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Circolo Miani » News Correnti » Page 419 Insopportabile. » Inviato da valmaura il 10 September, 2008 alle 12:59 pm Umanamente insopportabile e profondamente ingiusto. Non ci sono altre parole per definire la situazione venutasi a creare nelle ultime settimane dai Campi Elisi a Muggia, con epicentro a Servola, Valmaura, Chiarbola e Monte San Pantaleone per l’inquinamento e le schifezze di ogni tipo in uscita notte e giorno, senza soluzione di continuità, dalla Ferriera, dall’Italcementi e dalla Sertubi, dalla merda del depuratore fognario. Credo che a memoria d’uomo non si sia mai verificato in tutti questi anni quello che è accaduto nell’ultimo mese. Una cosa insopportabile, inaccettabile che costerà danni incalcolabili alla salute di migliaia e migliaia di triestini e muggesani, ai nostri bambini, alle nostre donne, ai nostri vecchi. Oltre a rendere la vita di ogni giorno impossibile. Una vera e propria emergenza annunciata e cronica, che grazie all’AIA, alle prescrizioni, sequestri e diffide, se possibile è vieppiù peggiorata nel silenzio, nel palleggio di responsabilità di politici, amministratori e presunti controllori. Siamo stufi, stanchi ed incazzati. E non so cosa ma qualcosa dobbiamo fare e subito per mettere fine a questo calvario. E chiedo se non dobbiamo lottare per questo allora per cosa merita spendere il nostro tempo, la nostra dignità di esseri umani, la nostra responsabilità per la salute di chi ci è vicino. I tempi dell’azione amministrativa sono lunghi, troppo lunghi, e di promesse non mantenute sono lastricati i vialetti di Sant’Anna, mentre dalla Ferriera ogni minuto esce quel veleno che ci uccide. Vanno fermati e subito. Per organizzare la nostra risposta troviamoci giovedì 18 settembre, alle ore 19, nella sede del Circolo Miani, in via Valmaura 77 a Trieste. Regione nulla l'AIA-Ferriera: la memoria del Circolo Miani e Servola Respira » Inviato da valmaura il 28 August, 2008 alle 3:39 pm Primo aggiornamento: Su tutti i TiGì di venerdì 29 è apparsa la risposta della Lucchini alla memoria del Circolo Miani-Servola Respira, chiamati direttamente in causa dal Rosato della Ferriera. Sul Piccolo di oggi 30 in un illeggibile pastone viene virgolettata una frase estrapolata dal punto 3 della nostra memoria ed attribuita in parte ad altra realtà che nulla ha a vedere con noi, oltre a ripresentare per la quarta volta una notizia stranota. Per questo il presidente del Circolo Miani ha inviato la seguente dichiarazione alla stampa che alleghiamo di seguito. Dichiarazione del Presidente del Circolo Miani, Maurizio Fogar. “La cosiddetta risposta dei vertici aziendali della Lucchini spa alla presentazione delle osservazioni di Circolo Miani e Servola Respira in Regione per il processo di revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale alla Ferriera è solo pura propaganda a cui riteniamo non possano e vogliano credere i cittadini che sono costretti a subire ogni giorno sulla loro pelle e salute gli splendidi risultati delle migliorie tecniche che sarebbero state apportate agli impianti e che hanno incredibilmente ottenuto il risultato, davvero difficile da immaginare e raggiungere, di fare aumentare il livello delle pericolose emissioni inquinanti. Come d’altronde conferma la recente notizia dell’apertura di una nuova indagine da parte della Procura che vede tra gli indagati proprio lo stesso Rosato in veste di AD e direttore della fabbrica, e come riportato pochi giorni fa dagli organi d’informazione che pure dovrebbero ricordarsi di quanto da loro pubblicato. Ma se come recitava un vecchio slogan pubblicitario di Carosello: “Con quella bocca può dire ciò che vuole”, siamo sinceramente stanchi e stufi di vedere gli organi d’informazione riportare acriticamente fantasie e menzogne di questo tipo. Ma siccome forse qualcuno ritiene, nonostante gli anni di frescacce raccontate, più credibile il direttore Ferriera che il Circolo Miani e Servola Respira allora si rimanda l’attenzione degli organi d’informazione alla raccomandata di data 30 luglio inviata dal Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente, dott. Mascazzini, alla Lucchini ma anche a tutte le autorità regionali e locali, ove si denuncia la proprietà della Ferriera per non aver dato esecuzione ad una che è una delle prescrizioni trasmesse dalle varie Conferenze di Servizi decisorie a partire dall’anno 2003 sul sito inquinato di Servola. Oppure a quanto relazionato dall’ARPA alla Regione sulla mancata esecuzione dei lavori ordinati.”
Mercoledì 27 agosto è stata consegnata dal Presidente del Circolo Miani, Maurizio Fogar, alla Direzione regionale all'Ambiente, la memoria contenente le osservazioni per la procedura di revisione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale che la Regione ha avviato, accogliendo anche il nostro invito, nei confronti della Ferriera, proprietà della Lucchini spa. La memoria, curata assieme a Romano Pezzetta, portavoce di Servola Respira, sostiene la nullità della delibera della Giunta Illy che ha concesso l'AIA od in subordine il ritiro della stessa, ben sapendo che questo non significherà automaticamente la chiusura dell'impianto ma certo un importante passo in avanti verso la dismissione dello stabilimento entro il 2009. E certo sarà un primo decisivo banco di prova per vedere se dopo anni di chiacchiere e promesse la politica sarà capace di passare ai fatti. Da notare, e lo capirà subito chi leggerà la memoria allegata, che proprio oggi (giovedì 28 agosto) i carabinieri del NOE su incarico della Procura hanno posto sequestro decine di migliaia di tonnellate di materiali ferrosi accatastati su quell'area abusiva che da tempo era oggetto della segnalazione del Circolo Miani e di Servola Respira, e che viene appunto riportata nelle osservazioni consegnate in Regione, un interramento fatto con materiale di scarto delle lavorazioni e rifiuti di ogni tipo che poggia pericolosamente su di un tratto melmoso e fangoso. Buona lettura a tutti.
