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Circolo Miani » News Correnti » Page 411

Circolo Miani: martedì 27 ottobre alle ore 18, Assemblea pubblica in solidarietà a Maurizio Fogar

» Inviato da valmaura il 26 October, 2009 alle 1:14 pm

Martedì 27 ottobre alle ore 18, nella sede sociale di via Valmaura 77 a Trieste, il Circolo Miani, Servola Respira, La Tua Muggia ed il Coordinamento dei Comitati di Quartiere, promuovono una assemblea pubblica, aperta a tutta la città, per esprimere una forte solidarietà a Maurizio Fogar che ha scelto, a partire dalla mattinata di domani, di cessare l’assunzione dei farmaci salvavita.

Come dichiarato dallo stesso Fogar “una scelta ragionata per mettere le istituzioni di fronte alle loro responsabilità. Per rispettare finalmente gli impegni presi in questi dieci anni nei confronti dei cittadini e dei lavoratori sulla soluzione del nodo Ferriera e per garantire la sopravvivenza del Circolo Miani, la più significativa realtà socioculturale a Trieste da quasi trenta anni, e lo strumento più partecipato dai cittadini.”

Dal testo dell'invito alla Conferenza Stampa di oggi:

Nell’incontro con i giornalisti, Maurizio Fogar illustrerà i motivi che lo hanno spinto alla lungamente meditata decisione di sospendere, a partire dal giorno seguente, martedì 27 ottobre, l’assunzione dei farmaci salvavita con i quali convive a partire dal 1988.

“Sulla Ferriera di Trieste i politici hanno giocato con la pelle della gente, residenti e lavoratori, per oltre dieci anni. Ora giochino con la mia vita.

In questi lunghi anni le istituzioni, in particolare Regione e Comune, non sono stati capaci di individuare uno straccio di percorso per la dismissione dell’inquinante impianto siderurgico collocato nel cuore di Trieste e a poche centinaia di metri dalla cittadina di Muggia. Si sono sottratti alle loro responsabilità violando quanto prescritto nelle direttive dell’Unione Europea, ed hanno irriso con ripetute promesse mai mantenute i cittadini della nostra provincia. E stiamo parlando di dieci e passa anni di impegni mai rispettati, di promesse da campagna elettorale: un tempo infinito che per le decine e decine di migliaia di persone loro malgrado coinvolte si è misurato nel migliore dei casi in una qualità della vita quotidiana pessima, nella malattia e nella morte. Trieste è la città con il più alto tasso di mortalità da tumori in Italia ed ha il primato europeo per i decessi da “normali” patologie all’apparato respiratorio.

Le amministrazioni pubbliche lavorano oramai sotto dettatura della multinazionale Lucchini-Severstal, proprietaria della Ferriera, e dei multiformi interessi che essa rappresenta. Ma non c’è da stupirsene se anche il Capo dello Stato ha recentemente consegnato al magnate Mordashov il Cavalierato della Repubblica a pochi mesi dell’ultimo infortunio mortale nella vetusta fabbrica di Trieste. Ed anche se la gestione delle aree pubbliche e demaniali, concesse alla Lucchini-Severstal dall’Autorità Portuale di Trieste sono state oggetto recentemente di un sequestro e di un interramento abusivo pari all’estensione di otto campi di calcio, gli Enti pubblici locali si avviano tranquillamente a rinnovare la concessione in scadenza al dicembre di quest’anno.

Parimenti invece di chiudere e riconvertire l’inquinante stabilimento, che in questi anni ha raggiunto record di sforamenti, non solo per le polveri sottili (PM10 e PM 2.5), per i livelli di benzoApirene (di otto volte superiore al limite di legge consentito su base annuale, con picchi giornalieri di ottanta novanta volte superiori), di benzene e diossine, e stiamo parlando dei più cancerogeni tra gli inquinanti che le analisi della Procura hanno dimostrato provocare una mutazione delle cellule umane e del DNA. Alla concessione da parte della Regione di una Autorizzazione Integrata Ambientale illegittima e basata su dichiarazioni palesemente incomplete e mendaci. Orbene la Regione ha ritenuto obbiettivo prioritario far chiudere il Circolo Miani, cancellando ogni contributo pubblico che per legge gli spettava, con il dichiarato intento di privare la cittadinanza della più significativa realtà socioculturale (da trenta anni a questa parte) del capoluogo regionale e del più partecipato strumento che i cittadini hanno per far sentire la loro voce e difendere i loro diritti.”

