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Circolo Miani » News Correnti » Page 176

Referendum.

» Inviato da valmaura il 23 September, 2020 alle 3:30 pm

Sette italiani su dieci hanno votato si, ma due sono i dati a mio avviso importanti.
La partecipazione al voto, ovvero l’affluenza, che ha raggiunto il 54% un dato altissimo in questi tempi e non necessario (l’esito sarebbe stato valido anche se a votare fosse andato lo 0,5 degli elettori perché questo tipo di Referendum “confermativo” non prevede alcun quorum).
La disfatta di buona parte della politica che dopo aver votato per il taglio dei parlamentari alla Camera e al Senato ha di fatto sostenuto e propagandato il No. Ma soprattutto la batosta di quasi tutto il mondo della “grande” informazione (giornaloni tutti salvo il Fatto Quotidiano, e televisioni), oltre a quella pletora di maitre a penser dell’intellettualismo, della Confindustria, e di MasterChef che hanno perso l’ennesima occasione per tacere.
Sentire i loro commenti oggi fa ridere di gusto e dimostra viepiù l’ignoranza di chi ha purtroppo responsabilità istituzionali.
In Regione apre le danze il Fedriga che da giureconsulto da Settimana Enigmistica sostiene “Mi auguro che ora non vogliano andare avanti con una legge elettorale con il proporzionale puro, perché questo toglie il diritto di scelta ai cittadini”. Che è l’esatto contrario della realtà: ovvero è proprio il sistema proporzionale che garantisce il diritto di rappresentanza anche alle minoranze ed alle formazioni politiche “minori”, permettendo ai cittadini elettori di scegliersi con il voto di preferenza gli eletti.
Sarebbe sparare sulla Croce Rossa commentare le poche idee ma ben confuse della senatrice PD Rojc e pertanto passiamo oltre.
Secondo Michelangelo Agrusti, oramai opinionista su tutto, sostenitore del No, «il dato del Fvg mostra un riverbero della società civile: un segno di resilienza democratica non banale”. Apperò i potenti che salgono in montagna, la resistenza dei “parrucconi”.
Ci si mette pure un esponente della forza che a ragione può ascriversi il merito di questa riforma: Paolo Menis . “A contare non è la carta d'identità, ma solo la capacità di fare le cose, come ha dimostrato Stefano Patuanelli che ha risolto la vicenda Ferriera dopo 20 anni di tentativi a vuoto”. Dopo aver asciugato le lacrime per il riso spiace rilevare che fino in fondo Menis non abbia compreso una mazza sulla Ferriera: è stata la proprietà a decidere la chiusura dell’area a caldo e non ci risulta che il cavalier Arvedi lavori al Mise.
Poi arriva il Polidori “Il contesto è poi mutato, ma alla fine dei conti mi pare che la vicenda non porterà a nulla. Anzi, temo che consentirà da un lato alle segreterie di controllare gli eletti.” Avete capito bene?
Sono tre legislature che le varie leggi porcata, cassate dalla Corte Costituzionale, riservano alle segreterie dei partiti la NOMINA dei parlamentari, a propria immagine e somiglianza togliendo agli elettori la libertà di scelta, e proprio oggi che la nuova legge elettorale, che dovrà essere varata entro settanta giorni, ridarà ai cittadini il potere della rappresentanza parlamentare il tapino se ne esce con questa castronata.
Ma darsi all’ippica o all’apicoltura no?
Teodor.



Sindaco di Trieste: che fare?