Oggetto: osservazioni per il procedimento di revisione dell’AIA inerente lo stabilimento Ferriera di Servola proprietà della Lucchini spa: annullamento o ritiro della stessa Autorizzazione. In premessa: dalla lettura della documentazione esistente e consultabile appare chiaro come la scelta di rilasciare l’Autorizzazione Integrata Ambientale allo stabilimento della Lucchini risponda più ad una logica decisoria politica che tecnica. Va qui sottolineata l’originale secretazione della metà della documentazione fornita dalla Lucchini per la pratica AIA/Ferriera posta sotto il vincolo di segretezza industriale, accettato dalla Regione, per un’impiantistica risalente agli anni 1960 e ad un vetusto ciclo produttivo di cocke e ghisa. Impianti per gran parte sottoposti a ripetuti sequestri giudiziari e di conseguenza stranoti e citati negli atti legali. Tra i vari motivi per cui gli scriventi ritengono nulla la delibera giuntale del 28.12.2007 e ne chiedono il ritiro, ve ne sono diversi che confermano appieno quanto sopra appena affermato. 1) La scadenza dei termini imposti dalla direttiva UE per l’esame dell’AIA era fissata improrogabilmente al 31 ottobre 2007, e che il Governo italiano con un Decreto Legge poi convertito, arbitrariamente spostava di sei mesi nonostante il preventivo parere negativo sulla legittimità dell’atto espresso dall’Ufficio studi legislativi della Camera dei Deputati e trasmesso all’allora Presidente on. Fausto Bertinotti, e la conseguente immediata apertura della procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia (il cui esito appare scontatissimo a meno di considerare morta e disciolta una Unione Europea dove uno stato membro possa tranquillamente disattendere e modificare unilateralmente quanto delibato in fase comunitaria e dunque vincolante per tutti gli stati aderenti). 2) La voluta sostanziale ignoranza del contenuto della Legge istitutiva dell’AIA che parla espressamente di una autorizzazione per cui la valutazione va data sulla situazione esistente (art.3 comma B: “non si devono verificare fenomeni d’inquinamento significativi.”) al momento del rilascio e con prescrizioni che devono essere attuate entro e non oltre il 31 marzo 2008 (art.5 comma 18: “L’autorizzazione integrata ambientale concessa agli impianti esistenti prevede la data, comunque non successiva al 31 marzo 2008, entro la quale tali prescrizioni debbono essere attuate.”). 3) L’irricevibilità di una domanda contenente nella parte descrittiva obbligatoria una serie di omissioni tali da configurare l’ipotesi di falso in atto pubblico quando nella parte iniziale inerente la caratterizzazione del territorio con la prescritta indicazione di “attività e strutture presenti entro 1000 metri dal perimetro dello stabilimento” così si illustra la situazione: A) Case di civile abitazione: “Abitato del rione di Servola ed altri complessi abitativi” , dove sotto questa gentile perifrasi si intendono descrivere i rioni di Chiarbola, Valmaura e Monte San Pantaleone compresi pressoché integralmente nel perimetro di cui sopra e comprendenti circa ventimila residenti. B) Scuole, ospedali, ecc.: “Scuola elementare-media Svevo” . Dimenticando altre tredici strutture analoghe tra scuole (De Marchi, Biagio Marin), Asili Nido (Scarabocchio, Filastrocca, Mongolfiera), Materne (Don Chialvien, Mille Colori, Borgo Felice), Ricreatori comunali e oratori parrocchiali (Gentilli, Coboldi, Don Dario), Case di riposo e RSA (Emmaus, Casa Verde) e il completo Ambulatorio, Consultorio e Direzione del Terzo Distretto Sanitario. C) Impianti sportivi e ricreativi: “Circolo sportivo Ferriera, palazzetto dello sport di Chiarbola, Stadio comunale”. Omessi il Palasport Trieste, cinque palestre ed altrettanti circoli dopolavoristici e gli impianti sportivi minori. D) Riserve naturali, parchi, zone agricole: “Nessuna”. Come se tutta l’area di Monte San Pantaleone non fosse coltivata ad ortofrutta. E qui si apre forte l’interrogativo sui mancati controlli effettuati dai funzionari della Direzione regionale all’ambiente incaricati della ricezione e del controllo della veridicità di quanto dichiarato nella domanda dalla Lucchini (Decreto Legge 3 aprile 2006 n.152: art.30 (Istruttoria tecnica), comma a) accertare la completezza della documentazione presentata; e comma b) verificare la rispondenza della descrizione dei luoghi e delle loro caratteristiche ambientali a quelle documentate dal proponente). Che se possibile per l’analoga richiesta AIA avanzata dalla Sanitas, azienda del Gruppo Lucchini, per conto dell’indotto Sertubi la situazione appare ancora più devastante. 4) La delibera della Giunta regionale e poi il conseguente Decreto attuativo stravolgono completamente i ripetuti pareri espressi da ARPA e ASS triestina interpretandoli nel senso esattamente opposto al contenuto di tutte, ma proprio tutte, le decine di comunicazioni inviate nel 2007 alla Regione (quelle del 14/12 e del 17/12/2007 risultano protocollate ma stranamente non prese in esame dalla Giunta) contenenti i dati dei sistematici e massicci sforamenti delle emissioni inquinanti in uscita dalla Ferriera, con annessa analisi del particolato che ne attribuisce inequivocabilmente la provenienza, ed i gravi rischi per la salute connessi. Insomma una ripetizione della vicenda istruttoria sul progettato Cementificio della Bassa Friulana che per altro in quel caso ha avuto un finale diverso. 