» Inviato da valmaura il 5 April, 2020 alle 12:34 pm
La richiesta formale presentata al Comune da parte di un noto Studio Legale per conto del Circolo Miani. Leggetela qui perché non ne troverete notizia alcuna su stampa e televisioni. Notoriamente non abbiamo “santi in Paradiso” né vicinanze partitiche di alcun tipo, e pertanto per costoro, ed i loro Ascari di complemento noi non esistiamo. Molto meglio così: i nostri unici editori e i nostri “datori di lavoro” sono i cittadini.
Trieste, 2 aprile 2020 Gentile Assessore LUISA POLLI marina.gorella@comune.trieste.it Egregio Sindaco ROBERTO DIPIAZZA comune.trieste@certgov.fvg.it e p.c. Gentile Assessore ELISA LODI elisa.lodi@comune.trieste.it
OGGETTO: INSTALLAZIONE ANTENNE 5G – RICHIESTA URGENTE DI MORATORIA
Gentile Assessore, Egregio Sindaco, scrivo come legale della Associazione Circolo Miani, il cui rappresentante legale sig. Maurizio Fogar a tutti gli effetti sottoscrive la presente, per rappresentare quanto segue. L'Associazione Circolo Miani è attivamente impegnata da diversi anni in ambito cittadino sui temi che riguardano la salute collettiva. In rappresentanza della stessa ho potuto recentemente incontrare l'Assessore Elisa Lodi, il dott. Panepinto e l'arch. Andrea de Walderstein per un confronto sui recenti abbattimenti di alberi eseguiti in città. In quella occasione ho potuto scambiare alcune impressioni relativamente alla installazione di antenne 5G sul territorio di Trieste e ho chiesto di poter avere un incontro su questo tema con i referenti del Comune. L'emergenza Coronavirus ci ha costretto a rinviare il tutto, ma alla luce di recenti accadimenti l'Associazione che rappresento ritiene indispensabile esprimere le seguenti riflessioni.
La tecnologia 5G, o cd. “internet delle cose”, prevede l'installazione di un numero abnorme di antenne (si parla addirittura di 800 per km quadrato) alle quali saranno connessi milioni di device (dai cellulari a tutti gli elettrodomestici casalinghi), creando una rete di onde millimetriche alle quali la popolazione sarà esposta 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Tali onde utilizzano frequenze estremamente più elevate di quelle attualmente in uso, per le quali mancano del tutto dati sperimentali che ne confermino l'innocuità. Al contrario, vi sono numerosi studi che, invece, denunciano la pericolosità di questa nuova tecnologia. Mi riferisco, tra gli altri: 1. Alla CASSIFICAZIONE DEL 31/05/2011 DELLO IARC come possibili cancerogeni delle reti wireless, accusati di poter determinare un aumento di tumori maligni al cervello https://itis.swiss/assets/Downloads/Press-Media/IARC102.pdf ;
2. agli esiti dello studio condotto dal Comitato Scientifico sulla Salute della Commissione Europea del 2018 che così conclude: ...” l'espansione della banda larga con radiazioni a radiofrequenza a lunghezza d'onda più breve evidenzia la preoccupazione che i problemi di salute e sicurezza rimangano sconosciuti. Le polemiche continuano in merito ai danni causati dalle attuali tecnologie wireless 2G, 3G e 4G. Le tecnologie 5G sono molto meno studiate per gli effetti sull'uomo o sull'ambiente ”(Russell, 2018); Le reti 5G saranno presto implementate per gli utenti di telefoni cellulari e dispositivi intelligenti. Il modo in cui l'esposizione ai campi elettromagnetici potrebbe influire sull'uomo rimane un'area controversa e gli studi non hanno fornito prove chiare dell'impatto su mammiferi, uccelli o insetti. La mancanza di prove chiare per informare lo sviluppo delle linee guida sull'esposizione alla tecnologia 5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche indesiderate.”.....(Si veda doc. allegato, pag. 14 di questo atto)
