» Inviato da valmaura il 30 October, 2017 alle 1:14 pm
Illuminante, si proprio illuminante della assoluta non credibilità delle politica.
E’ di oggi l’ultimo, di una serie infinita, allarme lanciato dalle Nazioni Unite, che segue di alcuni giorni quelli della Organizzazione Mondiale della Sanità, della Comunità Europea, dei più prestigiosi consessi di scienziati e delle più serie riviste scientifiche.
Il riscaldamento del nostra pianeta Terra, a seguito principalmente delle emissioni inquinanti industriali, di cui il carbone è il principale imputato, sta raggiungendo il punto di non ritorno di cui l’innalzamento dei mari e soprattutto le profonde mutazioni climatiche sono la recente drammatica conferma: nelle Americhe, in Europa, in Italia e a Trieste.
Gli Stati firmano protocolli su protocolli, da Kioto a Parigi; il Ministero della Salute ci conferma che in Italia sono morte l’anno passato quasi 100.000 persone solo per gli alti valori delle Polveri Sottili. I telegiornali ci inondano di drammatici allarmi di sindaci e presidenti di Regione che al centro nord da oltre un mese emettono divieti a raffica per bloccare il traffico veicolare, senza contare i catastrofici incendi dovuti in primo luogo alla siccità da record.
La Regione Friuli Venezia Giulia ha deliberato di attivare una politica di “decarbonizzazione” (brutto ma efficace neologismo) del suo territorio e l’assessore regionale all’Ambiente, l’isontina Sara Vito, ingaggia una battaglia personale contro la centrale elettrica di Monfalcone (A2) che lavora proprio a carbone.
La stessa Sara Vito che ha difeso a spada tratta l’AIA rilasciata dai suoi uffici, d’accordo con l’Arpa, che dipende sempre da lei, la Provincia, che allora esisteva ancora, il Comune di Trieste, l’Azienda Sanitaria, i cui vertici sono di nomina regionale, alla proprietà della Ferriera, stabilimento che ha nel carbone l’elemento principale del suo ciclo produttivo.
Due sono le cose. O la Regione finisce sull’Isonzo e Trieste non ne fa parte, oppure l’assessore regionale è vittima di un totale strabismo politico. Ci sarebbe pure una terza ipotesi candidamente ammessa dall’allora direttore del servizio autorizzazioni della Regione, Agapito, ma su cui tutti hanno fatto orecchie da mercante (dalla politica alle istituzioni di controllo, vista anche l’immediata quanto solitaria denuncia del Circolo Miani in Procura).
Sarà una coincidenza ma quando in ottobre tutte le città del Nord Italia e della nostra Regione vivevano il blocco del traffico e le limitazioni al riscaldamento, l’unica eccezione era proprio Trieste. E sarà sempre un caso che in quel periodo la Ferriera aveva Altoforno, Agglomerato e Macchina colare spenti e la Cokeria in puro regime termico.
Come non ricordare i ponderosi studi dell’Arpa datati 2007 e 2008 in cui si comprovava che il 40% delle emissioni di Polveri Sottili nella nostra provincia erano ascrivibili in massima parte alla Ferriera coadiuvata allora dall’Italcementi.
Ma se in Regione la Sara Vito non scherza, non è che prima il Presidente Renzo Tondo ci andasse leggero. Da quel “se eletto tra una settimana torno a Trieste a chiedere ai servolani come chiudere la Ferriera”: sparava su giornali e tivù il candidato del centrodestra, salvo non mettere mai piede da queste parti per tutti i cinque anni della sua presidenza e respingere le richieste avanzate dal Circolo Miani di riaprire l’iter per la revisione dell’AIA alla Ferriera rilasciata in fretta e furia tra Natale e Capodanno 2007 dalla precedente Giunta regionale Illy-Cosolini. Così come l’allora Sindaco Dipiazza, l’amico di Tondo, rispose ugualmente NO alla richiesta di attivarsi come Comune per il ritiro dell’AIA.
E potremmo continuare con centinaia di fatti che stanno a dimostrare come la politica, brillantemente sostenuta da giornali e televisioni locali e regionali, alla fine privilegi gli affari di pochi agli interessi della comunità.
Ecco, così al prossimo stratempo o stracaldo saprete chi maledire, oltre al solito “piove, governo ladro”.
Ferriera. Dipiazza mai parlare di corda in casa dell’impiccato.
» Inviato da valmaura il 27 October, 2017 alle 1:16 pm
Intollerabile. Il sindaco sulla Ferriera dovrebbe avere il buon gusto almeno di tacere, visto che non riesce a chiedere scusa ai triestini, e muggesani, della colossale balla del “chiudo in 100 giorni”.
