» Inviato da valmaura il 28 June, 2018 alle 12:17 pm
“Chiudere l’area a caldo e magari tutta la Ferriera.”
Ora diteci perché, come e quando!
Sono venti anni giusti che i politici, iniziò l’allora Presidente regionale Antonione che per la verità e senza ironia ne propose il trasloco, ce lo raccontano. Una settimana fa è stata la (ri)volta del senatore 5Stelle Patuanelli, che di Di Maio dopo la passeggiata di tre ore per Trieste da anni si son perse le tracce.
Noi, Circolo Miani e Servola Respira, che abbiamo il faticoso merito di aver sollevato il problema nel 1998 e di averlo sostenuto fino ad oggi, mentre quasi tutti quelli venuti dopo, almeno dieci anni dopo, o se ne fregavano bellamente, o stavano dall’altra parte, o ci insultavano e dileggiavano (il Circolo Miani si occupa di cultura, dunque di ambiente e salute non capisce una mazza), a questo punto chiediamo ai “preparati” ed ai “nuovi” di spiegarci in parole povere come intendano farlo (chiudere area a caldo e Ferriera).
In quali tempi, con che misure concrete, con quali strumenti operativi (tipo questa Arpa?).
Ecco giusto per imparare (non bisogna mai smettere di farlo) e per non farsi prendere per i fondelli per l’ennesima volta.
L’incontro con Ponzio Pilato Fedriga si può riassumere così: palla in tribuna (Governo), abdicazione al ruolo di intervento e controllo della Regione, tante chiacchiere e Arvedi Dominus.
Felicissimi di esser stati esclusi: le commedie preferiamo vederle a Teatro.
Che salute, lavoro, qualità della vita ed ambiente sono cose troppo serie ed acculturate per essere lasciate in mano ad una congrega di sprovveduti.
A promemoria ripubblichiamo qunto scritto dieci giorni orsono.
Ferriera. La farsa continua.
Già il giorno scelto porta male, pur non essendo cabalistici: il 19 giugno. (poi spostato al 27).
Giusto giusto il secondo anniversario della terza rielezione a sindaco di Dipiazza: quello di “quel cancro lo chiudo domani” (2001), “se sfora ancora una volta, la chiudo” (2006) e “chiudo l’area a caldo in 100 giorni” (2016).
Ma prendiamo atto che il nuovo Presidente Fedriga ha scelto di proseguire sulla strada tracciata da Illy, sindaco “Nel 2000 l’aria di Servola sarà pulita” e presidente Regione, da Tondo uno e due, presidente Regione quello del “se eletto una settimana dopo verrò a Servola (a cui attribuisce da vero conoscitore 50.000 residenti) e chiederò agli abitanti come chiudere la Ferriera” (2008). La siora Maria morta nell’attesa glielo ha lasciato scritto in testamento. E “chiudere la Ferriera è la priorità della mia Amministrazione” (sempre 2008). Da Dipiazza, sindaco uno e trino, da Cosolini e Serracchiani.
Dunque Massimiliano Fedriga è in buonissima compagnia, ovviamente secondo i punti di vista si intende, e certo si comprende il perché delle gimcane del suo assessore Scoccimarro nelle prime assai infelici uscite pubbliche sempre sulla Ferriera. Poi gli è scoppiata in mano la bomba dei dragaggi nel porto di Monfalcone, dove, non aveva neanche finito di omaggiare la monfalconese predecessora Sara Vito, ed esaltare, “blindare” addirittura, i vertici tecnici del suo assessorato e dell’Arpa, che la magistratura goriziana gliene indaga uno, ed i bene informati vociferano che si tratta solo del primo della lista.
Il neoassessore all’ambiente regionale era partito come un gallo ruspante a TeleCamberquattro, alla Rai regionale lottizzata, e sulla sua pagina Facebook: “chiudere in tempi brevi la Ferriera e mettere i lavoratori in cassa integrazione”. Ora che la legge non glielo consenta per lui era solo un inutile dettaglio, ma tant’è dopo i proclami di Dipiazza e Tondo evidentemente non voleva essere da meno. Poi silenzio, dopo la riunione con i vertici tecnici del suo assessorato ed Arpa, al posto del “ruspante” compare un gallo cappone.
Talmente abbacchiato e dimesso che si fa sfanculare perfino da Cosolini, che è tutto dire, sempre dagli schermi di TeleCamberquattro, con il vicedirettore che prima cerca di rianimarlo, la pagnotta è sacra, e poi infastidito lo invita a rispondere.
