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Circolo Miani » News Correnti » Page 271

FERRIERA. Tra il dire e il fare.

» Inviato da valmaura il 10 October, 2018 alle 1:19 pm

In attesa di “tempi migliori”, l’alternativa era tra il correre dietro ai fumosi, e stagionati da venti anni, discorsi dei politici, TUTTI, oppure intervenire sulla realtà cercando di modificarla a tutto beneficio della tutela della salute e della nostra qualità della vita. Certo per praticare questa strada utile e concreta bisogna conoscere come funziona la Ferriera, il suo ciclo produttivo ed i suoi impianti. Lasciamo perdere dunque tutta quella pletora di sigle, di ambientalisti dell’ultima ora, che appunto di questo nulla sanno se non per averlo letto su queste nostre pagine. E non a caso sono quelli che trovano accoglienza tra i politici (dai Cinque Stelle alla Lega) e su stampa e televisioni locali. Perché? Facile, sono utili e funzionali a questo discorso inconcludente del “tirare a campare”. Cominciamo subito dunque con il lasciar perdere quanto dicono Regione e Procura basandosi sui dati Arpa e consulenti vari, e quanto commentano i “politici”. Ne parleremo in altra occasione perché cose da scrivere ce ne sono, eccome. In aprile è iniziato un confronto tra direzione Ferriera (Acciaierie Arvedi e Siderurgica Triestina) da un lato e Servola Respira e Circolo Miani dall’altro. Le ragioni di questa scelta delle due associazioni che per prime, con più forza e da vent’anni hanno sollevato il problema dell’inquinamento prodotto da questo stabilimento, e non solo da questo, sono chiare e semplici. Preso atto che in appunto venti anni Istituzioni, enti di controllo (tutti) e forze politiche vecchie e nuove non erano stati capaci, o forse non avevano voluto che qui le chiacchiere, fiumi di chiacchiere, stanno a zero, di risolvere il problema con la chiusura della Ferriera anche quando c’ erano tutte le condizioni obbiettive, decidere altra destinazione per il sito (Porto), e salvaguardare i posti di lavoro. E preso atto che oggi l’unica a poter chiudere stabilimento od almeno Area a caldo è la nuova proprietà, in attesa di futuri sviluppi dell’area e della logistica portuale in estensione del Porto Franco. Tutto ciò detto Circolo Miani e Servola Respira avevano deciso di intraprendere un percorso non facile né semplice di confronto con i vertici della Ferriera per verificare la possibilità di ridurre nel frattempo, e non in attesa del “sol dell’avvenir”, i danni e disagi percepiti dai triestini e muggesani. Dopo vari sopralluoghi e riunioni, tra i tecnici aziendali e Romano Pezzetta e Maurizio Fogar, dentro e fuori, questa la novità non da poco, la fabbrica, nella riunione di ieri abbiamo tirato un primo bilancio. Grazie a questo lavoro comune si sono già ottenuti alcuni concreti risultati. L’inquinamento acustico è diminuito in maniera significativa e calerà ancora, specie di notte, grazie ad alcune misure in via di attuazione ed a lavori che ditte esterne faranno su alcune fonti di rumore entro due o tre settimane. La situazione delle polveri che si innalzano in condizioni di particolare ventosità dall’area dei cumuli e dai nastri trasportatori verrà risolta con nuovi interventi manutentivi e l’acquisto di nuove macchine operatrici. Il traffico pesante di Tir in uscita ed entrata dalla Ferriera, lato Scalo Legnami, che intasa via Svevo è in attesa di una soluzione con la risposta dell’Autorità portuale alla richiesta avanzata dalla Direzione Ferriera di deviare il traffico pesante direttamente sulla Superstrada attraverso un varco stradale che dia su Rio Primario. E dopo questi primi interventi la collaborazione tra i vertici Ferriera e le due associazioni proseguirà con il passo successivo riguardante la funzionalità degli aspiratori presenti sui vari impianti per captare polveri , fumi e gas. Quando nel 1998 Circolo Miani e Servola Respira denunciarono la insostenibilità della situazione, nel completo silenzio di tutti gli altri, ed i danni che questa causava alla salute ed alla qualità della vita di tantissime persone fuori e dentro la Ferriera, l’impegno era rivolto alla soluzione concreta dei problemi. Oggi, preso atto almeno per ora della situazione è sempre questo impegno ad ispirare la nostra scelta grazie anche alla disponibile collaborazione dimostrata dai vertici aziendali. Caso forse unico in Italia e non solo. Se volete essere aggiornati puntualmente mettete il vostro “Mi Piace” a questa PAGINA (Facebook Circolo Miani) e non solo al Post. Nella foto: Fogar e Pezzetta alla consegna delle 10.300 firme raccolte per le strade e piazze di Trieste in tre mesi dal Circolo Miani, nelle mani dell’allora Presidente del Consiglio regionale Franco Iacop (2015) https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521/2307727432831545/?type=3&theater


