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Circolo Miani » News Correnti » Page 346

Un Referendum di cui nessuno parla. E vuole parlare.

» Inviato da valmaura il 1 April, 2016 alle 1:26 pm

Si quello di domenica 17 aprile, quello che riguarda le trivellazioni, o meglio per porre fine a scadenza dei contratti di concessione alle “sorelle” del petrolio dell’attività estrattiva.

Come Craxi, ma decisamente non gli portò fortuna, anche l’attuale Presidente del Consiglio, Renzi, per inciso mai eletto a quella carica dal voto popolare, invita gli italiani a far fallire l’istituto referendario non andando a votare e facendo così mancare il quorum del 50% più uno dei votanti.

Non male per un Premier che spara giudizi su tutto ma che qui segue la più anonima via di fuga, rifiutandosi di entrare nel merito della vicenda posta, si badi bene, per la prima volta da un Referendum indetto su richiesta di dieci Regioni italiane.

Votando Si, contrariamente all’umano buon senso, si dice in realtà no al proseguimento indiscriminato delle trivellazioni, soprattutto nel nostro mare, alla scadenza delle attuali concessioni in essere.

Tutto sembrava filare liscio per gli amici delle sette sorelle del petrolio fino a ieri, quando è esplosa la bomba Guidi sul Governo Renzi, che ha lambito pure la “Maria Elena” (Boschi) incautamente citata, non bastassero le vicende paterne della Banca Etruria, dalla ministra dimissionaria nelle sue telefonate con il convivente e socio in affari della Total, regolarmente intercettate dalla magistratura inquirente che aveva pure chiesto l’arresto del compagno della ministra, che non è parlamentare e non gode dell’impunità.

Ora questo fatto apparentemente clamoroso ma solo per chi non ha memoria della storia recente del nostro Paese, ovvero del costante intreccio tra affari e politica con decine di casi analoghi a partire dai primi anni Sessanta del Novecento, con i boiardi del petrolio, della chimica e della siderurgia, ma anche con le ditte farmaceutiche, riapre fragorosamente la questione referendaria ridando speranze ai sostenitori del SI.

Magari avessimo a Trieste i magistrati inquirenti che conducono questa ed altre indagini.

Come diceva Martin Luther King? I have a dream.

Ovviamente NO FERRIERA Si Trieste invita triestini e muggesani ad andare a votare la domenica del Referendum e se lo credono, sostenere le Regioni proponenti votando SI.

Comunicato Stampa  -  Invito

Sabato 2 aprile, dalle ore 16 alle 19.30, in via delle Torri, lato piazza San Giovanni, secondo appuntamento settimanale dei candidati della Lista civica NO FERRIERA Si Trieste con i cittadini.

In questo punto d’incontro settimanale che accompagnerà tutta la campagna elettorale fino alle elezioni di giugno, la lista civica ogni sabato parlerà, ma soprattutto ascolterà, i concittadini sulle problematiche più sentite della nostra comunità.

Saranno distribuiti volantini e materiale informativo, verrà esposta una mostra fotografica di una quindicina di gigantografie e ci sarà l’intervento di Maurizio Fogar.

Una edizione straordinaria degli abituali TG da Strada che da anni vengono organizzati nelle strade e piazze di Trieste per affiancare i significativi risultati, una media di trentamila contatti settimanali che fa della pagina Facebook del Circolo Miani una delle più frequentate sui Social Forum.




La verità e la realtà.

» Inviato da valmaura il 29 March, 2016 alle 10:48 am

A leggere di politica, almeno quella che passano il piccolo giornale e telequattro, sembra di vivere su di un altro mondo. E se non altro questo spiega bene perché ben oltre la metà degli elettori non si avvicini ai seggi.

Prevalgono le beghe intestine ai vari schieramenti, nessuno ne è esente nemmeno i 5Stelle, le polemiche un tanto al chilo, le solite banalità e soprattutto l’ignoranza della verità, di come sia la realtà che i cittadini, insomma le persone normali, si trovano di fronte ogni giorno che Dio manda in terra.

A sentirli parlare di Ferriera, di Porto, di Sanità uno, senza essere un premio Nobel, intuisce subito che questi non sanno nulla o quasi di cosa stiano discutendo. Non conoscono la realtà: tecnica, impiantistica, finanziaria, oltre che inquinante, della Ferriera, nemmeno alla lontana.

Ripetono cose sentite dire e banalità scritte e riscritte. La spiegazione più lampante perché in sedici anni, cioè da quando nel 2000 l’allora proprietà decise e comunicò la volontà di chiudere lo stabilimento di Trieste, politica, istituzioni, industriali e sindacati non sono stati capaci di fare nulla, sperperando occasioni e finanziamenti, fino ad arrivare all’odierno disastro.

