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Circolo Miani » News Correnti » Page 280 O ce lo siamo dimenticato? RIGASSIFICATORE. Promemoria per Scoccimarro e Centrodestra. » Inviato da valmaura il 3 August, 2018 alle 9:51 am Ma anche Centrosinistra non scherza (i 5Stelle non esistevano). Sul piccolo giornale grande gioia nei commenti di Scoccimarro e Serracchiani, per la scomparsa definitiva del via libera governativo al progetto del Gasdotto che doveva servire il defunto Rigassificatore di Trieste. Memoria labile e li possiamo capire, visto che il “quarto potere” (stampa e televisioni) in Regione non esiste: in questo caso sono “anni da pecora”. Ora una piccola distinzione per onestà va fatta. La Debora si era opposta, nei cinque suoi anni di presidenza regionale, al/i progetto/i del/i Rigassificatore/i in Regione. E si perché i promotori politici (Illy e Dipiazza) tifavano per due impianti: uno a Zaule ad uno sputo dal porto petroli, e l’altro nel Golfo. Ma il Centrosinistra con Illy presidente di Regione ci entrava tutto allora, a partire dal fido assessore Cosolini. Anzi avevano annunciato con tanto di foto ricordo e calici in mano che la finanziaria regionale Friulia sarebbe entrata nel capitale sociale. Come vedete memoria azzerata per i nostri leoni, o lenoni fate voi, del giornalismo locale. Poi per il Centrodestra morto politicamente un presidente e fattone un altro, il sommo Tondo riprese e rilanciò l’appoggio regionale al progetto Rigassificatore and company. Dove per company si intendeva un mostruoso serpente aggirantesi per le nostre terre sotto forma di Gasdotto. L’ultimo a crederci, come Chingachgook: l’ultimo dei Mohicani, contro ogni logica ed evidenza (voleva dire accoppare i traffici portuali di Trieste) fu l’allora bi-Sindaco Dipiazza con la sua maggioranza di Centrodestra in Comune e l’amico Tondo in Regione. Pertanto loro non hanno titolo alcuno per esultare ed accreditarsi meriti, che se esistesse la memoria ed un giornalismo men che decente, la gente li prenderebbe a sonore pernacchie. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521.1073741826.1497907667146863/2251110248493264/?type=3&theater FERRIERA. Guida pratica. Vero o falso? » Inviato da valmaura il 2 August, 2018 alle 10:18 am L’inquinamento e l’imbrattamento in uscita dalla Ferriera riguarda solo Servola? Niente di più falso. Le emissioni di polveri sottili, gas e fumi investono tutta l’area della nostra provincia (da Muggia a Roiano), Capodistria ed in condizioni di particolare ventosità raggiungono Monfalcone e Grado (ricerca ARPA luglio 2008) I parchi minerali vanno coperti perche inquinano? Falso. Ovvero per due terzi. L’unico parco inquinante è quello del Coke, frutto della distillazione del fossile. Se la diffida regionale del giugno 2017 fosse stata fatta rispettare il problema non esisterebbe. E la quantità rimanente andrebbe semplicemente stivata nei silos che già ci sono. Ma gli episodi di “spolveramento” verificatisi nell’ultimo anno si risolverebbero coprendo i parchi? Falso. La polvere, e qui si parla di imbrattamento non inquinamento, salvo per il Coke, sollevata dai “neverini” proveniva non dai parchi minerali ma dalla mancata pulizia di strade, piazzali interni e soprattutto dai nastri trasportatori. Un regolare e corretto sistema di irrorazione dei parchi (filmatura) e una sistematica pulizia e manutenzione delle aree all’aperto eliminerebbero ogni rischio di ripetizione di simili episodi. Quando questo avviene (pulizia e manutenzione) anche in giornate con Bora a 120 dai parchi non si alza un grammo di polvere. La chiusura dell’area a caldo passa attraverso la copertura dei parchi? Falso. E’ esattamente il contrario. I parchi minerali esistono proprio in funzione del proseguimento della produzione di Ghisa e Coke. Ma l’inquinamento acustico dipende dal ciclo produttivo? Falso. Esso è causato, nelle forme più forti (rombo sordo e vibrazioni), dal “nuovo” filtro ed abbattitore messo alla Cokeria, che per altro a ben poco è servito. Basta fermarlo e vibrazioni e rumore spariscono all’istante. E l’inquinamento del