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Circolo Miani » News Correnti » Page 78 Come desertificare i seggi. Risate a “denti stretti”. » Inviato da valmaura il 10 October, 2021 alle 12:20 pm Sentite qua cosa scrivono i due “spin doctor” (?: dottori della spina dorsale?) dei candidati Russo e Dipiazza in lizza per il ballottaggio tra pochi intimi di domenica prossima.
Ambedue, Matteo Russo, fratello “minore” di nome e di fatto, nella foto gli arriva alla spalla, del Francesco, e Vittorio Squeglia della Marra non in Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, per Roberto, hanno una cosa in comune: sono diversamente alti e diversamente dotati di capelli.
La seconda cosa che li unisce è l'uso della lingua inglese, e tra parentesi troverete le qualifiche professionali in uso a Londra o negli States, tutte rigorosamente in lingua italiana, lì.
Partiamo da quanto pescato sulla stampa oggi pro Francesco Russo.
“Head of digital brand protection (Responsabile della protezione del marchio digitale) all'interno di Fincantieri, durante una conferenza stampa assieme al fratello Matteo, che gli fa da "campaign manager” (responsabile della campagna). Dichiara il “minore”: “ Martedì mattina farà (Russo) il giro delle osterie di San Giacomo, e risulta che ha il tasso di reach ed engagement (raggiungere il coinvolgimento) più alto”.
Ne siamo convinti, che il “tasso” sale dopo il giro delle osterie.
Passiamo al lato Dipiazza.
Lo Squeglia, semplifichiamo, dice che “La comunicazione di questa campagna, che sto curando con la collaborazione degli esperti di tutti i partiti della coalizione, è l'evoluzione di quella del 2016, mai interrotta. Dal primo giorno di insediamento il sindaco ha fatto comunicazione di campagna permanente. Dietro c'è lo studio approfondito di flusso e analisi dei dati che provengono dalla websfera”, qualunque cosa significhi.
Ma una cosa risulta chiara: ogni atto di Dipiazza dal 2016 al 2021 era teso ad una “campagna (elettorale) permanente”. Interessante confessione che ci aiuta a capire molte cose.
Poi il Russo chiude con la solita balla elettorale: “si schiera con il comitato per la salvaguardia della pineta di Cattinara. «Se eletto farò quanto possibile per preservare ed aumentare quel patrimonio ambientale - queste le parole di Russo - intervenendo per verificare le possibili alternative rispetto all'attuale progetto e alla destinazione finale del Burlo». La mobilitazione del comitato per salvare la pineta di Cattinara è iniziata più di un anno fa con una raccolta firme. In quell'area è prevista la costruzione di un nuovo parcheggio sotterraneo.”
Veramente qui le balle sono più d'una. La battaglia per salvare la Pineta e mantenere l'ospedale Burlo in via dell'Istria non l'ha iniziata un sedicente comitato, ma il Circolo Miani con Trieste Verde che ha sollevato la notizia e organizzato una affollata manifestazione (300 e più persone, e non residenti a Cattinara) il 27 giugno del 2020 in piazza Unità davanti al Municipio.
Il progetto di distruzione della Pineta e di ampliamento dell'ospedale con trasferimento del Burlo è stato ideato dal suo PD e sostenuto dai 5Stelle, con il voto unanime della destra. Dunque che fa? Autocritica e ripensamento, ambedue tardivi quanto purtroppo inutili?
Se questo è il sistema per recuperare voti alla disperata, allora non ci siamo proprio.
Teodor. Muggia non è “l'asilo Mariuccia”. » Inviato da valmaura il 10 October, 2021 alle 12:18 pm Parte male la politica muggesana, forse qualcuno dovrebbe ricordare a lorsignori che la campagna elettorale è finita da una settimana e polemiche pretestuose per inserirsi negli scampoli di quella triestina non giovano al bene della nostra comunità.
Per cui risparmiate ai muggesani inutili bisticci su pagine social e consimili. Le pagine su Facebook vanno e vengono, i problemi della gente purtroppo no.
Mi attendo, da consigliere comunale della Lista civica Muggia, di ascoltare il programma della nuova amministrazione e di valutare la competenza dei nuovi assessori indicati dal Sindaco e poi deciderò come esprimermi.
In un Comune si è chiamati ad amministrare problemi concreti al solo fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini e di tutelarne il benessere di cui la salute è componente primaria, con particolare attenzione verso le fasce più deboli e meno garantite della popolazione che non hanno lobbies politiche od economiche a rappresentarle.
Il Comune di Muggia ha purtroppo sottoscritto quel Protocollo d'Intesa che spalanca le porte al progetto della nuova Acciaieria, nonostante i distinguo e le supercazzole sentite in campagna elettorale, la sostanza è questa. Il Comune, come recita lo Statuto, che dando prova ripetuta di grave analfabetismo istituzionale una galleggiante politica di lungo corso ha negato, vede nel Sindaco (articolo 27 dello Statuto del Comune: …il Sindaco è responsabile dell'amministrazione dell'Ente. Ha la rappresentanza generale del Comune.”) il suo rappresentante che ha infatti firmato tale documento impegnando così la cittadinanza.