Del Porto basti la considerazione che un bambino, ma non loro, capisce. Che senza spazi adeguati non ci può essere alcun futuro.

Ed infatti gli spazi vengono negati per tenere in vita una fabbrica morta come la Ferriera che ostacola pure la costruzione della piattaforma logistica portuale.

Si sposta l’attenzione sul recupero immobiliare di Porto Vecchio, per chi?

Per una popolazione in costante e crescente calo demografico con oltre 18.000 unità abitative vuote ed inutilizzate in città, e si vaneggia di “centomila”, perché allora non un milione che Aiazzone era un dilettante, nuovi abitanti a Trieste. Il tutto ha il sapore di una delle più grandi speculazioni immobiliari e finanziarie d’Europa.

Sulla Sanità non occorrono molte parole, basta quello che ognuno di noi è costretto a vivere se deve ricorrere agli ospedali, ai pronti soccorsi che di pronto nulla hanno, o devono attendere una visita specialistica o peggio una ecografia per non parlare di Tac e Risonanze.

Il degrado dei quartieri? Quale degrado se i politici nostrani i quartieri e la gente li visitano frettolosamente solo in campagna elettorale per imbucare i loro “santini”.

Voi che conoscete queste pagine a cura del Circolo Miani e di NO FERRIERA avete mai letto o ascoltato su TeleAntenna cose più vere, corrette ed approfondite, pronunciate dagli altri, TUTTI gli altri?

Rispondete con verità e dopo scegliete chi votare e a chi affidare il nostro futuro.

NO FERRIERA SI TRIESTE!




Ferriera e lavoro.

» Inviato da valmaura il 25 March, 2016 alle 11:09 am

Alcune persone, sempre meno per la verità, ci chiedono di farci carico dei lavoratori, circa poco meno di 400, oggi occupati in Ferriera.

Lasciamo perdere i commenti con la erre moscia delle ricche vegliarde in pelliccia e stola di visone che gli operai li avranno visti solo nei film in biancoenero di Jean Gabin e Marlon Brando.

Potremmo facilmente rispondere che non spetta a privati cittadini dare soluzioni di questo tipo ma alle istituzioni pubbliche, politiche, industriali e sindacali. Potremmo anche notare che i cittadini da decenni hanno scelto i responsabili di questo disastro liberamente votandoli, anche e soprattutto quelli che esprimono oggi questo tipo di preoccupazioni.

Ciò nonostante il Circolo Miani prima, molto prima che correva l’anno 2004, e NO FERRIERA oggi se ne sono sempre fatti carico. Presentando ai primi del duemila l’unico concreto progetto, finanziabile da subito con gli ingenti fondi europei a ciò disponibili, e lo sono ancora oggi, di riconversione del sito occupato dalla Ferriera, fuori mercato da anni, e di conservazione e, cosa più importante, di rilancio dell’occupazione a Trieste.

Non sembri strano che la politica e la classe dirigente lo abbia ignorato. In una Italia dove tra affari e politica non c’è più alcuna differenza, come le vicende del Monte dei Paschi di Siena prima ed oggi Banca Etruria insegnano, esiste da sempre uno stretto legame che privilegia i soliti boiardi della siderurgia, della chimica e della finanza, usi a fare affari con i soldi pubblici.

Per questo nella petizione sottoscritta da diecimila 280 concittadini, e nel programma di NO FERRIERA, abbiamo messo il vincolo della destinazione d’uso degli ingenti contributi pubblici (oltre quaranta milioni più gli interventi in “natura”) alla esclusiva tutela dei posti di lavoro.

Sappiamo che se la politica rimane questa non è né sarà così. Come dimostrano i bilanci di Siderurgica Triestina e FinArvedi.

Un altro esempio concreto del blocco che una attività di produzione di carbon Coke e ghisa, in perdita tra i due e tre milioni al mese, da anni come dichiarato dalla vecchia proprietà e confermato dai bilanci della nuova, produce all’economia della città, è la incredibile vicenda della Piattaforma logistica portuale che darebbe lavoro a tutti i lavoratori della Ferriera con l’aggiunta di diverse centinaia di nuovi occupati.

La sua costruzione dopo anni di annunci e altrettanti di rinvii per mancanza di fondi, ora, che i soldi finalmente ci sono, è bloccata dal mancato asporto, a spese della nuova proprietà, delle montagne di rifiuti industriali (356 mila tonnellate) con i quali la Ferriera ha interrato abusivamente un’area pari ad otto campi di calcio del Vallone di Muggia, lato Scalo Legnami. Nessuno dei solerti “controllori” di ogni ordine e grado se ne è accorto per anni, mentre sorgeva “Punta Loppa” come la chiamano gli operai, e nessuno dei commissari straordinari del Porto e della Regione se ne accorge ora.