Oggi, 27 ottobre 2017, di giorni ne sono passati 495 esatti.
E prima di accusarci scioccamente di essere al soldo del PD leggetevi l’articolo precedente su questa pagina, insomma quello di ieri, e provate ad esercitare i neuroni celebrali.
E francamente a leggere il pezzo del piccolo giornale sulla riunione della Conferenza regionale dei Servizi che ha rilasciato l’AIA ad Arvedi, saltano i nervi.
Il Sindaco si esterna molto “incazzato” (parole sue), e sapesse noi, per poi proseguire con l’accusare Arvedi, sulla vicenda dei parchi minerali, di “prendere per i fondelli” la città. Dovrebbe invece essere soddisfatto dell’allievo: è stato un buon maestro, lui.
Poi apporta il suo fondamentale contributo ai lavori annunciando il nome dell’avvocato di cui il Comune si servirà per le future eventuali azioni legali. Si deve essere sfiancato nel trovarlo sulle Pagine Bianche tra i 611 avvocati operanti in città.
Sembra quasi che in questa commedia della vita, dove l’obbiettivo dichiarato è solo quello di guadagnare tempo, e soldi: o almeno non spenderli, Arvedi e Dipiazza recitino due parti parallele e convergenti.
La tanto strombazzata copertura dei parchi minerali non serve pressoché a nulla se l’obbiettivo è ridurre l’inquinamento. Qui Dipiazza e i suoi scudieri (tre) ambientalisti puntano tutto sul fatto che Piccolo, TeleCamberquattro e Rai regionale non facendo reale informazione sull’argomento ed oscurando Circolo Miani e Servola Respira, possano reggere il moccolo facendo credere invece che questa sia la maggiore criticità della Ferriera.
Una sciocchezza stratosferica. Dei parchi, l’unico che andrebbe coperto poiché incide sulle emissioni inquinanti è quello del Carbone Coke, che negli interstizi porosi del minerale contiene idrocarburi cancerogeni che in presenza di ventosità possono essere dispersi nell’aria. E dunque andrebbe rinchiuso in un Silos. Per gli altri, l’unico rischio, fastidioso invero, è che sotto l’effetto di un forte vento, si alzi polvere imbrattante. Lo abbiamo detto e scritto decine di volte, conoscendo, noi, la realtà delle cose e non per sentito dire. Come il fatto che gli “spolveramenti” recenti e ripetuti siano causati soprattutto dall’assenza di manutenzione e pulizia sui piazzali, le strade interne dello stabilimento e dai nastri caricatori dell’Altoforno senza pulizia e manutenzione da tempo immemorabile.
Ecco perché Dipiazza deve tacere, perché in 500 giorni meno 5 non ha mai voluto fare nulla, da Ufficiale Sanitario, per porre fine alle vere emergenze della Ferriera.
E qui ad essere “presi per i fondelli” ed “incazzati” neri sono i triestini e muggesani. Da lui e da Arvedi, che se fossimo in un Paese più serio e civile dovrebbero essere loro a cercarsi in tutta fretta un avvocato.
Appunto, se fossimo in un Paese serio.
PS. A proposito, beneamata ARPA, come vanno i controlli sui limiti produttivi della Cokeria? Che ad oggi ci sono migliaia e migliaia di tonnellate di Coke a parco. E bastano gli occhi a rivelarlo. Ce li avete?
» Inviato da valmaura il 26 October, 2017 alle 12:30 pm
Ci viene da piangere, che da ridere purtroppo per noi non c’è proprio nulla, a leggere il botta e risposta sulla stampa tra l’interrogante “insoddisfatto” Andrea Ussai (5Stelle) e l’assessore all’Ambiente della Regione, Sara Vito (PD). Il tutto appare la plastica dimostrazione che a quasi cinque anni dalla loro elezione capiscono picca o nulla della tragedia Ferriera. E questo appare francamente desolante. Resta un mistero su cosa si dichiari “insoddisfatto”, visto il tenore generico della sua interrogazione, il consigliere Ussai. Appare invece chiarissima l’ignoranza tecnica sul funzionamento degli impianti e sul ciclo produttivo della Ferriera dei due contendenti. Ignoranza ed impreparazione coltivata per anni respingendo ogni suggerimento o collaborazione pur offerta più volte da parte di chi i problemi li conosce realmente (vale per ambodue) e che fa assumere a quest’ultimo episodio il sapore della strumentalizzazione, l’ennesima, elettoralistica del dramma Ferriera. Un esempio per tutti, che dimostra chiaramente che non sanno di cosa parlano è il limite mensile delle 294 colate imposto all’altoforno per rispettare il tetto, sempre mensile, produttivo delle 34.000 tonnellate di ghisa. Che, lo abbiamo scritto fino alla noia ma evidentemente i due non ci leggono, più che un limite sembra un auspicio visto che raramente l’altoforno ha raggiunto o superato le 34.000 tonnellate di ghisa prodotte al mese. E che anzi stabilire un numero di colate fa solo aumentare il rischio concreto di inquinamento. Se una vacca, visto il titolo restiamo in tema, produce venti litri di latte al giorno, che io la munga due, quattro o dieci volte al dì, sempre 20 litri di latte mi darà, idem dicasi per il numero delle colate. E’ più chiaro così? Rimane l’unica conferma positiva del vincolo produttivo imposto alla Cokeria, che deve lavorare solo per le necessità di Coke dell’Altoforno, insomma a meno della metà del pregresso abituale, con conseguente beneficio per la nostra salute e sensibile danno economico per Arvedi. Il perché lo abbiamo scritto e riscritto e dunque non lo ripetiamo in questa sede. Sempre che, e qui son dolori, l’Arpa svolga con competenza e rigore i controlli.