Attendo dunque di ascoltare, senza alcuna prevenzione ideologica ma richiamandomi al rispetto sostanziale e formale della Costituzione, quello che dichiarerà il neo Sindaco, ed agirò dunque di conseguenza rispettando appieno il Regolamento del Consiglio comunale e lo Statuto del Comune di Muggia, ed anzi coglierò l'occasione per chiederne l'integrale applicazione nelle parti che riguardano l'effettiva funzionalità del Consiglio e che garantiscono la partecipazione dei cittadini alle scelte del Comune. Il Municipio è infatti per legge la “casa” dei cittadini che tra l'altro ne sono anche i proprietari fisici.
Maurizio Fogar.
A qualcuno interessa ancora? » Inviato da valmaura il 9 October, 2021 alle 11:09 am Viva, viva la Siot partner della Barcolana.
Al convegno Barcolana Sea Summit, il solito festival dell'ipocrisia parolaia, “Il presidente e ad dell'oleodotto Siot Alessio Lilli si è chiesto «quando passeremo da 40 a 20 milioni di tonnellate di greggio trasportato, quali saranno le alternative del porto per continuare a generare valore? Siamo chiamati ovunque a un salto quantico per ridisegnare il paradigma energetico, ma continuo a vedere scarsa immaginazione.”
Ma va? A parte la poesia del “quantico” e del “paradigma”, così parlano i veri signori perbacco, sforzi la sua immaginazione, anzi il suo naso che qui la realtà supera di gran lunga l'immaginazione, per i miasmi di “benzina marcia” con cui “quanticamente” e massivamente la sua azienda impesta a giorni e venti alterni Muggia, Aquilinia, Dolina, Trieste, e le fumate nere allo zolfo con cui le petroliere inquinano il nostro Golfo.
Lo sponsor ideale dunque per la Barcolana.
Ma nessuno, dai due duellanti al ballottaggio, ai verdi tarocchi, ai adessi, futuri e passati triestini, ha mai aperto bocca su ciò, e fanno bene! Tanto i cocai continuano a votarli comunque.
Poi della serie “chi li ha visti mai” il sottotitolo da scompisciarsi:“Porto e Capitaneria in prima linea per ridurre le emissioni inquinanti”.
Ma per Trieste basta e avanza.
Teodor. Leggiamo i dati. Trieste. » Inviato da valmaura il 9 October, 2021 alle 11:08 am Gli attuali risultati elettorali sono pressochè identici per quanto riguarda il voto conseguito dal centro sinistra-sinistra a quelli ottenuti nelle elezioni del 2011, ovvero dieci anni fa. Anzi sono inferiori e di molto rispetto ai voti effettivi allora ottenuti, ed anche alla percentuale complessiva realizzata allora dalle liste che componevano quello che Bersani definisce oggi il “campo progressista”. In particolare a sinistra-sinistra c'è stato solo un parziale riposizionamento dei voti allora ricevuti dalle tre liste che a questa nel 2011 si richiamavano e che oggi si ripresentano sotto il nome di Adesso Trieste. In più oggi c'è l'aggravante del drastico calo dei consensi che allora erano andati ai 5Stelle e che avevano espresso due consiglieri comunali.
Nel centrodestra si è sgonfiata la bolla Bandelli, tenuta in vita artificialmente da stampa e televisioni per interessi editoriali, nel vano tentativo di indebolire Dipiazza.
Cosa uscirà da questo ballottaggio dunque saranno i sempre meno elettori a deciderlo, anche se gli oltre 16 punti di distacco del primo turno che Dipiazza ha inflitto a Russo, sono ardui da recuperare.
Ed infatti cinque anni fa il sindaco uscente, dunque con una rendita di posizione, Cosolini non riuscì nell'impresa di recuperare i 12 punti che lo separavano dal sempre Dipiazza.
Ed abbiamo la sensazione che molti elettori delle forze minori, a partire dai bastonati pentastellati, non voteranno Russo, anzi non voteranno proprio. In quanto alle “periferie” che hanno disertato le urne al primo turno nulla fa pensare che al secondo si spintonino per entrare ai seggi.
Non bastano una o due comparsate per convincere chi le abita, dopo abbandoni ultradecennali.
Il caffè San Marco farà tendenza, ma desertifica le urne, con buona pace di Rumiz, e come dimostrano i consensi personali ottenuti dalle frange della destra estrema tra i pochi elettori delle zone più povere della città.
Punto. Muggia. Un suicidio annunciato. » Inviato da valmaura il 8 October, 2021 alle 2:35 pm Partiamo dalla sinistra, o da quel che ne rimane. Posto il fatto che la crisi risale ai tempi dell'amministrazione Nesladek, di cui la Tarlao era assessore, la scelta di defenestrare la Marzi a pochi mesi dalle elezioni, che qualunque sano di mente avrebbe interpretato, come poi è accaduto, come un giudizio negativo sull'operato della sua sindacatura, in cui parte rilevante però aveva avuto il vicesindaco PD Bussani poi candidato a Sindaco, cosa incomprensibile ai più, era il preludio di una sconfitta annunciata.
