Nel ricordare in premessa che Trieste ha come unico rappresentante al Governo il parlamentare Roberto Menia nel ruolo però significativo per queste vicende di Sottosegretario unico al Ministero dell’Ambiente, retto da Stefania Prestigiacomo. E che la città esprime, si fa per dire perché con la legge elettorale “porcata” sono stati nominati dai partiti e non votati dai cittadini, oltre a Menia i deputati: del PDL Roberto Antonione, della Lega Nord Massimiliano Fedriga, del PD Ettore Rosato, ed il senatore, condannato con sentenza passata in giudicato, del PDL Giulio Camber.
Vediamo dunque i “benefici” che Trieste ha avuto dal Governo e che sono indicativi della volontà politica e soprattutto del “peso”, di quanto cioè contano, i parlamentari giuliani a Roma.
Cominciamo dalla tanto annunciata Piattaforma Logistica, che al di là di come finirà il progetto superportuale, era il primo necessario investimento per rilanciare veramente il Porto di Trieste.
Da anni i finanziamenti governativi promessi e tante volte annunciati sono passati, come le offerte dei bancarellai alla Fiera di San Nicolò, da 150 a 130 eppoi a 100 e via a scendere a 50 ed infine a 30 milioni di euro, con il risultato che finora non si è visto il becco di un quattrino.
Il Fondo Trieste è morto e sepolto. Così come la benzina agevolata.
Le bonifiche del Sito inquinato di interesse nazionale, praticamente tutta la costa dal Terrapieno di Barcola alla Zona Industriale, sono ferme da anni al palo tra polemiche e cause legali.
I collegamenti ferroviari ed aerei sono peggiori di quelli di 50 anni fa, con la città di fatto tagliata fuori da ogni circuito nazionale.
Sulle emergenze Ferriera, inquinamento e salute, queste sono gli unici fatti portati a casa: due ed uno per fortuna dei cittadini sventato dalla Commissione Europea.
1) Una legge ad personam, anche se i favoriti erano trenta gruppi multinazionali, che così sono riusciti ad incassare centinaia e centinaia di milioni di euro anticipati con gli interessi su quanto avrebbero intascato da qui al 2015 per gli scandalosi aiuti di stato del CIP 6 pagati ovviamente dalle tasche dei cittadini. Nello specifico locale il magnate russo Mordashov che per sfuggire ai debiti bancari e presentarsi pulito all’incasso si è venduto a se stesso, dalla controllata Severstal, per un euro la Ferriera di Trieste. Pronto così ad intascare oltre duecento milioni di euro in contanti, non male in un periodo di crisi economica, per la “rinuncia” alle agevolazioni tariffarie sull’energia elettrica prodotta dalla Centrale di Cogenerazione della Ferriera, che faceva si che triestini, muggesani e gli italiani tutti pagassero i kilowatt di luce prodotti da questo impianto quasi tre volte il loro reale prezzo di mercato.
Una legge che presentata dall’ex ministro Scajola nel dicembre 2009 è durata in tutto 19 giorni, il tempo materiale per far firmare ai trenta potentati economici la pronta accettazione della regalia pubblica. Ovviamente i nostri parlamentari non hanno mosso dito, mentre il Presidente della Regione ha usato la sua mano per insabbiare la Conferenza dei Servizi apertasi nel giugno 2008 che avrebbe altrimenti potuto negare al magnate russo, con il ritiro dell’Autorizzazione Integrata Ambientale illegalmente rilasciata dalla Regione nel 2007 tra Natale e Capodanno, l’accesso a questa pubblica regalia. La Procura tace.
2) Il goffo e maldestro tentativo della TondoRegione, con la piena e fattiva collaborazione del Sottosegretario all’Ambiente Menia, di inserire Trieste, ed in particolare la zona Ferriera e Sertubi, Italcementi ed Inceneritore, in quelle 68 realtà per cui l’Italia chiedeva all’Europa una sospensione dall’entrata in vigore dalle ore 00 del primo gennaio 2010, dei nuovi più rigorosi parametri di legge che dimezzavano di fatto i limiti concessi giornalmente ed annualmente delle emissioni inquinanti. Richiesta per serietà respinta duramente con pesanti giudizi nel merito e nella forma, parole come “dati inaffidabili e diluiti” pesano come macigni sulla credibilità dei richiedenti, dalla Commissione Europea presieduta da Barroso. La Procura è impegnata altrove.
Per la cronaca su 68 sospensive chieste dal Governo italiano a Strasburgo ne sono state accettate solo 6 e vincolate da puntigliose condizioni. Una altra bella figura dell’Italia in Europa.
3) Il Decreto Legge varato dal Governo Berlusconi (PDL e Lega Nord) per sospendere fino al 31 dicembre 2012, insomma per quei diciotto mesi negati dall’Europa, il limite massimo di inquinamento concesso al BenzoApirene, il più cancerogeno in assoluto degli idrocarburi, (fissato attualmente per legge, europea ed italiana, ad 1 nanogrammo per metro cubo) nelle città con oltre 150.000 abitanti. Una licenza per uccidere fatta apposta per favorire le Ferriere di Taranto e Trieste e gli affari dei loro proprietari.
Da notare che il Decreto varato dal Governo il 13 agosto, questi quando si tratta di favorire gli amici non vanno neanche in ferie, deve essere convertito con un voto del Parlamento entro sessanta giorni, e cioè entro martedì 12 ottobre, pena la sua decadenza. A parte il danno alla salute della gente provocato in questi due mesi che purtroppo rimane. La Procura non legge Repubblica.
Dunque si è sentita levarsi qualche voce dai nostri parlamentari contro questo ennesimo favore fatto alle multinazionali a tutto scapito dei loro cittadini-elettori?
E la stampa, si i nostri cosiddetti organi di informazione ne hanno scritto qualcosa per tutelare i loro cittadini-lettori? Ed il Piccolo perché non ne ha dato notizia quando invece questa è apparsa sul quotidiano Repubblica, capofila dei giornali del gruppo?
E può uno stato membro modificare unilateralmente una legge europea?
Allora non perdiamo tempo sciogliamo la Comunità Europea e tutti a tarallucci e vino.
Leggetevi qui di seguito il servizio pubblicato da Repubblica.