Ora il 19 giugno il Fedriga, indisponibile per un mese e mezzo, anche solo a dare un riscontro agli inviti di Circolo Miani e Servola Respira, ma ognuno risponde della sua educazione, organizza un incontro con le sigle che in questi anni hanno dimostrato di non conoscere e capire niente del ciclo produttivo della Ferriera e delle criticità degli impianti, ma di saper bene appoggiarsi agli amici di partito, in campagna elettorale e non: a fianco di Tondo prima, di Cosolini e Dipiazza poi e propagandisti elettorali dei 5Stelle in ultimo.
Può giovare qui di sfuggita ricordare che il tavolo tecnico regionale messo su dalla Serracchiani l’altr’anno con la partecipazione di Circolo Miani e Servola Respira è stato fatto saltare alla terza riunione quando cioè Arpa, consulenti e tecnici dell’Assessorato Ambiente, presenti sempre ai massimi livelli, si rifiutarono di dare risposte alle segnalazioni precise sulle criticità degli impianti avanzate proprio da Romano Pezzetta e Maurizio Fogar.
Appare del tutto evidente che confermando in blocco la struttura tecnica regionale, consulenti ed Arpa compresi; escludendo le uniche realtà che conoscono problemi e soluzioni della Ferriera, la linea Fedriga/Scoccimarro è chiarissima: lasciare le cose come stanno magari (e)ruttando parole di fuoco. E noi sopra gliene abbiamo ricordate alcune utili allo loro bisogna.
Per quanto ci riguarda Circolo Miani e Servola Respira che hanno sollevato ed affrontato il problema dal 1998, continueranno nel loro impegno e nel percorso di confronto con la proprietà per arrivare a misure ed interventi concreti a tutela della salute di cittadini e lavoratori. Esattamente l’opposto delle chiacchiere dei politici di vecchio e nuovo conio e delle campagne propagandistiche promosse dal MinCulPop dell’informazione locale.
Saranno, come sempre, i cittadini a valutare i risultati.
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Nella foto. Valmaura: asilo nido, Ferriera e Superstrada.
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Trieste. Nessun dorma!
» Inviato da valmaura il 27 June, 2018 alle 10:11 am
Magari. Neppure con una pinta di caffè.
31 maggio. Scadono i cinque mesi entro i quali i due avvocati assunti dal Comune e retribuiti con 51.000 euro dovevano presentare gli atti, il parere e l’indirizzo legale al Sindaco per agire sulla Ferriera nei confronti della Regione e oltre.
Siamo al 26 giugno e tutto tace.
26 giugno. Sono passati praticamente sei mesi, metà dell’incarico annuale, del riconfermato chimico Barbieri a Consulente del Sindaco sulla Ferriera. Costo per i contribuenti 34.000 euro.
Nel periodo trascorso non ha mai presentato un report sul lavoro svolto.
26 giugno. 180 giorni: e sono sei i mesi di ritardo sul versamento dell’assegno mensile antipovertà regionale. Coinvolge disgraziatamente 1200 famiglie di Trieste ed altre migliaia in Friuli Venezia Giulia.
Tutti tacciono e “sollecitano”.
Tre estati. Ci avviamo a trascorrere la terza estate in cui ai bambini viene proibito frequentare i giardini risultati inquinati dal marzo 2016, a cominciare da quello di Piazzale Rosmini. I quattrini per le bonifiche erano disponibili dall’aprile dello stesso 2016.
3.000 euro è l’indennità dell’assessore Polli e dei suoi colleghi in Giunta a Trieste.
Sui 1.200 euro è l’indennità percepita mensilmente dai consiglieri comunali di Trieste.
8.000 euro più benefit percepiscono i consiglieri regionali.
In gran parte spesi, evidentemente, per acquistare vagonate di Valium visto che nessuno apre bocca.
https://www.youtube.com/watch?v=iukkg-rRDMY
Rioni abbandonati. Come NON si fa informazione.
