» Inviato da valmaura il 13 June, 2018 alle 12:57 pm
Seicentoventi migranti sull’ Aquarius attendono di essere accolti e tutta la stampa ne parla e le televisioni aprono su questo i loro TG. Milleduecento nuclei familiari a Trieste, e chissà quanti altri in Friuli Venezia Giulia, attendono da sei mesi, ripetiamo SEI MESI, di ricevere l’assegno regionale di sostegno al reddito che permette loro di SOPRAVVIVERE, e ovviamente nessuno ne parla. Disperazione e povertà fanno notizia a discrezione e poi qualcuno si stupisce se la gente non vota o vota in un determinato modo.
Denuncia-Esposto. Spettabile Procura presso il Tribunale di Trieste.
Nell’ambito dell’applicazione della Legge regionale istitutiva del MIA e del Regolamento applicativo la Regione individuava chiaramente nei Comuni gli strumenti attuativi (raccolta domande, documentazione inerente ed erogazione), ed in particolare nelle direzioni dei loro Servizi Sociali (per Trieste prima assessore Laura Famulari e poi, dal giugno 2016 assessore Carlo Grilli e direttrice De Candido). Individuava pure modalità e tempi di erogazione del MIA per la durata biennale, con pausa di due mesi tra una annualità e l’altra. Tale erogazione procedette abbastanza regolare per i primi dodici mesi mentre per il secondo anno si verificarono inspiegabili ritardi di tre-cinque mesi nell’erogazione (frequentemente presso gli sportelli bancari Unicredit) degli importi. Oltre alla scelta dell’assessore Grilli di concentrare migliaia di persone per rinnovare le domande nello stanzone di via Mazzini con nessun rispetto al diritto alla privacy e a defatiganti attese di ore. Già allora Comune e Regione si giustificarono attribuendo agli ulteriori controlli INPS (quali? Visto che il principale documento richiesto era la dichiarazione-indicatore reddito ISEE rilasciato proprio dall’INPS ed annualmente rinnovato) i ritardi. Nel settembre 2017 la Regione con apposita delibera prorogò di ulteriori sei mesi la durata complessiva del MIA per uniformarla, così dissero, alla analoga durata di equivalenti provvedimenti statali. Negli articoli pubblicati sulla stampa l’allora assessore regionale competente, Telesca, affermò che i fruitori del MIA per il bimestre in corso (settembre-ottobre 2017), essendo verificati ed in regola, non avrebbero dovuto fare domanda alcuna, salvo presentazione del nuovo ISEE (quello precedente scadeva al 15 gennaio 2018). La Regione, comunicò ai Comuni che questa volta ad erogare i contributi bimestrali o mensili sarebbe stato l’INPS stesso attraverso l’adozione di un sistema informatico basato su apposita Creditcard inviata ai beneficiari. Già a dicembre l’assessore Grilli audito nell’apposita commissione consiliare dichiarò di essere informato sull’impreparazione dell’INPS ad assolvere tale compito. Nei primi mesi del 2018 la stessa Regione ed il Comune intervenuti presso l’INPS ebbero conferma che il sistema informatico-operativo dell’Istituto (basato su sei bimestri) non avrebbe consentito la regolare erogazione del semestre di proroga del MIA (gennaio-giugno 2018). Il ritardo, ad oggi nessuno dei primi 1200 nuclei familiari di Trieste soggetti alla proroga del MIA ha ricevuto nemmeno la Card, fattosi drammatico diede il via a numerosissime proteste e reclami degli utenti al Comune ed alla Regione, ed a un’apposita discussione-audizione in Consiglio comunale a Trieste, dove per bocca del rappresentante INPS trovarono conferma tutte le difficoltà dell’Istituto ad attuare la delega regionale. Il Circolo Miani avanzò formalmente alla direzione comunale dei Servizi sociali ed alla direzione del Servizio regionale la proposta, normativamente praticabile, che la Regione si sostituisse all’INPS nel saldare gli arretrati ripristinando il precedente sistema di liquidazione in vigore fino al dicembre 2017 e poi regolasse la pratica burocratica con l’INPS. La legge è regionale, la stessa si è trovata un considerevole (40 milioni) avanzo di bilancio, la prassi era stata usata fino al dicembre scorso. Anche questa proposta è rimasta inascoltata da Regione e Comune, consapevoli del gravissimo ritardo (sei mesi) e degli ulteriori problemi che questo solleverà con l’INPS al momento della richiesta dei beneficiari MIA di poter accedere al REI, il sostegno al reddito nazionale. In tutto questo si chiede a questa Procura se il comportamento di Regione e Comune di Trieste, nelle figure dei responsabili dei servizi, in parte già individuati in questo scritto, non ravvisi gli estremi di reato perlomeno nell’omissione di atti d’ufficio commessa nel non dare corso a quanto stabilito dalle leggi e norme regionali. Il tutto aggravato dall’aver provocato un clima di generale esasperazione e disperazione in migliaia di persone già così duramente provate. Allegati: 1) Legge Regionale istituzione misure di sostegno al reddito (MIA) 2) Regolamento Regionale applicazione LR 3) Delibera regionale proroga estensiva MIA a trenta mesi
Ferriera. Le tre “C”. Conoscenza, competenza, credibilità.