5) L’assoluta inattendibilità del richiedente, come emerso nel corso di tutti questi anni e che rende assolutamente grossolana l’ipotesi del rispetto degli assai scarsi impegni assunti con il rilascio dell’AIA, come per altro confermano le due diffide inviate dalla Regione in data 23/05 e 19/06/2008 e la richiesta di proroga dei termini già avanzata dalla Lucchini spa. Inattendibilità di cui qui per brevità ci si limita ad elencare solo alcuni esempi: dal Piccolo del 22.12.98 “Ferriera pulita con 400 miliardi” e passando poi dal titolo all’incipit: Sono 480 i miliardi (ma nel 1999 e 2000 sempre sulla stampa locale saliranno fino a 600-700) che la Lucchini ha investito per migliorare gli impianti della Ferriera di Servola e ridurre così i problemi di inquinamento. Così come dagli atti giudiziari al primo processo contro i vertici di società e stabilimento (conclusosi con una condanna) quando il consulente della Ferriera, amministratore della Sanitas, dopo aver illustrato tutti i lavori di miglioria in progetto ed effettuati, si vide chiedere dal Giudice le fatture dei lavori eseguiti, allargò sconsolato le braccia e non le produsse. Oppure quanto scritto nella raccomandata dd. 07/12/2007 dal Direttore generale del Ministero dell’Ambiente, Mascazzini, inviata alla Lucchini ma anche tra gli altri all’ora Presidente della Regione Riccardo Illy, dove si denuncia l’assoluta inaffidabilità della proprietà della Ferriera a rispettare gli impegni e le decisioni assunte da ripetute Conferenze di Servizi decisorie a partire dal 10 dicembre 2003 e si chiede all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di intervenire a tutela del danno ambientale. Per finire alla recente vicenda del sequestro da parte della magistratura della discarica abusiva Ferriera a latere di quella dello Scalo Legnami, ove sulla stampa l’AD Francesco Rosato ebbe contro ogni più lampante evidenza a dichiarare che non veniva usata dal lontano 1995, cioè prima dell’acquisto da parte della Lucchini, quando fino a qualche giorno prima le telecamere della Procura avevano filmato le decine di camion che giornalmente scaricavano, anche in mare, il materiale molte volte incandescente e causa di incendi: vedere le chiamate ai Vigili del Fuoco, proveniente dalle lavorazioni a caldo degli impianti Ferriera. Finita qui la conferma di quanto in realtà sia stata tutta una scelta politica quella che ha portato al rilascio dell’AIA da parte della Regione, nel merito tecnico c’è in realtà assai poco da argomentare, perché poco e nulla che lo meriti è contenuto nella domanda e nel decreto che poi la ricalca con assoluta e fedele copiatura. Domanda che a sua volta copia la cosiddetta consulenza Boscolo, uno studio teorico, non basato sulla conoscenza reale degli impianti che, nelle conclusioni, e nella migliore delle ipotesi, preconizza per la fine del 2009 a tutti i lavori ultimati, una riduzione di circa il 40-45% delle emissioni inquinanti, e sempre su di un astratto calcolo matematico. Basta una considerazione: emissioni BenzoApirene (l’Ipa più cancerogeno) rilevate dal Cigra, e validate dall’APAT, e confermate non si sa quanto volentieri dall’ARPA che fino al 2006 titolava sul Piccolo “ARPA: la qualità dell’aria a Trieste è ottima”, con punte giornaliere di 93 nanogrammi contro il limite di 1: se ridotte del massimo sperato da Boscolo scendono a 52, che sempre 51 volte superiore al limite di 1 è. Ma comunque anche qui e da parte di tecnici d’area che hanno gestito gli impianti Ferriera fino a qualche anno fa, vengono avanzate alcune schede tecniche che riportiamo di seguito: Cokeria 1. Torre di spegnimento coke 2. Gasometro gas ricco 3. Fughe gas batteria 4. Cumuli di fossile a parco 5. Aspirazione polvere sfornamento 6. Smaltimento catrame 1. Il trasporto volatile delle polveri sottili per opera del vapore durante la fase di spegnimento del coke, potrebbe essere ovviato se l’impianto fosse dotato di sistema d’abbattimento del vapore, basandosi sullo stesso principio dell’impianto di granulazione loppa (AIO) il quale da ottimi risultati. 2. Il gasometro del gas coke è da tempo fuori servizio, il che comporta difficoltà a mantenere una pressione costante sulla rete distributiva, creando soglie di attenzione molto pericolose. 3. Tutto il sistema di caricamento della batteria presenta dei trafilamenti, anche importanti, di fughe di gas. Parti interessate maggiormente sono: il caricamento, le colonne di sviluppo, i coperchi, le porte di tenuta dei forni, ecc. 4. I cumuli di fossile a parco sono male irrorati e sono quindi soggetti ad una consistente erosione eolica. 5. Le aspirazioni delle polveri in fase di spegnimento del coke sono insufficienti, ad ogni sfornata si alza una nube nera. 6. Il problema dello smaltimento del catrame, sottoprodotto della distillazione del fossile, che oggi in parte viene bruciato iniettandolo attraverso le tubiere dell’AFO2 ed in parte viene mischiato al fossile prima di essere cockificato. Queta risulta essere una procedura che va indubbiamente ad appesantire gli inquinanti dei due gas (AFO e Cocke). Questi inquinanti si ritrovano anche nei fumi emessi dalla Centrale di Cogenerazione. Agglomerato 1. Camino E 5 sinterizzazione 2. Rumorosità aspirazione KKK. 1. Il camino E5 è troppo basso, non supera le abitazioni vicine che si trovano a circa 2. La rumorosità del sistema KKK è molto elevata, bisognerebbe provvedere ad insonorizzarlo. Altiforni 1. Sistema di aspirazione DANECO 2. Perdita di tenuta alla bocca di carica dell’AFO2 3. Ripristino sistema VAMPA 4. Ripristino aspirazione impianto TORIT 5. Analisi sullo scarico a mare dell’acqua servita alla granulazione della loppa 6. Pulizie costanti alle linee nastri di caricamento, dotandole di impianti d’abbattimento e raschiatori. 7. Controllo del sistema Venturi all’impianto ITG 1. Si cercano di far passare per migliorie alcuni lavori eseguiti al sistema di aspirazione fumi sul campo di colata denominato DANECO. In realtà si è ben lontani dal ripristino dell’impianto originale che per il campo colata aveva dato buoni risultati. Si collocavano cappe di aspirazione su tutti i canali di colata, pozzini sopra i carri siluro, e griglie di aspirazione lateralmente al foro di colata mantenute sempre efficienti. Tutto era automatizzato ed i ventilatori avevano tre step di marcia a seconda del numero delle utenze collegate all’impianto. Durante la produzione di ghise Ematiti, dove si ha una maggiore saturazione di grafite, sulle cappe di aspirazione erano previsti dei portelli, per permettere al colatore di regolare il colaggio al pozzino di colata senza esporsi alle polveri. 