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Circolo Miani » News Correnti » Page 337 La BUONA, UTILE POLITICA. » Inviato da valmaura il 18 October, 2016 alle 2:09 pm La politica? Può essere fatta anche in Circoscrizione. Si, ma le cose: il passato, il presente e le soluzioni per il futuro, bisogna conoscerle e praticarle, non solo a chiacchiere (vedi Ferriera). Così anche una Circoscrizione può divenire utile strumento per i cittadini e non solo promemoria per assessori di passaggio su buche da riparare, marciapiedi da curare ed erbacce da tagliare. Inizia con questa mozione, per altro approvata all’unanimità nella seduta di ieri, l’azione che la lista civica NO Ferriera attuerà nelle prossime settimane per risolvere alcune delle emergenze che a partire dal territorio compreso tra Aquilinia e Chiarbola dove vivono un quinto dei triestini, riguardano da vicino tutta la città. LISTA CIVICA NO FERRIERA-SI TRIESTE VII Circoscrizione del Comune di Trieste Servola-Chiarbola-Valmaura-Borgo San Sergio Oggetto: depuratore fognario MOZIONE - Viste le richieste avanzate, a partire dal 1998 con manifestazioni, cortei ed assemblee promosse dal Circolo Miani, alle quali erano ripetutamente intervenuti gli allora amministratori comunali ed i direttori di ACEGAS/APS, oggi Gruppo Hera, di copertura delle vasche di decantazione dei liquami, fino ad oggi a cielo aperto, per eliminare l’insopportabile, nauseabondo lezzo di escrementi proveniente dalle vasche, che investe i rioni limitrofi e talora arriva fino al centro città; - Vista la tragedia occorsa nell’ottobre 2001, in cui persero la vita due giovani operai triestini a causa dell’esalazione dei gas sul fondo di una delle due vasche di decantazione mentre ne eseguivano la pulizia e la manutenzione, - Viste le ripetute assicurazioni degli allora amministratori comunali e di ACEGAS/APS, a partire dal fax inviato al Circolo Miani dall’allora assessore comunale ai Lavori Pubblici Uberto Fortuna Drossi (giunta Illy) sull’avvio di una gara d’appalto da parte del Comune per la copertura delle vasche in questione; - Appreso dalla viva voce dell’assessore Polli, nel corso della seduta di lunedì 26 settembre c.a. del Consiglio della VII Circoscrizione, che i lavori in corso per il rifacimento del depuratore fognario, fuori legge normative UE da ben 12 anni, non prevedono la copertura delle due vasche di decantazione; IMPEGNA Il Presidente della VII Circoscrizione ad attivarsi presso l’assessorato competente affinché intervenga prontamente al fine di garantire il rispetto degli impegni presi più volte dal Comune di Trieste dall’ACEGAS /APS nei confronti dei cittadini, ovvero di garantire l’immediata attuazione della copertura (peraltro semplicissima da eseguire, assai poco costosa e vantaggiosa per la riduzione dei tempi di ossidazione e depurazione degli escrementi, ivi stagnanti, dei 205.000 cittadini di Trieste ) delle suddette vasche nel contesto dei lavori in corso di esecuzione, al fine di tutelare la salute e la qualità della vita di decine di migliaia di abitanti. Per la LISTA CIVICA NO FERRIERA-SI TRIESTE Aurora Marconi Trieste, 12 ottobre 2016 Cose miserabili. » Inviato da valmaura il 6 October, 2016 alle 12:07 pm In una società sostanzialmente incapace di reagire. Stefano Cucchi è entrato vivo e vegeto, camminando sulle sue gambe, prima in una caserma dei carabinieri e poi in carcere. Ne è uscito morto con il volto ed il corpo totalmente tumefatti e violati. Basta questo, le perizie poco altro possono dire se non sulla gravità delle lesioni e sulla negligente incapacità di salvargli la vita in ospedale. Questo è il fatto nudo e tragico, quanto inaccettabile in qualunque società che