Ferriera. Novità.
» Inviato da valmaura il 21 October, 2017 alle 3:18 pm
Da oltre una decina di giorni l'altoforno ha ripreso a funzionare. Con la fase di riscaldamento prima e poi con la messa in marcia. E tre notti fa ha regalato due potenti "soffiate" seguite da un terza più debole. Lo scriviamo perchè i "saggi" comitati del centrodestra, che fanno da ciceroni ai giornalisti nostrani e non, scrivono e spiegano esattamente il contrario. A posto sono. Ma a questa stampa e televisione (Rai e TeleCamberquattro) va benissimo così. Balla su balla da canticchiare sul ritornello di Onda su onda. E pertanto questi sono gli "esperti" giusti. Nel frattempo la Cokeria ha avuto un secondo arresto con la conseguente accensione delle torce (quattro) d'emergenza con rispettive fumete nere. Ovviamente nessuno ha risposto alle nostre domande sull'entità dei lavori, i costi fatturati e saldati, i tempi e la manodopera impiegata. Ma quel che è peggio nessuno ha ripreso la questione da noi posta e la palese violazione della legge in merito. Lo spieghiamo ai sempre più numerosi nostri lettori perchè se sperano di trovarne fondata notizia su stampa e tivù, e pagine social degli aspiranti ambientalisti di regime allora hanno di che sperare. D'altronde come recitava il sergente Lorusso (Diego Abatantuono) nel premiato con l'Oscar film Mediterraneo: "chi vive sperando muore cagando". Ed ora a noi. Incontriamoci due. Proseguono le nostre iniziative sul territorio. In particolare su quella parte della nostra provincia compresa tra Campi Elisi-San Vito e Muggia, fermo restando che tutte le persone interessate possono liberamente partecipare in qualunque parte della città risiedano. Lunedì 23 ottobre, alle ore 17, ci troviamo nella sede del Circolo Miani, a Trieste in via Valmaura 77 (nono piano con vista spettrale sulla ferriera). Non aspettatevi notizia alcuna di questo incontro su stampa e televisioni, eccetto TeleAntenna, pertanto conservate nella vostra memoria questo Post. Ad aprire la riunione sarà la consigliera di NO FERRIERA Si Trieste, eletta nella Settima Circoscrizione, Aurora Marconi che illustrerà le importanti iniziative, le più significative di tutto il Comune, realizzate su sua iniziativa nel primo anno abbondante del suo mandato. Una parte significativa del suo intervento sarà dedicata alla situazione dei quartieri di Valmaura, Monte San Pantalone e San Sabba. Chi ha idee, suggerimenti o iniziative da proporre per vivere meglio nei nostri quartieri, non ha che da venire e proporle.
Ferriera e Procura.
» Inviato da valmaura il 19 October, 2017 alle 1:19 pm
In omaggio agli sciacalli dell’informazione ripubblichiamo paro paro.
Ferriera. La “bomba” di Lorenzo Battista e il "petardo" del Circolo Miani. Questo articolo è stato scritto alcuni mesi prima dell’interrogazione del senatore Battista (lodevole iniziativa). Poi in ottobre 2015, contrariamente che a Cremona, qui tutti tacevano e fingevano di non vedere (stampa e Tivù locali in primis) abbiamo presentato una formale segnalazione al Comune, alla Regione, ed un esposto denuncia alla Procura, allegando documentazione fotografica, che alcuni mesi dopo ci ha convocati per indagini a conferma della nostra denuncia (da allora non ne sappiamo più nulla). Nella denuncia chiedevamo anche alla Procura di valutare se il mancato intervento di Comune e Regione prefigurasse alcune ipotesi di reato. Ovviamente abbiamo inviato allora il tutto ripetutamente alla stampa ed alle televisioni regionali, e salvo TeleAntenna, tutti hanno CENSURATO!. Brutta cosa che non aiuta, omettere la verità dei fatti.
