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Circolo Miani » News Correnti » Page 92 Telequattro Sveglia Trieste, una tristezza la pochezza della Tarlao. » Inviato da valmaura il 26 August, 2021 alle 4:32 pm I Cinque Stelle ritirano il simbolo dal terzo, oramai duo, Polo.
Partiamo dalla notizia dell'ultima ora: ovvero dal ritiro del simbolo dei CinqueStelle dalla raffazzonata coalizione di sigle, in gran parte inesistenti, messa su dalla candidata sindaco Roberta Tarlao. Una vera e propria sconfessione del decantato civismo di un assembramento che ripesca al suo interno realtà inesistenti da 20 anni a Muggia e Trieste, i cosiddetti Verdi, e soprattutto ridà spazio ad esponenti di una classe politica della più buia storia recente di Muggia crollata sotto le inchieste di Mani Pulite.
Se confermata questa decisione rende materialmente impossibile modificare la presentazione delle liste dei candidati che devono essere compilate e stampate sui moduli di presentazione sottoscritti da un numero minimo di cittadini (a Muggia almeno 33). Qualunque modifica “postuma”, oltre ad essere un reato penale, invalida la presentazione delle stesse.
Seguendo la trasmissione, interruzioni della Tarlao permettendo, è emersa chiara la completa impreparazione della stessa sulle principali questioni su cui si deciderà il futuro del nuovo Laminatoio a Caldo, e non solo sulle materie tecniche ma anche amministrative.
Imbarazzante perfino la sua affermazione che del Protocollo firmato dal Comune, che il Sindaco lo rappresenta appieno, può non piacere ma la legge scrive così, legge che nonostante galleggi da oltre 15 anni in questa politica di cui dieci da assessore in Provincia e nella Giunta Nesladek sempre in nome del suo “civismo”, la Tarlao tuttora ignora, non si poteva avere notizia! Quando bastava, tutti i cittadini non solo i consiglieri comunali, scaricarlo da siti internet della Regione FVG a partire dalla fine di aprile. Idem dicasi per la sua ignoranza, nel senso letterale del termine, del progetto pubblicato ad aprile a cura dalla Danieli sulla nuova Acciaieria. E sui dragaggi in questi mesi mai una parola. Come le è stato fatto rilevare da numerosi messaggi letti dalla conduttrice Bucarella di telespettatori che le chiedevano dov'era per cinque ininterrotti mesi quando il Circolo Miani ed il Comitato Noghere, quello vero non il vuoto nome che pretende di rappresentare, organizzavano sei assemblee pubbliche con la presenza di quasi 800 persone che votavano la costituzione della Lista civica Muggia.
Dopo aver tentato di buttarla in rissa dialettica accusando Fogar di menzogne inesistenti quando si è sempre e solo limitato a citare i fatti e le sue dichiarazioni pubbliche e stampate, evidentemente a sua insaputa che mai ha ritenuto di chiederne rettifica alcuna: il perfido Putignano del piccolo giornale.
Non ha profferito verbo sulla famosa audizione in Comune del presidente dell'Autorità Portuale e del Coselag, Zeno D'Agostino, chiamato, non si comprende a che titolo che dovevano farlo o la Danieli o Metinvest, ad illustrare il Progetto della nuova Acciaieria, anche per la semplice ragione che unica esponente delle forze di opposizione non vi ha partecipato, nonostante potesse farlo da distanza. Pertanto ha mancato alla sua prima ed ultima occasione per esprimere la sua contrarietà alla nuova Acciaieria come consigliere comunale, come potete vedere nel video integrale della audizione stessa, con una piuttosto penosa figura di D'Agostino che ogni tre frasi ripeteva “così mi hanno detto” o “così ho capito”. Insomma ha toppato, e le ragioni possono essere solo due: o come consigliere comunale di lungo corso è abbastanza impreparata o pure perchè era allora d'accordo con le cose che Zeno D'Agostino illustrava, ovvero a favore del nuovo Laminatoio.
Teodor.
Alberi, come ti vandalizzo il verde. Fermiamo la mattanza! » Inviato da valmaura il 25 August, 2021 alle 2:29 pm Veramente era Attila degli Unni, passato alla storia con il detto che dove passava lui non cresceva più nemmeno un filo d'erba, ma sono i Vandali ad essersi presi immeritatamente il triste uso corrente.