si definisca “civile”. I responsabili devono pagare duramente soprattutto se vestono una divisa od un camice da medico. Questo vuole la giustizia ed il senso del bene comune. Questo dovere deve essere ricercato in primis dalle istituzioni pubbliche a tutela del loro nome e dell’onore, ma soprattutto, della fiducia delle cosiddette forze dell’ordine e della legge. Altro non c’è da aggiungere se non che già troppo tempo è passato senza che giustizia e verità siano state fatte. La vicenda del medico ammalatosi di Tubercolosi a Trieste ha raggiunto vette di scandalismo ed allarmismo, grazie al ruolo della stampa ma anche dell’agire, o non agire, dei vertici sanitari che dimostra quanto la disumanità, abbinata ad una profonda ignoranza e ad un vergognoso pregiudizio, alberghino ancora in questa città che ama definirsi “mitteleuropea” e “colta” (?). A partire dalle dichiarazioni rilasciate per giorni e foto di fila dai responsabili sanitari alla stampa locale soprattutto quanto si addentravano nell’incerto quanto impreciso tentativo di descrivere cosa sia questa malattia, e come si trasmetta. La politica poi ha fatto della strumentalizzazione virtù come accaduto per decenni con la storia di queste nostre travagliate terre. Questa amministrazione non è stata eletta, eccezion fatta forse per il consigliere Tuiach, per sequestrare abiti ai poveracci senza fissa dimora, per portare via gli strumenti musicali ai musicisti da strada, o per accanirsi sulla forma della sala dove officiare le unioni civili. Sarebbe ora che gli amministratori stessi se ne accorgessero e smettessero di considerare una priorità per la città armare di revolver qualche decina di vigili urbani. E ricordassero che da sempre Trieste è stata una città profondamente laica, dove ad esempio i referendum sul divorzio e sull’aborto hanno ottenuto il record nazionale dei voti a favore, e che la comunità “cattolica, apostolica e romana” ha sempre rappresentato una minoranza. Meglio forse sarebbe fare dei corsi accelerati sulle competenze degli assessori che si spediscono sul territorio o in televisione onde evitare sciocchezze macroscopiche come quelle sentite un lunedì passato nella Settima Circoscrizione ad opera di chi ha la delega per l’ambiente o a cura dello stesso presidente di circoscrizione. Roberto Dipiazza se ci sei batti un colpo, e presto per favore. Ferriera. Pochi concetti ed ancor meno parole. » Inviato da valmaura il 2 October, 2016 alle 12:13 pm Se oggi, e per diciotto anni si è parlato di Ferriera, e non solo: Italcementi, Sertubi, i due Inceneritori, Depuratore fognario cittadino fuorilegge, l’amianto delle tettoie in eternit di tutta l’area portuale dal colle di Servola a San Vito, tra gli altri, e di conseguenza delle richieste di indagini epidemiologiche e di caratterizzazioni dei terreni (pubblici e privati) da Servola fino a Muggia da un lato e a San Vito dall’altro. Dalle opposizioni al rilascio della prima AIA (Giunta Illy-Cosolini) e dalla richiesta di revisione della stessa (rifiutata da Tondo-Dipiazza). Da tutte le manifestazioni, cortei, blocchi del traffico, assedi della Regione, ed assemblee fino alle ventidue denunce in Procura a partire dal 1998, lo si deve solo ed esclusivamente al Circolo Miani e Servola Respira. Detto questo non ci può essere errore più grande che fiancheggiare elettoralmente una parte politica, qualunque essa sia, perché tutte sono corresponsabili della odierna situazione, chi da sempre ed altri da tempi recenti. La strada imboccata dalla nuova amministrazione non ha portato nei famosi cento giorni ad impostare alcuna soluzione concreta, e non poteva farlo ed incauto chi ha consigliato male il Sindaco sui dieci