2. I trafilamenti di gas all’AFO2, ad ora quantizzabili in circa 3000 Nm cubi/h, e le enormi quantità di polveri che fuoriescono avvengono per la mancata tenuta del sistema di caricamento. Tutto questo se ne va all’atmosfera e sta a significare che la bocca di carica è molto usurata e che richiederebbe manutenzione. 3. Alla ricostruzione degli altiforni, al piano della bocca di carica furono installati per ciascuno, un impianto denominato VAMPA che serviva a bruciare il gas fuoriuscente da una caminella posta alla bocca di carica, ed un altro impianto denominato TORIT che doveva servire ad aspirare le polveri nella fase di preparazione della carica nella tramoggia rotante. Ambedue gli impianti con l’aumentare delle perdite alla bocca di carica (vedi punto 2) furono dimessi poiché non proporzionati al nuovo volume di perdite. Gas e polveri che attualmente si formano in continuazione alla bocca degli altiforni scaricano all’atmosfera. 4. L’acqua di mare che viene usata per la granulazione della loppa viene direttamente scaricata a mare. Dato l’impiego è naturale che l’acqua in uscita sia più calda, ed è pure certo che in essa vi siano dei trascinamenti di materiale. Di importanza rilevante è che l’acqua entra in combinazione con la scoria incandescente (circa 1400°), carica di inquinanti quale Zolfo e Fosforo tra i principali, ed è logico chiedersi cosa si stia scaricando a mare per circa 12 colate giornaliere. 5. Le pulizie delle linee nastri di caricamento degli altiforni sono sommarie ed in tempo di ventosità dalle gallerie nastri si alzano grosse nuvole di polveri che vanno a sparpagliarsi nell’atmosfera. Nel passato, furono sperimentati per lunghi periodi sistemi di abbattimento polveri alle bocche di estrazione silos, che abbinati alla raschiatura sul ritorno dei nastri davano se accompagnati da una seria manutenzione, dei buoni risultati. 6. All’impianto trattamento ghisa, la ghisa già colata nel carro siluro, viene corretta analiticamente fuori forno tramite insufflazione. I fumi e le polveri che si innalzano durante tale operazione di rimescolamento, vengono aspirate tramite una cappa e filtro denominato VENTURI. La manutenzione di tale filtro è indubbiamente carente, basti notare le colonne di fumo che esce dal suo camino. Logistica 1. Cumulo rifiuti ex SIDEMAR 2. Stoccaggio cumuli portualità conto terzi 3. Asfaltatura delle strade 4. Irrorazione dei cumuli a parco minerali 1. Cumulo rifiuti ora sotto sequestro, situato nell’area ex SIDEMAR, con l’azione eolica si alzano delle forti quantità di pulviscolo dal materiale ivi stoccato. 2. La messa a parco di materiali ferrosi vicino il pontile e parliamo di migliaia di tonnellate, sono su un piazzale ricavato da un riempimento anomalo, fatto con materiale di scarto buttato su un fondo di melma e più sotto ancora il profilo roccioso che degrada repentinamente sul fondo marino. L’enorme peso in superficie ora grava tutto su un lato del pontile sopra un materiale di riporto adagiato ad un fondo melmoso. In queste condizioni è lecito supporre che una scossa di terremoto può far scivolare il tutto verso il fondo compromettendo la stabilità del pontile. Non va dimenticato che sopra lo stesso operano due pesanti gru. 3. Urge l’asfaltatura di tutte le strade, sempre programmata ma mai fatta. 4. I cumuli di materiale a parco vanno irrorati, non come ora, ma bensì con prodotti filmanti. Ora l’erosione eolica è molto significativa. Resta da chiedersi come mai non abbia trovato posto nella documentazione inerente all’AIA Ferriera a disposizione del pubblico anche il carteggio con le raccomandate inviate nel corso del 2007 dal Sostituto Procuratore Federico Frezza al dirigente del servizio ambientale della Regione in cui si chiedeva, sulla base delle ripetute e periodiche analisi curate dal Cigra per conto della Procura, le misure preventive e le prescrizioni che la Direzione Regionale all’Ambiente aveva dato alla Lucchini. Lettere di fatto rimaste senza risposta ma che confermano, smentendo così l’impropria giustificazione dell’AIA fatta ripetutamente dalla precedente amministrazione regionale, che in realtà la Regione aveva, a partire dalla legge 51/99, la possibilità ed il dovere di ordinare tutti gli interventi necessari per il contenimento dell’inquinamento entro i limiti di legge o in alternativa, sentito il Sindaco di Trieste, Ufficiale Sanitario competente, disporre il fermo dell’attività produttiva dello stabilimento. Si ritiene utile chiudere queste osservazioni che hanno l’obiettivo di ottenere l’annullamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale o il suo ritiro nell’ambito del processo di revisione della stessa, con quanto scritto proprio dal PM Frezza in una sua ordinanza del 26 giugno 2007: “L’ultimo inciso suona alquanto singolare, qualora si tenga a mente che la misurazione del BenzoApirene a Servola è avvenuta su esclusiva iniziativa ed a esclusive spese della Procura, mentre nessuno degli Enti istituzionalmente preposti in via amministrativa al controllo della qualità dell’aria ha fatto alcunché del genere; dunque è corretto che l’ASS reputi necessario un approfondimento della campagna di rilevazione, ma ci si chiede: se tale campagna è così utile, se essa consente di fare emergere “dati preoccupanti”, perché nessuno – Regione, Provincia, Comune, ARPA, ASS – l’ha posta in essere? Perché l’unico soggetto ad avere assunto l’iniziativa è il PM? Solo molto di recente l’ARPA, e solo l’ARPA, si è accodata all’iniziativa della Procura sul monitoraggio del BenzoApirene a Servola, mentre fino ad un mese fa nessuno aveva stanziato i circa 15/20.000 euro necessari all’ARPA per acquistare un campionatore finalizzato ad eseguire questo tipo di controlli.”