3. allo studio condotto dall'Istituto Ramazzini di Bologna, eccellenza nel campo della ricerca oncologica italiana, che ha evidenziato un aumento statisticamente significativo di alcuni tumori maligni a seguito di esposizione a radiofrequenze (qui lo studio: https://www.ramazzini.org/…/ripetitori-telefonia-mobile-li…/ )
4. alla inattendibilità degli studi che, al contrario, minimizzano il pericolo. Si veda ad esempio quanto sostenuto dallo scienziato Darius Leszczynski, Membro del Gruppo dello IARC che ha lavorato sul tema delle radiofrequenze e massimo esperto a livello internazionale degli effetti delle radiofrequenze elettromagnetiche sulla salute umana, il quale ha definito le dichiarazioni dell'ICNIRP (Commissione Internazionale per la Protezione dalle radiazioni non ionizzanti) generalmente rassicuranti sul tema del 5G, inattendibili perché tale Istituto non consente revisioni sui propri lavori, non c'è trasparenza nelle nomine, è un club privato e manca di responsabilità. Qui il riferimento: https://www.cemlab.it/blog/…
Alle stesse conclusioni è pervenuto Gabriel Doménech Pascual, professore di Diritto Amministrativo all'Università di Valencia, espresse in un articolo apparso sul European Journal of Risk Regulation nr. 1/2013. In base alle conclusioni tratte dal dott. Pascual : “Le organizzazioni scientifiche private esercitano una grande influenza sulla regolamentazione di alcuni rischi tecnologici. L'alto livello di competenza dei loro membri è probabilmente una buona ragione per loro di partecipare all'elaborazione e al monitoraggio delle normative sui rischi, al fine di adeguarle al progresso scientifico. Tuttavia, ci sono anche valide ragioni per cui i governi non dovrebbero seguire acriticamente le opinioni espresse da tali organizzazioni. (- - -) questo documento dimostra che organizzazioni scientifiche private come queste sono strutturalmente meno adatte delle autorità democratiche quando si tratta di gestire tali rischi.” Qui il riferimento: https://www.jstor.org/stable/24323382?seq=1
Questi sono solo alcuni degli studi che si sono occupati di questa nuova tecnologia. L'attuale emergenza Coronavirus, inoltre, ha acceso un nuovo riflettore sul 5G. Le zone italiane più drammaticamente colpite dal virus sono anche quelle dove questa tecnologia è in fase di sperimentazione più avanzata, tanto che lo stesso consigliere del presidente Conte, Gunter Pauli, ha dichiarato che vi possa essere correlazione tra il 5G e l'aggravamento della prognosi da coronavirus. Qui la dichiarazione: https://twitter.com/MyBlueEconomy/status/1241732814959149067
E' pacifico che tale ipotesi, da alcuni immediatamente (ma anche frettolosamente) smentita, dovrà essere oggetto di attento approfondimento. Tuttavia non sembra essere così peregrina. Diversi esponenti del mondo medico-scientifico, infatti, si sono pronunciati sull’ipotesi di correlazione tra l’irradiazione del wireless mobile e il coronavirus. Tra questi Ronald Kostoff, del Georgia Institute of Technology, dichiara come sia ormai comprovato il fatto che il wireless abbassi le difese del sistema immunitario, esponendo le persone all’esposizione di virus e malattie. Il Coronavirus non sarebbe altro che l’ennesima riprova della vulnerabilità di un organismo indebolito, anche e soprattutto dalla pericolosa sommatoria di 5G, 4G, 3G, 2G e Wi-Fi. Uno studio di Seyhan afferma “le radiazioni a radiofrequenza modulate a impulsi a 900 MHz inducono stress ossidativo su cuore, polmone, testicolo e tessuti epatici”. Il dott.re Oliviero, medico psichiatra