» Inviato da valmaura il 22 September, 2020 alle 2:08 pm

Alcuni commentatori del mio precedente articolo si appellano in buona sostanza all'arrivo di un “salvatore”, un nome salvifico, per le prossime elezioni amministrative (si voterà per il rinnovo del Consiglio comunale, più Circoscrizioni, di Trieste e per quello di Muggia) del maggio 2021 (prima decade).
Potrei argomentare diverse cose, ovvero che in politica gli “uomini della Provvidenza” hanno sempre portato male, ma soprattutto che risulta inspiegabile di come ancora oggi i cittadini siano pronti a delegare a terzi il normale governo della comunità in cui vivono, salvo poi lamentarsene pressochè sempre.
Potrei dir loro di andare a sedersi sulle scomodissime sedie inchiodate (portarsi un cuscino per proteggere le terga) nello spazio riservato al pubblico della sala del Consiglio comunale quando esso riprenderà i lavori “in presenza” e soprattutto in sicurezza visti i sinistri scricchiolii del soffitto che ne hanno determinato lo sgombero ante Covid. Muniti ovviamente di generi di confort come fossero a casa o al cinema per godersi un film comico, e rimarranno basiti del livello e della (im)preparazione dei nove decimi dei rappresentanti politici nell'Alto Consesso, ed alla fine forse ne trarranno maggior amaro divertimento che rivedendosi un Fantozzi d'annata.
Se ne deduce dunque che qualunque cittadino dotato di normale buonsenso e di un minimo di preparazione culturale (ho scritto preparazione che non equivale a paludato titolo di studio), e di voglia sincera di risolvere i problemi e migliorare la qualità della vita nella terra dove abita, farebbe di gran lunga meglio degli attuali e di moltissimi dei passati per i banchi di Consiglio e Giunta comunali.
Anche qui, poiché si tratta di amministrare un Comune e non le Nazioni Unite, la concretezza, la competenza, il senso di equità dovrebbero prevalere su qualunque distinzione partitica che è il trucco, o l'inganno per cui si spingono i sempre meno elettori a votare dei simboli anche nelle Circoscrizioni. “E ho detto tutto” come recitava Peppino, uno dei Fratelli Capone (l'altro era Totò), nella Malafemmina.
Ora su queste nostre pagine, grazie soprattutto alle fatiche pluridecennali di Maurizio Fogar, che a mio modesto avviso sarebbe il miglior Sindaco che Trieste avrebbe da 50 anni, le inchieste, i servizi, le iniziative hanno ben delineato una carta delle emergenze che questa città si trova a dover affrontare dopo ritardi di decenni di sgoverno dei “bravi e competenti” politici di tutti i colori.
Va detto che ultimamente ne ho fatto proprio io una sintesi, mi auguro efficace, in quattro puntate su queste pagine, sintesi accompagnata da un piano concreto per risolvere i vari problemi. Piano e proposte che non nascono dall'esigenza di scrivere sui santini elettorali le solite balle nella vana speranza di raccattare quattro voti, ma dall'esperienza pluridecennale fatta dal Circolo Miani in provincia, sul territorio e che ha visto la partecipazione, unica per Trieste, di decine di migliaia di persone alle sue iniziative. Molte delle quali hanno dimostrato una capacità ed un buon senso di gran lunga superiori agli “eletti”.
Non c'è dunque bisogno di ricorrere all'Arcangelo Gabriele il prossimo maggio, ma solamente di rimboccarsi le maniche per salvare Trieste, intesa come provincia, noi che ci viviamo: la nostra salute, ed il nostro futuro. Il programma lo conosciamo bene: sta già scritto su queste pagine e soprattutto nelle nostre condizioni di vita.
Ma come sempre dipende solo esclusivamente da noi e soprattutto voi.
E Trieste Verde ha un senso solo se è espressione della nostra comunità. Altrimenti non ci interessa posizionare un simboletto in più sulla scheda elettorale, di inutili ce ne sono già tanti.
Teodor.
Post Scriptum. In questi giorni sostituisco in toto Maurizio Fogar che sta vivendo un momento personale particolarmente travagliato, aggravato se mai ce ne fosse stato bisogno, dal dolore per la perdita dell'amico Giorgio Cociani. Auguro a lui, che si inc......, si arrabbierà come un treno, ma forse gli farà bene, per quella mia opinione su di lui scritta sopra, ed egoisticamente a me, che riacquisti il prima possibile quella serenità necessaria per continuare il suo imprescindibile impegno.



Trieste, complimenti a Dipiazza.

» Inviato da valmaura il 21 September, 2020 alle 2:14 pm

Si, facciamo i complimenti anticipati di otto mesi a Dipiazza, che contro ogni previsione e con lo “stellone” appannato, vincerà a man basse il quarto mandato (triestino) e verrà rieletto Podestà.
Siamo pronti a scommetterci un caffè, di più non riusciamo. Ma da come si sono messe le cose a Trieste sta tutto già scritto.
In una città dove abbondano gli utili idioti, i negazionisti della realtà, ed i complottisti un tanto al chilo e con questa vergogna di “informazione” che ci ritroviamo sarà un miracolo se DiPì non la spunterà già al primo turno.
Sinistra ed intellighenzia? Futili quanto inutili.
Ma tranquilli avrete cinque ulteriori anni per strillare e frignare (dall’albero abbattuto all’antennone piazzato in soggiorno di casa, dal “migrante” respinto ai “buchi neri”, alla sanità a pezzi).
Ma in fin dei conti è questo che volete, e che vi meritate.
Amen.
Teodor



Centro Congressi Porto Vecchio. Qui ci vuole il Mago Otelma.