Lunedì 28 luglio, ore 15, al Circolo Miani, Conferenza Stampa: ASS, se questa è una indagine…. Grazie Rotelli e ora torni a Caserta. » Inviato da valmaura il 26 July, 2008 alle 12:54 pm Ultimo aggiornamento dai TiGì di mercoledì sera, notizia e titolo d’apertura (copia ed incolla questo indirizzo link per vedere il filmato http://www.youtube.com/watch?v=gcOwB9KD004  “L’indagine epidemiologica condotta dall’ASS è irrilevante ed assolutamente inutile”: parola di Federico Frezza, Sostituto Procuratore incaricato delle indagini sulla Ferriera, per il quale è “tutto da rifare”. Forse le dimissioni di Rotelli, di Patussi, e degli altri responsabili coinvolti in questa triste vicenda dove si vuol far passare una ciofeca (surrogato a base di orzo, reso famoso da Totò nell’imperdibile film “I due marescialli” con Vittorio De Sica) per un vero caffè, sarebbero l’unico fatto rilevante e doveroso.
Oggi a sorpresa, mica tanto poi, il quotidiano locale di Trieste pubblica in tutta la prima pagina di cronaca locale con ampio e visibile richiamo in prima nazionale una ricerca statistica sui tumori che l’ASS definisce quell’indagine epidemiologica che dal 1999 era stata loro inutilmente richiesta. Ma prima di entrare nei fatti due soli commenti alle dichiarazioni di Rotelli a corredo dell’articolo e sui tempi di questa indagine. “Questa è la risposta a chi ci accusava di inerzia”: dichiara il direttore dell’ASS triestina. Non so a chi si riferisca ma certamente noi non abbiamo mai pensato ad una “inerzia” dei vertici ASS ma bensì a qualcosa di molto più grave e di cosa si tratti non sappiamo quanto involontariamente lo esplicita il Piccolo nel titolo azzurro d’apertura: “Il Distretto (Sanitario) con la Ferriera”. I tempi: c’è qualcosa che non torna, per una indagine epidemiologica sono sufficienti alcuni mesi e non nove anni; il periodo interessato va poi dal 1995 al 2003 e qui si ferma. L’indagine non è affatto quella che noi avevamo richiesto ed è una semplice statistica sull’incidenza di tumori, quelli ovviamente trattati in loco, ma non prende affatto in considerazione tutte le altre gravi e diffuse patologie. Ad esempio per dare qualche informazione all’illustre gruppo di ricercatori impegnati in un parto così lungo e travagliato, ogni anno a Trieste muoiono 800 persone per malattie dell’apparato respiratorio non tumorali: quella vera e propria “ecatombe” come inascoltato denuncia da anni il primario pneumologo dell’ospedale di Cattinara che ben ci si è guardati dal coinvolgere nel gruppo di ricerca. Dunque non si tratta di quella indagine epidemiologica sul territorio della nostra provincia, riguardante tutte le malattie (dalle dermatiti alle broncopatie) che avrebbe dovuto semplicemente coinvolgere gli ospedali, Burlo compreso, i Distretti Sanitari, i medici di base, le farmacie, ed incrociare i dati dei loro archivi informatici. Si tratta dunque di una statistica sui tumori seguiti in provincia per un periodo abbastanza datato. Sono per esempio molto più aggiornati i dati del CRO di Aviano e del Ministero della Sanità. Pur essendo solamente una parziale e datata statistica sul cancro, ciò nonostante essa conferma due cose: che Trieste ha il triste primato di mortalità da tumori e che, finalmente, si è costretti ad ammettere che gli inquinanti in uscita da Ferriera, Sertubi e inceneritori, colpiscono, come da noi sempre ostinatamente affermato visto il raggio di diffusione di polveri, gas e fumi, che non conoscono confini rionali, contrariamente a quanto caparbiamente sostenuto fino ad oggi dalla stampa e TiVù locali, praticamente tutto il territorio della nostra provincia con la parziale esclusione del Carso e della parte occidentale di Trieste. Smentendo pure la favoletta dello smog del traffico: perché non ci si venga a dire che Roiano o via Giulia-Battisti non sono tra le strade più ingorgate di macchine. Pertanto che un residente di Servola possa avere la stessa probabilità di morire per cancro di uno che vive ai Campi Elisi – San Vito oppure a Muggia, per noi non è assolutamente una novità, bastava leggere quanto pubblicato su “L’Atlante della mortalità per tumori nelle Regioni e Province del Nord-Est e in Italia” edito dalla Regione Friuli Venezia Giulia a cura del CRO-Istituto Nazionale Tumori-Aviano, oppure il “Rapporto sul Servizio Sanitario Regionale” edito sempre dalla Agenzia Regionale della Sanità. Resta solo da spiegare a distanza di nove anni le responsabilità di chi si ostina a non voler fare una vera e completa indagine epidemiologica sul territorio provinciale, come se i morti per broncopatia ostruttiva, tanto per buttare lì un esempio, avessero meno dignità statistica di chi perisce per neoplasia. Ma anche altre cose meriterebbero una risposta e ne elenchiamo solo alcune per brevità: 1) “A Valmaura i bambini si ammalano di più”. Titolo d’apertura sul Piccolo (1999) nel presentare una indagine dei medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale pediatrico Burlo Garofalo, sui bambini trattati dal centro di prima accoglienza di via dell’Istria, ricerca finanziata dalla Fondazione CRT. 2) “Nei nostri rioni vendiamo molti più farmaci che nel resto della città”. Piccolo (2000), intervista-servizio ai farmacisti di Servola, Valmaura, San Sabba. 3) “Abbiamo rilevato un significativo aumento delle patologie nei residenti dei quartieri vicini alla Ferriera”, (2000) testimonianza della dott.a Cornelio, allora responsabile del DIP dell’ASS triestina, al primo processo ai vertici (condannati) della Servola spa (atti giudiziari). 4) INAIL: impressionante il numero di pensioni d’invalidità per patologie croniche all’apparato respiratorio dei lavoratori Ferriera. 5) 2007. Nelle tre lettere inviate al Sindaco di Trieste dall’ASS e firmate dal direttore Franco Rotelli si denuncia il grave rischio di neoplasie e leucemie causato dai dati rilevati dall’ARPA sull’inquinamento in uscita dalla Ferriera. 6) 2008. Campione di analisi su 69 residenti vicini alla Ferriera, quasi il 30% del campione sfora per presenza di vari metalli pesanti, in particolare manganese, ma per l’ASS è tutto nella norma mentre per il Ministero della Sanità il fatto che il 12% degli italiani abbia la glicemia alta è indice di pericolosità sociale (diabete). 7) 2008 (Pagina dell’Istria sul Piccolo). L’Azienda Sanitaria della Repubblica Slovena su richiesta del Sindaco di Capodistria, quando scade il mandato a Dipiazza candidiamolo a Trieste per favore, assieme all’ARSO (ARPA slovena) presenta i risultati di una indagine epidemiologica su tutti i bambini da 0 a 12 anni di età residenti in quel Comune e rileva che tra il 27 ed il 36% di questi, che abitano tutti nelle frazioni di Crevatini ed altre rivolte verso il Vallone di Muggia, soffrono già di patologie croniche alle vie respiratorie causa l’inquinamento proveniente dalla Ferriera di Trieste, testato dalle centraline slovene. E se l’ASS ci dicesse come stanno i neonati sottostanti che stanno a Muggia gliene saremmo grati. Ecco perché riteniamo urgente che la Regione Friuli Venezia Giulia provveda al più presto al commissariamento dell’ASS n.1, così come si accinge a fare con l’ARPA, perché non è francamente tollerabile che la salute dei triestini sia affidata un giorno di più alle mani di questi dirigenti che hanno portato la credibilità e la fiducia dei cittadini nella Azienda sanitaria al livello più basso mai raggiunto a Trieste, fatto di per se di una gravità estrema che già da solo giustificherebbe ampiamente la loro immediata rimozione. Almeno per una cosa si prenda esempio dalla Regione Campania.