punti. Così come la consulenza di Barbieri, sostanzialmente un chimico, che dovrà di necessità lavorare ed analizzare sui dati forniti dall’Arpa, non cambierà di una virgola la situazione, come di fatto ha evidenziato soddisfatta pure la Serracchiani. Gli atti ed i percorsi, a partire dalla richiesta di revisione dell’attuale Aia: inesatta nella forma e nella sostanza e pertanto respinta dalla Regione, fin qui compiuti dal Sindaco e dai suoi “fidati consiglieri” non servono assolutamente a nulla se l’obbiettivo è quello di una rapida chiusura della produzione siderurgica (ghisa e carbon coke) della Ferriera. Né in cento né in centomila giorni. D’altronde non poteva che essere così non avendo, tutti i soggetti coinvolti, Barbieri compreso, alcuna conoscenza né competenza sulle vere criticità dello stabilimento: gli impianti ed il ciclo produttivo. Pertanto nulla di nuovo sotto il sole, e distinti e distanti da tale inconcludente compagnia, attendiamo speranzosi che le voci sulla vendita del Piccolo diventino rapidamente realtà. Ferriera: la confessione, la signora Luciana e Cosolini. » Inviato da valmaura il 17 September, 2016 alle 1:42 pm Solitamente la storia, ed anche la cronaca, sono piene di storie di confessioni. Talvolta estorte con la tortura, con il carcere, con una gamma infinita di pressioni fisiche e psicologiche. Oppure, è spesso il metodo più frequente, pagando la persona perché confessi. Mai, e diciamo mai, si è assistito al caso di uno che confessa pagando lui del denaro. Ci volevano Trieste, o meglio la nuova proprietà della Triestina calcio, e la Siderurgica Triestina di Arvedi. Così gli spettatori allo stadio quando si troveranno i calzoni e la schiena neri e respireranno l’usuale aria al sapore di zolfo, carbone e idrocarburi, non dovranno fare la fatica di rivolgere la testa verso il cielo ma sarà loro sufficiente guardare verso il campo di gioco e leggere sulle maglie dei giocatori della Triestina la pubblicità dello sponsor: Siderurgica Triestina. Una confessione in tempo reale (90 minuti più il recupero). A proposito il cavalier Arvedi qui non si è sprecato troppo con i centomila euro di sponsorizzazione. A Cremona è molto più “splendido”. Proprietario e sponsor della Cremonese che gioca in serie C, proprietario della locale squadra ciclistica e della società di Atletica, supporta pure il basket. Mentre nell’informazione fino a poco tempo fa sedeva nel CdA del quotidiano locale, La Provincia, ed è proprietario del settimanale Mondo Padano e della Televisione Cremona Uno. Cose che qui sono del tutto inutili vista la totale disponibilità del Piccolo che anche oggi pubblicando la gigantografia della stretta di mano tra ST, nella persona di Rosato, e la Triestina, si dimentica di ricordare i “meriti” di Francesco Rosato: condannato ripetutamente ad una pena oblativa quando dirigeva la Ferriera ed attualmente sotto processo per smaltimento illecito di rifiuti “speciali” e falso, dopo un arresto di tre settimane. Così come non ha mai informato i suoi lettori che il nuovo AD di Siderurgica Triestina arriva da Taranto con tre procedimenti penali aperti sulla schiena. Arvedi è fortunato qui glielo danno agratis. La “signora Luciana” intervistata sul Piccolo qualche giorno fa mentre si gode sulla panchina del Giardino Pubblico l’aria inquinata del giardino inquinato e chiuso nelle sue aree verdi, esclama all’intervistatore che la vera emergenza non è il BenzoApirene presente a quintalate nelle aiuole ma sono le deiezioni canine. Si avete letto bene: a Trieste sempre e solo i cani sono responsabili di tutti i mali e si augurino, la “signora Luciana” e consimili di non aver mai bisogno in futuro di esser tirati fuori