 

Egregio dott.

Paolo Possamai

Direttore de Il Piccolo

Solo per far capire compiutamente il significato di una scelta personale certamente non facile e quello che il Circolo centro Studi “Ercole Miani”, da me fondato nel 1981 assieme tra gli altri a Leo Valiani, Paolo Ungari, Aurelia Gruber Benco, Arturo Gargano e Raimondo di Torre e Tasso, ha significato per quasi trenta anni per la nostra città e Regione.

Mi conceda dunque di ricordare qui di seguito i nomi, ingenerosamente e sommariamente accorpati per tema, di alcuni, ho volutamente tralasciato per economia di spazio le centinaia di iniziative con i protagonisti della vita locale e regionale, tra i “testimoni” della nostra società invitati a Trieste dal Miani in quelle che, senza tema di smentita alcuna, sono state in assoluto le più partecipate conferenze-dibattito promosse in città, con decine di migliaia di presenze.

Tra parentesi il numero degli incontri a cui hanno partecipato

Giustizia: Nicolò Amato, Franco Castiglione, Giuliano Spazzali (3), Felice Casson, Gherardo Colombo (5), Gianfranco Caselli, Raffaele Tito, Antonio Di Pietro, Pierluigi Vigna, Giovanni Attinà (3), Vittorio Borraccetti, Enzo Tortora (2).

 

Informazione:  Mauro Dutto, Maria De Lourdes Jesus, Oscar Mammì, Clemente Mastella, Gianluigi Melega, Gianni Rocca, Sergio Staino (2), Sergio Turone (4),Gigi Riva, Paolo Rumiz, Marco Ventura, Zlatko Dizdarevjc (2), Gianfranco Funari, Lilli Gruber, Piero Chiambretti, Michele Serra, Giuliano Ferrara (2), Enrico Deaglio (2), Antonio Lubrano, Antonio Carlucci, Paolo Rossi, Fabio Fazio, Giuseppe Turani, Enrico Mentana, Oliviero Beha, Corrado Stajano.

 

Antimafia:  Nando Dalla Chiesa (6), Leoluca Orlando (3), Davide Grassi, Ennio Pintacuda, Etrio Fidora, Pino Arlacchi, Claudio Fava.

 

Società, cultura e storia:  Falco Accame, Adelaide Aglietta, Arduino Agnelli, Gianni Baget Bozzo, Bogdan Ciwinski, Filippo Fiandrotti, Ferruccio Foelkel, Aurelia Gruber Benco, Luciano Lama, Andrea Jonasson Strehler, Susanna Marcomeni, Angelo Meriggi, Vincenzo Muccioli (2), Vittorio Olcese, Giorgio Polacco, Luciano Rapotez, Gianfranco Spadaccia, Gianni Tamino, Nicola Tranfaglia (2), Paolo Ungari (3), Dacia Valent, Leo Valiani, Claudio Magris, Adriano Sofri (5), Silvio Garattini, Tone Ferenc, Galliano Fogar, Franco Rotelli, Fausto Bertinotti, Veit Heinichen.

 

Solo per ricordare un episodio. Enzo Tortora fece la sua prima uscita pubblica dopo l’assoluzione decretata dalla Cassazione e le dimissioni da europarlamentare per tornare agli arresti domiciliari, proprio qui a Trieste, una domenica mattina ospite del Circolo Miani, grazie alla fattiva collaborazione dell’amico Gianluigi Melega, e tutte le televisioni italiane ed europee aprirono i loro TiGì con i servizi da Trieste, mentre l’allora direttore del quotidiano locale ritenne superfluo darne notizia all’opinione pubblica cittadina. E ci tornò nella sua purtroppo ultima uscita pubblica aderendo al nostro invito per una manifestazione di solidarietà con il triestino Luciano Rapotez.

“Il Circolo Miani non ha nessuno che lo appoggi qui in Regione, che garantisca per lui”. Queste frasi ed altre ancora dello stesso tenore furono espresse dal Presidente della Regione Renzo Tondo a due parlamentari triestini della sua maggioranza che erano intervenuti personalmente per sollecitare il rispetto di quanto disposto dalla legge regionale per il sostegno delle attività socioculturali sul territorio del Friuli Venezia Giulia. E questo mi pare dica tutto sulla concezione privatistica e di parte che la nostra classe dirigente ha del bene pubblico, finanziato col denaro dei cittadini. Di quel 35% che non ha votato, e del rimanente 65% che ha deposto un voto valido nell’urna, dividendolo tra chi ha vinto e chi ha perso le ultime elezioni regionali.