Il piccolo giornale. Tale padre (Gedi) tale figlio.

» Inviato da valmaura il 9 October, 2018 alle 12:41 pm

“La differenza” di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 9 ottobre 2018 Hanno scritto di un’intercettazione fra Rosario Crocetta che taceva divertito mentre un amico medico auspicava l’assassinio di Lucia Borsellino come quello del padre Paolo, e non era vero. Hanno scritto di troll russi dietro la campagna web contro Mattarella, e non era vero. Hanno scritto che il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, nel caso Consip, era stato “smascherato come impostore e falsario di passaggi politicamente significativi dell’inchiesta”; e aveva “consegnato a Marco Lillo la notizia del coinvolgimento di Del Sette”, insomma era lui “la mano che dà da mangiare al Fatto” per “far cadere Renzi” (fra l’altro già caduto da solo), ma non era vero; e, quando la Cassazione scagionò Scafarto per i suoi “errori involontari”, si scordarono di informarne i lettori. Hanno scritto che Di Maio situava Matera in Puglia anziché in Basilicata, e non era vero. Hanno scritto che l’Italia, se rinunciasse al Tav Torino-Lione, dovrebbe pagare “penali” miliardarie, e non è vero (glielo fece notare l’ex pm Livio Pepino in una lettera, ma non la pubblicarono). Hanno scritto che Marcello Foa, aspirante presidente Rai, è un fabbricante di fake news tant’è che ha scritto un libro per “spiegare come si falsifica l’informazione al servizio dei governi”, ma non è vero (il suo Gli stregoni della notizia, al contrario, smonta le fake news al servizio dei governi). Hanno scritto che c’è la Russia di Putin dietro le fake news filo-M5S&Lega, e non era vero. Hanno scritto che il premier Conte voleva trasferirsi dalla cattedra di Firenze a quella di Roma con un concorso “confezionato su misura”, e non era vero (il bando era standard). Hanno taciuto sulla tesi di dottorato in larghe parti copiata dalla Madia. Hanno nascosto la bocciatura del Jobs Act di Renzi dalla Corte costituzionale (“Lavoro, su Jobs Act e Cig si ritorna al passato”: nessun riferimento nella titolazione alla Consulta e all’incostituzionalità). Hanno nascosto, mentre tutti gli altri giornali ne parlavano, l’inchiesta per la soffiata di Renzi a De Benedetti sul decreto Banche popolari, usata dall’Ingegnere per guadagnare in Borsa 600 mila euro in due minuti, forse perché troppo impegnati a fare decine di titoli su “Spelacchio” (un albero di Natale). Hanno fatto il taglia e cuci dei messaggi di Di Maio alla Raggi per spacciarlo come “bugiardo” e “garante” di Raffaele Marra in Campidoglio, mentre ne sollecitava il trasferimento. Hanno taciuto per giorni il nome dei Benetton, primi azionisti della concessionaria Autostrade (sponsor de La Repubblica delle Idee), dopo il crollo del Ponte Morandi. Hanno scritto che il ponte era crollato anche per il no del M5S alla Gronda, che però fu bloccata da chi governava città e regione (centrosinistra e centrodestra) e per giunta contemplava l’uso del viadotto Morandi. Hanno scritto di probabili legami con la Casaleggio di tal Beatrice Di Maio e delle sue fake news anti-renziane e non si sono mai scusati quando