» Inviato da valmaura il 12 June, 2018 alle 11:34 am
No, l’ambiente e la tutela della salute non debbono avere colorazione politica né preclusioni ideologiche. Ma necessitano di conoscenza, competenza e credibilità. Cioè proprio quello che è mancato nei venti anni esatti in cui la politica, TUTTA, e le istituzioni con controllori e consulenti al seguito hanno affrontato la questione Ferriera. Noi da tanti anni (dal 1998) reclamiamo la cancellazione di questa ARPA e la totale discontinuità della gestione ambientale e sanitaria da parte di Regione e Comune: peccato che anche la nuova amministrazione regionale sia invece per la “continuità”.
» Inviato da valmaura il 11 June, 2018 alle 12:35 pm
Ma si parliamone. Dunque i due terzi dell’area a caldo (altoforno, agglomerato e macchina colare) sono oramai fermi da oltre dieci giorni per i lavori sul crogiuolo dell’AFO sollecitati da almeno due anni dal Circolo Miani e Servola Respira, e fatti su iniziativa della proprietà (che Regione, Comune ed Arpa non sono mai pervenuti). Rimane per ora in funzione solo la Cokeria, che dovrebbe lavorare in regime di minima produzione anche in virtù di una diffida regionale, all’Arpa devono aver anche “blindato” gli occhi, che vincola la distillazione del Coke al solo uso e consumo dell’altoforno, ora appunto fermo. Come si spiegano le decine di migliaia di tonnellate di Carbon Coke a parco, l’unico inquinante di tutti i parchi minerali, è l’ottavo Mistero di Fatima di cui l’Arpa non pare capacitarsi da lungo tempo. L’altra settimana la Cokeria, in particolare la “batteria” più recente, si fa per dire, deve aver avuto qualche problema se una spessa coltre di neve bianca, supponiamo schiumogeni per soffocare le fiamme, la copriva fino ai camini. Nel frattempo nulla si sa del “prodotto” dei due avvocati veneti assunti dal Comune alla modica cifra di 51.000 euro per una consulenza legale i cui termini scadevano il 31 maggio scorso. Idem dicasi per i trenta e passa mila euro per un consulente del Sindaco, il chimico Barbieri, di cui da tempo si sono perse le tracce, nonostante l’estenuante ricerca del Soccorso Alpino e dei labrador salva bagnanti. Il 19 di questo mese scade il secondo anno, e lo festeggeremo assieme, della terza rielezione del sindaco Dipiazza e della sua promessa del “chiudo in 100 giorni” l’area a caldo della Ferriera lanciata urbi et orbi, ma non sordi. C’è del “marcio in Danimarca” ed un' incongruenza a Trieste di chi, Comune e sigle associate, fa la battaglia per la copertura, assolutamente inutile al fine di abbattere l’inquinamento, salvo per lo stoccaggio del Coke, dei parchi minerali da un lato e vuole l’immediata chiusura di Altoforno, Cokeria ed impianti connessi. Anche un bambino di quinta elementare, pertanto anche la Polli e Dipiazza, capirebbe che mantenere i parchi minerali, se pur coperti, è l’antitesi della chiusura dell’area a caldo. I parchi infatti esistono fin quando gli impianti che riforniscono sono in funzione. Pochissime idee ma tanto, tanto confuse e temiamo non solo in Comune ma anche dall’altro lato di piazza Unità. Metteteci un “Mi Piace” alla Pagina (Facebook Circolo Miani) e seguitela, giusto per capirne di più. Nella foto un’accoppiata perfetta, quasi simbiotica del panorama turistico cittadino: “Superstrada” e Ferriera. Il "lezzo" lo fornisce il Depuratore.
