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Circolo Miani » News Correnti » Page 47

La Giunta del “disfare” e dell'abbattere.

» Inviato da valmaura il 7 April, 2022 alle 11:57 am

Non smette di stupire questa amministrazione, e non è che quelle precedenti ci abbiano fatto mancare nulla.
Si parte con due abbattimenti che, contrariamente a quanto uno è portato a pensare, costano e pure molto (a cui va aggiunto lo smaltimento dei ruderi e laterizi): la Sala Tripcovich e la Piscina Terapeutica. E di questa non riusciamo a comprenderne proprio le ragioni: se a crollare è stato solo il tetto della vasca ed il rimanente edificio sembra tuttora in più che buone condizioni.
Fare presto per riaprire alla città una struttura terapeuticamente importante consiglierebbe di concentrare i lavori sulle manutenzioni, da fare comunque, sul rifacimento, lineare ed economico, della vasca centrale e casomai poi, una volta riaperto il tutto ad allargare con nuove costruzioni idonee ad ospitare nuovi servizi.
Per la battaglia personale di Dipiazza contro la Tripcovich, sarebbe utilmente propedeutico spiegare ai Triestini cosa si intenda fare nella piazza d'armi di Largo Santos, a parte buttare dalla finestra oltre 500mila euro per spostare la Statua di Sissi, senza pace anche nella tomba, di un'ottantina di metri. E magari pensare qualcosa di concreto per recuperare il Teatro Auditorium in piazza della Borsa.
Quando poi questa amministrazione parla di rifare i giardini e le aree verdi, noi abbiamo negli occhi le centinaia di alberi che nei ultimi tre lustri il Comune ha inutilmente segato ogni anno, riducendo drasticamente il verde d'alto fusto dal Carso al mare, e ne siamo sinceramente preoccupati.
Ma pare che siamo i soli, che politici verdini ed ambientalisti di ogni colore se ne sono sempre fregati.
Poi arriva il colpo a sorpresa: rifare Piazza Unità, ammalorata dall'infelice scelta del fondo, operata dalla Giunta Illy, e poi massacrata dalle decine di cantieri annuali di tubi innocenti e ferraglia per palchi, dall'andirivieni di Tir, furgoni e muletti.
Una barcata di soldi, più utili ad esempio ai Servizi sociali, quando invece sarebbe più ragionevole un'adeguata manutenzione conservativa.
Rimane, e da venti anni, l'irrisolta trottola dei mercati Ortofrutticolo ed ittico, per non parlare dei cantieri perennemente aperti od interrotti: l'elenco lo conoscete tutti.
Ma con Dipiazza e questa sua, fortunata per lui, “opposizione”, inutile illudersi.



A distanza di due anni i NO 5G o morte? Spariti tutti!

» Inviato da valmaura il 3 April, 2022 alle 12:04 pm

Questo scrivevamo due anni fa.
“Ultimissime. Coloncovez più Sessanta.
5G o non 5G.
 
Allora le ultime dai ripetitori in costruzione. Si sono mossi i cittadini che hanno parlato con i “costruttori” sul posto (per altro al lavoro senza alcuna protezione anti Covid-19: Prefetto che ci stai a fare?).
Dunque hanno detto che ne debbono installare una “sessantina”, così tanto per gradire.
Ma l’Arpa, immediatamente sentita, ha risposto che per quanto risulta loro si tratta solo “4 o 5 nuovi impianti”. Per quanto risulta a loro per l’appunto.
Subito informati ci siamo mossi anche noi, per quanto permettano le misure giustamente in vigore in questi giorni, e Maurizio Fogar ha prontamente firmato la procura al legale per chiedere l’immediato accesso agli atti in Comune (Coloncovez fà Trieste) e per le conseguenti iniziative da intraprendere.
Tra l’altro l’articolo dell’altro ieri è stato finora letto da 28.000 utenti diretti più tutti quelli, che non possiamo tecnicamente calcolare delle Condivisioni, che sono state 460 dirette più n.? indirette. Ha ottenuto finora 890 “mi piace” diretti e indiretti, e 360 commenti, idem.
Non si può proprio dire che la nostra comunità sia insensibile, lo sono invece, ma non è una novità, gli organi di “disinformazione” e, more solito, la politica tutta.
Una risposta ai pochi difensori a spada tratta e benda su occhi e cervello del 5G a prescindere.
Pericoloso assai affrontare un argomento che bene o male riguarderà tutti noi, direttamente o indirettamente, a colpi di sicumere. Per vedere se la fiamma della nostra cucina è accesa, non ci mettiamo la mano sopra.
E dunque chiedere, come la stessa Comunità Europea ha sancito, l’utilizzo del criterio della massima “precauzione” vista l’assenza di studi credibili e scientificamente imparziali sugli eventuali danni a salute ed ambiente di questa nuova tecnologia è puro buonsenso. Piangere poi, a babbo morto, serve picca e nulla.
E pertanto abbiamo avviato la procedura legale che chiede ad un Comune, silente come sempre, come assenti come sempre sono opposizioni e forze politiche, una ordinanza di moratoria all’installo delle nuove strumentazioni a Trieste, in attesa di risposte certe.
Non sembra chiedere la Luna ma un semplice richiamo alle responsabilità di tutela della salute. Il problema, e non da oggi, è che questa nostra classe dirigente e politica le responsabilità non vuole proprio assumersele”.
Ecco ci siamo sbagliati: la nostra comunità è sensibile solo al “pomo caschime in boca”, per non dire poi dell’altro motto: “armiamoci e partite”.



