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Una politica allo sfascio
Scritto da: Maurizio Fogar

E’ triste vedere a quale livello sia scesa la classe politica, qualcuno in un titolo di libro li ha efficacemente definiti “la casta”, che governa le nostre città, la nostra provincia ed in particolare la Regione e senza distinzione di colore o parte.

Io credo che, nonostante al peggio non ci sia mai limiti, si stia toccando il punto più basso quanto a capacità, volontà, voglia di lavorare, professionalità.

Di esempi ne potremmo citare a bizzeffe, dallo sfacelo della sanità con liste d’attesa che si diluiscono in decine di mesi; l’ultima notizia poi sarebbe di una comicità spassosa se non fosse invece il segno di un disastro totale: all’ospedale di Cattinara, le “svettanti ed avveniristiche Torri” frutto di un progetto già superato prima che inaugurassero il cantiere, tre dei quattro ascensori sono rotti. E cribbio un po’ di moto fa bene, cosa sono decine di piani di scale da fare: mens sana in corpore sano!

All’emergenza casa, con un’Ater che non riesce nemmeno a garantire un riscaldamento decente nei suoi megacomplessi ( dai “Puffi” di via Grego, al “serpentone” di via Valmaura) che rappresentano un modello permanente di alienazione ed emarginazione.

Non parliamo poi della crisi economica del commercio, del sempre più alto ricorso da parte dei lavoratori agli anticipi sulla TFR (liquidazione) per arrivare a fine mese, del rilancio portuale a parole per altro stantie e ripetute: quante volte in questi anni ci hanno annunciato il gemellaggio con Venezia (ve lo ricordate lo sbarco del sindaco Cacciari anni fa da una barca storica al Molo Audace) o il plurisbandierato arrivo di Bavaresi, Coreani (del Sud), Cinesi, Austriaci, Ungheresi ed etnie consimili.

E la Ferriera, con la collegata Sertubi, è il modello perfetto di questo fallimento di una classe dirigente (politica, amministrativa, industriale e sindacale). Una storia esemplare che dal 1997 in poi ha messo a nudo tutte queste incapacità, la paurosa commistione tra affari e politica, l’arroganza di un potere totalmente distaccato dalla gente e che vede nella richiesta di partecipazione dei cittadini alle scelte che riguardano la tutela della loro salute, il diritto ad un lavoro pulito e sicuro, ad un futuro che garantisca una qualità della vita degna di questo nome, un rischio alla loro carriera, un insulto ed una minaccia al “Palazzo”.

Ecco a cosa si è ridotta oggi la politica, e questo anche per le innegabili colpe degli organi d’informazione, in particolare dei giornali locali, ammanigliati a manica doppia con il potere, ma anche per un’apatica rassegnazione della gente, una voglia di delegare sempre ad altri, una pigrizia ed un particolarismo che nasce anche dalla progressiva perdita della capacità di partecipare in prima persona fino a quando non si è pesantemente e personalmente toccati dal problema.

Ma anche in questo la vicenda Ferriera è esemplare, certo ci vuole pazienza, tenacia, perseveranza, inesauribile capacità di persuasione; ma oggi i risultati si cominciano a vedere: dalla partecipazione sempre più numerosa dei cittadini alle assemblee ed alle manifestazioni, alle prime profonde crepe che si aprono nel fronte politico-sindacale, all’attenzione che una parte della stampa, anche nazionale, comincia a dedicare, alla rinnovata spinta dell’iniziativa giudiziaria del PM Federico Frezza, che certamente viene aiutato dalle sempre più vive proteste di una parte oramai maggioritaria dell’opinione pubblica locale.

Ci aspettano mesi, a partire da dicembre, di duro lavoro sul territorio, di deposito dell’azione legale patrocinata dall’avvocato Giuliano Spazzali, di manifestazioni vivaci davanti alla Regione, di scossoni ai tentennamenti dei Sindaci di Trieste e di Muggia, di indagini sanitarie realizzate dal basso, visto che l’alto, inteso anche come stipendio che paghiamo loro, appare pigro ed incerto.

Ma oggi si comincia a vedere la luce alla fine di un tunnel lungo dieci anni. Ci resta da abbattere l’ultima parete, l’ultimo ostacolo, e questo lo faremo a giugno del 2008, quando avremo in mano la scheda elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale. Ecco allora dovremo una volta tanto mettere da parte le nostre divisioni e simpatie partitiche per rimandare a lavorare veramente questa classe-casta politica che in cinque anni non è stata capace di trovare una soluzione a questo e a tanti altri problemi. Perché per la Ferriera la soluzione ultima del 2009 è dietro l’angolo e non possiamo permettere che l’arroganza di questa Regione decida sulla vita di Trieste.



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