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Circolo Miani » News Correnti » Page 203

Porto. Arriva Caronte.

» Inviato da valmaura il 3 May, 2020 alle 12:19 pm

A “nonno quasi morto” ieri pomeriggio la Regione con la benedizione di “faccia di bronzo” ASS, e del vicesindaco leghista, che Dipiazza una volta di più, e stavolta saggiamente, si è defilato (un albero da potare in villa?), ha chiamato capitan Caronte con la sua barcona.
Accogliere nello Stige di Porto Vecchio (visto a cosa serve?) il Lazzaretto galleggiante di Trieste potrebbe alla fine risultare un’idea concreta, forse la prima, per richiamare in città il turismo dell’ultima età.
Resta un mistero di come, se la decisione è stata presa solo ieri pomeriggio, la nave fosse stata già riadattata da crociera ad ospizio, forse su profezia del Mago Otelma, pronta per il nuovo uso, e fossero già state avviate, almeno due settimane orsono, le chiamate per cooperative regionali utili a procurare il personale operante a bordo.
Poiché Facebook ha rifiutato la promozione del nostro precedente articolo, che secondo i loro bacati algoritmi conteneva “ingiurie e volgarità”, e noi rileggendolo più e più volte non ne abbiamo trovata alcuna: a meno che il Social non si riferisse ai nomi di Poggiana e Riccardi, lo riproponiamo alla vostra attenzione.
Ma vi consigliamo di scendere su questa nostra pagina di due giorni (26 aprile) a guardarvi il servizio trasmesso dalla Sette che lo accompagna. Utile anche per comprendere come si faccia giornalismo televisivo e non i camerieri del potere come qui a Trieste.

OMS: “Il massacro delle RSA”
Trieste, non volino solo gli stracci !

Non vorremmo che a Trieste, ed in Regione, le indagini che la Magistratura, seppure in ritardo rispetto ad analoghe iniziative giudiziarie aperte in Italia, ha avviato sulle residenze “protette” per gli anziani si limitassero a perseguire solo gli “esecutori”.
Ben tre casi, per numeri di “ospiti” e personale i più rilevanti, riguardano infatti le principali strutture pubbliche, ovvero del Comune di Trieste (Itis, Gregoretti e Serena).
Se ne è accorto il “giardiniere”?
Poi esiste la situazione tutta particolare all’interno di una Azienda Sanitaria, che tra l’altro era tenuta a fare i controlli, assieme alla Regione, proprio sulle RSA, private e pubbliche, e che a Trieste detiene il triste primato in Regione per il personale contagiato. Come ha ben evidenziato pure la senatrice Laura Stabile, medico, già primario di quella Medicina d’Urgenza ora chiusa per “positività” e segretaria del Sindacato medici ospedalieri, e che si trova per questo destinataria di una azione legale da parte dei vertici – incredibile ! - dell’Ass triestina che rimangono ancora tali dopo tutto il marasma accaduto.
E qui emerge in tutta la sua gravità la mancanza di un pronto intervento della Regione (Riccardi) che li ha scelti.
Che le residenze protette, che le comunità di anziani e soggetti fragili, fossero le realtà più esposte al diffondersi della pandemia, ed ai suoi esiti più letali, lo si sapeva ben dall’inizio.
La tragedia vissuta non può dunque giustificarsi con il fato “cinico e baro” né con l’ineluttabilità.
Qui ci sono precise responsabilità: per chi aveva tutto il tempo per fare i controlli negli anni precedenti (Regione, ASS e Comune) o di intervenire prontamente quanto preventivamente nelle settimane precedenti l’arrivo di Covid-19 in Regione FVG. Invece di baloccarsi due mesi dopo con la “nave Lazzaretto”.
Una conferma delle negligenze viene anche dall’alto numero di positivi riscontrati tra gli operatori, sulle cui condizioni lavorative e contrattuali troppo a lungo si sono chiusi entrambi gli occhi.
E che proprio per questo sono stati tra gli incolpevoli diffusori dell’infezione.
Un’ultima domanda. Come è possibile che l’ASS triestina avesse dato il suo benestare ad una residenza “protetta” che dopo qualche settimana è stata chiusa e sequestrata dai Carabinieri per assenza dei requisiti minimi?
Ce lo vogliono spiegare il Poggiana ed il Riccardi?
O lo dobbiamo chiedere al Mago Otelma !




Ebbene lo confesso. “LIBERI TUTTI !”