Insomma la codificazione, per altro poi pubblicamente affermata con il voto sulla Finanziaria, e rivendicata pure sulle pagine di questo giornale, in occasione delle polemiche sulla ventina di associazioni “beneficiate” all’ultimo momento pur, come rilevato dagli uffici, non avendone titolo o requisito, della spartizione “amicale” dei contributi pubblici.

Che poi ci si fosse accaniti contro una realtà, il Circolo Miani, che da sola aveva svolto da sempre la più intensa attività con una partecipazione di gente mai riscontrata in Regione nel suo campo, bene dichiarò allora il consigliere Igor Kocijancic, altro non poteva definirsi che frutto di una pura discriminazione politica. Insomma il Circolo Miani non “aveva santi in Paradiso” e la legge che la stessa Regione si era data nel 1981, come dichiarato sulle colonne del suo giornale dal peggiore assessore regionale che la Cultura ricordi, mi consenta questa opinione, è un puro optional.

Ma questo accanimento ha in realtà ben più profonde radici. Il Circolo Miani, con la credibilità conquistata tra la gente per il suo impegno, ultimo e decennale quello sul rinascimento del territorio e per la tutela della qualità della vita e della salute, vedi casi Ferriera, Italcementi, Sertubi, Inceneritori, Depuratore fognario, Torri d’Europa e Eternit, turbava interessi economici precisi in una società dove il confine tra il mondo degli affari e quello della politica è oramai indistinguibile. E dal 2001 condizionava ogni momento della vita pubblica costringendo i partiti a fare i conti con questi problemi che la nostra gente è condannata a vivere quotidianamente, anche e soprattutto nell’avvicinarsi di qualsiasi elezione. E non a caso tutti i risultati elettorali di ogni ordine e grado sono stati segnati nei risultati di voto dall’influenza esercitata in almeno un terzo del corpo elettorale, da San Vito-Campi Elisi via via fino a Muggia, da queste problematiche.

Il caso Ferriera, irrisolto da dieci anni, è la cartina di tornasole del fallimento della politica, ma anche di un certo modo di non fare sindacato e impresa.

Fu strumentalizzato dai partiti, prima contrapponendo i lavoratori agli abitanti, poi mentendo spudoratamente ad ambedue. E’ dal 2001 che il Sindaco prometteva la chiusura “domani” della Ferriera, ma mai spiegando come e concretamente quando. Rifuggendo pure dalla responsabilità di Ufficiale Sanitario nell’emettere quell’ordinanza di sospensione produttiva che la legge del 2000 gli impone, come al contrario fatto dai sindaci di Piombino, Genova e Taranto.

E’ dal gennaio 2008 che il candidato Presidente della Regione Tondo, definiva una sua “priorità” chiudere l’impianto. Come è finita è sotto gli occhi di tutti: la proprietà della Ferriera a dettare l’agenda alla politica, con la Regione ad insabbiare dall’agosto 2008 l’iter della riconvocata Conferenza dei Servizi per la revisione dell’AIA rilasciata, a nostro parere per altro suffragato dalla direttiva UE e dalla legge italiana, in modo illegittimo e fuori tempo massimo.

Sono stati persi dieci preziosissimi anni, i lavoratori non hanno alcun percorso certo per il loro futuro ora come allora, almeno di non voler contrabbandare le favole dell’ottantina di assunzioni complessive per nuova centrale (25) ed eventuale rigassificatore (60) a partire dal 2015, se tutto fila liscio. Sì è bloccato di fatto lo sviluppo del porto privandolo di aree logistiche fondamentali, oltre alle immobili discariche abusive sequestrate da quindici mesi allo Scalo Legnami.

Tempo che per moltissimi triestini e muggesani, anche tra i dipendenti della Ferriera, si è misurato in malattie, sofferenze e morti, oltre ad una qualità della vita assolutamente indegna.

Per questo, e non a cuor leggero, ho fatto questa scelta di non assumere più oltre i farmaci salvavita, perché quando un uomo deve rinunciare ai suoi principi è costretto a morire.