Io non so se la Marzi abbia bene o male meritato nei suoi oltre cinque anni da sindaco, sapevo solo quello che pubblicava la stampa in cui ho motivata poca fiducia. Le ho parlato in un'unica occasione al telefono per capire le ragioni della sua firma, in rappresentanza del Comune di Muggia, al famigerato Protocollo d'Intesa regionale che spalancava le porte al progetto della nuova Acciaieria a Noghere-Aquilinia. E ne ho tratto l'impressione di una sua inaudita arroganza accompagnata da una completa disinformazione.
Se poi la CGIL, che a Muggia vanta 1300 e passa iscritti, ai suoi incontri in piazza con i candidati sindaci non riesce a portarne alcuno, allora tutto torna.
A suggellare il tutto, ovvero a mettere la pietra tombale sulle residue possibilità della sinistra muggesana, ci ha pensato poi il Nesladek, colui che aveva negato al Comune di Trieste la collocazione del mercato Ortofrutticolo alle Noghere perchè avrebbe comportato, parole sue, un aumento del traffico ed un lavoro supplementare per i vigili urbani, con una dichiarazione a favore della nuova Acciaieria che, per inciso, oltre a tutto il resto provocherà un costante afflusso di Tir a tutto scapito degli esausti agenti della polizia locale.
Arriviamo al fantasmagorico “Terzo Polo”, che di civico nulla aveva, assommando una pletora di partitini, inesistenti come i Verdi, e ripescando una politica spazzata via ai tempi di Mani Pulite.
I dati sono talmente impietosi, e ve li riproponiamo sotto, che solo grazie ad alcuni sprovveduti fuoriusciti dal Comitato Noghere, la Tarlao è riuscita a raggiungere l'obbiettivo che si era prefissa: ovvero conservare il posto in Consiglio comunale. Il suo partner, che cinque anni fa con i 5Stelle aveva conseguito un significativo risultato personale e di Lista, stavolta ha raccolto 5, cinque, soli voti.
E veniamo alle responsabilità di chi, credendosi fini strateghi politici ed abboccando in pieno al piano, legittimo sia chiaro, della Tarlao, una persona espressione da quindici e passa anni di questo sistema politico, di conservazione del seggio portano enormi responsabilità sul presente e sul futuro della comunità muggesana. E qui non mi riferisco ad uno dei candidati minori ma che ha la pesante responsabilità di aver coinvolto il movimento civico sorto impetuoso e partecipato come non mai a Muggia nella polemica politichese aprendo ed approfondendo fratture allora inesistenti sulla stampa.
Alla luce dello spoglio elettorale, questi Richelieu delle Noghere hanno raggiunto lo splendido risultato, di salvare si il posto alla Tarlao, ma di sprecare la possibilità di eleggere almeno tre consiglieri comunali. Dico almeno perchè è stata proprio la loro azione a sperperare il patrimonio di distanza e diversità contenuto nella scelta votata da centinaia di muggesani in piazza di dare vita ad una Lista civica contrapposta al sistema dei partiti, unica che poteva motivare la quasi meta dei concittadini a ritornare alle urne. E dunque li hanno di fatto incoraggiati a non tornare a votare producendo alla fine i risultati di queste elezioni. Dunque i tre consiglieri potenziali che i numeri assegnati da queste votazioni davano, potevano essere in realtà molti di più.
Una sola considerazione sulla vittoria di Polidori: in queste condizioni chiunque, anche se paracadutato da Marte, avrebbe vinto facile queste elezioni.
Maurizio Fogar.
Ed ora i dati.
“Muggia. Un caso clinico.
Non ci sono parole per commentare la totale dissociazione dalla realtà.
“Sempre più elettori che condividono la mia idea”: Tarlao.
Ma di quali elettori sta parlando?
Vediamo i numeri: in queste elezioni la sua Lista Meio Muia ha ricevuto 157 voti, mentre nelle precedenti elezioni del 2016, a sostanziale parità di elettori, i voti erano stati 392. Ergo ne ha persi 235.
I suoi alleati di allora, Romano dei 5Stelle, nel 2016 avevano raccolto 660 voti. Oggi gli “altri”della sua coalizione, escluso la lista locale Noghere che le ha salvato il seggio, ne assommano 159, ovvero ben 501 in meno. Ed il povero Romano, consigliere uscente ed uscito dai pentastellati oggi raggranella 5 (cinque) voti di preferenza.
Stesso impietoso confronto se si guardano i voti a Sindaco di oggi e quelli sommati di ieri di Romano e Tarlao.
Fossimo in lei non avremmo tanti motivi per ridere.
Lista civica Muggia.” |
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