si è scoperto che era la moglie di Brunetta. Hanno accostato le leggi razziali del fascismo al decreto Sicurezza di Salvini. Hanno pubblicato una bozza apocrifa e superata del contratto di governo giallo-verde facendo credere che prevedesse l’uscita dell’Italia dall’euro e scatenando spread e mercati. Hanno nascosto il sequestro di 150 milioni e di due giornali all’amico editore-costruttore catanese Ciancio Sanfilippo. Hanno spacciato lo scandalo Parnasi come una storia di tangenti al M5S, mentre i partiti finanziati dal costruttore sono gli altri (Pd, Lega e FI). Hanno elogiato Monti quando ha ritirato la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020 e massacrato la Raggi quando ha ritirato la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024. Hanno scritto che le polizze intestate dal dirigente Romeo all’ignara Raggi celavano “tesoretti segreti” per “garantire un serbatoio di voti a destra”, dunque era “vicina” l’“accusa di corruzione”, ma non era vero. Hanno dipinto l’assessora Paola Muraro come infiltrata di Mafia Capitale e della “destraccia” nella giunta capitolina, salvo poi intervistarla dopo le dimissioni come grande esperta di rifiuti. Hanno nascosto l’attacco di Rondolino, che sull’Unità dava del “mafiosetto di quartiere” a Saviano, reo di aver criticato la Boschi, mentre il Fatto restò solo a difenderlo. Hanno minimizzato le epurazioni dalla Rai renziana di Gabanelli, Giannini e Giletti come ordinaria amministrazione. Hanno fatto questo e altro, i giornali del gruppo Gedi (Repubblica-Espresso-Stampa), ma noi siamo solidali con loro per gli attacchi di Di Maio, per tre motivi. 1) Nessun politico deve permettersi di dare pagelle ai giornalisti, tanto più se sta al vertice del governo. 2) Quando il Fatto subiva trattamenti anche peggiori da Renzi e dai suoi killer, non ci giunse alcuna solidarietà, ma noi non siamo come loro. 3) Finché usciamo tutti in edicola, la gente può notare la differenza. Ps.Per la serie “Chiamate la neuro”, segnaliamo i delirii di Carlo Bonini (Repubblica) all’autorevole Radio Cusano Campus: “Il Fatto Quotidiano specifica che non prende alcun finanziamento pubblico? È una furbizia. Siccome i lettori del Fatto sono in buona parte elettori del M5S, è un modo per raffigurare ai lettori del M5S che la terra è tonda e non quadrata, dopodiché la terra è tonda”. Il pover’uomo ignora che il Fatto è nato prima del M5S e la nostra scelta di non ricevere finanziamenti pubblici prescinde dalle intenzioni di voto dei nostri lettori (peraltro note solo a lui). Volendo, Bonini potrebbe raccontarci degli aiuti statali (o a spese degli altri giornalisti) ricevuti dal suo gruppo per contratti di solidarietà, prepensionamenti & affini. E regalarci una delle sue grandi inchieste sui vertici Gedi indagati per una truffa milionaria all’Inps. Immaginiamo che ora fioccheranno le richieste di “blocco” a Facebook, che prontamente accoglierà, di questa nostra Pagina. Rompiamole con un vostro “Mi Piace” a questa Pagina! https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521/2306961869574768/?type=3&theater


Facebook. Istruzioni per l’uso. Almeno delle nostre pagine.