Vivere con 5 euro LORDI all'ora! Per i giorni che hai la fortuna di lavorare.

» Inviato da valmaura il 3 April, 2022 alle 12:01 pm

Ma la tronfia politica si lamenta della “denatalità” a Trieste.
 
Allora, oggi sulla stampa appare un articolato resoconto sulle condizioni lavorative (turni e paghe) del personale a cui è affidata la cura dei Musei cittadini. Ovviamente si tratta di uno di quei tanti appalti attraverso i quali l'Amministrazione cittadina, a partire dalla fine degli anni Novanta, ha “esternalizzato” a cooperative e ditte il lavoro prima svolto in proprio dai dipendenti comunali (l'agognato posto fisso).
Non è irrilevante, anche se non abbiamo motivo di dubitare sulla correttezza della procedura d'affidamento, che la principale ditta assegnataria dei lavori sia la Euro&Promos (la “&” commerciale fa sempre molto figo) che risulta essere di proprietà della famiglia friulana Bini, la cui guida è anche contemporaneamente capo del partito Progetto FVG nonché Assessore regionale alle Attività produttive e Turismo.
Tutto lecito, per carità, ma almeno inelegante, ci sia concesso evidenziarlo: che un'azienda di proprietà di uno dei leader del centrodestra regionale, nonché detentore di una delega assessorile importante quanto sensibile per le sorti anche del Comune di Trieste ottenga, lecitamente lo ribadiamo, l'assegnazione di un appalto tra i più significativi dal Comune di Trieste retto sempre dal Centrodestra, ma fosse pure a guida Centrosinistra il discorso non cambia, appare quanto mai INOPPORTUNO per lo meno.
Nella foto troverete riprodotto l'articolo in questione, mentre noi ripresentiamo uno dei tanti nostri interventi scritti nel merito, ovviamente va aggiunta l'osservazione che questa politica, questi eletti di opposizione e maggioranza scelti dai Triestini, d'altronde chi si accontenta gode, e tace aggiungiamo noi, non apre bocca sulla questione dopo tutte le fanfaronate promesse in campagna elettorale.
Trieste: “denatalità” = stupidità politica.
La nostra città perde da decenni una media di 1600-1800 registrati all'anagrafe all'anno, tant'è che oggi conta “solo” 203.000 abitanti, immigrati residenti compresi.
Ed ora, in questa campagna elettorale, e ti pareva, tutta la politica scopre l'emergenza denatalità ed indica nel futuro di Porto Vecchio il “Viagra” per invertire il corso.
Ora a parte la considerazione che il nostro Pianeta ha un ritmo di crescita della popolazione da far spavento e superare ogni limite di equilibrio naturale, e che prima che il “miracolo” Porto Vecchio divenga realtà, qualunque, viste le idee assai confuse, essa sarà, ci vorrà un ventennio buono, e ad essere ottimisti.
E che per richiamare persone anagraficamente giovani disposte ad investire vita e futuro a Trieste bisogna essere in grado di garantire loro dei servizi efficienti, a partire dalla sanità, ed ora non ci pare sia proprio cosa, non ci si chiede il perchè i Triestini siano così “sterili”, ovviamente ci riferiamo a quelli in grado anagraficamente di “procreare”.
Eppure la risposta è molto semplice, per chi la vuol vedere si intenda: la mancanza di un lavoro certo e dignitoso, e la conseguente sicurezza del proprio futuro, anche quello pratico e banale di poter stipulare un mutuo bancario per acquistare un tetto dove vivere.
“Mettere su famiglia”, qualunque essa sia, ed andare a vivere fuori dall'ambito familiare costa.
Fare un figlio oggi poi è un lusso, economicamente parlando, che molti non si possono permettere, anche per la carenza di aiuti pubblici concreti, che a parole son bravi tutti, e di adeguati servizi sociali e scolastici gratuiti.
Quando questa politica, cieca, incapace quando non cointeressata, favorisce l'esternalizzazione a ditte e cooperative di gran parte delle mansioni e dei servizi che fino agli anni Novanta erano svolti dai dipendenti pubblici, soprattutto comunali. Quando questa accetta che il servizio “per asporto” venga realizzato in condizioni di totale sfruttamento del personale che lo attua, li chiamano col termine inglese “riders” per ingentilire la situazione.
Quando insomma queste persone impiegate da ditte e cooperative, in maggioranza per alcune ore al giorno, portano a casa a fine mese una media di 600 euro netti, difficile pensare a costruire famiglie e mettere al mondo pargoli.
Eppure la soluzione pratica, rapida e fattibile c'è, e il Circolo Miani, ancora una volta l'unico, l'ha ben indicata nella sua proposta di riforma del Comune di Trieste: riportare in capo ad esso tutte le mansioni ed i servizi oggi dati in appalto all'esterno, oltretutto ne guadagnerebbe in risparmio economico ed in qualità. Eppoi premere sulla Regione, che ne ha potestà, per fissare un contratto lavorativo quadro, che garantisca un salario minimo orario e le coperture sociali a chi svolge oggi un'attività precaria e molto spesso individuale.
E scommettiamo che nel giro di qualche anno la curva della “denatalità” scomparirà mentre lorsignori staranno ancora vaneggiando su Porto Vecchio?