» Inviato da valmaura il 25 June, 2018 alle 1:20 pm
Sporadicamente la stampa locale (TiVù comprese) si accorge del degrado in cui versano intere zone della nostra città e ci imbastisce una o due paginate al ritmo di un servizio all’anno, mediamente estivo: utile per riempire le pagine o i telegiornali nel periodo di magra, affidandone la realizzazione a collaboratori esterni. Oggi ritocca al piccolo giornale che descrive in una “inchiesta” le condizioni penose in cui versano mediamente i complessi di edilizia popolare gestiti dall’Ater (da Rozzolo Melara a Valmaura, da San Sabba a Borgo San Sergio, da Roiano a San Giovanni). Il canovaccio è sempre lo stesso: due foto, o quattro immagini, due interviste alle persone che ci abitano, una sintesi prodotta dalla stessa Ater. Se questa è un’inchiesta allora è come domandarsi se il foglio locale sia un giornale. Facile fotografare un cesso buttato tra il “verde”, meno facile invece indagare e sviscerare le responsabilità che non possono essere liquidate attribuendole solo alla maleducazione ed alla inciviltà di singole persone. “L’abisso chiama l’abisso” scriveva Primo Levi che, probabilmente, gran parte dei “giornalisti” domaci ignora chi sia. No, le vere responsabilità, insomma le cause non gli effetti da queste determinate. Ed allora bisogna informare i cittadini lettori di come viene gestita la politica dell’edilizia pubblica o popolare. Di chi sia responsabile politicamente parlando della nomina dei vertici delle aziende che gestiscono questo importante segmento della pubblica amministrazione, del riparto dei fondi pubblici e delle risorse. Bisogna chiedersi il perché da decenni i vertici dello IACP prima ed Ater ora siano feudi dei partiti su nomina di Regione e prima anche di Comune e Provincia dove piazzare i fedelissimi, i parenti anche. Bisogna indagare giornalisticamente parlando su come funzionano i servizi, la manutenzione e su come vengono assegnati e controllati gli appalti pubblici. Il recente caso dei caseggiati “nuovi” di via Negri è esemplare. Bisogna allargare il tiro su come vengono garantiti i servizi socioassistenziali e sanitari alle persone più “deboli” (anziani e giovani per primi) che risiedono in queste aree. Quale sia la qualità della vita che offre il rione in cui questi complessi sono inseriti (la risposta è facile: praticamente nulla e non da oggi). Insomma fare una inchiesta vuol dire portare a galla responsabilità, colpe e meriti che pur ci sono soprattutto nel mondo del volontariato. Incalzare sistematicamente gli enti pubblici, i partiti (che per altro quello che “sanno” del degrado dei quartieri è solo quello che leggono sui giornali in servizi come l’odierno), per costringerli a risolvere queste ed altre emergenze, additando all’opinione pubblica nomi e cognomi dei responsabili e chiedendone cacciata e rimozione. O le inchieste si fanno così o perlomeno non menzionate questo nome invano e tornate a fare quello che vi riesce meglio: il megafono della politica.
» Inviato da valmaura il 24 June, 2018 alle 2:44 pm
Facciamo finta che sia vero. Allora la nuova amministrazione regionale in sella da quasi due mesi e che di questo slogan ha fatto la propria bandiera, nella realtà lo ha platealmente smentito. Facciamo un esempio concreto, tanto per restare ai fatti. La Giunta regionale ha trovato il tempo per intervenire sui migranti, dal taglio dei finanziamenti in poi, ma non ha fatto mezzo atto per risolvere il vergognoso e disumano ritardo con cui da sei mesi migliaia di famiglie attendono il versamento del Sostegno regionale al reddito MIA. Eppure i denari ci sono, il ritardo è colpa della Regione che nonostante fosse cosciente delle difficoltà tecniche ha ritenuto di delegare comunque l’erogazione all’INPS. La responsabilità è pure del Comune di Trieste, e degli altri enti locali, che consci di questa situazione nulla hanno fatto per sbloccarla in sei mesi! Allora qui ci sono migliaia e migliaia, solo a Trieste 1200 nuclei familiari, di persone, bambini compresi, ridotte alla disperazione ed alla esasperazione. Fedriga se ci sei, chiedi scusa e batti un colpo risolutore che la gente non si sfama a chiacchiere. A meno che lo slogan giusto non sia “Prima gli Italiani, ma solo quelli ricchi”. In quanto ai Cinque Stelle, altro che “reddito di cittadinanza”, qui stanno facendo una figura inguardabile nel loro silenzio a dimostrazione che non hanno la più pallida conoscenza dei problemi veri della nostra comunità. Sul PD e Forza Italia una prece è più che sufficiente, quando avranno finito di sputtanarsi reciprocamente nemmeno il voto dei parenti rimarrà loro. Riproponiamo la nostra proposta inviata da mesi a Comune e Regione e che non ha ricevuto nemmeno l’educazione di un riscontro. Decreto antipovertà Regione FVG “La Giunta regionale delibera che, sulla base ed a parziale modifica di quanto decretato in precedenza, il semestre di proroga del Sostegno al reddito regionale (MIA) per il periodo compreso tra gennaio e giugno 2018, venga erogato con le modalità in vigore fino al dicembre 2017, in una unica soluzione entro e non oltre il 30 giugno del corrente mese. Per gli importi fa fede quanto fissato nella delibera di proroga, ovvero gli stessi percepiti nel bimestre settembre-ottobre 2017 dai beneficiari. La giunta regionale nel dare efficacia con procedura d’urgenza alla presente delibera la trasmette ai comuni di competenza per l’immediata esecutività ed all’INPS per opportuna conoscenza. Salvaguardando così i termini della legge statuale istitutiva del REI e permettendo ai cittadini aventi diritto di effettuarne richiesta a partire dal 1 luglio.” Nellafoto: due migranti fermati da Roberti in divisa da Vicesindaco.