» Inviato da valmaura il 8 October, 2018 alle 1:49 pm

In una interessante conversazione telefonica con una addetta all’Assistenza di Facebook Italia, che nominalmente ci chiamava dal Portogallo pur parlano con lieve accento lombardo, abbiamo appreso una cosa molto intrigante ed avuto una conferma. Iniziamo da questa ultima. Ovvero che le nostre Pagine (Circolo Miani, NO Ferriera SI Trieste e La Tua Trieste Comitati di Quartiere) sono sottoposte ad un “blocco” da parte del per niente “Social” di Zuckerberg. Il magnate americano anticonformista e “liberal” spinto, tanto spinto da aver collaborato in maniera determinante alla vittoria di Trump con le pubblicità russe, ma strapagate in dollari, su Facebook per distruggere la democratica “liberal” Clinton e far vincere di stretta misura la Brexit. La motivazione, ecco la cosa intrigante, che tale “blocco” è dovuto al fatto che Facebook ha ricevuto, e quello cha sa di incredibile è che ne hanno tenuto conto, alcune segnalazioni da parte di realtà “scontente” e seccate per i contenuti dei nostri articoli. Badate bene non perché usavamo linguaggi scurrili, volgari o ingiuriosi, o perché scrivevamo il falso (per questo c’è poi la querela per diffamazione). No, perché semplicemente non gradivano i nostri pensieri, le nostre cronache, la libertà della nostra informazione. E questi democratici e “liberal” hanno ottenuto un blocco alla pubblicizzazione dei nostri articoli e Post, riducendone di due terzi la diffusione “organica”, cioè quella normale, e perfino quella promozionale, ovvero a pagamento. Tutto questo innanzitutto per farvi capire cosa sia Facebook. Pubblica senza fiatare e colpo ferire milionate di scemenze e volgarità di ogni tipo, “fake news” a gogò, ogni giorno. Ma esegue pedissequamente le censure richieste e sollecitate da alcuni sporcaccioni cerebrali contro di noi, e non solo. Dunque passiamo alle istruzioni, ovvero ai suggerimenti che diamo ai nostri lettori per aggirare questa censura. Prima cosa: è di fondamentale importanza accettare i nostri ripetuti inviti a mettere il “Mi Piace” alle nostre Pagine, e non solo ai singoli articoli. Meglio se, oltre a fare ciò, pigiate pure sul tasto “segui” in apertura della Pagina. Seconda cosa: utilissimo è lo strumento della “condivisione” dei vari articoli invitando contemporaneamente i vostri amici a fare altrettanto (mettere il loro “Mi Piace” alle nostre Pagine e avanti così). Un modo perfetto per aggirare il “blocco”. Terza ed ultima cosa: vincere la consueta pigrizia ed anche se non avete ricevuto la consueta notizia da parte di Facebook (il “blocco” sulle persone “raggiunte”) sulla vostra pagina, cliccare su di una delle nostre (principalmente Circolo Miani e NO Ferriera) per guardarvi le novità. Tenete presente che noi aggiorniamo quotidianamente con nuovi articoli e notizie, con foto ed anche video le nostre pagine. Ultimissima cosa: ogni giorno ricordatevi di sputacchiare e maledire le persone che voi sapete. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521/2306401539630801/?type=3&theater


A Trieste, dove impera “la legge del Menga”.