E non vedo principi o ideali a guidare una classe politica che non rispetta neppure la parola data il giorno prima.

Ho chiesto, pensi un po’, di barattare la mia vita con la fissazione ora e subito della data di riconvocazione di quella Conferenza dei Servizi insabbiata dalla Regione nell’agosto del 2008, e di garantire il rispetto della legge che la Regione si è data nel ripristinare un adeguato finanziamento al Circolo Miani, che è il principale strumento di crescita civile a Trieste da oltre trenta anni.

Cordialmente

Maurizio Fogar

 

 




Hanno la faccia come il c..o.

» Inviato da valmaura il 25 October, 2009 alle 10:30 am

La Regione è “responsabile dell’inerzia che permette alla Ferriera di continuare a lavorare, con continui sforamenti, nonostante l’importante impegno elettorale assunto da Renzo Tondo (il Presidente della Regione, carnico doc, per chi non lo sapesse) di chiudere lo stabilimento di Servola”.

Ed ancora “nominare De Anna assessore regionale all’ambiente (dal luglio di quest’anno, dopo che il precedente Assessore dal maggio 2008, Vanni Lenna, carnico come Tondo, è stato eletto al senato) è stato un errore, in quanto egli risiede a Pordenone, mentre la situazione di Servola e della città devono essere quotidianamente monitorate di persona”.

Ed avanti ancora “la concessione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, alla proprietà dello stabilimento,  (è) la causa primaria e originale del gravissimo stato di inquinamento nel quale versa Servola in conseguenza della presenza della Ferriera”.

E per finire “ la proroga degli sforamenti (?) concessa su richiesta della Regione (quale e quando?) dalla Comunità Europea sino al giugno 2010 .... tutto questo ci fa parlare di inquinamento legalizzato” ha dichiarato il medico Sergio Lupieri, Vice Presidente della commissione regionale Sanità.

E chiudendo in bellezza su questa proroga concessa su richiesta “regionale”, la ha definita “vergognosa per la salute della collettività”.

Salvo l’incredibile affermazione del consigliere Lupieri del PD, che immagino si riferisse alla richiesta di slittamento al 2010 dei nuovi e più restrittivi parametri di legge sull’inquinamento presentata da alcuni stati alla Comunità Europea e da questa purtroppo accettata. Affermazione che dimostra vieppiù l’assoluta inadeguatezza e impreparazione dei Consiglieri regionali sulle materie di loro pertinenza, ma anche dei giornalisti che riportano papale papale tali errate indicazioni.

Tutto il resto non proviene dalla bocca di un acerrimo oppositore alla maggioranza di centrodestra che dall’aprile 2008 governa il Friuli Venezia Giulia, che ne so, da un esponente di Rifondazione Comunista, ma dal braccio destro e sinistro del condannato con sentenza passata in giudicato senatore e capo indiscusso del PDL triestino.

Dalla bocca del consigliere regionale del PDL Maurizio Bucci per oltre sette anni e mezzo assessore al Comune di Trieste, di cui gli ultimi due e mezzo con la delega all’Ambiente, nella giunta Dipiazza.

Cosa che il “pordenonese” De Anna, assessore all’ambiente della Regione dal luglio di quest’anno, repentinamente gli ricorda “Dispiace che un ex assessore comunale … non sappia che l’ordinanza di chiusura per gli sforamenti è competenza del Sindaco (Dipiazza) e non della Regione.”

E fa piacere leggere che il neo assessore di Pordenone sia venuto sulle posizioni del Circolo Miani e di Servola Respira che dal 2002 chiedono al Sindaco di firmare l’ordinanza, in qualità di Ufficiale Sanitario di Trieste, per la sospensione dell’attività produttiva dello stabilimento. Obbligo di legge a cui il Sindaco si è sempre sottratto e che ha avuto proprio in Bucci uno dei più stretti paladini dell’inerzia di Dipiazza.

E poi De Anna chiude con un commento sulla Ferriera che è meglio si fosse risparmiato.

Che “l’inerzia” della Regione, saldamente guidata da Renzo Tondo, impedisca allo stesso Tondo di mantenere i suoi impegni elettorali, la sua “priorità della nuova amministrazione regionale di chiudere la Ferriera” che “anzi, se eletto, una settimana dopo verrò a Servola a chiedere agli abitanti come chiuderla”, parole di Tondo, è un ossimoro, o se preferite una grossolana sciocchezza che non meriterebbe nemmeno commentare. Ma meriterebbe invece essere ricordata da chi scrive gli articoli.

