» Inviato da valmaura il 17 April, 2020 alle 2:11 pm
Dipiazza meglio dei fratelli De Rege.
Sono passate più di cinque settimane dall'improvvida uscita della Regione, cioè il duo Fedriga-Riccardi, che “entro questa settimana” tutti i residenti in Friuli Venezia Giulia (oltre 1 milione e duecentomila) riceveranno al proprio domicilio una confezione di 2 (due) mascherine protettive riutilizzabili. Poi, ma solo poi, i banditori si sono accorti che più di trentamila pezzi a settimana le ditte che avevano interpellato non riuscivano a consegnare. Allora hanno ridotto i beneficiati ai nuclei familiari (insomma se in famiglia sono in quattro si turnano le due protezioni ! ). Allo stato attuale, ovvero alla quinta/sesta settimana, meno di un quarto delle famiglie, qualunque sia il numero di componenti, riceverà le agognate mascherine, ma. Ma nel contempo, contro ogni logica e scienza medica, da oggi tutti i residenti del Friuli Venezia Giulia al loro affacciarsi all'uscio domestico devono indossare protezioni per naso e bocca, anche sciarpe aggiunge la Regione con un tocco di malsana comicità, quando la temperatura esterna ha superato in questi giorni i 20 e passa gradi all'ombra. Non importa che si cammini da soli lontani metri, ben più della distanza sociale di un metro indicata dall'OMS, tutti con la mascherina. Presidio medico che nella maggior parte dei tipi in giro è “monouso”, ovvero garantisce un minimo di protezione per poche ore e poi non serve a nulla se non a facilitare il veicolare di germi, batteri e virus. Infatti il nostro estroversamente domestico sindaco ha subito seguito il pessimo suggerimento e, per strafare come sua abitudine, si è fatto immortalare dalla televisione di casa Camber sul balcone del suo eremo con tanto di mascherina addosso, dove appunto non serve a nulla. Ma tentava di rimediare alla figuraccia istituzionale che il sito Web di famiglia gli aveva causato il giorno prima. Della serie “pezo el tacon chel buso”. Ma il Comune di Trieste, sotto la sua indefessa ed instancabile guida, altro che quel pirlone di Sindaco di Bari che pure nel giorno di Pasqua porta la spesa a domicilio ai suoi concittadini, è impegnato alla spasimo nella battaglia contro l'emergenza CoronaVirus, con tutta l'umanità ed il buon senso che la situazione richiede. Stamane blitz della polizia locale in borghese nel vuoto pneumatico di viale Romolo Gessi. Colpito e sanzionato un vecchio mite ed affettuoso segugio, una “adozione del cuore”, che malato in fase terminale era lasciato libero dal proprietario a pochi metri, nei deserti interni vialetti dell'area verde, il tempo necessario per espletare i propri bisogni fisiologici (e sì anche i cani hanno una loro pudica riservatezza, sicuramente di gran lunga superiore ai tanti umani che urinano e defecano abitualmente in zona) sempre ovviamente raccolti anche se “prodotti” nelle aree più incolte ed abbandonate. Fatto il verbale, se ne sono subito ritornati in ufficio, della serie “mordi e fuggi” e per giustificare quell'assurdo gesto reso tanto più astruso in questi frangenti e nelle sue modalità, hanno detto che si limitano solo ad eseguire gli ordini. Insomma più o meno come i gerarchi nazisti ai vari processi di Norimberga, con la sola differenza che allora questa scusa non ha evitato loro la forca. Nel frattempo mentre i nostri tutori della “sicurezza locale” compivano l'impresa a pochi metri di distanza tutti i veicoli sfrecciavano tra gli ottanta e cento chilometri all'ora, con il limite di 50 ovviamente. E Trieste da sola raggiungeva ieri il triste primato di 106 morti da Covid-19, più della metà dell'intera Regione che conta un milione in più di abitanti. E che la sanità regionale vuole arruolare Colf e Badanti per assistere i ricoverati negli “ospizi” falcidiati dall'epidemia. Non ci resta che ridere, che le lacrime le abbiamo finite.
» Inviato da valmaura il 16 April, 2020 alle 1:17 pm
Un sindaco totalmente inadeguato, e pure nocivo.