» Inviato da valmaura il 6 October, 2018 alle 10:29 am

E per stessa scelta dei triestini, per adesione entusiasticamente volontaria: oseremmo dire. Prendiamo ad esempio i 17.000 (diciasettemila!) soci risparmiatori delle fallite COOP. Perderanno alla fine, e se gli va tanto ma tanto bene, un terzo abbondante dei sudati risparmi parcheggiati sui libretti in custodia della similbanca delle Coop di via Gallina. Tra capitale versato ed interessi maturati. Potevano stravincere la loro battaglia di giustizia se solo si fossero minimamente organizzati ed avessero gettato sul piatto della bilancia il loro enorme peso potenziale nelle recenti campagne elettorali amministrative (Comune 2016 e Regionali 2018). E si che in questo Paese la gente oramai, scordati gli ideali, si muove solo per ragioni di portafoglio: ma neanche questo è servito a Trieste. La lista civica NO Ferriera Si Trieste, e prima ancora il Circolo Miani e Maurizio Fogar che per primi ed in piena solitudine avevano sollevato e denunciato la situazione, e candidato alcuni dei truffati Coop? Pressochè ignorati dai 17.000 che ancora si ostinavano invece a pietire promesse presso i politici responsabili della loro sventura. Oggi non li considera più nessuno: della serie “bechi e bastonai”. Altro esempio le migliaia di famiglie triestine che aspettano da mesi e mesi di ricevere i sussidi regional-comunali antipovertà. Si muovono, quando lo fanno, al massimo a mezzo di improperi lanciati sui “social”, ma quando si tratta di scendere in piazza, che tempo, purtroppo, ne hanno, si ritrovano in venti persone venti, ad essere generosi. E non basta, si fanno accompagnare e rappresentare da consiglieri di quel centrodestra che, come tardivamente ammetterà lo stesso responsabile politico dello sfascio: l’assessore della Lista Dipiazza, Carlo Grilli, sono i principali colpevoli del loro dramma. E le opposizioni? Si insomma quel simulacro di partito del PD e l’ectoplasma targato Cinque Stelle? Non pervenuti, nonostante tutte le prefiche sull’ascoltare con “umiltà” il territorio, o “ricominciare dalle periferie” che per trovarle devono usare il “Tom Tom” anche se ci abitano. Non tocchiamo poi il degrado dei quartieri lasciati in completo abbandono da decenni o la storia-beffa dei “Piazzali Rosmini” inquinati e inibiti da oltre tre estati. Per non parlare della sanità, ospedaliera e territoriale allo sfascio: a partire dai “Lenti Soccorsi” e dai tempi d’attesa per visite e analisi specialistiche (un intervento alla Cataratta: 13 mesi di attesa e orbità). Al massimo il triestino domacio osa scrivere una “segnalazione” al giornalino oppure un SMS alla televisione condominiale. Trieste. Dove domina la legge del Menga. Ma la colpa è sempre dell’Italia, di Cecco Beppe o del Marchese del Grillo. Mai della pavidità, pigrizia, e mancanza di dignità dei triestini. "Mai visti così tanti mone concentrai in così poco spazio". Nereo Rocco. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521/2304746716462950/?type=3&theater


Immediate dimissioni!

» Inviato da valmaura il 5 October, 2018 alle 10:01 am

“Addetti comunali a scuola di autodifesa” «Dover ricorrere a questi strumenti è una sconfitta, ammette l'assessore ai Servizi Sociali, Carlo Grilli. Significa che, a causa di scelte sbagliate fatte dalla politica, è venuto meno il rapporto di fiducia tra i Servizi Sociali e gli utenti». Secondo l'assessore, che sottolinea come i corsi di autodifesa siano iniziative di prevenzione, «il sistema delle politiche sociali è stato disintegrato, nella sua essenza, e dover ricorrere a strumenti per fare sentire più sicuri i dipendenti dimostra come esistano due parti lese: l’utente esasperato, da un lato, e il dipendente intimorito dall’altro». Bene, anzi male. E visto che l’assessore comunale Grilli ha l’onestà intellettuale di condividere quanto da noi ripetutamente scritto, e da quasi un anno, su queste pagine, tragga le logiche e dovute conseguenze. Ovvero rassegni le sue irrevocabili dimissioni quale responsabile politico di questo sfascio. Altrimenti saremmo di fronte all’ennesimo caso di dissociazione tra una analisi corretta e l’assenza della sua naturale quanto dovuta conclusione. E figurarsi ora che si sta profilando l’iter per il riconoscimento a migliaia di famiglie del nuovo “reddito di cittadinanza”. Ma non è solo l’assessore Grilli che deve lasciare. Responsabili quanto e come lui sono i vertici amministrativi del suo assessorato, a partire dalla direttrice De Candido a scendere. Non devono rimanere un minuto di più in quegli uffici. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521/2304108583193430/?type=3&theater



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