5G, Antenne, alberi e verde pubblico, degrado dei quartieri.
» Inviato da valmaura il 10 July, 2020 alle 2:57 pm
Dipende solo da noi.
Ora da tempo, e nel silenzio di tutti gli altri: associazioni più o meno ambientaliste, forze e partiti politici nessuno escluso, noi, inteso come Circolo Miani facciamo la nostra parte per difendere la nostra salute, la nostra qualità della vita e l’ambiente dove viviamo. Perché lo facciamo? Semplice, perché per forza o amore siamo costretti a vivere a Trieste, sopportiamo come tutti una violenta quanto rapidissima trasformazione del clima in questa città, cosa di cui i ragazzini di Friday eccetera sembrano accorgersi purtroppo solo quando Greta lancia mobilitazioni internazionali, e ne abbiamo vissute e provate troppe sulla nostra pelle in questi ultimi venti anni, a partire dalla questione Ferriera e oggi Siot. Ora tutelare il verde esistente in provincia, non abbattere ma impiantare alberi è la prima concreta cosa che ogni amministratore che tiene alla sua e nostra salute dovrebbe fare: ma a Trieste e dintorni questo non avviene da diverso, troppo tempo. Così come giardini ed aree verdi sono mal sopportati e lasciati in un degrado desolante. Per non parlare dell'abbandono pluridecennale in cui versano i quartieri dove vive la stragrande maggioranza dei triestini e lo stato comatoso della sanità ospedaliera e territoriale, oltre alla tragedia dell'emergenza povertà che fa di un quarto delle famiglie un mondo di “invisibili”. Sulla vicenda 5G poi dovrebbe essere il buonsenso ad ispirare l’azione di chi porta responsabilità di governo, in linguaggio istituzionale di chiama “esercizio del principio della massima precauzione” a cui persino la Comunità Europea ha invitato gli stati membri ad ispirarsi sulla questione. Il buonsenso che ci dice che oggi, in assenza di un verdetto scientificamente certo, credibile ed indipendente sulle eventuali ripercussioni che un così forte implemento delle onde radio e dei campi elettromagnetici determinerebbe sulle persone e sull’ambiente, ed in presenza di leggi e normative ampiamente datate e superate, sia meglio e saggio attendere di conoscere e verificare se, in parole semplici, questa nuova tecnologia sia compatibilmente utile ma soprattutto innocua, ed allora senza esitazioni anche noi la useremo. Questo principio basilare ci porta dunque a chiedere, come abbiamo fatto con uno studio legale, che anche il Comune di Trieste, dopo i recentissimi precedenti di Bolzano ed Udine tra i quasi 600 in Italia ed i migliaia in Europa, deliberi una moratoria per il 5G, insomma una sospensiva, per l’installo di ripetitori o antenne, posto che l’Arpa FVG ci informa che nella prima fase di sperimentazione la nuova tecnologia si appoggerà sugli impianti già esistenti del 3/4G, nel territorio comunale. E visto che negli ultimi tempi si è assistito ad un fiorire primaverile di nuovi ripetitori in provincia, imporre al Comune l’adozione di un piano regolatore sul territorio dove sia permesso ed opportuno ospitare questi impianti, lontano da scuole ed ospedali, da zone densamente abitate, ecc. Non ci pare di chiedere la Luna o di essere preconcettamente ostili al “progresso”, ma semplicemente riteniamo che è meglio essere prudenti prima che piangere poi. Vero è che questa politica risponde esclusivamente a due logiche: quella delle lobbyes economiche: soldi ed affari, che noi non “teniamo”, o quella dei numeri che per loro significano voti. Dunque spetta solo a noi decidere come finirà questa lotta, ed è anche per questo che invitiamo sempre i lettori a mettere i loro “mi piace” alle nostre pagine e non solo ai singoli articoli e non certamente per orgasmo da “like”, ed è soprattutto per questo che il numero delle persone che parteciperanno all’incontro sarà importante. Pertanto Lunedì 13 luglio alle ore 19 al Circolo Miani, in via Valmaura 77 (praticamente di fronte al Brico) ci troviamo per fare il punto delle iniziative, anche legali, e per organizzare la manifestazione per salvare la Pineta di Cattinara. E per prendere importanti, molto serie, decisioni. Più siamo e meglio stiamo.
Comune Trieste. E la chiamano “manutenzione verde”.
