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Ferriera. Le parole non bastano più.
Scritto da: Maurizio Fogar

Ho sbagliato e ne chiedo pubblica scusa. Anche se le parole non sanano l’errore.

Quando in questi anni tante persone che frequentavano il Circolo Miani e soprattutto partecipavano attivamente alle manifestazioni, assemblee e cortei mi chiedevano di passare dalle parole ai fatti: ovvero ad una incisività maggiore nelle azioni che si organizzavano (come ad esempio bloccare la superstrada, la stazione ferroviaria, le rive, l’ingresso dello stabilimento, occupare e assediare la Regione, Presidenza e Consiglio e fermiamoci qui che altre è meglio non ricordarle), mi sono sempre imposto di mantenere nella civile protesta e nella legalità le nostre azioni. E ci sono riuscito anche perdendo il consenso delle persone che sostenevano il ricorso alle maniere “forti”.

Ho incoraggiato tanta gente a percorrere le vie legali, ricorrendo alla magistratura, invitando a porre la loro fiducia se non nei politici almeno nei giudici, con denunce ed esposti. Mio Dio quanti ne abbiamo fatti e presentati in questi diciassette anni e che delusione! Si, avevano proprio ragione quei cittadini che in corteo portavano lo striscione “A Trieste la legge NON è uguale per tutti”.

La politica tutta, forse con due o tre personali eccezioni, ha avuto dal 1998 ed ha un comportamento scandaloso e direi criminogeno vista la gravità del problema. Anche i pochi beneintenzionati  almeno a sentire le loro dichiarazioni, si ricordano della tragedia, per i cittadini ed i lavoratori, a singhiozzo. Quando va bene a scadenza da ciclo mestruale. Una passatina con foto sul giornale ed una ripresa televisiva di pochi secondi magari per riproporre la stessa interrogazione o denunciare dati che già dodici anni fa erano stati denunciati ma con l’espressione di chi scopre il nuovo mondo, mi raccomando. Due esempi a caso, tanto per capirci. Quando si chiede al sindaco attuale di sottoscrivere l’ordinanza di chiusura dell’area a caldo della Ferriera facendogli pervenire, come un coupe de theatre, un testo bell’e pronto, solo da firmare, come fosse la genialata del secolo, manco passa per la testa ai proponenti di informarsi che nel 2008, fu oggetto pure di una interrogazione dell’allora Lega Nord, il Circolo Miani aveva inviato all’allora Sindaco l’ordinanza ufficiale firmata dal Sindaco di Piombino con cui aveva sequestrato e chiuso la cokeria sempre della Lucchini. Sarebbe bastato, ma pensa un po’, cambiare data, nome della città e neanche della proprietà tanto era la stessa.

Oppure ostinarsi periodicamente a denunciare e consegnare alle “autorità”, ovvero non solo a chi li pubblica sul sito della Regione e dell’Arpa da cui vengono scaricati, ma a chi è pure responsabile primo del mancato intervento, i dati degli sforamenti registrati dalle centraline, ci correggiamo, della centralina di via San Lorenzo in Selva.

Insomma un perenne e ciclico ritorno all’anno zero o se preferite, come nel gioco dell’Oca, alla casella di partenza. Ovviamente con i ringraziamenti di lorsignori a cui non pare vero vedersi regalare ancora del tempo e poter continuare a ciurlare nel manico.

Mentre dovrebbe impegnare, cosa c’ è di più urgente, pressante ed importante della qualità pessima della vita e della salute di decine di migliaia di concittadini e del futuro della nostra Trieste di cui la Ferriera rappresenta la negazione, ogni secondo del loro impegno politico sul territorio ed in Comune e Regione.

Le istituzioni, le voglio qui elencare: Prefettura, Regione, Provincia, Comune e gli enti di controllo da loro dipendenti: Arpa e Azienda Sanitaria, se possibile si sono comportati peggio della politica. Non merita spendere parola alcuna su sindacati ed industriali, come se non esistessero salvo che per tutelare gli interessi della proprietà sempre e comunque.

