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Trieste Verde. A cosa diciamo no!
Dicemmo no alla progettata Centrale a Carbone nel Vallone di Muggia, battaglia vinta..
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Circolo Miani » News Correnti » Page 144

Morire da solo in Ospedale, come è possibile?

» Inviato da valmaura il 5 March, 2021 alle 1:57 pm

Lo hanno trattenuto in “osservazione” al Pronto Soccorso di Cattinara, parcheggiato su di una barella, l'uomo di 61 anni trovato poi dopo ore morto, in completa solitudine.
Non ci interessa se era in stato di alterazione, perchè pare fosse ubriaco, anzi questa semmai è una aggravante per chi lo aveva “preso in carico”.
Non importa se la persona avesse rifiutato di sottoporsi al prelievo del sangue, ma quando si sapeva, e si sapeva, che era stato raccolto da terra in strada qualche esame essenziale per accertare il suo stato fisico andava fatto, volente o nolente lui.
Questo non può essere archiviato come “tragica fatalità” come si legge in giro, altrimenti si cambi perlomeno il nome del reparto “osservazione temporanea” che appare come una tragica farsa.
Le responsabilità appaiono gravi, e non solo per gli eventuali operatori, ma per una dirigenza ASUGI che stabilisce questi protocolli, nemmeno negli ospedali da campo in zona di guerra accadono fatti simili.
E siamo nella “mitteleuropea” Trieste, nella politica dei manifestoni elettorali che promettono futuri “sostenibili” e sviluppi “green”.
Ma vergognatevi almeno!
E tra due sabati parleremo proprio di malasanità e delle proposte, concrete, di Trieste Verde per dare alla città una struttura sanitaria, ospedaliera e territoriale, degna di un paese civile.



Vi racconto una storia. Pronto Gretta? Con chi parlo io?

» Inviato da valmaura il 4 March, 2021 alle 11:58 am

Qualche annetto fa mi fermai a fare benzina in un distributore posto sulle Rive, quasi di fronte alla vecchia Pescheria, che chiamarla Salone degli Incanti fa ridere non poco, da piangere invece i tempi di ristrutturazione: il doppio, e non scherziamo, di quelli che gli Egizi avevano impiegato per costruire la Piramide di Cheope.
Spento ovviamente il motore, fatto il rifornimento, giravo la chiave di accensione inutilmente più volte e la vettura non ripartiva, tutto l’impianto elettrico del Mercedes fuoristrada era bloccato, con gli indicatori impazziti.
Mi soccorrevano i due benzinai nello spiegarmi che non era un guasto della mia auto ma il sistematico blocco messo in essere dalle emissioni della nuova potente antenna di telefonia mobile piazzata da poco sul palazzo accanto. E detto questo spinsero a mano le tre tonnellate di macchina per una ventina di metri sulle Rive finchè impianto elettrico e motore ripartirono.
Prima però mi raccontarono che oltre a spingere le autovetture dei clienti una volta avevano dovuto chiamare d’urgenza un’ambulanza perché le emissioni del ripetitore aveva mandato in tilt il pace-maker di un cliente con conseguente crisi cardiaca dello sventurato.
E stiamo parlando di impianti 3/4G, quelli “innocui”. Quelli “testati” da quella testina di Arpafvg.
A Gretta per esempio nell’arco di una cinquantina di metri attorno alla Farmacia e di fronte alla grande scuola primaria ci sono due belle antennone, costruite o potenziate da pochissimo, in mezzo ad un quartierone Ater, anzi sui tetti.
Pronto Gretta? Con chi parlo io?
Per questo ci vediamo , sabato prossimo 6 marzo, alle ore 11, presso la sede (g.c.) del Circolo Miani a Trieste in via Valmaura 77, in un incontro pubblico di Trieste Verde, che si terrà all'aperto nel rispetto delle misure antiCovid-19.



Allarme alberi.

