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Egocentrismo, pressapochismo, smemoratezza ed individualismo. La malattia del progressismo in salsa triestina. Scritto da: Teodor Leggendo attorno, sui giornali come sui siti, c’è un dato che emerge con forte ed inconfutabile chiarezza: fintanto che l’opposizione, la sinistra – centro – centrosinistra, assumerà determinati comportamenti, il Silvio Berlusconi di turno governerà a suo piacimento con consensi crescenti. Poiché solitamente si vince sugli errori altrui, e questa regola particolarmente nella politica, almeno quella elettorale, è ferrea, a distanza di quasi un anno dalle elezioni e poi nella ripetuta serie delle sconfitte alle amministrative, quasi tutti tra coloro che guidano oggi l’opposizione non ne hanno colto ancora il significato, della disfatta, e sono ancora proni a raccogliere i cocci sparsi attorno, del potere perso di colpo. E paradossalmente nemmeno una crisi economica di queste proporzioni pare insidiare il consenso di chi oggi governa, perché guardandosi attorno la gente non vede alternative credibili. Se questo vale a livello nazionale, a Trieste ed in Regione il quadro è ancora più impietoso. A partire dai vari Cosolini, Rosato, Moretton, Zvech, che tentano di conservare il sottopotere rimasto in accordi più o meno sottobanco con il centrodestra, ed a Trieste particolarmente con il clan Camber. Ma ciò che vale per i cosiddetti leaders partitici è analogo nei comportamenti anche di molta parte della sempre cosiddetta società civile. Insomma della gente comune. Ed allora sì che il problema appare in tutta la sua gravità e scarsamente foriero di una rapida ripresa. Particolarmente in quella società triestina imbevuta di astiosità, individualismo protagonista (una volta marxianamente lo si definiva frazionismo), piccolo egoismo di bottega permeato da una assoluta non adeguata preparazione culturale e correlato da una totale idiosincrasia a leggere, informarsi, a fare un modesto esercizio di memoria. Per fare due esempi concreti, circoscritti, ma che riguardano alcune delle principali scelte che in un futuro non lontano la nostra comunità dovrà affrontare per decidere cosa fare del nostro territorio e di quale sviluppo dargli: la questione Ferriera e il progettando percorso della TAV. Leggo su vari siti interventi di persone che ad esempio ignorano completamente l’immane e continuato per anni lavoro di ricerca, censimento ed analisi, che a partire dal 1997 alcune realtà consolidate (Servola Respira, Circolo Miani e Comitati di Quartiere) hanno fatto nei confronti dell’inquinamento prodotto dallo stabilimento siderurgico del Gruppo Lucchini-Severstal, con l’ausilio di tecnici qualificati, di medici e strutture quali il Centro Tumori, l’ospedale pediatrico Burlo Garofalo, il Cigra, il primario pneumologo di Cattinara, tra gli altri, ma anche nei confronti delle emissioni prodotte da impianti quali l’Italcementi, i due Inceneritori (vecchio e nuovo), il Depuratore Fognario a cielo aperto, le tettoie, decine e decine di migliaia di metri quadrati, in Eternit dei capannoni dell’area portuale. Tutto allora strapubblicato dalla stampa locale (non ancora sotto censura Illy/Zvech – Camber). E leggo che questi nuovi volonterosi propongono come atto innovativo che dovrebbe determinare il risultato della chiusura della sola Ferriera, il cercare di metter assieme un gruppo che rifaccia più o meno quanto curato per cinque e passa anni dal 1997 in poi. Oppure di realizzare dei video sempre sull’inquinamento causato da quello stabilimento, video che sono stati prodotti già nel biennio 2000/2 e proiettati per settimane in centro città, Galleria Tergesteo, e ripresi pressoché integralmente in speciali televisivi a partire da quelli curati dalla Rai regionale. E forse anche questo piccolo sforzo di allora ha permesso di informare e di formare una opinione largamente diffusa oggi a Trieste come a Muggia, sostanzialmente favorevole alla dismissione della Ferriera. Ma evidentemente queste persone allora si occupavano d’altro o non abitavano in città. Oppure sulla questione del percorso carsico, e non solo per la parte che riguarda la Val Rosandra, della progettanda Tav, questi volonterosi si domandano dove cercare informazioni, vista la gestione “mafiosa” delle notizie, parole loro, mentre tutto è stato presentato e discusso fino ad ora alla luce del sole. Anche qui dalla Bassa Friulana, con la rivolta dei Sindaci, alle osservazioni di qualificati studi di consulenti professionali, a decine di presentazioni e dibattiti svoltisi fino ad ora tra le province di Udine, Gorizia e Trieste, sono state presentate ed illustrate tutte le controdeduzioni tecniche che hanno portato ad individuare in un percorso alternativo, per Gorizia, la soluzione migliore dal punto di vista economico (è più breve di quasi la metà), meno ambientalmente impattante (risparmia lo sventramento del Carso triestino per quaranta chilometri) e di più rapida attuazione. Tanto che, già il Consiglio Comunale di Monfalcone, liberatosi dai ricatti alla Sonego mandato a casa con Illy, all’unanimità ha cambiato parere votando a favore della tratta goriziana. Che poi i partecipanti al dibattito di Dolina, a partire dal Sindaco uscente e purtroppo pare rientrante, ignorino queste cose, ciò va a solo discapito della credibilità e della preparazione personale di questi individui. Che ignorano pure come per alcuni mesi, poco tempo fa, la stampa locale e regionale abbia trattato e pubblicato le iniziative di alcune forze politiche che a livello governativo e regionale hanno presentato il progetto alternativo, alla presenza pure del Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti. Ecco in due esempi dimostrato come gli aspetti peculiari di una classe politica locale, impreparata quanto arrogante, riflettano benissimo il comportamento della “plebe tergestina”, di cui sono per altro legittima espressione. Ecco perché non ho dubbio alcuno sulla sostanziale validità del censimento sulla popolarità di un Sindaco che tocca quasi il settanta per cento della popolazione intervistata. E che per lo meno ha il pregio di essere umanamente mille volte più gradevole di certi peones di rione astiosamente rancorosi e stupidamente protagonisti del nulla. |
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