» Inviato da valmaura il 2 May, 2020 alle 2:26 pm

Stamane nel percorrere more solito il prima tratto di quella che viene chiamata umoristicamente “Superstrada”, e “Super” lo è stata sicuramente per i costi, per le tangenti pagate, per costruttori e politici, funzionari pubblici compresi, viaggiavo, ebbene si lo confesso, tra i 55 ed i 60 chilometri all’ora. Dunque sopra al limite di 50. Ma mi sentivo, come sempre da decenni, l’unico “mona” di turno, poiché nel traffico ripreso intenso non c’era autoveicolo, motociclo o Tir che non mi superasse sfrecciando di media ad 80/90 chilometri col “risucchio” quando mi affiancavano. Addirittura all’altezza Torri d’Europa due Camion con rimorchio, pittati Automarocchi, si sono superati a vicenda.
Di Vigili Urbani neppure l’ombra, con l’Autovelox in soffitta.
Ma dov’erano l’ho compreso questo primo pomeriggio: ben tra pattuglie automunite in quindici minuti hanno fatto su e giù, rigorosamente sul marciapiedi tra bambini che giocavano e passanti, in Viale Romolo Gessi.
Dove sembrava di essere trasportati in Corso Italia nel pieno del “liston” di un sabato pomeriggio ante Covid-19, e al velodromo Vigorelli di Milano.
Gruppi di ciclisti di ogni età sfrecciavano tra i vialetti interni, la sottostante ciclabile al confronto era il Deserto del Gobi, incuranti delle persone, i birilli delle gimcane, o dei cagnetti al pascolo. Bisogna però riconoscere che nove su dieci avevano la Bandana d’ordinanza tirata su a modello "Jess" il Bandito.
Nove volte su dieci invece la folla di podisti, che “runner” li chiameranno negli States, di ogni stazza ed età, la mascherina la tenevano sul collo come fazzoletti anti sudore. Ansando, ma quasi tutti telefonando con la “piastrella” in mano, a naso e bocca liberi.
E non potrebbe che essere così a meno di non volersi curare un attacco di panico respirando in un cartoccio di carta.
E se tanto mi da tanto non mi paiono segnali incoraggianti né promettenti a meno di affidarsi al fattore “B”.
Resta un mistero perché ora l’aperturistaadognicosto Fedriga che rinfaccia nel salotto dei morti viventi della D’Urso a Conte di essere inutilmente prudente, in effetti Piemonte e Lombardia, il disastro mondiale di infezioni, le amministra lui e non i sodali di Fedriga, si ostini ad ignorare le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Abbiamo capito che simpatizzando per Trump si beve anche la varecchina, ma quando l’OMS, che appunto non è simpatica a the Donald, dichiara più e più volte che se si mantengono le distanze sociali (un metro e mezzo tra persone) le mascherine all’aperto sono inutili (utilissime invece in ogni spazio chiuso) ed anzi indossarle le danneggia e ne riduce la funzionalità e l’efficacia (hanno una durata d’uso).
Come facciamo fatica a comprendere la ratio della chiusura domenicale imposta agli ipermercati, che da anni ordinariamente erano sempre aperti.
Se si intendeva con ciò rarefare uscite e presenze qualche anima buona finalmente lo informi, dunque non Riccardi e tantomeno Poggiana, che tale improvvida decisione ha prodotto esattamente l’effetto opposto: assembramenti e code fuori, e folla dentro.
Che il culo, quando c’è vò c’è vò, ci assista.



Trieste, non volino solo gli stracci !

» Inviato da valmaura il 1 May, 2020 alle 2:26 pm

OMS: “Il massacro delle RSA”

Non vorremmo che a Trieste, ed in Regione, le indagini che la Magistratura, seppure in ritardo rispetto ad analoghe iniziative giudiziarie aperte in Italia, ha avviato sulle residenze “protette” per gli anziani si limitassero a perseguire solo gli “esecutori”.
Ben tre casi, per numeri di “ospiti” e personale i più rilevanti, riguardano infatti le principali strutture pubbliche, ovvero del Comune di Trieste (I
tis, Gregoretti e Serena).
Se ne è accorto il “giardiniere”?
Poi esiste la situazione tutta particolare all’interno di una Azienda Sanitaria, che tra l’altro era tenuta a fare i controlli, assieme alla Regione, proprio sulle RSA, private e pubbliche, e che a Trieste detiene il triste primato in Regione per il personale contagiato. Come ha ben evidenziato pure la senatrice Laura Stabile, medico, già primario di quella Medicina d’Urgenza ora chiusa per “positività” e segretaria del Sindacato medici ospedalieri, e che si trova per questo destinataria di una azione legale da parte dei vertici – incredibile ! - dell’Ass triestina che rimangono ancora tali dopo tutto il marasma accaduto.
E qui emerge in tutta la sua gravità la mancanza di un pronto intervento della Regione (Riccardi) che li ha scelti.
Che le residenze protette, che le comunità di anziani e soggetti fragili, fossero le realtà più esposte al diffondersi della pandemia, ed ai suoi esiti più letali, lo si sapeva ben dall’inizio.
La tragedia vissuta non può dunque giustificarsi con il fato “cinico e baro” né con l’ineluttabilità.
Qui ci sono precise responsabilità: per chi aveva tutto il tempo per fare i controlli negli anni precedenti (Regione, ASS e Comune) o di intervenire prontamente quanto preventivamente nelle settimane precedenti l’arrivo di Covid-19 in Regione FVG. Invece di baloccarsi due mesi dopo con la “nave Lazzaretto”.
Una conferma delle negligenze viene anche dall’alto numero di positivi riscontrati tra gli operatori, sulle cui condizioni lavorative e contrattuali troppo a lungo si sono chiusi entrambi gli occhi.
E che proprio per questo sono stati tra gli incolpevoli diffusori dell’infezione.
Un’ultima domanda. Come è possibile che l’ASS triestina avesse dato il suo benestare ad una residenza “protetta” che dopo qualche settimana è stata chiusa e sequestrata dai Carabinieri per assenza dei requisiti minimi?
Ce lo vogliono spiegare il Poggiana ed il Riccardi?
O lo dobbiamo chiedere al Mago Otelma !
https://www.la7.it/…/coronavirus-la-strage-degli-anziani-ne…