suolo (terreni e acque di falda e conseguentemente mare) dipende da Arvedi? Falso. Niente di più. La situazione è stata annualmente monitorata dal Ministero dell’Ambiente dal lontano 2003 e resa pubblicamente nota a "chi di dovere" attraverso i verbali annuali delle Conferenze dei Servizi (2003-2010). Perché nessuno ha fatto nulla? Lucchini-Severstal: proprietà Ferriera, Arpa, Regione, Comune, Capitaneria di Porto, ASS, Procura e stampa? Eppure come il Circolo Miani ricevevano ogni anno copia dei verbali ministeriali. Ma i lavori fatti dalla nuova proprietà sono serviti a qualcosa? Vero e no. Alcuni si, e fatti proprio dietro costante sollecitazione di Circolo Miani e Servola Respira (Bocca e Crogiuolo Altoforno) ed altri no (Piano di colata, Torre di spegnimento, ed impianto di Agglomerazione, solo per citarne alcuni). Ora una domanda la facciamo noi. In questi venti anni di tragenda dove erano e cosa hanno fatto i “chi di dovere”? A voi la risposta. Oltre a mettere il vostro "MI pIace" a questa Pagina. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521.1073741826.1497907667146863/2249906551946967/?type=3&theater Sono peggio i giornalisti dei politici! » Inviato da valmaura il 31 July, 2018 alle 10:33 am "Futuro low carbon: l'Italia riparte dalle tecnologie pulite" Repubblica 29/07/2018 “È il grande obiettivo che sta impegnando potenze di tutto il mondo nel ripensare il modo di produrre energia. Ridimensionando l’uso di combustibili di origine fossile e le emissioni di CO2, secondo quanto fissato dal protocollo di Kyoto e dai successivi accordi di Parigi (Cop 21). La transizione energetica globale verso un futuro low carbon supportata dallo sviluppo di energie rinnovabili è un processo ormai avviato e irreversibile.” Sotto nella realtà. Ilva e Ferriera. Trovate la differenza. Alla faccia del "low carbon". https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/pcb.2247478245523131/2247477422189880/?type=3&theater https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/pcb.2247478245523131/2247477625523193/?type=3&theater Parco del Mare? Un cimitero! Acquari al cianuro, da National Geographic » Inviato da valmaura il 30 July, 2018 alle 10:09 am Per catturare pesci tropicali da esportare in occidente, in Sri Lanka, Filippine e Indonesia si continua a usare il cianuro di sodio. Un metodo crudele (vengono uccisi nove pesci su dieci) e dannoso per le barriere coralline. Da dove arrivano i pesci tropicali degli acquari marini? Sono prelevati quasi esclusivamente dalle barriere del Sudest Asiatico, alle Figi, in Kenya, alle Hawaii. Nel frattempo continuano i tentativi per riprodurre le specie più popolari in cattività, ma nessuno ha ancora trovato il modo giusto. Sono circa 1.800 le specie di pesci d’acqua salata in commercio per gli acquari e gli allevatori sono riusciti a farne riprodurre poche, tra le quali vari tipi di pesce pagliaccio e gobidi. Quali sono le conseguenze del cianuro di sodio sui pesci? Rene Umberger, direttore di For the Fishes, cita uno studio sull’esposizione al cianuro di sodio. Non è decisamente un’esperienza positiva: dopo essere stati spruzzati, i pesci soffrono “come se stessero soffocando, perdono l’equilibrio e si ferma ogni tipo di attività respiratoria”. Alcuni muoiono per l’eccessiva esposizione. Molti faranno la stessa fine, ma durante il trasporto. Altri ancora resistono fino a quando arrivano nell’acquario di un proprietario del tutto ignaro, e muoiono là. “Per chi commercia in questi pesci la strategia è venderli il più rapidamente possibile, così da passare il rischio al compratore successivo”. E per il resto dell’ambiente marino? Quando il cianuro di sodio non uccide un pesce, compromette temporaneamente la sua capacità di nuotare e respirare. Ma l'impatto ricade anche sulla barriera corallina: per ogni pesce catturato va distrutto quasi un metro quadrato di coralli, dice il biologo Sam Mamauag dell’International Marinelife Alliance, un'associazione filippina. Anche in piccole dosi questa sostanza chimica può causare lo sbiancamento dei coralli e comprometterne la biologia. A volte finisce