In verità pensavamo che dopo lo stragista di alberi Cosolini non si potesse fare di peggio. Quanto ci sbagliavamo, che la terza amministrazione Dipiazza ha battuto ogni record negativo.
Nelle deforestazioni si muovono ad ondate successive nè più né meno che i barbari: l'incipit fu la mattanza di piazza Libertà, lato Silos, subito dopo hanno cominciato con i “parchi”, dell'ex OPP (165 alberi tagliati in una botta sola) e Rimembranza (18 cedri dai 50 ai 70anni di vita), poi sono passati in zona San Vito-Campo Marzio- Locchi e Campi Elisi, decine di platani e conifere liquidate, inde a Monte San Pantaleone-San Sabba e via Caboto (decine di acacie lussureggianti segate), ora in zona San Luigi: prima all'altezza dell'Orto Botanico, ora nella parte alta del Boschetto, e poi? Oltre alla caccia libera in centro città, vedi Viale XX Settembre e via Giulia.
Non parliamo poi delle “potature” estreme che spesso e volentieri danneggiano gravemente piante, siepi e cespugli, fino a condannarli a morte.
Dopo i nostri primi interventi sul territorio e gli articoli su queste pagine, che leggono eccome se leggono, hanno cercato di farsi furbi. Invece dei soliti avvisi comunali “Abbattimenti alberi e potature” hanno scritto “Manutenzione del verde e messa a dimora di nuove piantumazioni”, che senso del macabro, nevvero?
Ma noi non molliamo di un metro, grazie anche alla indispensabile quanto generosa collaborazione dei residenti che il “Deserto dei Tartari” preferiscono leggerselo o vederselo in pellicola e non viverlo fuori dalla porta di casa.
Ecco perchè è fondamentale che i cittadini scelgano Trieste Verde, si candidino a difesa dei loro interessi, e rivolgano uno sberleffo a tutti quelli che con una mano sventolano slogan quali “Sviluppo Green” e nell'altra imbracciano la motosega.
Ecco riassunte le nostre proposte concrete per il Comune sul verde pubblico e privato.
“A Trieste l'emergenza Clima si combatte così.
Trieste Verde.
Non certo con cortei una tantum con slogan generici in nome di Greta, oppure in incontri e foto opportunity con assessori e politici, cioè i massimi responsabili di questo stato di cose a Trieste, o in convegni e tavole rotonde tra i soliti dotti per i soliti noti.
Che anche qui da noi il clima sia profondamente quanto velocemente mutato a partire dalla fine degli anni Novanta se ne sono accorti tutti, che oramai Trieste viva le più o meno le stesse situazioni tropicali come a Saigon è pacifico.
Allora che fare? Come possiamo intervenire concretamente a casa nostra per contribuire nel nostro piccolo a rallentare la distruzione della Terra?
Semplice, battendosi per rovesciare l'approccio che questa politica, amministrazioni pubbliche e molti privati hanno con il nostro territorio e dove il Comune gioca la parte preponderante.
Bloccare l'inutile mattanza sistematica di alberi d'alto fusto (oltretutto per ritrovare i benefici effetti sul nostro ambiente di uno di questi, i “nuovi innesti”, se mai ci saranno e se avranno adeguata cura e manutenzione, cosa che fino ad oggi non è avvenuta fede ne fa che quasi un terzo delle nuove piantumazioni rinsecchisce e muore dopo una stagione, ci metterà almeno 25 anni).
Applicare la legge statale (vedi nostra denuncia in Procura) che impone ai Comuni sopra i 15.000 residenti di piantare un nuovo albero per ogni neonato registrato all'anagrafe entro sei mesi, impedire la deforestazione del territorio carsico ridotto ad una landa disalberata.
Allargare gli spazi urbani riservati ai giardini pubblici, da anni lasciati inquinati e nel più completo degrado, ed implementare le aree verdi pubbliche e private oggi esistenti.
Per fare ciò bisogna dotare il Comune di Trieste, anzi riportarlo a com'era fino agli anni Novanta, di un Servizio Verde pubblico degno di questo nome ed oggi ridotto ad un simulacro di un pugno di persone.
Applicare il buon Regolamento sul Verde che il Comune si è dato anni orsono e rimasto di fatto lettera morta.