» Inviato da valmaura il 4 March, 2021 alle 11:56 am

Sta riprendendo con inusitata foga la campagna di tagli, abbattimenti e potature extrastrong da parte delle ditte e cooperative incaricate dal Comune.
Anche i privati non scherzano e molti amministratori condominiali ignorando, o approfittando della non conoscenza del pronunciamento della Corte di Cassazione che ha sentenziato come basti la contrarietà anche di un solo condomino a non permettere l’abbattimento di alberi e piantumazioni nell’area di comproprietà perché queste rappresentano un bene di tutti e nessuno ne può venire menomato o privato anche da decisioni assembleari condominiali, segano a più non posso.
Come sempre da anni ci pervengono foto e segnalazioni sulla mattanza in corso ed anzi cogliamo l’occasione di invitare i nostri lettori a non farci mancare notizie che purtroppo in queste ultime settimane si sono intensificate.
Sembra quasi il canto del cigno, nero, di una amministrazione comunale, che, del pari della precedente va detto, ha provocato danni e degradi inenarrabili nel verde pubblico e chiuso gli occhi su quanto avveniva nel privato.
Fermiamoli con Trieste Verde!
 
 



Trieste Verde. Antenne e Ripetitori, mettiamoci le mani.

» Inviato da valmaura il 3 March, 2021 alle 2:04 pm

Premesso che noi non soffriamo di dietrologie e retropensieri, che usiamo il cellulare anche se solo per la sua funzione primaria: ricevere e fare telefonate. Che non siamo assolutamente ostili a progresso ed innovazione scientifica, pretendiamo però una cosa sola e di buon senso: che qualunque nuova tecnologia venga immessa sul mercato, perchè è soprattutto di questo che si tratta, in qualunque campo sia, garantisca per il presente ed il futuro (molte volte gli effetti nocivi emergono a distanza di anni) la più assoluta ed inconfutabile, scientificamente parlando, innocuità e sicurezza per le persone e per l'ambiente.
Dunque semplice e chiaro e mi auguro condivisibile da tutti, meno i pochissimi che hanno la vocazione da cavia. Il mondo in fin dei conti è bello perchè vario, anche se nessuno può permettersi, neppure dietro lauto compenso, di mettere a repentaglio salute e vita della comunità, della sua è appunto affar suo.
Pertanto abbiamo da subito aderito all'invito che da molte parti si è levato, parte del mondo scientifico e quasi sempre la più autorevole, la stessa Comunità Europea e via via fino ad arrivare ad oltre 600 enti locali italiani, ad adottare nei confronti della nuova tecnologia 5G il criterio della “massima precauzione” proprio in assenza di risposte scientifiche e mediche certe ed imparziali, come raccomandato dalla stessa UE.
E di conseguenza abbiamo, attraverso un autorevole studio legale, NOI e solo noi, inoltrato al sindaco di Trieste, e per ben due volte, la documentata richiesta di emettere una ordinanza o delibera di moratoria all'installo di tecnologie atte a diffondere il segnale 5G nel territorio comunale, sul modello di quanto fatto in Regione da diversi sindaci a partire da quelli di Udine e Sacile.
More solito, e come ha sempre fatto su altre questioni: vedi Ferriera, il sindaco ha buttato la palla in tribuna, ben guardandosi da prendersi quelle responsabilità che le leggi, e dal 1934 a seguire, gli assegnano in qualità di Ufficiale Sanitario di Trieste.
Abbiamo altresì suggerito e richiesto, anche qui del tutto inutilmente, che l'amministrazione comunale varasse in tempi rapidi, coinvolgendo pure le aziende che operano nel settore della telefonia, un Piano Regolatore per antenne e ripetitori, come avvenuto in passato, dopo lungaggini estenuanti va detto: come ben sanno ed hanno patito i residenti di Conconello qui e di Chiampore a Muggia, per Radio e Televisioni.
Al fine di evitare il posizionamento di antenne e ripetitori di telefonia mobile di vecchio conio (3-4G) in prossimità di strutture sanitarie ed assistenziali, scolastiche di ogni ordine e grado, ricreative ed associative, ed infine in mezzo a zone densamente abitate. E di chiedere, anche alla luce delle prime due sentenze del Tribunale di Torino, non di Samarcanda, confermate recentemente in appello, per l'installo di nuovi impianti la sottoscrizione liberatoria da parte delle aziende richiedenti per la quale si assumevano in solido, per il presente ed il futuro, la responsabilità civile e penale per gli eventuali danni arrecati alla salute di persone ed ambiente. Insomma un banale attestato di garanzia come oggi si accompagna all'acquisto di qualunque prodotto o all'esecuzione di ogni lavoro.
Anche perchè la incredibile ARPA FVG ha scritto nero su bianco che in questa prima fase per la diffusione del segnale 5G le aziende, che sono sempre le stesse, si avvarranno degli impianti già in essere ed installati per il 3-4G.
Ovviamente è stato come fare pipì contro vento. Dal Comune di Trieste solo silenzi.
E ciò è assai preoccupante anche per l'aumentare in città dei casi di persone, giovanissime ed adulte, ammalate di elettrosensibilità (una patologia fortemente invalidante che distrugge la qualità della vita), e non parliamo poi dei portatori di pace-maker cardiaci e consimili.
A tutto ciò è corrisposto pure un silenzio assordante, qui ci azzecca in pieno, di tutte le forze politiche vecchie, seminuove e nuovissime presenti o candidate in Comune e della solita pletora di sigle più o meno ambientaliste locali da sempre al traino di questa politica.
Per questo ne discutiamo e presentiamo all'opinione pubblica il piano operativo di Trieste Verde per il Comune in questo campo, sabato prossimo 6 marzo, alle ore 11, presso la sede (g.c.) del Circolo Miani a Trieste in via Valmaura 77, in un incontro pubblico aperto a tutti coloro che vogliono appunto “metterci le mani” e non continuare solo a lamentarsi ed imprecare per i prossimi anni. L'incontro si terrà all'aperto nel rispetto delle misure antiCovid-19.
Trieste Verde