Bisogna chiedersi come può svilupparsi il Porto di Trieste, di cui tutti si riempiono la bocca, se non liberiamo e rendiamo disponibile, il prima possibile, la più vasta e quasi unica area che la nostra città dispone sul mare. Quella occupata dalla Ferriera che, per ironia della sorte, per il 62% è di proprietà pubblica-demaniale affidata all’amministrazione dell’Autorità Portuale.

A meno che non si intenda smaccatamente favorire una portualità privata, come descritto incredibilmente negli accordi di programma governativi firmati anche da Cosolini e Serracchiani, pagata per di più con i quattrini pubblici per fare, è il massimo, concorrenza alla portualità pubblica, usando il sito da questa concesso.

Un giorno, parecchi annetti fa, chiedemmo all’allora presidente di Confidustria con cui eravamo in confidenza, se avrebbe mai mandato, lui che così strenuamente si batteva in difesa del “rottame” (Arvedi dixit), i suoi due figli a lavorare in Ferriera. Ci guardò, sgranò gli occhi e rispose “fossi matto”.

Allora è questo il lavoro, sottopagato, pericoloso ed insalubre, come dimostrano gli 83 lavoratori morti di tumore (e solo per tre tipologie e senza contare le “normali” patologie polmonari), che certuni si ostinano a difendere?  E perché lo fanno?  A prò di chi?

Non certamente di chi ci lavora ed ha diritto ad un futuro sicuro e dignitoso per se e la sua famiglia.

Ebbene noi qui ci assumiamo questo impegno, l’unica promessa che ci sentiamo di fare come NO FERRIERA Si Trieste. Che nessuno resterà indietro ma anche che tutti devono darsi una mossa perché qui gli unici regali li pigliano sempre i soliti noti.




ORPO CHE ARPA !

» Inviato da valmaura il 23 March, 2016 alle 10:19 am

Ma come non avevano arruolato una agguerrita “task force” per mordere il sedere alla Ferriera?

E’ pur vero che Mandrake, Supermen, SuperPippo e Paperinik avevano declinato l’invito a farne parte, ma restava pur sempre il Divino, ovvero il Mago Otelma.

Ora sentono l’impellente bisogno di muoversi e di fare, ohibò, perfino una ispezione non annunciata per capire come siano uscite le fumate multicolori nell’ultima settimana. Dopo le tante segnalazioni di privati cittadini che però non fanno parte dell’Arpa.

Poi va rilevato che in Regione nessuno guarda il calendario.

La Siderurgica Triestina in Arvedi chiede una proroga fino al 15 aprile per ultimare i lavori per ridurre l’inquinamento acustico e la Serracchiani le risponde picche assegnandole però 20 giorni per presentare le controdeduzioni. Dunque conti alla mano dal 20 marzo più venti giorni si arriva più o meno al 10 aprile. Un “rigore” da cinque giorni dunque, pofferbacco!

Per tre mesi, dal novembre 2015 al gennaio 2016, abbiamo scritto, invitato tutti ma proprio tutti a partecipare agli incontri pubblici per cercare di dare vita a quella “banda degli onesti” che su di un programma emergenziale di cinque punti, a partire dal No Ferriera e Si Porto, per continuare con il welfare, la sanità, il degrado dei quartieri, riuscisse a mettere assieme tutte le persone perbene per dare vita ad una liberazione della città dalle amministrazioni che nell’ultimo trentennio la hanno portata a questo disastro.

Voce nel deserto, inviti caduti nel vuoto a cui la gran parte dei destinatari, come Marino Sossi, non si è mai degnato neppure di rispondere.

Poi leggiamo che la capolista di Sinistra per Trieste nel “2013 fotografando la Ferriera ha scoperto la politica” mentre tantissimi di noi cittadini l’avevamo scoperta una quindicina di anni prima guardando le foto, radiografie, dei nostri polmoni. 

Leggiamo dichiarazioni anti Ferriera dallo stesso capogruppo di SEL in Comune il cui voto è stato determinante, solo sei mesi fa, per IMPEDIRE l’audizione in aula della petizione promossa dal Circolo Miani e sottoscritta da diecimila e 280 concittadini che chiedeva l’immediata chiusura della Cokeria, il fermo dell’Altoforno e degli impianti collegati, oltre all’esclusiva destinazione degli ingenti fondi pubblici (oltre quaranta milioni) alla tutela dei posti di lavoro.

Poche settimane dopo, sempre nella commissione capigruppo il suo voto, di Marino Sossi, fu determinante per non concedere “l’urgenza” alla mozione di Bertoli, Menis, Giorgi ed altri che facevano propria la petizione per almeno discuterla in aula consiliare.

Il “brillante” assessore Umberto Laureni sta in giunta Cosolini indicato proprio da Sel di cui il Sossi è stato capogruppo fino a ieri e che per quasi cinque anni è stato l’alleato numericamente quasi determinante a sostegno dell’amministrazione PD/Cosolini.