La legge è uguale per tutti? A Trieste pare proprio di no: la Ferriera e noi. Se uno di noi costruisse così a caso, nel giardino di casa sua un garage, oppure altra opera in muratura, o una veranda sul poggiolo, senza aver espletato tutte le richieste di rito alla pubblica amministrazione ed atteso, pazientemente ed anche troppo, di ricevere licenze e permessi, cosa sarebbe accaduto? Risposta facilissima. La pronta visita della Polizia municipale, il sequestro del manufatto, una sanzione amministrativa salatissima, e questo se gli andava bene. Quando non la demolizione e la denuncia alla Procura. Ora da mesi Arvedi e la proprietà della Ferriera, che poi sono la stessa cosa, non perdono occasione di lamentarsi sulla stampa per la lentezza burocratica delle pubbliche amministrazioni che non fa avere loro licenze e permessi per costruire il capannone dove dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, trovare pace il famoso laminatoio non proprio nuovo di zecca, o almeno così sembra. Ed anzi attribuisce a queste, cioè alla politica, la colpa per i ritardi nella reindustrializzazione della Ferriera. Ora, come risulta dalla foto allegata, il capannone era in realtà in costruzione già da mesi, anche da prima che la proprietà della Ferriera si lamentasse pubblicamente per il ritardo, ed ora è praticamente finito. Ingrandendo vedrete degli omini in rosso al lavoro sul tetto oramai ultimato. Dunque, posto che Arvedi ha ragioni da vendere quando accusa i ritardi della burocrazia italica, non diversamente però da quelli che ogni normale cittadino è costretto a subire in analoga situazione (vedi gli esempi di cui sopra), questo non lo autorizza a comportarsi appunto diversamente da quanto DEVONO fare gli altri italiani. Ovvero pazientare ed attendere l’arrivo delle regolari autorizzazioni PRIMA di iniziare i lavori e piantare il primo chiodo. Che succede ora? Siamo gli unici ad aver visto un tanto oppure gli altri si beccavano pure le critiche e si giravano dall’altra parte? Inoltre ci è stato riferito che la proprietà Arvedi è usa a ricorrere a questi sistemi e lo avrebbe fatto anche a Cremona (primavera 2015, Comune di Sesto Cremonese) dove sarebbe incorsa in un procedimento sanzionatario estinto con una onerosa sanatoria. Noi tanto per non sbagliare abbiamo inoltrato alle autorità (il minuscolo in questo caso ci pare proprio obbligatorio) la segnalazione/esposto qui sotto riportata. Al Sindaco Roberto Cosolini Comune di Trieste Alla Presidente della Regione FVG Debora Serracchiani Commissario straordinario per il sito della Ferriera Alla Procura della Repubblica Tribunale di Trieste Si invia la presente comunicazione/esposto, per segnalare che da alcuni mesi è in corso di costruzione all’interno dello stabilimento Ferriera di Servola, e più precisamente tra il capannone dell’ex acciaieria e la costa, un imponente edificio, oramai quasi completato come si evince dalla foto (allegato 1), che dovrebbe ospitare l’impianto di laminazione. Poiché nei mesi scorsi più volte in pubbliche dichiarazioni apparse sulla stampa locale la proprietà dello stabilimento e lo stesso cavalier Arvedi si erano lamentati dei ritardi a cui i lavori per la messa in opera del laminatoio erano soggetti a causa delle lentezze burocratiche pubbliche e del mancato rilascio di permessi ed autorizzazioni per la costruzione del capannone destinato ad ospitare l’impianto. E poiché nel frattempo risulta chiaramente che i lavori per la costruzione continuavano ed oggi sono pressoché ultimati, come segnala pure una interrogazione parlamentare presentata dal senatore Battista (allegato 2). Si chiede se le autorità responsabili, ed immaginiamo preposte al rilascio delle licenze e delle autorizzazioni inerenti: Comune di Trieste, Regione FVG nella persona del Commissario per il sito della Ferriera, e la stessa Procura per le eventuali violazioni di legge che dovessero prefigurarsi, siano al corrente che tale edificio è pressoché ultimato, e se le stesse abbiano nel frattempo provveduto a rilasciare dette licenze ed autorizzazioni. Si chiede di essere informati sull’eventuale sviluppo della segnalazione/esposto in essere. Distinti saluti. Trieste, 21 ottobre 2015. Maurizio Fogar Circolo Miani Via Valmaura 77 34148 Trieste info@circolomiani.it