In merito alla pordenosità forestiera di De Anna, meraviglia che il triestino Bucci non la sollevi, come causa della famosa “inerzia regionale”, nei confronti dei tolmezzini Lenna e Tondo. Ed in quanto al “quotidianamente monitorate di persona” non ci risulta che nella sua lunga esperienza di assessore comunale all’ambiente Bucci sia stato visto mane e sera con il misurino in mano a Servola dalle parti della Ferriera.

Sull’AIA poi non è lo stesso Bucci che tempo addietro, circa dieci mesi, ha dichiarato che l’iter della nuova Conferenza dei Servizi regionale apertosi per la revisione dell’AIA anche su forte richiesta del Circolo Miani e del Coordinamento dei Comitati di Quartiere, “Servola Respira” in testa, andava interrotto e sospeso perché la Lucchini – Severstal aveva presentato un semplice ricorso al Tar, senza neppure chiedere la sospensiva dell’atto.

E non mi risulta che il consigliere regionale della PDL abbia speso la sua autorevolezza politica sul Presidente Tondo, così fremente di far rispettare la priorità elettorale di chiudere la Ferriera, quando ha fatto votare dalla sua Giunta regionale, in aperta violazione delle direttive europee e italiane, il rinvio sine die, una volta si diceva “insabbiamento”, della Conferenza dei Servizi revisoria dell’AIA alla Ferriera. Per chi avesse memoria corta ricordo che la fase istruttoria si è chiusa il 28 agosto del 2008 e da allora più niente (Tondo, ed assessori all’ambiente Lenna e De Anna compresi).

Quella di ieri una sceneggiata penosa, soprattutto per i fortuna pochi servolani presenti, dove il bue dà del cornuto all’asino.




FINO A QUANDO?

» Inviato da valmaura il 10 October, 2009 alle 5:18 pm

Quello che è accaduto oggi è la migliore risposta all’incredibile comunicato della Lucchini – Severstal, pubblicato acriticamente l’altro giorno sulla stampa locale.

Il “tutto va bene – anzi meglio – madama la marchesa” ha trovato puntuale smentita nei fatti.

Oggi per diverse ore dalla Ferriera sono uscite colonne nere e senape di centinaia di migliaia di metri cubi di puro gas composto dai peggiori e più cancerogeni idrocarburi policiclici aromatici, soprattutto dalla Cokeria. Le colonne di gas si sono innalzate per centinaia di metri sopra le case di Trieste e Muggia e la novità, se così si vuol chiamarla, è che la cosa, per altro abituale, sia accaduta di giorno e non, come spessissimo avviene, in piena notte fonda.

Così tutti, anche i “barcolanauti” la hanno potuta ammirare per ore, quale prestigioso “biglietto da visita” che la città offre, oltre che per la salute dei suoi concittadini, anche per quella degli ospiti regatanti e non.

Con quale faccia di bronzo i nostri politici risponderanno a questo ennesimo episodio è facile immaginarlo. Con le solite battute del Sindaco “quel cancro va chiuso subito”: ma otto anni di sindacatura non gli son bastati. O degli assessori regionali, per non dire di Tondo, sulla “priorità di chiudere lo stabilimento”, che in dieci anni non sono stati capaci di predisporre nemmeno un abbozzo di piano per la riconversione della Ferriera.

Quello che è accaduto oggi, non è un incendio od un incidente imprevisto, ma è normale amministrazione (le fiamme altro non sono che le quattro torce che entrano in funzione ad ogni spegnimento della Cokeria per improvvisa interruzione del ciclo produttivo). La centralina interna il cui funzionamento è sotto gli occhi di tutti, meno che di quelli che dovrebbero controllare l’idoneità degli impianti e l’effettiva realizzazione dei lavori prescritti, a partire dagli emeriti consulenti di Procura e Regione, oltre a provocare abitualmente quanto accaduto oggi danneggia sistematicamente la rete cittadina della centralina Acegas alla quale è agganciata. E non a caso anche stamane ha provocato due stacchi nella fornitura della corrente elettrica ai quartieri circostanti. Ma tanto la vita della gente conta meno di nulla anche in termini di elettricità.