Non ci interessa che sia sostenuto dalla destra, piuttosto che da altri schieramenti, ma la triste conferma che Trieste è messa peggio dal non avere un sindaco, è arrivata come un pugno in faccia alle duecentomila persone che da quasi un mese e mezzo stanno facendo sacrifici ed esperienze a cui avrebbero volentierissimo rinunciato, dalla ennesima improvvida uscita di Dipiazza. Non ci interessa che sia stata una battuta ad effetto, anzi molto peggio per l’immagine che il “primo cittadino” nonché Ufficiale Sanitario del Comune DEVE dare SEMPRE e COMUNQUE. Se non riesce a capire le responsabilità che porta e se il suo carattere estroverso risulta incontrollabile allora si ritiri a vita privata, e con lui parecchi esponenti di una politica, maggioranza ed opposizioni, che in questi serissimi frangenti hanno dato plastica prova della loro inutilità, quando non peggio (tipo la difesa d’ufficio del consigliere Francesco Russo delle laute prebende dei suoi colleghi consiglieri regionali). Per rispetto agli oltre cento morti, di cui un terzo provenienti dalle case di riposo, anche e soprattutto da quelle di proprietà comunale, che Trieste finora conta, ai loro parenti ed amici, deve risparmiarsi rodomontate dal lussuoso domicilio coatto che stride con quello della maggioranza dei triestini costretti, e giustamente, alla “quarantena”. Il problema è che lui non se ne rende conto, così ora come ai tempi di “quel cancro lo chiudo domani” (Ferriera 2001). Ora similmente appaiono patetiche le giustificazioni di una Regione, a cui spetterebbe l’obbligo, ed il dovere, di controllare le residenze per anziani private e, tramite le Aziende Sanitarie (con Poggiana il simil Dipiazza al vertice) ed i Comuni, quelle pubbliche. Sembra di rivivere paro paro lo scandalo del fallimento delle COOP, solo che questa volta ai soldi si sono sostituiti i lutti. Dal clamoroso dato di tre residenze private (una a Trieste dove tutti gli ospiti, 36 anziani, sono risultati positivi, così come 8 dipendenti e l’amministratore delegato) e due in Friuli. Ai casi viepiù inaccettabili, proprio perché andavano prevenuti sfruttando le informazioni che non mancavano, anzi, di Itis, Casa Serena e Casa Bartoli. All’Itis dal 1 gennaio al 6 aprile sono stati registrati 69 decessi, 18 in più rispetto allo stesso periodo del 2019 quando erano stati 51, e 29 in più rispetto al 2018 quando dall’1 gennaio al 6 aprile erano stati 40. Statistiche drammaticamente più indicative se si focalizza l’attenzione sul periodo che va dal 5 marzo al 6 aprile e si calcola il rapporto tra numero di decessi e la media degli anziani residenti nel periodo. Il tasso di mortalità dal 5 marzo al 6 aprile, in percentuale, è raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2019: se lo scorso anno era del 4,13 % (a fronte di 387 ospiti), quest’anno è salito all’8,75 % (400 ospiti). Come è costretta a riportare la stampa locale. L’assessore regionale Riccardi, il “responsabile” della Sanità FVG ha diffuso numeri di cui forse non ha capito bene la gravità, proprio perché emergono da “strutture protette”, sulla carta! Dice che: “ In 24 di queste sono stati registrati 270 casi di positività. I decessi tra gli ospiti sono 90, di cui 54 in ospedale e nel 95 % dei casi si è trattato di persone con pluripatologie e una media di 83,9 anni”. E non lo sfiora il dubbio che proprio per questo DOVEVANO essere maggiormente protette e non vedere usate età e condizioni cliniche come scusante pseudogiustificativa. Prosegue: “Il numero di contagi tra il personale delle case di riposo è di 230. Di questi, 164 hanno dichiarato di AVER CONTRATTO L’INFEZIONE SUL LAVORO, 63 non lo sanno, 3 sono stati contagiati al di fuori del luogo di lavoro”. In un quadro dove “Trieste appare la vera emergenza regionale: da sola la città torna a segnare un numero positivi maggiore di quello della provincia di Udine (che ha il doppio degli abitanti) e vede la situazione dei decessi aggravarsi di giorno in giorno. Trieste registra 857 positivi (+37) e 95 (oggi 100) morti, con un aumento di altri sei in un giorno”. E piccolo particolare un terzo di questi viene proprio dalle strutture “protette” per gli anziani. La politica triestina tace tutta, dal sindaco all’ultimo dei consiglieri comunali, al contrario invece di quando si scannava per lottizzare i vertici dell’Itis. Si, restatevene a casa, possibilmente per sempre. I Triestini ve ne saranno grati, quelli vivi perlomeno.