e pneuomologo, dichiara “il 5G ha influito notevolmente nell’abbassamento delle difese immunitarie in quelle particolari zone d’Italia dove è sorto il problema”. La Dott.ssa Havas, ricercatrice canadese di fama internazionale, afferma “l’esposizione all’elettrosmog danneggia il sistema immunitario. Se il tuo sistema immunitario è compromesso a causa dell’elettrosmog o di determinati farmaci che stai assumendo o perché sei anziano è probabile che tu abbia una risposta a CoVId-19”. E il prof.re Johansson, tra i massimi esperti al mondo di elettrosmog, spiega: “i CEM possono agire attraverso l’inibizione della calcineurina (proteina che attiva le cellule del sistema immunitario) per sopprimere l’immunità, aumentando così il rischio di infezione opportunistica. Meccanismi d’azione plausibili”. A questo link si trovano tutti i contributi sopra citati: https://oasisana.com - Alleanza Italiana Stop 5G
Passando ora all'aspetto legale, la stessa normativa, sia italiana che europea, imporrebbe una moratoria nei confronti di questa nuova tecnologia, almeno finché non saranno disponibili studi indipendenti che ne escludano la pericolosità, e ciò in nome del principio di precauzione che ispira il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea. Così ad esempio: 1. art. 191 Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea del 25/03/1957, che stabilisce: - che la politica della UE in materia ambientale contribuisce a perseguire, tra gli altri, i seguenti obiettivi: - salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente; - protezione della salute umana. La politica della UE è fondata, su questi temi, sul PRINCIPIO DI PRECAUZIONE E DELL'AZIONE PREVENTIVA. Il successivo art. 192 consente peraltro agli Stati membri di adottare misure di precauzione maggiori rispetto a quelle adottate dalla UE, purché siano compatibili con i Trattati. Fa seguito al Trattato la Comunicazione (atto normativo atipico) adottata dalla Commissione Europea il 02/02/2000 nella quale viene specificato cosa debba intendersi per principio di precauzione, ovver- esso ha un campo di applicazione molto ampio, ogni volta che “una valutazione scientifica obiettiva preliminare indichi che vi sono ragionevoli motivi di preoccupazione che gli effetti potenzialmente pericolosi sull'ambiente, sulla salute umana, animale e vegetale possano essere incompatibili con l'alto livello di protezione scelto per la comunità.” - esso è principio “chiave della politica dell'Unione”; - viene utilizzato dai decisori nella gestione del rischio; - presuppone che siano stati identificati effetti potenzialmente pericolosi derivanti da un fenomeno, prodotto o processo e che la valutazione scientifica non consenta di determinare il rischio con sufficiente certezza; - un approccio basato sul principio di precauzione dovrebbe iniziare con una valutazione scientifica il più possibile completa; - giudicare un livello di rischio “accettabile” per la società è una responsabilità eminentemente politica. I decisori che si trovano ad affrontare un rischio inaccettabile, l'incertezza scientifica e le preoccupazioni del pubblico hanno il dovere di trovare risposte. Pertanto tutti questi fattori devono essere tenuti in considerazione; - La procedura decisionale deve essere trasparente e coinvolgere tutte le parti interessate; - la protezione della salute deve avere precedenza su considerazioni economiche; - le misure basate sul principio di precauzione dovrebbero essere mantenute fino a che le informazioni scientifiche siano incomplete o inconcludenti e il rischio è ancora troppo elevato per essere imposto alla società.