In ultima analisi finirla con la miriade di appalti e lavori affidati a cooperative e ditte esterne, che per risparmiare ed aumentare i profitti si avvalgono di personale precario, sotto pagato e non qualificato, idem scandalosamente dicasi per le perizie sullo “stato” delle piante, affidate alle stesse ditte incaricate degli abbattimenti che, per inciso, costano alle casse comunali molto di più che una eventuale cura della pianta o sua messa in sicurezza.
In ultima analisi riassumere e qualificare in Comune, i corsi della Regione copiosamente finanziati dalla Comunità Europea mica serviranno solo per aspiranti parrucchieri, il personale necessario, sottraendolo al ricatto salariale ed alla precarietà ed interrompendo il costante flusso di pubblico denaro in uscita verso gli affari di privati.
Ed ultimo ma non meno importante, proibire ogni ulteriore cementificazione di un territorio, quello provinciale di Trieste, così piccolo e morfologicamente caratterizzato tra Carso e mare, e che ha ventimila immobili lasciati da anni in degrado, abbandonati e vuoti tra proprietà pubbliche e private. Si chiama “Mattone Zero”, ma zero per davvero non per finta o per chiacchiere un tanto a chilo, che quelle le lasciamo volentieri a questa politica stracciona ed affaristica, o agli “intellettuali” parolai mai visti in questi anni ad impegnarsi al nostro fianco sul territorio e che riscoprono “l'ambientalismo” solo sotto elezioni.
Confidiamo sia chiara e concreta la ragione per cui, su questo argomento, chiediamo la vostra partecipazione, il vostro sostegno ed infine il voto per Trieste Verde.”
Non funziona così. » Inviato da valmaura il 24 August, 2021 alle 2:00 pm Non si salvano gli alberi con le belle parole, e non si curano i giardini e le aree verdi con generiche promesse. Non si combatte la diffusione dell'elettrosensibilità, una patologia invalidante sempre più diffusa, con vuote rassicurazioni. Non si arresta la povertà con generiche solidarietà. Non si stoppa il precariato e lo sfruttamento con vuoti slogan. Non si cura la salute delle persone con il totale silenzio. Non si arresta il degrado dei quartieri con sporadiche passeggiate. Non si combatte l'emergenza climatica pappagallando di “sviluppo green” e poi piazzando nuovi mega laminatoi a caldo.
No, non funziona così.
Ma è questo che tutti i Triestini ed i Muggesani sentono da mesi da questa politica, tutta, da questa accozzaglia di sigle nuove e riciclate che tappezzano i muri della città, riempiono di veline accomodanti offerte generosamente da una stampa servizievole i giornali ed i telegiornali.
No, non funziona così.
La politica, quella vera, che rappresenta e fa gli interessi della comunità dove viviamo o è capace di dare risposte concrete e rapide ai bisogni delle persone, o semplicemente non è politica: è qualcosa d'altro e di diverso.
Per questo noi, Trieste Verde e Lista civica Muggia, siamo distinti e distanti da questo sistema politico, e se ce lo permettete, anche profondamente diversi moralmente.
Poi, come sempre spetta solo ai cittadini scegliere, con il voto.
E giovedì 26, alle ore 12, al Circolo Miani in via Valmaura 77 a Trieste incontro con i candidati Sindaci di Trieste e Muggia, Aurora Marconi e Maurizio Fogar, per sottolineare la piena condivisione della battaglia contro l'annunciata nuova Acciaieria alle Noghere e la questione dragaggi.
Un gemellaggio politico tra i cittadini di Trieste e Muggia. L' Eco della Serva. Tutta la verità su Muggia! » Inviato da valmaura il 23 August, 2021 alle 4:11 pm Non è vero che è stato il Circolo Miani, e tantomeno tale figuro che risponde al nome di Fogar a raccogliere le informazioni, a leggersi i documenti ed a presentare la denuncia in Procura contro il sindaco di Muggia, tra gli altri. Ha plagiato tale “Smilzo” che si è dannato sulle carte.
Non è vero che a Noghere, ad Aquilinia ed a Muggia ci fossero tante persone in assemblea, d'altronde lo conferma pure l'autorevole freelance che scrive per il piccolo giornale, “poche decine” in tutto, figuranti assoldati dal Circolo Miani, il putrido.
Non è vero che sia stato il malnato Fogar a metterci la faccia parlando per ore sotto il sole in strada, ma una tale Tarlao con una maschera sul viso.