CoronaVirus. La solidarietà “pelosa” dei politici.
» Inviato da valmaura il 15 April, 2020 alle 1:32 pm
Regione FVG e Comune di Trieste.
A parole si sprofondano in pianti greci, incitano alla solidarietà, alla fratellanza e quant'altro. Tanto le parole non costano nulla ed anzi fanno guadagnare la consueta marchetta giornalistica anche in tempi di vacche magrissime. Ma non esitano ad incassare tra i 3500 ed i 2500 euro NETTI al mese come indennità di “trasferta”, e per pranzi fuori casa in ristoranti, oltre a mantenere inalterati tutti i benefit d'esercizio. E questo oltre al lautissimo stipendio. Ora il Consiglio regionale dal caso Gabrovec è chiuso da oltre un mese, i ristoranti e bar idem. Ed allora perchè i “regionali” non sono capaci di fare nemmeno questo piccolo ma grandissimamente giusto sacrificio, visto che incredibilmente la Regione, ovvero la Giunta Fedriga, non agisce d'imperio? Un'offesa arrogantemente infamante verso i tanti che soffrono e fanno la fila per i buoni pasto. Una ulteriore mazzata, forse quella finale, all'immagine per questa classe politica agli occhi dei cittadini. Ed ha voglia Francesco Russo a strillare che i politici regionali non si giudicano da questo. Forse in parte ha ragione, che si giudicano ANCHE da questo: assenza totale di umanità. Che vergogna! Idem dicasi per la “paghetta” di 1200 euro dei consiglieri comunali, che in questo momento sono di gran lunga meno necessari di quelli circoscrizionali che, rimborsati a gettone di presenza, da oltre un mese e mezzo non percepiscono nulla ma “vivono” il territorio. Almeno si rendano utili e siano precettati per la diffusione porta a porta delle fantomatiche mascherine regionali, che di questo passo arriveranno a destinazione quando sperabilmente non serviranno più se non per il prossimo Carnevale. Nella foto (i commenti non sono nostri): il comportamento dei sindaci di Udine, Gorizia e, ehm, Trieste.
Ci si mettono pure Papa Francesco e Harvard.
» Inviato da valmaura il 14 April, 2020 alle 2:14 pm
Coronavirus, lo studio dell’Università di Harvard: “Correlazione tra smog e aumento del tasso di mortalità per Covid 19”. Il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro: “Nelle Rsa lombarde 1822 morti". E "Approfondire correlazione polveri sottili-mortalità” Quasi un mese fa l’Università di Bologna pubblicò uno studio sull’ipotesi che smog e polveri sottili potessero aver accelerato la diffusione del coronavirus Sars Cov 2. Il particolato atmosferico viene considerato un efficace carrier, ovvero vettore di trasporto e diffusione per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus. Nei giorni scorsi anche i ricercatori di Harvard hanno elaborato una ricerca che mette l’inquinamento sul banco degli imputati. “Un piccolo aumento dell’esposizione a lungo termine al particolato Pm2.5 porta a un grande aumento del tasso di mortalità da Covid-19″ dicono gli scienziati della prestigiosa università statunitense che indicano una possibile correlazione fra inquinamento atmosferico e aumento delle morti. Lo studio non è ancora pubblicato e disponibile al momento in versione pre-print. “Abbiamo osservato – spiegano gli autori – che un aumento di un solo microgrammo/metro cubo nei livelli di Pm2.5 è associato a un aumento del 15% del tasso di mortalità da Covid-19, con un intervallo di confidenza del 95% (5-25%)”. E non sarà un caso se il record di Polveri Sottili (PM) vede Lodi, Brescia e Monza in testa. VATICANO. Il PAPA: “LA NATURA SI VENDICA”. “Non abbiamo dato ascolto alle catastrofi. Non so se sia la vendetta della natura, ma di certo è la sua risposta”. Così il Papa ha commentato l’emergenza Coronavirus in un’intervista al biografo Austen Ivereigh ripresa da Civiltà Cattolica. “Chi è che oggi parla degli incendi in Australia? E del fatto che un anno e mezzo fa una nave ha attraversato il Polo Nord, divenuto navigabile perché il ghiaccio si era sciolto? Chi parla delle inondazioni?” ha osservato Bergoglio che ha aggiunto che “questa crisi ci tocca tutti: ricchi e poveri. È un appello all’attenzione contro l’ipocrisia”. Il Pontefice si è anche detto preoccupato “dell’ipocrisia di certi personaggi politici che dicono di voler affrontare la crisi, che parlano della fame nel mondo, e mentre ne parlano fabbricano armi. Questo è un tempo di coerenza. O siamo coerenti o perdiamo tutto”, ha concluso Francesco. Ansa
Circolo Miani. Noi lavoriamo così. La parola al legale.
