responsabilità.
» Inviato da valmaura il 11 September, 2019 alle 11:52 am
Facile oggi dire Ferriera, un po' meno facile averla vissuta per oltre venti anni, ovvero da quando se la prese Lucchini.
Ricordiamo alcuni nomi che ne portano la responsabilità.
Cominciamo dai Sindaci: Riccardo Illy, Roberto Dipiazza (tre volte, quattro se mettiamo Muggia), Roberto Cosolini.
Presidenti di Provincia: Renzo Codarin, Bassa Poropat, Fabio Scoccimarro.
Tavoli per la dismissione e riconversione Ferriera (totale 28, messi su da Comune e Regione).
Proprietà Ferriera: Lucchini Italia, Severstal-Lucchini (ambedue fallite), Acciaierie Arvedi.
Enti pubblici di controllo: ASS (Dipartimento Igiene, sicurezza e prevenzione, compresa la Medicina del Lavoro), Arpa FVG (dal 2001), Procura della Repubblica.
Ritenete che tutti (proprietà a parte) abbiano fatto il loro dovere?