» Inviato da valmaura il 21 June, 2018 alle 12:14 pm
Ma esistono le opposizioni? Dappertutto non solo negli enti politici. Ovvero esistono persone che ritengono a ragione certe situazioni profondamente ingiuste e si impegnano per cambiarle? Bella domanda e difficile risposta. Cominciamo dalla parte più semplice: quella politica. Facile rispondere infatti. Per quanti sforzi di memoria si faccia è difficile ricordare qualche battaglia reale, cioè che denunci e risolva i problemi, portata avanti in questi ultimi due anni dal PD, dalla mai nata LEU e dai 5Stelle. Se per battaglia si intende un impegno costante, martellante ed incisivo e non una interrogazione o interpellanza di facciata, una mozioncina presentata già morta ma sufficiente per una sporadica comparsata su stampa e tivù. No, diremmo proprio che questa maggioranza, in Comune ed ora in Regione, è baciata dalla fortuna e vince due a zero a tavolino per assenza dell’avversario. Tant’è che i problemi e gli ostacoli se li deve creare al proprio interno: nei dissidi per le nomine e le prebende, in una costante lotta tra la montante Lega, assolutamente priva di capaci amministratori, ed il vecchio, rancido, immobile sistema di potere e sottopotere camberiano. Chi sperava almeno in una Lega vincente che facesse saltare il vecchio tavolo del centrodestra per avviare nuove politiche, è rimasto profondamente deluso. Qui al di là di iniziative propagandistiche e spendaccione (tipo le pistole ai vigili), il partito di Salvini e Fedriga mira solo a sostituirsi nella conservazione e gestione del potere locale alla defunta Forza Italia e cespugli. Passando al mondo sindacale ed imprenditoriale Trieste ha perso da tempo la capacità da un lato di rappresentare il mondo del lavoro in tutte le nuove e precarie sfaccettature e soprattutto la nuova endemica, crescente povertà. Dall’altro nel piattume del mondo dell’industria ed impresa locale di cui i vertici confindustriali sono emblema preclaro, ci si affida alla venuta del “Messia”, ovvero ad investitori dalle più disparate parti del Mondo capaci di finanziare il rilancio del Porto di Trieste. Di questo sfascio il simbolo vivente è l’imperituro presidente della Camera di Commercio, un vero e proprio nonsense, che dovrebbe far sostituire alla meridiana di piazza della Borsa una banderuola segnavento, capace com’è nell’unica cosa che gli riesce, ovvero il posizionarsi sempre a favore del vincitore. Poi c’è il mondo “intellettuale”, o quel che ne resta. Tradizionalmente vicino alla “sinistra”(?) politica ogni volta, assai poche per fortuna, che da cenni di esistenza in vita, fa rimpiangere anche allo “zoccolo duro” degli elettori progressisti di non aver votato per Salvini. Vista a Trieste ed in Regione l’assoluta inconsistenza dell’alternativa pentastellata. In quanto al mondo dell’informazione, definirlo appunto “informazione” è un ossimoro da saggio di Umberto Eco. Dalle televisioni, due, lottizzate e schierate da sempre, all’unico quotidiano che tra poco avrà la tiratura del vecchio settimanale “Il Meridiano”, che definirlo giornale locale è cosa ardua assai. Ecco dunque come le speranze della nostra comunità stanno tutte in quelle realtà che sono “fuori”, o se la vedete come loro “ai margini” di questa trista Trieste