per ucciderli. Una volta morto il corallo, collassa l’intero ecosistema. Senza coralli i pesci di barriera, i crostacei, le piante e altri animali non trovano più da mangiare, perdono i potenziali rifugi e le zone per la riproduzione. L’effetto si propaga attraverso la catena alimentare e colpisce migliaia di specie, compresa la nostra. Gli habitat di barriera garantiscono il cibo di decine di milioni di persone, oltre a dare da vivere a molte altre attraverso la pesca commerciale e il turismo. Abbiamo capito che un pesce non è un cane né un gatto, ma diventare clienti di questa mattanza … Ecco ancora questo mancava a Trieste. Nella foto. Uno dei tanti sistemi della “pesca al cianuro”, un altro è irrorare i branchi e raccogliere i superstiti. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521.1073741826.1497907667146863/2246171402320482/?type=3&theater Il Parco del Mare “Tiramolla”. » Inviato da valmaura il 29 July, 2018 alle 11:25 am Ha perfettamente ragione il Comitato La Lanterna. Come da anni rileviamo e scriviamo questa idea fissa del Presidente della Camera di Commercio, che dà la misura della classe dirigente che Trieste si ritrova, senza un pubblico piano finanziario, basato su ipotesi di sostenibilità economica approssimative, continua a tener banco tra una classe politica altrettanto incapace. Ripubblichiamo un nostro articolo apparso poco tempo orsono. Visto che è estate anche per noi. Trieste Parco del Mare? Parco demente! Ma è mai possibile che la città deve ad anni alterni misurarsi con questo Parco del Mare itinerante, con tutti i protagonisti dello sfiancante dibattito che invece di mandare a farsi benedire il promotore, sempiterno aculturato presidente della Camera di Commercio, gli tengono bordone ad offesa dell’intelligenza dei triestini. L’idea infelice di piazzare un mega Parco a Trieste, non bastavano il simpatico Aquario e quello virtuale di recente costruzione alle Scuderie del Castello di Miramare, WWF docet, vaga da quasi due decenni per Trieste. Dalla primigenia idea del terrapieno di Barcola, passando per la ex Piscina con annesso rudere del magazzino Vini, per poi ancora nell’area del Mercato Ortofrutticolo, con una veloce capatina all’interno del Porto Vecchio, per poi approdare in Sacchetta nell’area della Lanterna, dopo “el Pedocin”. A poco serve ricordare che il grande Aquario di Genova, inaugurato in occasione delle Colombiadi e con quel popò di collocazione geografica, passa praticamente da un quasi fallimento all’altro. Ma non c’è peggior sordo di chi vuol fare gli affari soprattutto propri, con l’aggravante di farli sulle inutili sofferenze degli animali, in questo caso marini. L’area in questione invece dovrebbe basarsi, per la sua riqualificazione, su quattro punti fermi ed il loro contorno. La vecchia Lanterna, la piscina terapeutica marina, il bagno, oramai noto in tutto il mondo, del “Pedocin”, la vecchia asburgicamente bella stazione dei treni con il pregevolissimo Museo ferroviario e non solo, ora finalmente in fase di restauro. Sempre nell’area ci sono poi il Bagno Ausonia e, tuttora, il Mercato Ortofrutticolo, che frutta e verdura di stagione non stonano mai per simpatia e salubrità, ed infine, ma non ultimo, il Museo del Mare. A questo si aggiunge il naturale prolungamento della “Marina” triestina. Ecco rigenerare questa area a beneficio di triestini e turisti, senza stravolgerne la centenaria urbanizzazione, in orizzontale, partendo da un percorso già tracciato e naturalmente indicato dalle presenze sopracitate non dovrebbe essere così difficile. Basterebbe valorizzare ed ampliare l’esistente. Ma la semplicità, il buongusto ed il buonsenso non pare alberghino da queste parti. Un vero peccato che il neopresidente della Regione si sia lasciato trascinare a fare da “testimonial” di una iniziativa che più che alla conservazione della specie, marina, mira alla conservazione dell’intreccio tra affari e politica. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521.1073741826.1497907667146863/2244962669108022/?type=3&theater |
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