L’ARPA non è un problema: è il problema! (assieme alla ASS triestina). » Inviato da valmaura il 23 July, 2008 alle 3:19 pm Razionalizzare per economia di spese l’ARPA e magari nominandone commissario straordinario quel Vittorio Zollia, già direttore regionale all’Ambiente, spostato ai trasporti dal Presidente Antonione, dopo insistente richiesta dei Comitati di cittadini che si battono da dieci anni contro l’inquinamento di Ferriera e Sertubi. Non è certamente un bell’inizio per riformare l’ARPA e renderla più capace, dotandola di nuovi strumenti di rilevazione e nuovi tecnici, di tutelare la salute dei cittadini del Friuli Venezia Giulia e salvaguardare l’ambiente ed il territorio. E soprattutto per ridarle quella credibilità, oggi ridotta ai minimi termini, agli occhi dei cittadini della Regione. Tanto più che il neocommissario in pectore è lo stesso che subì l’onta dell’accompagnamento coatto da parte della forza pubblica in Tribunale per testimoniare nel primo processo sulla Ferriera e rischiò seriamente l’incriminazione per oltraggio alla corte e reticenza sulla sedia dei testimoni. In quanto all’ARPA spiace dover rilevare la perfetta sintonia in cui si ritrovano anche oggi esponenti di forze politiche che portano per intero tutta la responsabilità dell’attuale problematica situazione in cui essa versa. All’esponente di un partito che da anni oramai nelle piazze con la gente e sul territorio non ci sta più, preferendo appunto le stanze del potere, e che fu uno dei più ossequiosi assessori della Giunta Illy, e che riuscì con preveggenza invidiabile ad anticipare di sei mesi il giudizio positivo dell’ARPA sull’Autorizzazione Integrata Ambientale alla Ferriera nella penultima riunione del finalmente defunto quanto inutile Tavolo Istituzionale della Regione che presiedeva, verrebbe da chiedere cosa fece lui in qualità di Assessore per cinque anni su questo problema. E che anzi, invece di dare giudizi di scrupolosità smentiti più volte dalla semplice lettura dei quotidiani regionali, dovrebbe chiedersi perché i politici, a partire da lui, non hanno fatto di più per garantire serietà e tutela alla salute dei cittadini. E questo valga anche per altri esponenti politici che da assessori comunali e regionali non si sono per esempio accorti delle discariche abusive che crescevano nel cuore di Trieste (Scalo Legnami) sotto gli occhi di tutti, i cittadini che le denunciavano inascoltati da anni, ed i politici che invece guardavano altrove. Il problema ARPA? Una antologia forzatamente sintetica per spiegarlo, avvertendo che fino alle prime rilevazioni CIGRA i dati ufficiali forniti dall’ARPA di Trieste erano sempre stati positivi e tranquillizzanti: basterebbe questo a porre più di qualche interrogativo sulla sua funzionalità. “Spiace solo dover rilevare che alcuna collaborazione è stata data a questa Procura, seppure richiesta e sollecitata, dall’ARPA e dall’ASS”: Sostituto Procuratore Federico Frezza, requisitoria finale del primo processo, finito con una condanna, ai vertici Ferriera – Lucchini. Processo contro l’inquinamento delle acque marine del Vallone di Muggia da parte delle Ferriera di Servola: archiviato per perdita di prove. Il campione di acque marine prelevato dall’ARPA è stato prima denunciato come smarrito ed in seconda udienza dichiarato scomparso per rottura incidentale della boccetta di vetro nei laboratori ARPA. Ovviamente l’acqua del Vallone di Muggia è come quella di Lourdes, una sola volta e poi mai. Comunicato stampa dell’ARPA sul Piccolo di Trieste (2006): “La qualità dell’aria a Trieste è ottima”. Una settimana dopo, sempre sullo stesso giornale, grande evidenza alle analisi del CIGRA (Istituto di ricerca della nostra Università, consulente della Procura) che denuncia la vistosa presenza di diossine (21 volte sopra la media) e IPA (93 volte superiori) cancerosi nelle rilevazioni sull’inquinamento effettuate per conto della stessa Procura, ben oltre ai limiti massimi consentiti per legge. 2007: il Cigra conferma che alcune centraline di rilevamento gestite dall’ARPA sono starate per un 30% e per difetto, ovvero se le PM10, polveri sottili, sono a 100 la centralina segna 70. 