E sul comunicato della Servola spa  pubblicato dalla stampa, si raggiunge il paradosso quando si dichiara “dell’evidente miglioramento nella riduzione dell’inquinamento rispetto al 2008” e si porta a conferma i soli “50 sforamenti giornalieri” nel primo semestre dell’anno in corso. Peccato che la legge europea ed italiana ne consenta un massimo di 35 su dodici mesi, che dal 2010 scenderanno a 20. Un bel miglioramento, non c’è che dire, su base annua tre volte tanto quello consentito dalla legge. Ed il nostro Sindaco, Ufficiale Sanitario, che fa? Una domanda interessante da rivolgergli alla prossima intervista sui giornali.

A noi solo una domanda alla gente di Trieste e Muggia. Fino a quando accetteranno di barattare la loro salute e la loro vita con la pigrizia, l’inerzia e la rassegnazione? Fino a quando accetteranno di farsi prendere in giro da questa classe politica?




Eia Eia, Alalà !

» Inviato da valmaura il 25 August, 2009 alle 7:04 pm

Un Paese vicino peraltro, che ha un vetusto impianto di carattere nucleare che punta a raddoppiare”. Parole del Sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia, nell’articolo sul piccolo giornale di oggi, dove compare in foto accanto al Presidente della Regione Renzo Tondo.

Ovviamente il “Paese vicino” sta per la Repubblica di Slovenia, il “vetusto impianto” sta per la centrale nucleare di Krsko, a 130 chilometri da Trieste, e la frase è inserita in una minacciosa replica sulla vicenda del Rigassificatore di Zaule, che lascia trapelare la provenienza nostalgica del parlamentare.

Ma qui non siamo a ricordare che a Trieste il neofascismo ha ancora forti radici, ma semplicemente per notare alcune cosette più attuali.

La prima che balza agli occhi, vista la sua foto con Tondo, è che definire “vetusto impianto che punta a raddoppiare”, proprio la centrale nucleare per cui Tondo e la Regione in diverse occasioni, anche nella recente visita a Lubiana, ha chiesto di partecipare al suo raddoppio attraverso la finanziaria regionale Friulia, è un ossimoro politico di prima grandezza.

Appare evidente che Tondo e Menia quando si incontrano parlano di frico e polenta e non di politica, visto che uno dice esattamente il contrario di quello che l’altro propone. E stiamo parlando di centrali nucleari, di quelle che in barba al Refendum stravotato da milioni di italiani l’attuale governo vuole ripristinare.

E il carnico Tondo che dimentica di chiudere la Ferriera si è subito offerto di raddoppiare con soldi regionali quella, appunto vetusta, di Krsko. E il bellunese Menia è l’unico parlamentare eletto a Trieste a sedere nel Governo Berlusconi, ed è l’unico Sottosegretario proprio all’Ambiente. Non male in quanto a coerenza.

Ma anche un altro punto delle sue dichiarazioni offre interessanti spunti di riflessione.

Quando attacca la Slovenia, che pure ha negato l’Autorizzazione Integrata Ambientale all’acciaieria Livarna, sopra Gorizia, dimenticando che in quasi due anni di Governo lui non ha fatto nulla per la scandalosa vicenda dell’AIA concessa dalla sua Regione alla Ferriera e più in generale per la Ferriera stessa di proprietà dei sovietici comunisti, che sta a casa sua.

E che anzi i suoi compagni o camerati in Giunta regionale hanno votato il rinvio sine die della Conferenza di revisione della stessa, in barba alle leggi italiane ed europee.

Per non parlare della sua colpevole inerzia nel non fare rispettare la risoluzione parlamentare votata il 23 settembre dello scorso anno che impegnava il Governo, e la Regione, a presentare entro il 22 novembre 2008 un piano di dismissione della Ferriera.

C’è da affidarsi al buoncuore del Sindaco di Capodistria che rinunci a chiedere i danni biologici all’Italia per il comprovato, dall’ARPA slovena e dalla similare Azienda Sanitaria, disastro alla salute dei bambini residenti nelle frazioni di quel comune rivolte verso il Vallone di Muggia. Dove tra il 27 ed il 36 per cento del campione tra i dodici ed i zero anni d’età soffre di patologie croniche all’apparato respiratorio, come risulta dall’indagine epidemiologica svolta nel comune istriano. Proprio per l’inquinamento proveniente da Trieste, in particolare dalla Ferriera.