Interessante come nel 2011 venne adottata dal Parlamento Europeo una Risoluzione, non solo rimasta lettera morta ma del tutto ignorata dai Governi dei Paesi membri (primo tra tutti l'Italia) nella quale, in vista dell'introduzione della telefonia di terza generazione (3G), a fronte del fatto che “aspettare alti livelli di prove scientifiche prima di agire per prevenire rischi noti può portare a costi sanitari ed economici molto elevati come nel caso dell'amianto, della benzina e del tabacco”, ed in applicazione del principio di precauzione si raccomandava agli Stati membri: - di adottare tutte le misure per ridurre l'esposizione ai campi elettromagnetici; - riconsiderare le basi scientifiche dell'attuale esposizione ai campi elettromagnetici, che ha gravi limitazioni; - mettere in atto campagne di sensibilizzazione e informazione alla popolazione; - prestare particolare attenzione alle persone “elettrosensibili”; - incoraggiare la ricerca su altri sistemi di telecomunicazione; - fissare soglie precauzionali sotto i 0,6 V/m fino a ridurle a 0,2V/m (i limiti attuali per legge sono dieci volte superiori, cioè 6/Vm e per il 5G verranno aumentati a 60V/m); - sensibilizzare sui potenziali rischi per la salute di telefoni wireless, baby monitor e altri elettrodomestici; - nelle scuole privilegiare la connessione via cavo e vietare i cellulari; - determinare i siti di nuove antenne non solo in considerazione delle esigenze dell'operatore ma in consultazione con il locale e coi funzionari del governo regionale ; - aumentare i finanziamenti a enti di ricerca indipendenti; - rendere obbligatoria la trasparenza dei gruppi di pressione; - promuovere dibattiti e confronti pluralistici anche con la partecipazione della società civile. Per quanto riguarda la normativa nazionale sono certamente applicabili gli artt. 32 e 41 Costituzione che tutelano il diritto fondamentale alla salute e limitano l'iniziativa economica privata, che “non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.” A tal proposito spiccano le seguenti pronunce: - TAR Lazio 5221/18 sui rapporti tra art. 32 e 41 Costituzione; - Corte Cost. 203/2016 sui limiti che l'iniziativa privata incontra nell'art. 41 Cost. che la vincola al perseguimento dell'utilità sociale; - TAR Trentino Alto Adige 221/2013 che spiega come i diritti riconosciuti dalla Costituzione si trovino in rapporto di reciproca integrazione e non sia possibile far prevalere uno in modo assoluto sull'altro (la salute funge quindi da limite all'iniziativa economica privata); - Corte Cassazione Penale 7691/95 che nel dichiarare inammissibile la questione di legittimità costituzionale sollevata dal ricorrente conferma che “l'ambiente ex art. 2 Cost. Costituisce uno dei diritti fondamentali dell'uomo che la Repubblica è obbligata a riconoscere, così come la società e la cultura li costruisce e li vive, a prescindere dalla natura dell'attività economica espletata, che incontra limiti anche nel paesaggio (art. 9) nella salute (art. 32) e nell'utilità sociale (art. 41):” - Corte Cost. 365/1993 secondo cui “l'obbligo dell'imprenditore di osservare la disciplina amministrativa e penale che trova fondamento nella tutela di beni costituzionalmente rilevanti, quali appunto quelli dell'ambiente e della salute, non è in contrasto con il principio di libertà di iniziativa economica.”
Sono, infine, numerose le sentenze di merito che hanno collegato l'insorgenza di forme tumorali alla esposizione a campi elettromagnetici (di recente a confermarlo è stata la Corte d'Appello di Torino).
Appare evidente, alla luce di quanto sopra e dei principi che reggono la nostra Costituzione e la stessa Unione europea, che l'attuazione della tecnologia 5G nelle attuali condizioni è illegittima e violativa della Costituzione e dei Trattati Europei. La stessa conclusione, peraltro, deve estendersi alle reti 3G e 4G perché adottate in spregio alle cautele che erano state richieste dallo stesso Parlamento Europeo ed in assenza di dati certi sulla loro tossicità. A conclusione si evidenzia che molte sono le realtà cittadine e addirittura nazionali che hanno scelto di bloccare lo sviluppo di questa nuova tecnologia. Qui l'elenco (ad oggi, 01/04/2020 ben 181 comuni italiani e molte nazioni tra cui la Svizzera e la vicina Slovenia): https://oasisana.com/…/stop-5g-nel-mondo-ecco-la-lista-di-…/ Alla luce di un tanto è evidente che si imponga una moratoria nei confronti di questa nuova tecnologia. Agire diversamente, nonostante gli ormai numerosi moniti, nazionali ed internazionali, esporrebbe le Istituzioni a gravi responsabilità in tema di salute pubblica. Certa di un Vostro interessamento, l'Associazione Circolo Miani rinnova, mio tramite, la richiesta di immediata sospensione della installazione di antenne sul territorio cittadino e di sviluppo della tecnologia 5G. Chiede infine di poter avere un incontro sul tema con i referenti comunali.
