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Diciamocelo chiaro e tondo.
Scritto da: Teodor

Questa campagna elettorale è stata una truffa, spudoratamente perpetrata da quasi tutti gli organi d’informazione locali, per una volta Rai, forse perché sotto il forzato vincolo della par condicio, ed AntennaTre esclusi, ai danni dei cittadini lettori ed elettori.

Contro questa violenza in guanti bianchi, tanto più brutale ed illiberale in quanto “istituzionale”, nessuna voce si è alzata, oltre ovviamente alla nostra, per non dico protestare ma almeno dissociarsi e prendere le distanze da questa “macelleria messicana”.

E non a caso ho qui volutamente usato uno di quei termini tanto cari ai paladini della libertà e del pluralismo dell’informazione: da Beppe Grillo al PD passando per tutti i giornali e trasmissioni televisive a loro vicini o gradite.

Tutti zitti e muti pur di non perdere l’appoggio prepotente (il centrosinistra e per certi versi destra: sette milioni di ottime ragioni in euro della Fondazione Camber) o lo spazietto garantito con fotina formato tessera (i “minori” di sinistra ed i “nuovi”) sulla stampa locale.

E le battaglie ideali contro “le fabbriche del fango”, i “metodi Boffo” et similia? Rinviati ad altra e più opportuna occasione che il manovratore della disinformazione in questi delicati momenti non va mai disturbato.

E normale per voi che una Lista civica concorrente alle elezioni in Provincia, Comune e Circoscrizioni abbia su questa stampa solo lo spazio ufficialmente dovuto, appunto gli elenchi delle liste trasmessi dall’Ufficio elettorale di Tribunale e Prefettura, ed obbligato, che non potendo sopprimere fisicamente i due candidati a sindaco e presidente di provincia della Lista, ha dovuto in nome della sempre benedetta par condicio far loro l’unica intervista di legge?

Che tutte, ma proprio tutte le altre uscite, due al giorno sabati domeniche comprese, siano cancellate dal panorama informativo. Che le quattro conferenze stampa promosse in due mesi siano totalmente disertate e che si giunga perfino a negare la notizia della presentazione della Lista civica, delle ragioni e dei programmi che hanno spinto sessanta cittadini a candidarsi?

Che si sbagli casualmente anche solo l’unico annuncio, quello della manifestazione di chiusura, spostata dal venerdì al sabato, il famoso giorno di silenzio elettorale prima del voto, senza per altro spiegare il perché e il per cosa?

Che si faccia il resoconto di tutto quanto detto a chiusura della campagna di tutte le liste meno indovinate di chi?

Che il sabato, appunto a meno di ventiquattro ore dal voto, si sbatta a tutta pagina una notizia vecchia di mesi che riguarda la costola di un principale procedimento giudiziario, chiusosi in via definitiva con la più ampia assoluzione perché “il fatto non sussiste”, contro il candidato sindaco di questa Lista sapendo che questi non aveva tempo e modo di replicare (la Letizia in fin dei conti è stata una dilettante ed una gentildonna)?

Che tutto questo sia avvenuto nel compiaciuto silenzio di tutte le altre forze politiche e candidati aiuta a far capire quanto marcia sia questa politica anche se presentata sotto le spoglie di un nuovo che sui principi pare essere così intransigente quanto nella pratica così vecchio, sbadato, ignorantemente arrogante ed accomodante.

Potremmo anche raccontarvi che non siamo mai esistiti né per il “Comitato di Tregua” elettorale che non ci ha mai invitato alle sue riunioni, né per i trecento spazi elettorali assegnatici sui tabelloni pubblicitari: sempre occupati abusivamente da tutti gli altri. E che la polizia municipale ci ha messo tutti i bastoni tra le ruote (quattro quelle dell’unica vettura usata per i TG da Strada) per cercare di non permetterci di esercitare il nostro diritto di informare i cittadini nell’unico posto che ci restava: la strada. Quelle strade e piazze che abbiamo battuto da tredici anni come le felliniane puttane di una volta che nulla hanno da spartire con le false ed ipocrite escort di questa tecnologica e mercificante politica che sa di ADSL, di WEB, di TiVù e che ha perso il sapore del sudore e della fatica.



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