» Inviato da valmaura il 20 September, 2020 alle 3:39 pm

Avevamo espresso sommessamente i nostri dubbi sulle possibilità future di quell'enorme scatolone del nuovo Centro Congressi, augurandoci sinceramente di sbagliare anche se la presenza di alcuni potenti “iettatori” alla sua inaugurazione non era di buon auspicio.
Ora emerge che è proprio uno scatolone, di nome e di fatto, incompiuto e che servirebbe una nuova variante non in corso d'opera come le precedenti ma post opera. Tradotto necessita recuperare quasi due milioncini di nuovi euro per ultimare i lavori (!), arredare il sarcofago e dotarlo delle strumentazioni tecniche per farlo funzionare (si è giudicato infatti inelegante far parlare i relatori tramite un megafono, che fa molto folk ma è un tantino scomodo visto che lo sentono in pochissimi).
Ma Dipiazza pensa comunque di chiudere l'attuale struttura congressuale, se non altro esteticamente mooolto più gradevole, alla Stazione Marittima. Ricorda un po' il gesto della disperazione dell'allora Sindaco Illy che fatto costruire il Parcheggio di via Carli gestito da un privato e perennemente vuoto ebbe la brillante idea di imporre il divieto di sosta su entrambi i lati da Piazza Carlo Alberto fino alla PAM di via San Marco giusto per “incoraggiare” coattamente i residenti a pagarsi un posto macchina anche di notte in via Carli. Fu sommerso da migliaia di firme di protesta e dovette in fretta e furia far levare i cartelli di divieto di sosta in via Locchi e viale Campi Elisi.
Morale: il parcheggio di via Carli è rimasto desertificato o quasi.
Dunque se fossimo negli amministratori del nuovo incompiuto, ma sempre utile per un secondo taglio di nastro e passerella elettorale, Centro Congressi ogni volta che il podestà apre bocca ci toccheremmo i cabasisi (sono tutti uomini ci pare).
Certo è che chi ha progettato i lavori, e soprattutto calcolato i costi (di cui non ci preoccuperemmo se il quasi 40% non dovesse pagarli il Comune, ovvero noi, che poi per usarlo i triestini dovranno comunque pagarne il nolo: una genialata), con i numeri non deve andare molto d'accordo.
A questo punto un consiglio spassionato: si affidino al Divino Otelma utile anche per scacciare il malocchio.



Trieste Verde. Una svolta per il Comune (4).