Lavori pubblici a Trieste.

» Inviato da valmaura il 2 March, 2021 alle 12:05 pm

Al di là delle boutade propagandistiche su iniziative ferme da anni e annorum e ripescate ad ogni campagna elettorale: casi esemplari ma non unici sono il trasferimento dei mercati ittico ed ortofrutticolo, che se avessero le ruote avrebbero già fatto nel frattempo il giro del mondo, la ex caserma della Polstrada a Roiano, il nuovo ed incompiuto Meccanografico, e la lista potrebbe non finire mai anche su cessioni ai privati rimaste ferme per anni (l’area della Maddalena e quella della Fiera tanto per fare due esempi) fino al sempiterno rifacimento della Galleria di Montebello ed ora all’Ovovia.
Sono i “tempi” dei lavori, e le procedure, studi compresi, che fanno della nostra città un unicum.
Dal Tram di Opicina, dove il Comune ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare, al recentissimo, ridicolo, caso dei lavori in Canale Ponterosso, alla riapertura del sottopasso, appena rifatto, di piazza Libertà, ora pure alla ciofeca principe del Parco del Mare, ai restauri delle Piscine, ai cantierini aperti in mezza città sulle strade e poi abbandonati, ai giardini sempre inquinati e disastrati.
Tempi biblici, inutilmente lunghissimi anche per interventi di pochissimo conto, e scarso controllo, anche nella formulazione delle gare (il fine lavori di cantiere è spesso inosservato o trascurato).
Poi ci sono gli interventi inutili per cui però si è spesa una barcata di soldi pubblici. Dunque utili per chi i soldi li incassa.
Il più clamoroso è il rifacimento della viabilità di piazza Libertà (5 milioni), con il preventivato spostamento di un’ottantina di metri della statua di “Sissi”, costo previsto quasi 600.000 euro. Per non parlare poi del “Vate”: statua e mostra fallimentare compresi.
Ma ci permettiamo di aggiungere anche il “Ponte Curto” o il progettato trasferimento del Burlo Garofalo.
Poi ci sono i traslochi anche qui costosissimi, come il Museo del Mare ed altri istituzioni culturali e museali in Porto Vecchio. Di cui molto spesso non si sentiva bisogno alcuno e che porteranno all’abbandono di edifici storici ora in perfetto stato.
Tutti questi interventi, alcuni senza utilità pratica, sono costati e costeranno decine di milioni di euro a fronte magari di altre emergenze più contingenti, e qui non occorre lavorare troppo di fantasia (dalla Sanità alla povertà).
Qui a Trieste si segue da anni una linea preoccupante e non poco: quella di spogliare le amministrazioni pubbliche della cura e responsabilità diretta di molti servizi e mansioni, oltre che di beni, per cederli, appaltarli a privati: cooperative, ditte e società, con una esplosione del lavoro precario e sottopagato, oltre che spesso dequalificato.
Poi questo sistema permette di far girare i “piccioli”, ovvero trasformare il denaro pubblico in privato, e più soldi girano più qualcosa ritorna, magari sotto forme diverse da quelle che abbiamo conosciuto ai tempi di “Mani Pulite”. Soprattutto benefit, regalie e finanziamenti per le campagne elettorali.
Il quadro che ne esce è complessivamente disastroso per la nostra città.
Pertanto la risposta credibile è una sola, scusate la presunzione: Trieste Verde.




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