Non è vero che centinaia di persone abbiano votato per una associazione a delinquere denominata lista civica, è tutta una invenzione ed una balla: era il Fogar che cambiandosi come Fregoli correva per i Giardini Europa deserti ad alzare due mani ed un piede.
Insomma è stato tutto un piano pensato e realizzato dal figuro del putrido Circolo nel disperato tentativo di ricavarsi un posto al sole nel comune di Muggia, dopo essersi contemporaneamente candidato a Sindaco di Trieste, Grado, Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto.
Non è vero che esista un Laminatoio a Caldo ma è un semplice barbecue di un residente alle Noghere, ed i dragaggi sono tre bambinetti che giocano sulla sabbia con secchiello e paletta.
Dunque ecco smascherato il falso, il fraudolento tentativo del piazzista Fogar: Muggia è salva ed i suoi abitanti possono serenamente continuare ad indossare la maschera antigas.
E' proprio vero che Giove acceca chi vuole perdersi.
Lista civica Muggia e Trieste Verde unite nell'impegno. » Inviato da valmaura il 22 August, 2021 alle 11:41 am Fermare la nuova “Ferriera” e massima attenzione sui dragaggi.
Lista civica Muggia e Trieste Verde unite nell'impegno. Un “gemellaggio” politico quello varato da Aurora Marconi, candidato Sindaco di Trieste Verde, e Maurizio Fogar, candidato Sindaco della Lista civica Muggia.
Un gemellaggio di lotta che si esprime pure nell'adozione di comuni simboli sulla scheda elettorale alle prossime elezioni di Trieste e Muggia.
Elezioni che a Muggia come a Trieste tendono sempre più ad assumere il ruolo di un referendum su queste nuove emergenze che rischiano di ipotecare per sempre il futuro di questa nostra piccola provincia.
E non è un caso che nessun partito o forza politica ne voglia parlare, o alcuni lo fanno solo ai fini di strumentalizzare le questioni per raggranellare qualche voto alla disperata, cosa per altro già vista in 20 anni nella vicenda Ferriera di Servola.
Ambedue le liste civiche hanno messo al primo punto dei loro programmi l'urgenza di battere questo scellerato progetto di aprire un nuovo mega Laminatoio a Caldo in zona Noghere-Aquilinia, a due passi da Dolina e Trieste, che per dare lavoro agli annunciati 400 ipotetici dipendenti andrebbe ad occupare un'area di ben 480.000 metriquadri (1200 per lavoratore), la più vasta ed unica zona in provincia dove ospitare future attività economiche. Con un impianto che, fatto il confronto con quello gemello operante da alcuni anni a San Giorgio di Nogaro sempre della stessa proprietà, rischia di essere fortemente, assai fortemente, impattante per le emissioni prodotte per salute e qualità della vita dei Triestini intesi come provincia, oltre a causare un drastico immediato deprezzamento del valore degli immobili e delle case di chi ci vive vicino (da Santa Barbara, ad Aquilinia, Montedoro e Noghere).
La questione Dragaggi poi, che investe tre ampie zone del Vallone di Muggia, la più ampia a Trieste tra lo Scalo Legnami e i pontili Siot, la seconda tra il Canale Navigabile in zona Industriale e la fine della ex Raffineria Aquila, ed il terzo alle foci del Rio Ospo, investe 1200 ettari di fondali marini, composti da fanghi tossici scaricati in mare dalle industrie (dalla Ferriera alla Raffineria) classificati dalle analisi del Ministero dell'Ambiente come fortemente inquinati con valori che superano di migliaia di volte i limiti di legge consentiti.
Intervenire dunque senza adottare le più sofisticate tecnologie esistenti, ovvero ricorrere alla tradizionale Benna, significa disperdere nel Golfo di Trieste, da Capodistria a Sistiana per l'effetto delle correnti, tonnellate di inquinanti altamente cancerogeni, con il rischio concreto di mettere a repentaglio la balneazione, la pesca e la miticoltura in tutta la provincia.
Altro che sviluppo turistico per Trieste e Muggia!
Ecco perchè questi devono essere il motivo conduttore delle prossime elezioni amministrative su cui chiamare i cittadini di Muggia e Trieste a pronunciarsi con il voto: una situazione emergenziale che merita una risposta eccezionale.
Aurora Marconi, Maurizio Fogar.
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