» Inviato da valmaura il 19 September, 2020 alle 3:02 pm

Concludiamo la breve carellata dei motivi che i cittadini dovrebbero prendere in considerazione per partecipare domani, sabato 19 settembre, alle ore 11, al Circolo Miani in via Valmaura 77 a Trieste, all'incontro pubblico di fondazione di Trieste Verde.
Oltre a ricordare la contrarietà ad ogni ulteriore sventramento del nostro Carso per costruire un TAV nostrano, una balzana idea che riemerge periodicamente quanto pericolosamente, come da sempre il Circolo Miani è stato fermissimo nell'opporsi al Tav in Val di Susa.
E come va sepolta la grottesca vicenda di un Parco del Mare, inutile e dannoso sotto tutti i punti di vista.
Per farla breve ci limitiamo qui a ricordare le battaglie, i programmi e progetti, gli articoli che da anni abbiamo fatto e pubblicato sul degrado trentennale, almeno, di gran parte dei quartieri, periferici e non, di Trieste, dove per altro vive la stragrande maggioranza dei concittadini.
Combattere questo abbandono non significa rattoppare con una palata di bitume un marciapiedi, riparare un tombino o cambiare una lampadina, ma mutare, assieme ai cittadini la qualità della vita, in meglio si intende che il peggio lo stanno provando da anni, sul territorio.
Offrire abitazioni che non siano il Vallo Atlantico del Serpentone di Valmaura o le “case dei Puffi” di Borgo san Sergio ed anche su Rozzol Melara bisogna avere il coraggio di creare le premesse per un radicale cambiamento. Offrire spazi e luoghi di aggregazione, incontro e cultura, quella vera dove la gente vive e non quella paludata ed elitaria, anche di una certa intellighenzia di sinistra. Recuperare i tanti spazi ed immobili di proprietà pubblica sparsi per la città, aprirli e metterli a disposizione gratuita dei cittadini: giovani, anziani ed insomma di chi ci vive attorno spesso in abbandonata solitudine ed emarginazione.
Fornire adeguati servizi sanitari e sociali sul territorio, per prendersi realmente in carico i soggetti più deboli. Riformare totalmente le Circoscrizioni, oggi enti assolutamente inutili, riportandole alle dimensioni storiche di espressione amministrativa dei rioni, snellirle nei componenti e fornirle di tutti i poteri reali, oggi in carico agli assessorati, di gestione dei rispettivi territori e dei servizi offerti.
Su tematiche importanti come la gestione ed il funzionamento della sanità, ospedaliera e territoriale, il Comune non può e non deve limitarsi come ora a fare da semplice spettatore ai disastri ed ai malfunzionamenti che tutti conosciamo e che abbiamo provato sulla nostra pelle. Anche perchè questa Sanità sarà anche in capo alla Regione, un fallimento dietro l'altro, ma è pagata dalle tasse dei Triestini, intesi come provincia. Eppoi bisogna avere il coraggio e la lungimiranza di ripensare alla insensata e molto più costosa idea di trasferire l'Ospedale pediatrico Burlo a Cattinara, così come riportare il cuore del Pronto Soccorso e della Medicina d'Urgenza in centro città al Maggiore.
Covid o non Covid i tempi d'attesa biblici per esami e visite specialistiche devono divenire un vicino, purtroppo, ricordo, finendola di favorire la Medicina privata a scapito di quella Pubblica.
A Trieste ci sono quasi ventimila appartamenti sfitti o inutilizzati, pubblici (Ater) e privati, che da soli basterebbero a risolvere per i prossimi 50 anni, in una città per altro in costante calo demografico di duemila unità all'anno, il problema, per molti un'emergenza, casa.
Per cui una bella variante al Piano Regolatore con l'indicazione del “Mattone Zero”, ossia in un territorio così piccolo e compresso, e già fortemente compromesso, stop alle nuove cementificazioni e incentivazione dei restauri e dei recuperi edilizi ed urbanistici, ma con la effettiva condivisione delle scelte da parte dei cittadini e non come ora delle solite lobbies del mattone.
Riformare totalmente la macchina del Comune riportando in carico allo stesso la gestione diretta di tutti i servizi oggi appaltati e subappaltati a ditte o cooperative esterne, con condizioni economiche al limite della sopravvivenza per chi ci presta la mano d'opera, spesso dequalificata.
Dal verde pubblico, alle pulizie, dalla gestione di istruzione, assistenza ed impianti comunali assumerne di nuovo la gestione diretta ed interna porterebbe alla fine oltre che ad un sostanziale miglioramento qualitativo un consistente risparmio economico. Così come vanno riformati radicalmente gli attuali Servizi sociali del tutto inadeguati a fare fronte alla diffusa emergenza povertà, che deve trovare risposta prioritaria da chi governa la nostra comunità, sempre che questa parola abbia ancora un valore.
La gestione dei servizi poi, a partire dalle “scovazze”, va profondamente chiarita, innanzitutto applicando le tariffe proporzionali al reddito, con l'esenzione di quelli bassi, in una città che a fronte di notevole incuria e lacune del servizio aumenta costantemente le tasse ad esso riservate. Un controsenso se confrontato all'aumento della percentuale “differenziata” che invece ne dovrebbe produrre un naturale abbassamento.
Ed inoltre quello della manutenzione ordinaria, in una città, periferie ed altopiano, che oggi ha nelle transenne e nei tubi innocenti, arrugginiti per mancati interventi da anni, il nuovo stemma comunale.
Certo l'elenco delle cose da fare è molto più lungo, ma il tempo invece è breve e dunque bisogna metterci mano da subito, partendo proprio, e valorizzando, l'esperienza fatta da decenni sul territorio dal Circolo Miani e la conoscenza di chi questi problemi è costretto ad affrontarli quotidianamente. La differenza tra riuscire a dare risposte concrete e non promesse elettorali la verificheremo questo sabato, domani, con il tasso di partecipazione all'incontro pubblico di fondazione di Trieste Verde.
Ora dipende tutto da voi, che a trovare scuse e distinguo siamo bravi tutti.
Teodor




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