Se poi ora scende in campo Fabio Omero che fu nei primi due anni assessore allo sviluppo economico nella Giunta Cosolini, e che è passato alla cronaca per le sue quotidiane dichiarazioni a favore della Ferriera, quella di Lucchini-Severstal, amabilmente definita “il rottame” da Arvedi, “strategica” per Trieste (Omero dixit), allora il cerchio si chiude.

Complimenti alla coerenza di Marino Sossi ma questi sono i fatti non promesse da campagna elettorale. Originale poi vedere gli stessi promotori della lista di Sinistra Italiana rivolgere un invito ad “associazioni e cittadini” a confrontarsi. Evidentemente il fatto che per tre mesi l’invito al confronto fosse partito dal Circolo Miani lo rendeva ai loro occhi inaccettabile.

Comunque prendiamo atto che anche altri scopiazzano le proposte della Lista civica NO FERRIERA, che per altro sono il frutto di una esperienza di lavoro sul territorio, quartiere per quartiere, che dura da oltre 35 anni, come quella di espellere i partiti dalle Ater e riportarne la gestione a livello triestino, vero Potenza?

Questo ci riesce perfino motivo di orgoglioso piacere, ma la storia insegna che alle fotocopie sbiadite va sempre preferito l’originale: NO FERRIERA Si Trieste!




Finalmente un voto utile.

» Inviato da valmaura il 17 March, 2016 alle 10:43 am

Un voto che serve concretamente.

NO FERRIERA Si Trieste si riunisce con i suoi candidati e con quanti cittadini desiderino partecipare, questa domenica, 20 marzo, alle ore 16, al Circolo Miani in via Valmaura 77 a Trieste.

Discuteremo delle iniziative della campagna elettorale della Lista civica, della scelta di non spendere nulla in propaganda, ma di basare tutte le attività sul volontariato dei cittadini, a Trieste come a Muggia.

Per noi non si tratta che di proseguire quanto facciamo da 35 anni sul territorio, dove parlano i fatti, l’impegno e le lotte portate avanti assieme a migliaia di concittadini. Non scopriamo ora “l’America” ma scegliamo di portare sulla scheda elettorale, nei seggi, disertati dal 59% dei  triestini alle ultime elezioni regionali, la protesta raccolta con le 10.280 firme sulla petizione promossa dal Circolo Miani per l’immediata chiusura della Cokeria, dell’Altoforno con impianti annessi, e l’assoluta tutela dei posti di lavoro a cui vanno finalizzati gli ingenti contributi pubblici stanziati.

Riproduciamo i cinque punti del programma di NO FERRIERA Si Trieste.

Fermiamo l'inquinamento industriale. Si al Porto.
Chiusura immediata di Cokeria e Altoforno e dell'Area a caldo della Ferriera.
Impiego degli ingenti finanziamenti pubblici ad esclusiva tutela dei posti di lavoro.
Si al Porto e alla costruzione della nuova Piattaforma Logistica portuale i cui lavori sono bloccati proprio dalla Ferriera,
Si a nuovi mille posti di lavoro nel Porto.
Emergenza Sanità. Tuteliamo la nostra salute.
Riportare la gestione della Sanità, pagata da noi cittadini, a Trieste dopo i fallimenti regionali.
Gli ospedali dal Burlo a Cattinara, il Pronto soccorso, le liste di attesa per esami e visite, la sanità territoriale non sono mai stati così degradati.
Emergenza Casa.
Oltre il 50% dell'edilizia popolare della Regione ha sede a Trieste, ma le Ater sono di nomina partitica regionale ed i risultati si vedono.
Fuori i partiti dalle Ater e riportare la gestione a Trieste.
Emergenza Quartieri.
Da oltre trenta anni i quartieri fuori dal centro del “salotto buono” sono abbandonati a se stessi.
Con servizi scadenti quando non assenti, un degrado urbano e sociale, e scelte calate dall'alto senza sentire le persone che vi abitano.
Abolire le inutili e costose circoscrizioni e lanciare il progetto del Rinascimento delle periferie deciso però da chi vi abita.
Emergenza Povertà.
Oltre 25.000 triestini vivono sotto la soglia di povertà. Inaccettabile.
Non un soldo, tolte le spese correnti, vada destinato ad altro che non sia aiutare questi nostri concittadini a riottenere una vita dignitosa e un lavoro sicuro.

Diventa protagonista delle scelte della comunità dove vivi.
Tutela la tua salute, bene primario, ed una qualità della vita civile.
Per un lavoro dignitoso e sicuro, per il futuro di Trieste.
Basta chiacchiere, basta con questi politici.
Finalmente un voto utile, che serve.
Maurizio Fogar
NO FERRIERA! Si Trieste!





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