Difficile trovare altre ipotesi al silenzio totale, ci ha francamente stancato quell’assordante, di fronte agli episodi che hanno contrassegnato la settimana scorsa il Circolo Miani.

Dal tentativo di effrazione, ben più inquietante di un semplice atto vandalico, per entrare nella sede del Circolo. E perché, per fare cosa? Al secondo episodio di aggressiva intemperanza nei confronti di Maurizio Fogar mentre stava tenendo un pubblico intervento. E perchè nessuno è intervenuto tra coloro che hanno il compito di tutelare l’ordine? Fino al comportamento fiscale oltre misura e buonsenso della pattuglia dei vigili urbani che stazionava a dieci metri di distanza e che però di nulla si sono accorti.

Orbene su queste vicende non una voce si è levata per esprimere solidarietà in difesa degli elementari valori della democrazia a cui tutti ad ogni piè sospinto si richiamano.

Lasciamo perdere il piccolo giornale con gli annessi e connessi (telequattro e primorski) che il giornalismo lo hanno dimenticato da tempo.

Ma che questi episodi avvengano ad una settimana dell’incontro pubblico con i cittadini di Cremona e dintorni organizzato sabato 18 aprile alle ore 15 proprio nella sede del Circolo Miani in via Valmaura 77, ed a tre settimane del sesto tentativo messo in essere dall’Ater targata PD di sfrattare il Circolo dalla sede, bene non ci sembra una semplice coincidenza. Difficile pensarlo quanto accettarlo. Se a questo si aggiunge l’inerzia delle istituzioni (Comune, Regione, Prefettura) di fronte alle decisioni assunte in un passato non lontano (mozione votata all’unanimità dal Consiglio comunale, Cosolini compreso, che impegna l’amministrazione a risolvere positivamente per il Circolo la questione della sede, 30 giugno 2014. Ordine del giorno fatto proprio dalla Giunta regionale il 23 novembre 2013 e ribadito con legge regionale sulle Ater il 23 luglio 2014) allora si capisce fin troppo bene il gioco non proprio lindo che la politica sta attuando.

Dall’altra parte sta la malcelata preoccupazione che ad un anno dalle elezioni per il rinnovo dei comuni di Trieste e Muggia le diecimila firme possano rappresentare un ulteriore problema per un elettorato che già alle ultime regionali per il 59% non ha votato. E comunque esse rappresentano un macigno tombale sul prestigio di una politica che comunque la si giri coinvolge tutti gli attuali esponenti.

Non si illudano noi terremo duro più di quanto lor signori possano nemmeno lontanamente immaginare, lo dobbiamo alle migliaia e migliaia di cittadini che dal 1981 in poi hanno partecipato alla nostra storia, unica per la nostra città, fino agli ultimi che hanno sottoscritto la petizione.