Dove sfioriscono i Tulipani e inacidiscono i Crauti.
» Inviato da valmaura il 3 April, 2020 alle 2:05 pm
Europa. Certo che tra Olanda, Germania ed Ungheria non siamo messi proprio bene.
Coronavirus, oggi Berlino leva gli scudi contro i coronabond ma 60 anni fa l’Europa decurtò il debito della Germania per farla ripartire Ci risiamo. L’ipotesi di una condivisione dei debiti all’interno della Comunità europea manda in crisi la Germania che non ne volle sapere ai tempi della crisi del debito sovrano, nei giorni più bui del tracollo greco e neppure oggi che la pandemia del covid-19 scuote il Vecchio Continente e una bella fetta di Paesi membri chiede a gran voce degli eurobond (oggi coronabond) per uscire dalla crisi economica che inevitabilmente verrà. E così, ancora una volta, chi ha la memoria lunga non può non pensare al lontano 1953, anno in cui l’Europa fu unita nel condonare metà dei debiti della Repubblica Federale Tedesca, la Germania ovest che si vide alleggerire di circa 15 miliardi di marchi di debito delle due guerre su un totale di 30 miliardi. Il resto venne spalmato su trent’anni. Tra i creditori c’erano anche Roma e Atene, ma pure Parigi, Madrid, Londra, Washington e Ginevra. Oltre a privati e aziende, banche incluse. Fuori dall’accordo, invece, i Russi che controllavano Berlino est e pretesero la restituzione integrale del loro credito. È stato così che la Germania ovest si è liberata del debito prebellico che rappresentava un quarto del reddito nazionale e ha potuto avviare la ricostruzione. In pratica il miracolo economico tedesco degli anni cinquanta è basato su un taglio del debito. Non solo. La metà del debito condonata nel '53 avrebbe dovuto essere restituita dopo la riunificazione di Berlino Est e Berlino Ovest, ma all’indomani del crollo del muro Helmut Kohl pretese e ottenne l’oblio anche di quella clausola, con il placet dei creditori, Roma inclusa, che hanno acconsentito in nome dell’Europa Unita. Tra coloro che hanno cercato di stimolare la memoria di Angela Merkel, c’è Joschka Fischer. L’ex ministro degli esteri tedesco nel 2014 ha pubblicato “Se l’Europa fallisce?”, uscito in Italia con Ledizioni, che attacca duramente le politiche di “euroegoismo” di Berlino. L’ex leader dei Verdi nel volume si dichiara sorpreso di come il suo Paese abbia dimenticato la conferenza di Londra con cui, dopo ben sei mesi di trattativa, per il benessere dell’Europa venne tirata una riga sopra una bella fetta dei debiti tedeschi. “Senza quel regalo non avremmo riconquistato la credibilità e l’accesso ai mercati. La Germania non si sarebbe ripresa e non avremmo avuto il miracolo economico”, sostiene Fischer che spende più di una pagina per tributare onore all’ex presidente della Bce, Mario Draghi, benefattore dell’Ue per il suo essere riuscito a tenere botta a Berlino, perché a suo parere “il più grande pericolo per l’Europa attualmente è la Germania”. Ed a conferma la notizia di ieri COMMERZBANK “VENDETE BTP ITALIANI”! La perdita dell’investment grade da parte dell’Italia è "quasi inevitabile" in quanto le misure per contrastare gli effetti del Coronavirus "peggioreranno" i conti pubblici. Lo scrivono gli analisti di Commerzbank, secondo quanto riporta Bloomberg , suggerendo ai clienti di chiudere le posizioni lunghe, cioè vendere, i Btp italiani. Per Commerzbank il rapporto debito-Pil dell'Italia sfiorerà il 150% nel 2020 per scendere al 145% nel 2022 grazie al rimbalzo del Pil "ma questo potrebbe non bastare a prevenire un downgrade a “junk", cioè spazzatura. A replicare è il viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni. “In piena emergenza Coronavirus, in piena pandemia mondiale, mentre l’Italia piange oltre 10.000 morti, la Germania non solo fa muro da settimane sugli aiuti all’Italia, ma ora secondo l’autorevole agenzia internazionale Bloomberg ci attacca anche direttamente invitando a vendere i titoli di Stato italiani tramite la seconda banca di Germania, la Commerzbank, posseduta al 15% proprio dallo Stato tedesco. Questa notizia può provocare danni economici giganteschi, il governo tedesco intervenga subito per bloccare questa follia. L'Europa e gli stati europei devono essere solidali. Tutti e con tutti. Nessuno si salva da solo. Non è questa l’Europa che ci meritiamo!". Agenzia Ansa.
Roiano VENTI anni buttati !
» Inviato da valmaura il 2 April, 2020 alle 2:19 pm
Ex caserma della Polstrada: una Caporetto per il Comune.
Questa, assieme a tante altre per la verità (dal rifacimento della Galleria di Montebello ai trasferimenti dei Mercati ortofrutticolo ed ittico, per finire con il Tram di Opicina e la recente Piscina Terapeutica), è la Cartina di Tornasole per misurare l'efficienza e la capacità di una amministrazione pubblica. Venti anni di Dipiazza intervallati da Cosolini, il che è tutto dire. Il progetto è datato 2002 e nel giugno 2017 con festosa quanto ridicola cerimonia picconatoria mezza odierna Giunta comunale ha dato il via all'abbattimento del manufatto con tutti gli alberi ed il verde di contorno. Doveva concludersi in pochi mesi (120 giorni) ed a tre anni il quartiere convive con una arida e polverosa spianata di ruderi e laterizi. Lasciare alberi e verde magari? Ma quando mai! Ora ripropongono per l'ennesima volta il progetto con un lussuoso ed accattivante plastico in 3D e garantiscono che nel 2022 la tragicommedia sarà finita. Ai posteri l'ardua sentenza, ed alle prossime elezioni il verdetto. https://www.facebook.com/amministrazioneTS/videos/217006469350659/UzpfSTE0OTc5MDc2NjcxNDY4NjM6MjcwODIwNzY5Mjc4MzUxNQ/
Solo a Trieste può succedere!
» Inviato da valmaura il 1 April, 2020 alle 12:59 pm
Umana pietas per lui e vergogna per TeleCamberquattro.