2000: dichiarazione registrata e trasmessa a Radio a Colori, trasmissione RAI condotta da Oliviero Beha, di tecnico ARPA che chiamato a rilevare l’origine di una polvere biancastra-giallognola che ricopriva Monte San Pantaleone, consiglia ufficiosamente ai residenti di non mangiare la frutta e verdura dei loro orti ma si rifiuta di rilasciare una certificazione per iscritto. Rilevamento BenzoApirene (il più canceroso degli idrocarburi emessi dalla Ferriera): mai testato per anni dall’ARPA perché, questa è la motivazione ufficiale, priva degli strumenti per rilevarlo così come per le pericolosissime Micropolveri inalabili. Per altro da anni l’ARPA riceve e dà per buoni i dati rilevati dalle centraline zona Ferriera di proprietà della Lucchini, per la parte monitorata degli IPA (Idrocarburi ma non il BenzoApirene), con un mese, un mese e mezzo di ritardo, già elaborati dalla Sanitas, l’azienda di famiglia del Gruppo Lucchini. Terrapieni inquinati di Porto San Rocco e Acquario a Muggia, Discariche abusive dello Scalo Legnami e Terrapieno di Barcola: scoperti grazie alla denuncia di privati cittadini o associazioni, mai su indagini dell’ARPA (da notare che il Presidente della Società velica Barcola-Grignano con sede sul terrapieno imbottito di diossine e che più protesta contro il sequestro deciso dalla magistratura, è stato per cinque anni il Direttore Regionale dell’ARPA). Cementificio di Cervignano, ora ex: sui quindici quesiti avanzati all’ARPA per esprimere un parere tecnico sui rischi ambientali del progettato cementificio nella Bassa Friulana, l’ARPA esprime in prima istanza ben dodici valutazioni negative, che diventano tutte positive, ovvero quindici si, solo un mese dopo nella riunione finale alla presenza dell’allora Assessore regionale all’Ambiente, Gianfranco Moretton, dai cui uffici dipende la stessa ARPA. Anche allora, in strana sintonia politica è il capogruppo di un partito d’opposizione, Ciani di AN, a sua volta ex assessore all’Ambiente nella precedente giunta di centrodestra, ad esprimere pubblica solidarietà all’ARPA travolta dalla bufera dell’opinione pubblica che costringerà la Giunta Illy a fare retromarcia ed annullare il progetto del cementificio. Per tralasciare qui il caso di un direttore di servizio all’assessorato all’ambiente fortemente voluto dall’attuale segretario generale della Giunta regionale e lasciato al suo posto nonostante l’avviso di garanzia ricevuto dalla Procura per una grave ipotesi di reato riguardante proprio l’espletamento delle sue funzioni e che per altro dichiara alla stampa, smentendo palesemente quanto scritto nella legge, di non dover controllare la veridicità di quanto dichiarato dalle industrie nelle domande di rilascio dell’AIA, grossolanamente mendaci e false almeno in un caso accertato. O di una Azienda Sanitaria Territoriale che si rifiuta da nove anni di fare quella più volte richiesta indagine epidemiologica sul territorio, dal costo pressoché zero, ma che permetterebbe di confrontare, incrociandoli, i dati contenuti negli archivi informatici di ospedali, distretti sanitari, centro tumori, Burlo, farmacie e medici di base, per capire le cause dell’elevata mortalità da tumori di Trieste e della vera e propria “ecatombe”, parola usata dal primario pneumologo di Cattinara, di morti per malattie all’apparato respiratorio. E che dovrebbe vedere la Regione da subito impegnata a rinnovarne i vertici se non altro dopo le incredibili recenti dichiarazioni rilasciate alla stampa da alcuni dirigenti ASS, a partire dal direttore Franco Rotelli: “A noi non risulta alcun caso di persone ammalate a causa delle emissioni provenienti dalla Ferriera di Servola. Non abbiamo mai parlato di casi reali ma solo fatto ipotesi” e che seguono di due settimane quelle altrettanto inverosimili rilasciate sempre al Piccolo: “Quelli rilevati sono indicatori di esposizione e non di danno o di malattia – spiega Valentino Patussi responsabile del Dipartimento di prevenzione e sicurezza dell’ASS triestina -. Non ci sono correlazioni certe tra l’assorbimento di inquinanti che hanno effetto cancerogeno e la probabilità di ammalarsi. Il fatto che un lavoratore abbia concentrazioni più elevate, significa essenzialmente che è più esposto a benzene e benzoapirene.”. Per altro perfettamente in linea con quanto dichiarato nel 1999 dall’allora responsabile del DIP sempre con Rotelli direttore ASS, ove il medico in una pubblica assemblea presso il Terzo Distretto Sanitario sosteneva che: “Non esiste alcuna correlazione tra l’insorgenza dei tumori e l’ambiente in cui uno vive”, bruscamente interrotto dalle alte grida di alcuni medici del Burlo e del Centro Tumori di Trieste che sedevano in sala con il più gentile epiteto di “vergognati, in quale Università hai comperato la laurea!”