Sul 5G.

» Inviato da valmaura il 30 April, 2020 alle 1:18 pm

La posizione assunta dal Circolo Miani, ovvero la richiesta al Comune di fare, come tanti altri enti locali in Italia e, per stare in Regione: Sacile, una ordinanza di moratoria cautelativa utilizzando il principio di "precauzione", diremmo quasi obbligatorio per un sindaco/Ufficiale Sanitario.
E la richiesta di asseverazione da parte delle imprese che presentano richieste di costruzione ed installo di ripetitori ed antenne sul territorio comunale, di sottoscrivere cioè una frase modello: "si garantisce che la tecnologia in installo non costituisce pericolo alcuno per salute ed ambiente e ci si impegna a risarcire in toto eventuali danni futuri", a tutela pure dei vertici comunali che rilascieranno le licenze edilizie dopo aver verificato la corrispondenza dei nuovi cantieri a quanto previsto dal Piano Regolatore comunale.
Queste nostre posizioni non sono determinate da un antiprogressismo pregiudiziale, anzi saremo i primi ad adottare nuove tecnologie che facilitino i collegamenti internet, quando avremo la CERTEZZA scientificamente e sperimentalmente provata, da enti terzi ed imparziali, che queste non arrechino danni di alcun tipo alla nostra salute e all'ambiente dove viviamo, ed anzi siano utili a migliorare la qualità della nostra vita.
Ed abbiamo la presunzione di ritenere che questo pragmatico buonsenso dovrebbe ispirare ogni decisione delle amministrazioni pubbliche.
Meglio attendere prima che piangere poi: non ci sembra tanto difficile da comprendere e condividere.
Pertanto rimaniamo basiti dai commenti che si contrappongono su queste pagine. Dal sanfedismo fideistico di chi è pronto ad aderire alla cieca a questo 5G, quando tutti gli scienziati, quelli seri e non su libro paga, sono ancora nella dubbiosa ricerca di un parere certo, costi quel che costi per la propria salute e benessere. E dall'altra quelli che dimostrano una talebana contrarietà a prescindere reputando il 5G l'origine di tutti mali dell'universo mondo.
Posizioni che, a nostro modesto avviso, non portano da alcuna parte e risultano fin dall'inizio perdenti per la causa sostenuta.
Mai come in questo caso vanno usati il cervello, la ragione e non le viscere.
La nostra dura e sferzante risposta alla NON risposta del sindaco di Trieste, che vi invito a leggere su questa Pagina, dovrebbe pure insegnare qualcosa e far riflettere sulle soluzioni future data l'acclarata incapacità, quando non peggio, di questa classe politica ad affrontare oggi e risolvere domani questo come altri problemi che determineranno un mutamento, in peggio od in meglio non siamo ancora in grado di dirlo, e nessuno obbiettivamente oggi lo è, della nostra vita.
Altrettanto significativo è il silenzio di tutte le forze politiche, di opposizione come di maggioranza, in Comune ed in Regione FVG.
E questo dovrebbe cominciare a porre con ragionata forza il tema di attrezzarsi per cambiare una politica che determina effetti diversamente nominati (dalla crisi ospedaliera e sanitaria, ai degradi dei quartieri, alle emergenze povertà e casa, e l'elenco sarebbe lunghissimo) ma che appunto hanno una causa unica che li produce: l'incapacità ed il fallimento di una intera classe politica e dirigente. La vicenda Ferriera è stata per 22 anni la cartina di tornasole di questo fallimento.
Un invito: pensiamoci e contiamo almeno fino a dieci prima di commentare.
Maurizio Fogar



Moratoria 5G Comune Trieste. La NON risposta di Dipiazza.