Le associazioni e le sigle ambientaliste, e quante ce ne sono, sostanzialmente a struttura unicellulare e consenso nemmeno parentale. In questi anni sono state più attente ai loro rapporti con la politica che altro, incapaci di promuovere e sollevare la minima protesta cittadina e anzi c’è stato chi ha patrocinato in Tribunale gli interessi della Lucchini contro le 25 famiglie che avevano sporto denuncia (la prima), come l’avvocato Giadrossi dirigente del WWF. O chi ha messo nelle condizioni l’avvocato Giuliano Spazzali, uno dei più noti penalisti italiani, a dover abbandonare l’azione legale, che su invito del Circolo Miani e gratuitamente aveva intentato per conto di 250 cittadini nei confronti della proprietà Lucchini, del Sindaco mancato Ufficiale Sanitario e dell’Ass, persone che poi hanno dato vita ad un comitato ambientalista servolano inizialmente molto legato al centrodestra di Tondo. E anzi credo proprio che oggi mi possa ritenere sciolto dall’impegno di mantenere riservato il carteggio che in merito ho avuto con Giuliano, pertanto a chi lo desidera permetterò di visionare quanto da lui amaramente scrittomi nell’occasione.

Ma a Trieste infine è venuto a mancare, a partire dall’anno 2000, un ruolo fondamentale per una società, seppur piccola come quella cittadina, quello esercitato da una stampa e tivù libere ed indipendenti che, a prescindere dalle loro scelte politico-editoriali (Illy prima ed il PD poi per il quotidiano, e chi governa comunque per la Televisione locale), fossero in grado di garantire un minimo di seria informazione alla nostra comunità. Hanno usato quasi sempre il loro monopolio nei rispettivi campi per cancellare, quando non distorcere, le purtroppo pochissime voci fuori dal coro del partito Affari e Politica.

Ebbene oggi, di fronte all’ennesima sfacciata irruzione dell’inquinamento emesso dalla Ferriera, con il ripetuto guasto della Cokeria che ha provocato una devastante dispersione nell’aria di nuvole di gas e idrocarburi (colpite soprattutto Chiarbola-Ponziana e la parte confinante di Servola, ma siamo sicuri che la centralina posta nel giardino della scuola di via Svevo darà all’Arpa dati dolomitici), a cui si aggiungono le centinaia di migliaia di metri cubi di letale gas persi dall’Altoforno giornalmente, le parole non possono più bastare.

Di fronte alla volontà della politica di concedere la nuova AIA, “a prescindere” come ci ha comunicato il direttore di servizio alla presenza di una visibilmente imbarazzata Sara Vito, Assessore regionale all’Ambiente, alle dichiarazioni di un sindaco che definire smemorato, lui, e prive di ogni fondamento le sue parole, è dire assai poco. A fronte di un perdurante inerte silenzio della Procura, qualcosa si deve fare. E proprio perché ne va della nostra vita, e di quella di tanti bambini, se riteniamo di appellarci ancora esseri umani dotati di un briciolo di dignità.

L’altra settimana ho chiesto formalmente e pubblicamente nell’aula del Consiglio comunale ai capigruppo e consiglieri presenti, un sussulto di dignità e rispetto per la casa di tutti i cittadini che è storicamente e simbolicamente il Municipio di Trieste. Ho chiesto che il Comune ritiri da subito, a difesa del decoro cittadino, il proprio rappresentante da una Conferenza dei Servizi regionale che ha trasformato un rigoroso obbligo di legge in un dramma farsesco dove si conosce il vincitore prima ancora che si alzi il sipario. Senza entrare nel merito dell’Autorizzazione, fosse per una fabbrica di cioccolato Lindt, chi ha a cuore l’onore e la credibilità delle istituzioni che a questo punto immeritatamente si trova a rappresentare, da quel tavolo si deve alzare e subito.

Nessuno ha parlato, silenzio di tomba.

Ed allora la parola passi alla gente. Una idea? Il 20 luglio, in attesa di conferma, viene in città una delegazione della Commissione Ambiente del Senato, che dovrebbe “audire” qualcuno in Prefettura, pare.

Perché non gli facciamo sentire forte e chiara la voce dei triestini e muggesani. Ma non quella solitaria di poche persone o di sigle rappresentative solo di se stesse.

Prepariamoci, e non con i soliti “parteciperò” dove su cento annunciati se vengono in due è grasso che cola, troviamoci magari al Circolo ed organizziamo una capillare campagna porta a porta per riempire con un minimo sacrificio (cosa sono due ore di permesso per chi lavora a fronte della pace eterna) quella piazza che non a caso si chiama Unità o Grande. Per una volta lo sia davvero!

Come nel giugno 2010  

https://www.youtube.com/watchfeature=player_embedded&v=Kw_CNfkHtdw#t=0

 

Maurizio Fogar



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