» Inviato da valmaura il 9 July, 2020 alle 12:45 pm
Stamane in piazzale Giarizzole, Monte San Pantaleone, è in corso l'abbattimento di 11 alberi, quasi tutte Acacie, con epicentro il “Giardino Ondina Peteani”. Il committente dovrebbe essere il Comune di Trieste, il condizionale è d'obbligo perchè sugli avvisi appiccicati sui divieti di sosta provvisori piazzati in strada non c'è stampato alcun nome. Si va dunque per deduzione, ovvero solo il Comune può emettere avvisi di divieto di sosta, ergo …. Delle rigogliose ultradecennali (dai 50 ai 60 anni d'età) alberature l'aspetto precedente al massacro e la visione dei ceppi postumi denotano la loro totale salubrità, senza curvatura alcuna nello sviluppo. Di queste, per onor di verità, una era spezzata e rinsecchita, accanto al alcuni reimpianti di nuove alberature, collocate all'incirca un anno fa, in stato agonizzante, praticamente senza foglie e quelle poche presenti accartocciate per evidente mancanza di irrorazione (chiamasi acqua). A parte la considerazione che noi tutti, o quasi, saremo defunti quando questi “nuovi alberi”, posto che riescano a sopravvivere e ne purtroppo dubitiamo assai, raggiungeranno dimensioni e benefici effetti di quelli abbattuti. Due ultime notazioni a margine. Il parco giochi per i bimbi risulta sempre inaccessibile: delittuoso. E uno dei “lavoranti” non ha gradito che noi scattassimo delle foto: lo abbiamo calmato con l'avviso che altrimenti avremmo chiamato le forze dell'ordine. Quando si dice la professionalità. Capite ora perchè è importante essere in tanti all'incontro pubblico di Lunedì 13 luglio, alle ore 19, al Circolo Miani in via Valmaura 77 a Trieste. Sempre che si voglia fermare questa mattanza, tra le altre cose, altrimenti piangere ed imprecare sui Social serve picca o nulla.
Per le foto si rimanda a Facebook Circolo Miani.
Riflessioni triestine.
» Inviato da valmaura il 8 July, 2020 alle 2:53 pm
Nuove ricorrenze e convivenza civile.
A sentire i commenti di politici ed istituzioni, che di storia capiscono come noi l’Aramaico, saranno le nuove ricorrenze a sancire la svolta epocale della convivenza in queste terre. Forse non se ne sono accorti ma i rapporti tra italiani di madrelingua appunto italiana e quelli di madrelingua slovena, compresi i cittadini residenti anche nella vicina Repubblica sono molto ma molto più avanzati e normali di quanto loro possano anche lontanamente supporre, anzi diremmo nonostante l’azione di una politica che brilla, oltre che per le strumentalizzazioni, per assoluta ignoranza. Così come guardiamo con crescente preoccupazione la spocchia, che pensavamo finita vista la realtà di Trieste, di una “posa” culturale elitaria che si ritiene interprete di un malinteso spirito della città, che esiste solo nella loro presunzione e negli ambienti salottieri che frequentano, o dove ambiscono entrare. Se non hanno ancora capito che i problemi che attanagliano i triestini sono molto più semplicemente brutali delle passerelle intellettuali autocelebranti così come i “premi” letterari o “giornalistici” che si auto assegnano, allora sono perfettamente inutili.
Trieste. Ma neanche nel Belucistan.
» Inviato da valmaura il 7 July, 2020 alle 10:53 am
Francamente ritenevamo che dopo il Dipiazza2 ed il Cosolini1 ed ultimo avessimo visto il peggio, in quanto a mera e semplice capacità amministrativa, anche nell'ordinaria amministrazione. Ci eravamo sbagliati e di molto: questa terza Giunta Dipiazza che volge per fortuna al termine del suo mandato ha espresso il peggio del peggio. E questo vale pure per i componenti, senza distinzione di parte, del Consiglio Comunale: forse cinque o sei su 51 (giunta e consiglio) raggiungono a malapena la sufficienza. La presenza femminile in Giunta poi è stata particolarmente disastrosa, a partire dalle assessore Lodi e Polli, di una terza subentrata in corso d'opera nessuno se ne è accorto, che dopo gli svarioni e le uscite mendaci in qualunque altra parte del Mondo le avrebbero rispedite seduta stante a casa. La prima (delega ai Lavori Pubblici e Verde) è crollata sul verde pubblico e sui lavori di normale manutenzione del territorio, ed invece di nascondersi, scusarsi e cercare di rimediare ha accusato a destra e manca di attaccarla con Fake news, usando come megafoni stampa e tivù che nascondono la realtà e danno voce solo a lei. Noi da tempo abbiamo rifiutato con la signora ogni incontro per non condividere con lei nemmeno lo spazio fisico di una sala riunioni, e poi con chi nega l'evidenza non c'è spazio per alcun confronto ma solo perdita di tempo. Nella prima foto riportiamo un caso da manuale del comportamento dell'assessora. Prima fa tappezzare di avvisi del Comune che annunciano “abbattimento alberi e potature” mezza città e poi se la prende con chi si mobilita per evitare la mattanza degli alberi accusandoli di “creare allarmismo e diffondere