» Inviato da valmaura il 11 April, 2020 alle 2:36 pm
Coloncovez e dintorni. Nuovi ripetitori ed antenne in tempi di CoronaVirus.
Se il Sindaco sta a casa a tagliare l’erbetta, Maurizio Fogar, che non scrive questo pezzo, se ne sta invece ogni giorno al Circolo Miani, salvo puntate sul territorio per controllare ad esempio le “potature” di mezzi alberi in piena fogliazione fatte ieri tra Sant’Andrea e Campo Marzio. E visto che per ora non si possono fare assemblee e manifestazioni sui luoghi dei misfatti (presenti, passati e futuri) ci portiamo avanti con il lavoro legale e cartaceo. Eccovi qui una seconda azione che il valente avvocato (la qualifica vale per ambo i generi) Alessandra Devetag ha predisposto. Serva di modello ai parolai un tanto al chilo che molto piacciono a stampa e televisioni locali in quanto utili idioti di questa inutile quanto dannosa politica.
V. ALESSANDRA DEVETAG STUDIO VOLLI Via S. Nicolò, 30 – 34121 Trieste Tel.: 040.638105 - Fax: 040.360263 e-mail: alessandradevetag@gmail.com
COMUNE DI TRIESTE Trieste, Passo Costanzi 2 – piano IV, int. 434 ISTANZA DI ACCESSO AGLI ATTI AMMINISTRATIVI di MAURIZIO FOGAR, nato a Trieste il 26/10/1953 C.F. FGR MRZ 53R25 L424M , in qualità di legale rappresentante del CIRCOLO CENTRO STUDI ERCOLE MIANI, con sede in via Valmaura, 77 – C.F. 90012740321, , rappresentato e assistito per il presente atto dall'avv. Alessandra Devetag del Foro di Trieste, C.F. DVTLSN75M43E098G, giusta delega a margine del presente atto e con domicilio eletto presso il di lei studio sito in Trieste, via san Nicolò, 30, fax: 040/360263 – pec: alessandra.devetag@pectriesteavvocati.it PREMESSO 1. che con pec dd. 02/04/2020 il Circolo Miani inviava al Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e all'Assessore Luisa Polli una richiesta urgente di moratoria nella installazione delle antenne di tecnologia 5G sul territorio di Trieste; 2. che tale richiesta era corredata da ampia documentazione scientifica a riprova dei rischi per la salute di questa nuova tecnologia; 3. che a tale richiesta non veniva ad oggi dato alcun riscontro; 4. che nelle more il Circolo Miani è venuto a conoscenza della installazione, in tempi recenti, di nuove antenne sul territorio di Trieste; 5. che è quindi interesse dell'Associazione Circolo Miani conoscere la situazione del territorio cittadino relativamente alle antenne già installate o da installare e se tale attività perduri anche in questo momento di emergenza sanitaria; Tutto ciò premesso l'Associazione Circolo Miani, ut supra rappresentata ed assistita dimette con il presente atto ISTANZA DI ACCESSO AGLI ATTI AMMINISTRATIVI e chiede: - di conoscere l'esatto numero di antenne di telefonia mobile o di altra tecnologia già installate ed installande sul territorio cittadino, con particolare riferimento a quelle deputate alla tecnologia 5G; - di conoscere e prendere visione degli atti relativi alle suddette installazioni, ivi compresi i documenti inerenti il progetto e le autorizzazioni delle nuove antenne traliccio. Si indicano i seguenti recapiti per le comunicazioni: pec: alessandra.devetag@pectriesteavvocati.it fax: 040/360263 Si precisa che la presente istanza ha carattere indifferibile ed urgente, posto che ha ad oggetto questioni di salute collettiva molto rilevanti e riferite proprio al presente periodo. Un eventuale ritardo nella riposta vanificherebbe lo scopo della richiesta. Con osservanza Trieste, 9 aprile 202 avv. Alessandra Devetag