Il servilismo e l’impudicizia trasformata in “informazione”, quella che Giovannino Guareschi liquidava ironicamente come Forze Oscure Della Reazione (in) Agguato e Jan Fleming romanzava in 007 come SPECTRE. Ora che a Trieste ci sia uno, e forse più di uno, che si creda la reincarnazione domacia di 007 è cosa che oramai riguarda i Centri di Salute Mentale, ed è pertanto doverosa l’umana e cristiana Pietas nei suoi confronti. Ma che ad oltre dieci giorni della gigantesca bufala trasmessa a ciclo continuo su questa emittente privata della destra locale, e se fosse sinistra o pentastellata il nostro giudizio non muterebbe di una virgola anzi si aggraverebbe, direttore, vicedirettore e l’autore della servile quanto sciagurata (per l’immagine del promotore e del megafono televisivo) “intervista” non si siano ancora dimessi e messi in fila all’ufficio del lavoro (servono pulitori e disinfestatori nelle case di riposo) è vergognosamente scandaloso. E solo a Trieste tale episodio può passare sotto il silenzio unanime di TUTTA una classe politica e, purtroppo anche di una cosiddetta società civile, preoccupate solo di apparire in comparsate su televisioni e giornali, sempre si fa per dire. Riproduciamo il pezzetto da noi pubblicato dieci giorni orsono e lo studio definitivo che sbugiarda la gigantesca FAKE NEWS. “Al pari di quel suo sodale e sponsor politico di ex senatore e pregiudicato che in ben NOVE minuti di intervista, si fa per dire, trasmessa a ciclo continuo, senza pudore e vergogna, sull'emittente televisiva di famiglia, farnetica, in un italiano incomprensibile, di una congiura cinese che ha determinato la nascita in laboratorio e diffusione planetaria del Covid 19 per “cinesizzare” il nostro Porto e Trieste ! L'intervistatore, il prono Stabile, che non indossava neppure il camice bianco d'ordinanza per accompagnarlo ai servizi sanitari del più vicino CIM, ha scelto proprio il momento peggiore per i vaneggiamenti tipo Spectre o FODRA per mandare in onda lo straziante polpettone. Il giorno dopo l'arrivo in Italia del volo cargo con medici cinesi e tonnellate di aiuti sanitari, inviati non da “Mister NO” ma dal Governo Cinese, e quello prima alla pubblicazione degli studi univoci di tutti gli scienziati del Pianeta che definivano l'attuale Coronavirus frutto di una modificazione genetica avvenuta nel mondo animale ed escludevano tassativamente una origine da laboratorio. Ma cosa non si fa nel “giornalismo” triestino ad onta e sprezzo del ridicolo.” E. "Coronavirus, non è stato creato in laboratorio. Ecco la prova. Uno studio rivela l'analisi del genoma del Covid 19, svelando l'origine naturale. IL NUOVO coronavirus (Sars-CoV-2) sarebbe il risultato dell'evoluzione naturale di altri virus della stessa 'famiglia' e non un prodotto di laboratorio o di ingegneria genetica (cioè non fatto dall'uomo manipolando geni virali in provetta), come insinuato più volte dall'inizio dell'epidemia. Lo suggerisce uno studio sui genomi del Sars-CoV-2 e virus affini pubblicato sulla rivista Nature Medicine. "Confrontando i dati genetici ad oggi disponibili per diversi tipi di coronavirus, possiamo risolutamente determinare che il Sars-CoV-2 si è originato attraverso processi naturali" - afferma Kristian Andersen, dello Scripps Research Institute di La Jolla che ha condotto il lavoro. Gli esperti hanno in particolare confrontato il gene per una proteina chiave nel processo infettivo, una proteina dell'involucro esterno del virus (chiamata 'spike', da punta o spina) che gli serve per attaccarsi, entrare e infettare le cellule umane. Spike è dotata di un 'uncino molecolare' (chiamato porzione RBD) con cui il virus si lega alle cellule umane incastrandosi alla molecola 'Ace2', (recettore importante nella regolazione della pressione del sangue). Il legame tra Rbd e Ace2 è essenziale per iniziare l'infezione. Inoltre spike ha anche una 'forbice molecolare' che aiuta il virus a penetrare nella cellula umana. Il legame tra Rbd e Ace2 è talmente perfetto (Rbd si incastra a perfezione con Ace2 come una chiave con la sua serratura o due pezzi di un puzzle), spiegano, che non può essere altro che il risultato della selezione naturale e non il prodotto dell'ingegneria genetica. Questa e altre "caratteristiche del virus, la sequenza genetica di Rbd e la 'spina dorsale' del virus - conclude Andersen - ci portano a scartare l'ipotesi della manipolazione di laboratorio come possibile origine del Sars-CoV-2".
Coronavirus a Trieste e Friuli Venezia Giulia.
» Inviato da valmaura il 29 March, 2020 alle 3:02 pm
Trieste conferma di non avere un Sindaco.