notizie false”. Come se gli avvisi, con tanto di delibera giuntale al retro, li avesse stampati ed affissi il Circolo Miani e non il Comune di Trieste. Cose da matti, appunto ma non a Trieste e per questa sottospecie di giornalismo che qui si pratica. La seconda assessora Polli non sa letteralmente nulla delle cose che dice pubblicamente. Prima va in Settima Circoscrizione a decantare trionfante la visita fatta nel nuovo Depuratore fognario cittadino e risponde ad una domanda di una consigliera, eletta con la Lista civica No Ferriera Si Trieste, che “no, le vasche di decantazione del guano di di 205.000 triestini non saranno coperte”, poi mesi dopo “scopre” esattamente il contrario. Fa una comparsata lunghissima a “Cloroformizza Trieste” dell'emittente di famiglia per smentire il suo podestà sulla pitturazione della cancellata di Viale Miramare, per cui la Regione stanzierebbe 150.000 euro dai fondi dedicati ai lavori socialmente utili, dichiarando papale papale che si era trattato di “una furbata di Dipiazza” perchè “sapeva benissimo che la cancellata che delimita l'intero Viale dal terrapieno di Barcola al Porto vecchio non è nostra (Comune) ma dell'Autorità Portuale” e che non ci possono essere contributi regionali perchè “i fondi erogabili ai comuni sono scaduti sei mesi prima”. Neppure il tempo di rincasare che arrivano le pronte smentite del Porto e della Regione che scrivono, trattenendo a fatica le risa, che il Porto Vecchio è stato interamente, cancellata compresa, consegnato al Comune sei mesi prima con fastosa cerimonia di passaggio proprietà tra D'Agostino e Dipiazza. E la Regione ci mette il carico da novanta, rimproverando all'assessora a Città, Territorio, Urbanistica ed Ambiente, di ignorare che il contributo regionale è scaduto sì, ma per i comuni sotto i trentamila abitanti, per quelli sopra (Trieste ne conta 204.000 di residenti) non c'è limite di termine alcuno e dunque sono erogabili. Se poi aggiungiamo che è di sua competenza la vendita incauta (prima andava fatta una apposita variante al Piano Regolatore del Comune) della Fiera, che ha regalato a Trieste l'ennesima figura di cacca agli occhi degli investitori austriaci oltre a ritardare di due anni l'avvio dei lavori a Montebello, abbiamo scritto tutto. E voi vi scandalizzate perchè il Comune di Trieste non sa di cosa sia proprietario sul territorio? Sarebbe da stupirsi casomai del contrario.
Trieste Comune. Tutto da ridere, se non fosse da piangere.
» Inviato da valmaura il 6 July, 2020 alle 1:56 pm
Oggi in una paginona sul piccolo giornale l'assessore al patrimonio Lorenzo Giorgi confessa candidamente che ancora oggi il Comune di Trieste non ha una puntuale evidenza degli immobili in suo possesso. Insomma in parole normali l'Amministrazione comunale non ha un censimento aggiornato dei beni di sua proprietà (uffici, palazzi, stabili, terreni, appartamenti e via elencando). Ogni tanto scoppia un caso, dalla Villa Haggiconsta alla ex Sacra Osteria, che finisce sulla stampa, che però, come nell'intervista odierna, si limita a darne notizia in cronaca ben guardandosi di fare un'inchiesta giornalistica che metta a nudo, con nomi e cognomi, le responsabilità politiche, amministrative e financo personali di questo sfascio. Un disastro di incapacità amministrativa, fonte perenne pure di danno erariale sempre che a Trieste ci fosse una normale vigilanza della magistratura di controllo, che risale ai tempi biblici quando in Comune era Sindaco il pur bravo Marcello Spaccini. Dunque una continuità dello sfascio che attraversa cinquanta anni di amministrazioni comunali di tutti i colori politici. Ne avemmo testimonianza diretta come Circolo Miani quando in cerca di una nuova sede in centro città l'allora nostro Vicepresidente, notaio Arturo Gargano, un galantuomo, che era stato proprio assessore all'Economato (l'attuale Patrimonio) nella Giunta Spaccini ci accompagnò in Comune, allora guidato da Franco Richetti, nei suoi ex uffici e si sentì rispondere dalla direttrice del servizio con un triste sorriso “Assessore (lo chiamava sempre così anche dopo anni) la sa che non gavemo una lista dei nostri beni” e poi pescò fuori un dignitoso appartamento libero in Corso Saba che il Sindaco offrì al Circolo ad equo canone ma che allora rifiutammo perchè al terzo o quarto piano senza ascensore. Ecco da allora le cose sono rimaste pressochè invariate a sentire la confessione di Giorgi. Ma questa non era una “Giunta del fare”? Forse nel far deteriorare lasciando inutilizzati beni che potrebbero invece essere utilmente valorizzati per iniziative sociali o a vantaggio, anche abitativo, della nostra comunità. Dunque da questo “dolce far niente”, che vale anche per i predecessori e per gli inerti consiglieri comunali di maggioranza ed opposizioni, a Trieste ci troviamo nell'immobilismo e nello spreco. Ma di soldi nostri, si intende.