La Ferriera-Sertubi va chiusa entro il 2009. Questo quanto emerso dalla Conferenza Stampa – incontro tenutosi domenica 20 luglio, nella sede del Circolo Miani, alla presenza di oltre 110 cittadini, con la partecipazione dell’on. Angelo Alessandri, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, nonché Presidente nazionale della Lega Nord, dell’on. Massimiliano Fedriga, Segretario provinciale LN di Trieste, dell’Assessore Regionale Federica Seganti e del Presidente del Circolo Miani, Maurizio Fogar. L’attenzione della Commissione Ambiente della Camera è stata garantita dal suo presidente, che entro mercoledì redigerà una bozza di risoluzione, che verrà inviata al Circolo Miani con la richiesta di eventuali integrazioni, da portare poi al voto e trasmettere al Governo come impegno del Parlamento affinché Regione e Governo attivino tutte le iniziative per arrivare alla dismissione dell’attività siderurgica, alla chiusura, bonifica e riconversione di Ferriera e Sertubi a partire dall’anno 2009. L’on. Alessandri ha poi illustrato la modifica dell’attuale legge 152 che punisce in modo irrisorio, al massimo 20.000 euro di multa, le aziende responsabili di inquinare, e che andrà al voto parlamentare in ottobre, sostituendo la debole sanzione pecuniaria con il sequestro e l’esproprio dei terreni dove operano gli stabilimenti inquinanti. Piena condivisione poi è stata espressa sia dall’on. Fedriga che dall’Assessore Seganti alla richiesta avanzata dal Miani di avviare immediatamente un radicale rinnovamento dei vertici e delle strutture di ARPA e ASS e degli uffici regionali coinvolti nell’azione di controllo dell’inquinamento e della tutela della salute dei cittadini. Ovviamente la dismissione degli impianti passerà attraverso la garanzia della conservazione dei posti di lavoro ed anzi creerà nuove opportunità di occupazione, nello smantellamento delle strutture, nella bonifica attraverso tombatura delle aree e nella costruzione di una piattaforma logistico-portuale che impiegherà estesamente i pannelli fotovoltaici al fine della produzione di energia rinnovabile. Questa in estrema sintesi (24 righe scarse) il resoconto dei fatti di ieri che però se leggete i giornali di oggi, o avete visto i TiGì pubblici e privati, non troverete. Ma vediamo quant’altro non troverete di quello che invece dovrebbe fare notizia ed essere riportato da chi dovrebbe fare informazione (vedete quanti condizionali per dire quello che tutti sanno: che a Trieste l’informazione fa pena, per non dire altro). 1) Che più di cento persone si ritrovino, senza alcuna forma di pubblicità, in una sede la domenica mattina di piena estate per partecipare ad una assemblea, ed a Trieste poi: è notizia. 2) Che il Presidente Nazionale del terzo partito italiano, nonché Presidente di una importante Commissione del Parlamento venga a Trieste al Circolo Miani: è notizia. 3) Che il risultato di questo confronto con il Circolo Miani, Servola Respira ed i cittadini presenti abbia portato a quanto annunciato sopra: ostia se è notizia e di prima pagina. Fate dunque un confronto e valutate quindi quali siano gli interessi meglio difesi e rappresentati da chi a Trieste di professione fa il giornalista. A me si permetta solo di ringraziare Massimiliano Fedriga per l’impegno che ha dimostrato nel partecipare alla riuscita di questa manifestazione ed alla coerenza con cui sta portando avanti la battaglia per arrivare alla soluzione del problema Ferriera-Sertubi. E mi si permetta anche un piccolo ringraziamento personale: per quel lungo caloroso applauso che sembrava non volesse mai finire e che ha accompagnato la chiusura del mio intervento, un’emozione sincera che mi sarà difficile dimenticare in una calda domenica di fine luglio. Maurizio Fogar Ferriera: domenica 20 luglio, ore 11, al Circolo Miani, incontro - Conferenza Stampa con il Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. » Inviato da valmaura il 15 July, 2008 alle 12:01 pm Mai tanta gente in un’assemblea al Circolo Miani, troppa anche solo per stare in piedi nella pur capiente cupola, oltre agli 89 posti a sedere tutti occupati già cinque minuti prima dell’inizio della riunione. E così decine di persone hanno dovuto rimanere fuori sulla terrazza sul tetto con tutti gli infissi spalancati per far loro seguire il dibattito. Per un “esperto” di ordine pubblico al Miani per servizio non c’erano meno di 150 presenti. Molte facce nuove, di gente giovane, alcuni operai della Ferriera, a colmare le assenze preannunciate delle decine di nostri volontari già in ferie a respirare aria pulita lontano da casa. Alla fine in tutti è sorta spontanea una considerazione: quale forza sociale, politica, culturale riuscirebbe, e con così scarsa attenzione ricevuta come al solito dagli organi di disinformazione, a riunire alle nove di sera tanta gente il 14 luglio in piena estate. E con che entusiasmo, partecipazione e soddisfazione. Prossimo appuntamento per la cui riuscita lavorare l’incontro-Conferenza Stampa del Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, on Angelo Alessandri, che assieme all’on. Massimiliano Fedriga ed al Presidente del Consiglio Regionale, Eduard Ballaman, ospite il Presidente Maurizio Fogar, si terrà domenica 20 luglio alle ore 11, nella sede del Circolo Miani in via Valmaura 77 a Trieste. Un appuntamento a cui far partecipare quanta più gente possibile. Un appuntamento importante che porta sul più autorevole tavolo nazionale la questione della chiusura e riconversione di Ferriera e Sertubi entro l’anno 2009, secondo il percorso annunciato ieri sera a grandi linee da Maurizio Fogar e dal Portavoce di Servola Respira, Romano Pezzetta, che verrà concretato entro dicembre dal gruppo di lavoro messo in piedi con la Regione che ha riconosciuto pubblicamente il Circolo Miani e Servola Respira come i soggetti accreditati ad interloquire e lavorare con la Regione per arrivare alla soluzione del problema entro i tempi previsti. Un risultato questo ottenuto grazie e soprattutto all’impegno ed alla partecipazione di tanta e tanta gente alle manifestazioni organizzate in questi ultimi dodici mesi dal Circolo Miani e Servola Respira ed in particolare al successo del corteo del 6 giugno scorso ed oggi apprendiamo che la Regione accogliendo una delle prime richieste avanzate proprio dal Circolo Miani nella riunione con il Presidente Tondo, il Presidente Ballaman e l’Assessore all’Ambiente Lenna, sta iniziando quell’indispensabile azione di rinnovamento e pulizia negli enti sottoposti al controllo della Regione, ARPA ed ASS in primis, per ridare credibilità ed affidabilità alla loro azione nel rispetto primo dei loro doveri, quello di tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori. Lavoratori che al di là delle posizioni aziendaliste della triplice sindacale, che per altro ha un peso reale estremamente limitato tra i dipendenti, saranno coinvolti e chiamati a collaborare al processo di riconversione delle aziende anche perché in tempi di vacche magre i regali sono impensabili e tutti dovranno fare la loro parte per garantire un futuro di dignità, lavoro e sicurezza. Quello che sta accadendo è la dimostrazione di quanto la politica, quella vera che si occupa della soluzione dei problemi della comunità con e non sopra o senza la partecipazione di chi vive sul territorio, è l’unico strumento idoneo che i cittadini hanno a disposizione e in questi mesi sarà fondamentale tenere alta ai massimi livelli la tensione, la pressione dell’opinione pubblica per garantire che le promesse e gli impegni vengano finalmente rispettati e non rimangano le chiacchiere che purtroppo sentiamo da otto anni. |
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