Al Procuratore Capo di Trieste.

Gradiremmo con la presente sommessamente richiamare l’attenzione della Procura, ed in particolare del Capo di quell’Ufficio, su alcuni fatti che riteniamo siano per Trieste molto più importanti e significativi, ad esempio, che lo sgombero di alcuni vani dell’Ater occupati senza titolo da persone in stato di necessità.

Fermo restando che per fortuna la legislazione del nostro Paese prevede ancora l’obbligatorietà dell’azione penale, ma anche ben sapendo che parte cospicua di tanti procedimenti finisce in nulla per l’intervenire della prescrizione, ci pare che gli uffici giudiziari dovrebbero dare la precedenza al perseguimento di quei reati la cui pericolosità e il danno sociale risultino indiscutibili.

Ci permettiamo di suggerirne alcuni, per altro oggetti da tempo di esposti-denunce quasi sempre rimasti inevasi ed archiviati forse, ce lo consentirà, con eccessiva frettolosità.

Per entrare nel concreto: da anni esiste una emergenza salute ed inquinamento che si riconduce principalmente al nome Ferriera. Dai dati dell’ASS triestina risulta che la morte di 83 persone, dipendenti dello stabilimento, sia strettamente connessa al ciclo produttivo che li vedeva partecipi.

Altresì da anni, per altro anche con due interviste a tutta pagina del Suo predecessore, Dalla Costa, sul giornale locale, sono state annunciati fascicoli di indagini contro i supposti responsabili dei mancati controlli, ipotizzati sulla stampa dal Procuratore Capo per due anni in successione, che gli enti pubblici preposti avrebbero invece dovuto eseguire.

Le emissioni inquinanti in uscita dallo stabilimento continuano imperterrite, e se mai fosse possibile si aggravano viepiù, come migliaia e migliaia di cittadini (un terzo grossomodo della popolazione della nostra Provincia ne è investita direttamente, in un contesto che però, come ha ben evidenziato lo studio dell’ARPA consegnato a tutte le istituzioni, Procura compresa, nel luglio del 2009, interessa tutta la popolazione del nostro territorio, arrivando a lambire Grado e Monfalcone da un lato ed investire il comune sloveno di Capodistria dall’altro) possono quotidianamente verificare.

A tutt’oggi nonostante ripetute richieste formali non si è ottenuta risposta alcuna in merito alla richiesta di conoscere il prezzo pagato dalla nuova proprietà per l’acquisto avvenuto in agosto-settembre dello scorso anno dello stabilimento Ferriera di Servola. A vendere era un Commissario Governativo, l’ing. Nardi, nominato con decreto del Ministro Passera del Governo Monti, e condannato di recente in primo grado dal Tribunale di Taranto ad otto anni e sei mesi, più corrispettiva ingente pena pecuniaria risarcitoria. Riteniamo che questo silenzio violi alcuni leggi della Repubblica Italiana.

La stessa recente procedura messa in atto dalla Conferenza dei Servizi regionale per il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale alla proprietà della Ferriera ci pare viziata nella forma e nella sostanza come già abbiamo avuto modo di esporre a questi Uffici.

Ecco per ora ci fermiamo qui e come vede sono tanti e assai rilevanti per la società triestina i fatti che magari da troppo tempo aspettano un chiarimento dal punto di vista giudiziario per le eventuali responsabilità penali in essi contenuti, e siamo certi che Lei, Procuratore Capo, ne converrà.