Mentre è dal 1999 che la nostra ASS si rifiuta caparbiamente di fare analoga indagine a Muggia e Trieste.

Che ne dice Menia, meno Bandelli è più fosforo?




Silenzio, inazione, omissione, incapacità, complicità o cosa?

» Inviato da valmaura il 31 July, 2009 alle 1:40 pm

Dalle 63 pagine della relazione inviata dall’ARPA oltre due settimane fa a tutti gli enti interessati (Regione, Provincia, Comuni, Ass, Procura, ecc.) emergono con assoluta ed inequivocabile evidenza quattro realtà.

In premessa va sottolineato come nessuno degli intestatari abbia ritenuto doveroso rendere pubblici i risultati delle indagini dell’ARPA, che è bene sempre ricordarlo è un ente pubblico dipendente dalla Regione. I giornali infatti ne hanno preso notizia esclusivamente grazie alla conferenza stampa organizzata ieri dal Circolo Miani, Servola Respira, la Tua Muggia e dal Coordinamento dei Comitati di Quartiere.

E già questo, che ricorda la precedente secretazione ordinata dall’allora Vicepresidente Moretton, è cosa grave quanto indicativa.

I quattro fatti che emergono dalla relazione ARPA di luglio 2009 sono:

1) il totale contrasto tra i dati rilevati ed elaborati dalla Sanitas, azienda del Gruppo Lucchini – Severstal, nelle centraline di rilevamento di via Svevo, Pitacco e Muggia, sempre di proprietà della Elettra (Lucchini) e quella di via San Lorenzo in Selva, proprietà dello Stato e gestita direttamente dall’ARPA. In cui la cospicua difformità dei dati raggiunge l’assurdo se si prende a confronto la centralina di via Pitacco, posta a meno di cinquanta passi da quella di via San Lorenzo.

Qui vanno ancora ricordate due cose:

a)      di come queste centraline, di proprietà della Lucchini, figurassero nel rapporto stilato dal Cigra, l’istituto di ricerca dell’Università di Trieste, consulente della Procura, e pubblicato dalla stampa nel 2007 come starate per difetto di un trenta per cento.

b)      di come le altre centraline operanti nelle aree limitrofe (vie Orlandini, Von Bruck e Tacco) siano di proprietà della Sertubi (Gruppo Duferco – Lucchini)

E la centralina di via San Lorenzo in Selva è l’unica testata, validata nei risultati e nelle metodologie, dall’Agenzia nazionale per la protezione dell’Ambiente e dal Ministero competente, che per sei mesi ha posizionato una analoga struttura in loco, ed ha confermato appieno la totale corrispondenza dei dati rilevati.

Insomma per le altre è come chiedere all’oste se il suo vino è genuino.

2) Le aree di influenza dell’inquinamento e delle micropolveri in uscita dallo stabilimento della Ferriera, a seconda delle condizioni del vento, raggiungono ed interessano ampiamente perfino la provincia di Gorizia e le città di Monfalcone e Grado, oltre ovviamente a tutto il perimetro di Trieste e Muggia. A conferma l’Arpa inserisce nella relazione quattro mappe con l’intensità e l’estensione dell’inquinamento. Ovviamente sul territorio italiano ma questo non fa che convalidare appieno, basta spostare gli indicatori e le condizioni meteo idonee, le indagini realizzate dall’Azienda Sanitaria Slovena, e dalla rispettiva ARPA della vicina Repubblica, che denunciavano come tra il 27 ed il 36 per cento dei bambini tra i zero e dodici anni, residenti nelle frazioni del Comune di Capodistria rivolte verso il Vallone di Muggia, soffrissero di malattie croniche all’apparato respiratorio. E che le cause erano state rilevate ed analizzate dalle loro centraline di rilevamento nell’inquinamento in uscita soprattutto dalla Ferriera.

A conferma piena della nostra richiesta avanzata costantemente dal 1999 all’ASS triestina di fare quella tanto attesa indagine epidemiologica sul territorio della nostra provincia, che detiene il primato nazionale per mortalità da tumore ed europeo per quanto riguarda le malattie all’apparato respiratorio, come denunciato inutilmente da anni dal primario pneumologo di Cattinara.