L'esistenza in vita, politica si intende, di Roberto Dipiazza arriva da una sua intervista a tutta pagina sul piccolo giornale. Orbene in tre colonne di dichiarazioni infila altrettanti svarioni.
Partiamo dal primo, che oggi gli costa una penosa retromarcia sulla stampa, dove dichiara che Trieste Trasporti ha ancora “due mesi di autonomia per gli stipendi”. Giusto per aggiungere allarmismo ad una situazione non proprio tranquilla. Peccato appunto che oggi, dopo le vigorose smentite dell'Azienda Trasporti, sia costretto a rinculare.
Sempre sulle tracce della paura si preoccupa per i dipendenti delle imprese medio piccole che rimarrebbero senza stipendio, ed invoca un “piano Marshall”, posto che sappia cosa sia.
Ignora il “primo cittadino” che il Governo ha già provveduto da due settimane, ma evidentemente non legge giornali e non vede telegiornali nel suo “buen retiro”, estendendo la cassa integrazione e tutti gli ammortizzatori sociali anche alle ditte con un solo dipendente. Piano "Conte".
Per altro si preoccupa per lo “Tsunami” che si abbatterà, a sentir lui mentre noi ci tocchiamo dove non batte il sole, sul “piccolo commercio”, ed immaginiamo noi la ristorazione al dettaglio.
O per meglio dire quel che ne resta, almeno del piccolo commercio, dopo le devastanti scelte del duo Illy-Dipiazza con la zonta di “ciuffolo” Paoletti della CCIA, di piazzare in centro città, caso unico, degli ipermercati e spalancare le porte alla grande distribuzione, che già hanno desertificato quartieri e centro città. Tra l'altro sia “il Giulia” che le “Torri” se la passano da sempre maluccio assai, con decine di fori commerciali chiusi e sfitti.
Invece di fare il pianto greco visto che porta la responsabilità, si fa per dire, di essere per la terza volta sindaco di Trieste perchè non interviene sul suo sparring partner alla Camera di Commercio per far mettere da subito a disposizione la decina di milioni immobilizzata per quella ciofeca di Parco del Mare che mai si farà, per utilizzarla subito a favore non dei dipendenti ma dei proprietari di esercizi pubblici (commercio e ristorazione) per coprire le spese vive e correnti di (mancata) gestione?
Lo abbiamo scritto da un mese, nel silenzio unanime della politica, ed oggi sul piccolo giornale veniamo usati come un Tampax, usa e getta, da parte di altri che ben si guardano dal citare la fonte, ovvero noi.
Ecco forse è meglio che il sindaco che “non dorme la notte” si prenda mezzo flacone di Valeriana e ci risparmi i piagnistei un tanto al chilo. A lui, se ancora dopo venti anni non lo ha compreso, competono guida e proposte per Trieste. E magari una dovuta riflessione sulla responsabilità del Comune per i focolai più virulenti e letali scoppiati proprio nelle case di riposo comunali ed esportati dal personale esternalizzato, e parenti in visita, in assenza di una adeguata informazione e soprattutto prevenzione.
Quanto ora scritto sul mancato sindaco vale pure per i suoi competitor passati, presenti e futuri, di ogni colore, mai silenzio ed inazione furono più assordanti.
Alla Regione fedrighian-riccardiana sulla gestione dell'emergenza CoronaVirus non va molto meglio.
Al ritardo nel pianificare ed attuare il potenziamento dei presidi ospedalieri e territoriali, alla figuraccia sulle “mascherine”, inviamo ora un pressante invito: togliere subito la chiusura domenicale imposta alla distribuzione alimentare. Ha prodotto solo file epocali ed inutili quanto temibili assembramenti negli altri giorni.
Cioè l'esatto contrario di quanto spensieratamente si proponeva.
Nel filmato un suggerimento concreto di come fare il mestiere di Sindaco, non chiuso in casa ma in giro sul territorio che gli è affidato e magari sui luoghi dove si combatte la malattia.