» Inviato da valmaura il 29 April, 2020 alle 3:02 pm

Ora va precisato che le cinque paginette di risposta alla richiesta di emissione di una ordinanza di Moratoria ai lavori di installo del 5G per il territorio del nostro Comune, inviata dall'avvocato Devetag per conto del Circolo Miani, è firmata sì digitalmente dal sindaco ma è materialmente stesa dai seguenti funzionari, ricordarsi bene questi nomi, del Servizio Ambiente ed Energia, Impianti: dott. ing Gianfranco Caputi; per.ind. Francesco Demarch e dott. ing. Ettore Durante.
Conoscendo da una vita Roberto Dipiazza presumiamo che non l'abbia nemmeno letta e se letta poco compresa.
Partiamo dalla fine. Alla nostra motivata richiesta di Moratoria, il sindaco non risponde nè Si né No.
L'abituale suo atteggiamento per non prendersi alcuna responsabilità.
Si inizia dando conto della asserita premura ed “attenzione” del Comune che si è “fatto parte attiva” per promuovere un incontro con ARPA FVG in Palmanova il 26 giugno dello scorso anno “per chiedere chiarimenti in merito a tale tecnologia in considerazione delle preoccupazioni che tale sviluppo tecnologico desta nell'opinione pubblica.”. Bontà sua.
E adesso arriva il bello. Alla riunione sono stati invitati, ed erano presenti, i rappresentanti di tutte le società “che gestiscono le Stazioni Radio Base di Telefonia Mobile a livello regionale”.
Dunque si chiede all'oste di garantire che “il suo vino è buono”. Ma, si sono dimenticati, visto che l'incontro era “allargato”, di invitare pure i “portatori di interesse”, come li definisce la legge, ovvero cittadini ed associazioni.
E da subito emerge che per ora questi operatori della telefonia si avvarranno degli impianti già esistenti in Regione, o di quelli in costruzione per le attuali tecnologie, per piazzarci sopra pure le antenne 5G nel biennio 2020-21. L'omerico Cavallo di Troia.
Poi la lettera cita alcune dichiarazioni ministeriali e indicazioni scientifiche che escludono correlazioni tra l'insorgenza del tumore al cervello e l'utilizzo di questa nuova tecnologia.
Peccato che due recentissime sentenze del Tribunale di Torino vadano in senso opposto e nelle motivazioni scrivano sulla parzialità ed inattendibilità delle consulenze “scientifiche” presentate dalla parte soccombente (l'operatore di telefonia mobile).
Fermo restando che ARPA e Comune curiosamente non citano tutte le più importanti altre patologie, a partire dal quelle cardiache, linfonodali, dermatologiche, neurologiche, e sulla fertilità, per citarne alcune, sensibili ai campi elettromagnetici, che nel caso 5G saranno costantemente attivi.
Altrimenti il gioco non vale la candela, né tecnicamente ma soprattutto economicamente.
Poi una chicca sui controlli effettuati dall'Arpa FVG su di un impianto 5G esistente, a testimonianza della loro “vigilanza”.
“I valori misurati, scrive ARPA FVG, evidenziano pertanto che l’impatto del 5G è attualmente molto basso rispetto alle altre tecnologie, o addirittura nullo, VISTO anche il POCO TRAFFICO su tale tecnologia.” Insomma ad impianto praticamente non operante non si rileva che assai poco. GENIALE !
Peccato che il 5G per essere operativamente efficace Arpa ometta di ricordare che bisognerà installare migliaia (orientativamente 800 a chilometro quadrato) di piccole antenne, ogni cento metri, che rilanceranno il segnale proveniente da un’antenna base più grande.
La NON risposta finisce appunto con l'impegno del Comune a “vigilare” ed il riconoscimento del ruolo fondamentale dell'ARPA FVG a cui l'amministrazione Dipiazza si rimanda.
E questo è curioso assai. Nell'agosto 2016 tutta la stampa e le televisioni regionali riportarono con grande evidenza il brutale attacco del sindaco di allora, lo stesso di oggi, contro la credibilità e l'affidabilità dell'ARPA FVG, tanto da deliberare l'assunzione di un proprio tecnico come consulente a 35.000 euro annuali, il Barbieri fantasma, ed annunciare l'acquisto di proprie centraline di monitoraggio (i famosi quanto fumosi dieci punti scritti col sangue in campagna elettorale e firmati in diretta TiVù).
Ma era la Ferriera non il 5G, dunque tutta un'altra storia anche se i tumori restano uguali.
Orpo che Arpa !




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