Questo scrivevamo giusto un anno fa. Centrale Nucleare e Val Rosandra.

» Inviato da valmaura il 3 April, 2022 alle 11:59 am

I conti non tornano.
 
Ora non avendo nulla da rimproverarci, anzi, fummo tra i primi a segnalare, con una inchiesta giornalistica curata dall'amico geologo Calligaris, gli inaccettabili rischi per Trieste e la Regione che una Centrale Nucleare collocata a Krsko in Slovenia, non proprio di ultimissima generazione, a 130 chilometri dalla nostra città, creava.
Criticammo duramente la Giunta regionale di centrodestra guidata da Tondo che addirittura ne auspicava il raddoppio e chiedeva l'inserimento, tramite le finanziarie regionali, nella società proprietaria del nuovo ampliamento anche della Regione FVG.
Per anni poi, a finire con il nostro impegno contro la mattanza degli alberi, seguimmo la vicenda del Parco Naturale della Val Rosandra, di cui non da ora le sorti sono minacciate dal progetto costruttivo del raddoppio, con estese gallerie e viadotti, della linea ferroviaria slovena che collega Capodistria a Divaccia.
Ora sentiamo il patriota assessore per “la difesa dell'Ambiente” regionale, collega di partito di quell'altro assessore processato per l'abbattimento di decine di alberi sanissimi proprio in Val Rosandra, schierarsi contro il progetto ferroviario sloveno in nome della salvaguardia della Valle.
Giusto certamente, ma tardi, anzi tardissimo.
Non lo sentiamo invece emettere neppure un flebile lamento contro la Centrale di Krsko, di cui sono partiti i lavori di manutenzione proprio in questi giorni anche in previsione del suo raddoppio.
Ora, dopo che le recenti forti scosse di terremoto hanno per l'ennesima volta coinvolto l'area Croata e slovena, costringendo al fermo precauzionale la stessa centrale collocata su di un'area a tradizionale forte sismicità, anche il Governo Austriaco ne ha chiesto la chiusura, e qui che l'abbiamo invece alle porte di casa nostra tutti zitti, salvo noi si intende.



Un Parco del Mare ipotetico e le chiusure reali. Paoletti GO HOME!

» Inviato da valmaura il 3 April, 2022 alle 11:56 am

Sarebbe sempre ora che si puntasse la lente d'ingrandimento su di un ente sostanzialmente inutile e autoreferenziale, ovvero la Camera di Commercio almeno nella versione triestina.
Oggi la stampa ne offre un esempio tangibile nel dare notizia dell'ennesima chiusura di un punto vendita periferico (oltre 500 quelli chiusi a Trieste negli ultimi anni):
“Il 37enne Ferraro alza bandiera bianca e abbandona un sogno iniziato nel 2016 quando aveva rilevato l'attività che era stata delle Operaie.
Dal Carso con meno servizi, fino al Covid e al caro bollette, Andrea chiude il suo market erede delle Coop a Prosecco.”
«Mi sarebbe piaciuto avere maggiori aiuti pubblici per la mia attività - il suo rammarico - dal momento che la politica è solita pubblicizzare molto, soprattutto, i contributi all'imprenditoria giovanile. Io, però, al di là di un minimo contributo camerale prima promesso e poi revocato a causa della mancanza dei fondi, di aiuti concreti, non ne ho avuti».
La frase chiave è questa: “ Io, però, al di là di un minimo contributo camerale prima promesso e poi revocato a causa della mancanza dei fondi”.
Ne segue la domanda di rito: “mancanza di fondi” della Camera di Commercio?
E gli oltre otto milioni di euro asseritamente fermi in cassa per la ciofeca del Parco del Mare, che poi sono tutti soldi pagati coattivamente dagli associati?
Ecco quando scoppiò l'emergenza pandemica con conseguente bastonata economica noi, si noi, Circolo Miani, scopiazzati poi male e tardi da altre sigle di comodo pseudopolitiche, proponemmo che per tamponare la grave crisi di liquidità che colpiva commercianti ed esercenti per le spese fisse e di gestione dei locali, che correvano comunque anche a serrande abbassate, si sbloccassero quei tanti soldi e la Camera di Commercio facesse almeno una volta una cosa utile a giustificare la sua esistenza in vita.
Oggi questa notizia ci conferma nella giustezza della nostra proposta che quasi sicuramente avrebbe contribuito a tenere aperto il Market di Prosecco, tra i tanti.
Paoletti go home!




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