» Inviato da valmaura il 10 June, 2018 alle 3:11 pm
Dal 1981 il Circolo Miani ha posto al centro della sua attività, oltre ai più importanti e partecipati incontri con i principali “testimoni” della nostra società, l’impegno per il “Rinascimento” delle periferie, insomma di gran parte del territorio dove vive la stragrande maggioranza dei triestini. Proprio all’interno di questo percorso, nelle centinaia di assemblee e riunioni fatte con i residenti, da Roiano a San Giovanni, da San Sabba a Muggia e così via, è emerso il dramma dell’inquinamento che rovinava vita e salute in uscita allora da Ferriera, Italcementi, vecchio e poi nuovo Inceneritore, dal Depuratore fognario cittadino, vecchio e nuovo, dalla Sertubi, dall’Eternit (amianto) presente in quantità industriale nell’area tra il colle di Servola e la Torre del Lloyd, all’insopportabile traffico pesante di alcune strade a partire da via Svevo e Baiamonti. (vedetevi i video girati nel 2005 sul sito www.circolomiani.it ). A questo andava aggiunta la condizione di abbandono e degrado in cui da anni versavano le periferie, trascurate da ogni amministrazione pubblica negli ultimi trenta anni. Un degrado non solo edilizio che si rifletteva sulle condizioni abitative delle persone, ma anche urbanistico ed umano: senza luoghi di incontro, socializzazione, aiuto, e con una carenza assoluta di servizi pubblici. Le istituzioni si limitavano a rispondere con le Circoscrizioni, avulse da ogni tradizione rionale, private di ogni reale potere di intervento, anche minimo. Dei simulacri in sedicesimo della politica tradizionale, assolutamente inutili e, nonostante la buona volontà di alcuni consiglieri, disertate dai cittadini che ne avevano compreso l’inanità. In questa città, priva di luoghi di incontro e riunione dove i cittadini possano riunirsi gratuitamente per discutere ed affrontare i problemi che rovinano la loro qualità della vita, pur in presenza di decine e decine di edifici e spazi pubblici inutilizzati e lasciati marcire chiusi in completo abbandono, lo stesso Comune non ha un censimento esatto delle sue tante proprietà. Il Circolo Miani ha cercato in questi due ultimi decenni, offrendo sedi , strutture e mezzi di favorire e promuovere la nascita e l’attività di tanti Comitati di Quartiere. Ha promosso la formazione di liste civiche alle elezioni amministrative per costringere la politica a farsi carico dei bisogni reali della gente: l’ultimo caso nel 2016 è stata NO FERRIERA Si Trieste. Liste che hanno raccolto in media tra il 2 ed il 3% dei consensi con alcuni eletti in Circoscrizione, spendendo praticamente nulla e pur essendo cancellate, e spesso denigrate, da stampa e TiVù regionali. Oggi Altura, ieri Rozzol Melara, sempre Valmaura, i “Puffi” e così via, con tutti i partiti, vecchi e nuovi che si affannano in campagna elettorale a recitare come un mantra che “bisogna partire dai rioni”, “ascoltare il territorio” e belinate consimili, per poi scomparire dalla scena per i cinque anni seguenti. Molta colpa, oltre agli organi di disinformazione che abbiamo la disgrazia di trovarci a Trieste, ricade anche e soprattutto sui cittadini che continuano a votare, quando lo fanno, questa politica. “Voi se bravi, gavè ragion e conosè i problemi. Ma mi preferiso morir nel mar grande” è la frase che ci fu detta una volta. Inquadra perfettamente le ragioni perché Trieste è condannata.
Non c’è più religione, madama la Marchesa.
» Inviato da valmaura il 6 June, 2018 alle 12:16 pm
“Sollecitiamo. Costantemente” .
Comincia male il funzionario regionale che si occupa degli assegni antipovertà (MIA) targati FVG.
Si adonta che questa gente dopo aver ricevuto “ben due anni” di sussidio trovi ancora il coraggio di protestare, gli straccioni ingrati, per il ritardo di “soli” sei mesi nel pagamento dell’assegno mensile di gennaio, e via a seguire, 2018.
Sapevano fin dall’inizio, Regione e Comune, che il programma informatico del Neolitico di cui è dotato l’Inps, non contemplava erogazioni per “i bimestri 7, 8,e 9”, ovvero dal gennaio al giugno 2018, e nonostante ciò hanno affidato proprio all’Inps il pagamento dell’ultimo semestre dell’assegno al reddito regionale.
Ma “sollecitiamo, e costantemente”, madama la Marchesa, e sai che fatica e quanta noia.
Nei venti minuti più venti di colloquio prima con la direzione dei servizi sociali (le minuscole sono obbligatorie) del Comune e poi con quelli della Regione ne esce un quadro di pura burocrazia, mista a mancata conoscenza della realtà ed a totale assenza di comprensione verso le condizioni di indicibile sofferenza e disperazione che migliaia di persone a Trieste, e qualche decina di migliaia in Regione stanno vivendo da sei mesi.
E stiamo parlando del rispetto di una legge regionale che viene disattesa nei fatti proprio dalle istituzioni che dovrebbero attuarla ma la colpa è sempre di altri, in questo caso dell’Inps che “prima deve fare le verifiche sui 200.000 beneficiari di Napoli”, sti terroni fancazzisti, e poi se si ricorderà anche di quelli di Trieste e FVG.
Triste, desolante e vergognoso. Non ci sono altre parole.