dalle macerie, vivi, grazie al fiuto ed all’abnegazione dei quattro zampe tanto vilipesi, che magari qualcuno di loro, mediamente più intelligente degli umani, ha letto le sue farneticanti dichiarazioni e può farsi venire un raffreddore di circostanza. Dunque perché stupirsi o peggio incazzarsi quando il neosindaco afferma al TG di Telequattro che era meglio oscurare e dimenticarsi dell’inquinamento dei giardini e delle aree verdi pubbliche e private, meglio anzi mai fare quelle analisi. Complimenti vivissimi! Lo avesse detto un sindaco statunitense non avrebbe avuto il tempo di arrivare a casa che gli agenti del FBI lo avrebbero prelevato con due gioielli ai polsi e portato ad Alcatraz, riaperto per l’occasione. In qualunque paese europeo lo avrebbero costretto alle dimissioni sui due piedi. Veda un po’ lui che ultimamente fa concorrenza ai grillini romani per errori e figuracce. Ed arriviamo a Cosolini. L’altro giorno in una lunga intervista sempre al Piccolo, artefice della sconfitta sua e del PD, ha affermato: “I primi cento giorni di governo Dipiazza trascorreranno senza un atto che porti a chiudere l’area a caldo per il semplice fatto che la politica non può determinarlo. (sbagliato, che la politica può e DEVE: nostra osservazione). Penso che in tutto questo perdano qualsiasi credibilità quelle parti dello schieramento anti Ferriera diventate un comitato elettorale (Fare Ambiente, No Smog e Comitato 5 dicembre) di Dipiazza: dovranno spiegare ai cittadini perché l’area a caldo non chiude.” Una volta tanto ha purtroppo ragione. Di male in peggio. » Inviato da valmaura il 26 August, 2016 alle 12:16 pm Ritenevamo che con il Laureni l’assessorato comunale all’Ambiente avesse raschiato il fondo del barile. Ebbene ci siamo sbagliati. La neoassessora Polli ci ha fatto ricredere, che al peggio non c’è mai limite. Dopo aver lasciato per due mesi i giardini inquinati nelle stesse condizioni in cui li aveva trovati, la nuova amministrazione se ne esce, a fronte del sollecito della Regione ad usare i fondi messi a disposizione del Comune di Trieste per la bisogna, con una disarmante (è un gentilissimo eufemismo) dichiarazione dell’assessora all’Ambiente, la leghista Polli. Dice che, riferendosi in particolare al giardino di Piazzale Rosmini a San Vito, bisogna rifare di nuovo i carotaggi del terreno perché magari le precedenti analisi erano state fatte dopo alcune giornate di pioggia (?). A parte il fatto che qualcuno dovrebbe illustrare alla signora che a Trieste capita che nel corso dell’anno cada della pioggia, ma non si capisce il senso motivato di questa sua uscita. A meno che la assessora non si fidi dell’Arpa della Regione a guida Serracchiani e dunque dei risultati delle analisi da questa fatte. Ma allora lo deve dichiarare apertis verbis che cioè l’Arpa ha tramato contro il sindaco Piddino Cosolini per farlo sconfiggere alle recenti elezioni, rendendo pubblici apposta dati catastrofici, per i giardini e per lui. Altrimenti perché sperperare ulteriore pubblico denaro, mica lo caccia di tasca sua per l’appunto, con inutili doppioni, se non nel disperato tentativo di guadagnare tempo senza fare nulla. Insomma l’andreottiano “tirare a campare per non tirare le cuoia”. Idem dicasi per la desolata piattaforma in cemento, detta della centralina incompiuta, che fa brutta mostra di se deturpando il lato sud del giardino di San Vito. Anche qui del tutto inascoltati sono stati i suggerimenti da noi avanzati per una sua più idonea, funzionale, per nulla impattante e soprattutto meno costosa collocazione. Dunque siamo nella norma: a Trieste nulla di nuovo. Post Scriptum delle 13.58. |
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