Richiesta alla quale l’ASS triestina si è sempre sottratta. Inchiesta che per altro chiedevamo doveva interessare tutta la provincia, visto il vasto raggio di diffusione degli inquinanti prodotti dalla Ferriera, che se le macropolveri ricadevano nelle aree limitrofe allo stabilimento (i rioni di Servola, Valmaura, Chiarbola, Monte San Pantaleone, Campi Elisi e Muggia, dove per altro vivono oltre settantamila cittadini), quelle micro e più volatili interessavano tutta la città. E pertanto, grazie alla collaborazione dei medici del Centro Tumori e del Burlo, ritenevamo che l’incidenza dei tumori sarebbe stata più o meno omogenea su tutto il territorio. Ed anche questo oggi, con dieci anni di colpevolissimo ritardo, trova piena conferma nelle conclusioni dell’indagine ARPA.

3) I dati rilevati dalla centralina di via San Lorenzo, a questo punto l’unica credibile anche per la relazione ARPA, rilevano una media annuale per il 2007, 2008 ed i primi mesi del 2009, di inquinamento di BenzoApirene, l’idrocarburo più cancerogeno, secondo solo alle diossine, superiore di sei-otto volte il limite massimo consentito per legge (1 nanogrammo per metro cubo), con picchi giornalieri che arrivano e superano i sessanta nanogrammi. Con buona pace dei lavori prescritti dall’AIA rilasciata ingiustamente dalla Regione, Giunta Illy e confermata dall’attuale amministrazione Tondo, e della consulenza Boscolo del Tribunale. Idem dicasi per le polveri sottili inalabili. Scandalosa anche qui risulta la differenza ad esempio con la vicinissima centralina di via Pitacco, gestita dalla Lucchini, che in tutto il 2008 dichiara una media al di sotto della soglia di legge.

Ma se questa è la rilevazione del BenzoApirene “fuori” dallo stabilimento, cosa respira chi ci lavora dentro? E cosa fa il sindacato che dovrebbe tutelare anche e forse prima la salute dei lavoratori? Fino adesso solo silenzio.

Anche qui è bene ricordare che i test effettuati a cura dell’Università di Trieste nei più specializzati laboratori, allora sempre per conto della Procura, avevano dimostrato che le cellule umane esposte ai livelli di inquinamento da BenzoApirene prodotti dalla Ferriera, mutavano da normali a malate. E che lo stesso DNA umano mutava geneticamente in maniera irreversibile, oltre ad accumularsi nel latte materno. Andate a leggervi sul sito del Circolo Miani (www.circolomiani.it) le analisi della Procura da noi pubblicate anche allora in esclusiva. Tutti le avevano ma nessuno le rendeva note, chissà perché?

4) Le conclusioni della relazione dell’ARPA sono chiarissime. Esse confermano appieno i gravi rischi per la salute, la discrepanza intollerabile tra i dati rilevati correttamente e quelli delle altre centraline della Lucchini, le aree di diffusione degli inquinanti e l’incidenza della Ferriera ma anche di Italcementi e Sertubi. Ma soprattutto esse dicono che la competenza ad intervenire con urgenza spetta formalmente alla Regione ed al Comune, oltre ovviamente all’ASS triestina ed alla Procura.

Sta forse in questo la ragione della sostanziale nuova secretazione di questa relazione?

A questo Romano Pezzetta, portavoce di Servola Respira, ha aggiunto giustamente una postilla.

Come da noi scritto nella memoria presentata per l’istruttoria di revisione regionale dell’AIA alla Lucchini, illegalmente quanto inspiegabilmente interrotta il 28 agosto 2008, il camino dell’impianto di agglomerazione, altezza case dei quartieri, emette quantità di fumi e diossine superiore a quella di cinque inceneritori messi assieme, com’è allora che per un limite estremamente inferiore è stato sequestrato e chiuso l’inceneritore comunale, mentre per la Ferriera questo non fa testo?

Ha un nome questa inazione di Regione, Comune, Ass ed a questi ora aggiungiamo anche la Procura del Tribunale di Trieste, così difforme nei comportamenti e nelle interpretazioni di legge dalla contigua magistratura friulana (vedi caso Caffaro, ex Snia di Torviscosa)?

Ha senso oggi parlare ancora di politica e di informazione nel Capoluogo regionale alla luce di simili accadimenti?





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