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Ferriera: la grande famiglia
Scritto da: Maurizio Fogar

Discreto risalto sugli organi d’informazione alla notizia che il Gruppo Arvedi, per altro controllato al 50% dalla Lucchini almeno fino al 2000 come si evince dalle visure camerali della Finarvedi, la cassaforte del Gruppo, avrebbe rinunciato all’acquisto della Servola spa.

A parte il fatto, conti 2006 alla mano che lo stabilimento di Servola, gestito da tre società diverse, di cui Elettra spa  è la vera miniera d’oro, e non era inclusa nella trattativa almeno per quel che fino ad oggi si sa, ha un bilancio consolidato superiore a quello della Arvedi, insomma la rana che si mangia il bue, ed a parte il fatto che la trattativa dal baldo giornalista che segue per il grande giornale locale, l’inviato siderurgico, le vicende Ferriera, era già data per conclusa entro il 15 settembre, tant’è che era partita dalle colonne di quel giornale una vera e propria campagna pubblicitaria, con tanto di biografie agiografiche, della famiglia Arvedi.

A parte tutto questo che forse qualche modesta ricerca avrebbe facilmente evidenziato, giusto per completezza informativa: anche senza stancarsi troppo bastava navigare, poco neh, su Internet o telefonare al quotidiano di Cremona e leggere delle proteste degli abitanti di Spinadesco dove ha sede principale lo stabilimento dell’ecologo Arvedi.

Ma quello che anche gli uscieri in Regione sanno è che una ventina di giorni addietro c’era stata una riservatissima, come è d’uso, riunione tra gli Arvedi ed il Gruppo Lucchini-Severstal che aveva portato al blocco della serrata trattativa attorno ad un problemuccio da 38 milioni di euro: ovvero il costo stimato delle bonifiche dell’area Ferriera che i Russo-Bresciani volevano addossare ai Cremonesi e viceversa.

Pare infatti che per i campioni dell’acciaio ecologista tale richiesta sia stata considerata irricevibile, nonostante qualcuno avesse pensato di giostrare per garantire che i sistemi per addossare i costi della bonifica del sito al pubblico denaro si potevano trovare.

Dare a Cesare quel che è di Cesare sembra giusto e doveroso, purtroppo il Circolo Miani, Servola Respira ed i Comitati di Quartiere al massimo possono ambire a rappresentare un elevato valore morale, sociale, culturale e politico; ma per lor signori contano senz’altro di più i vilissimi 38 milioni di eurini, e non è bello né giusto insinuare un uso strumentale del Cigra, e di conseguenza del Sostituto Procuratore Federico Frezza che in tempi non sospetti, quando gli Arvedi se ne stavano in quel di Spinadesco, aveva affidato all’Istituto universitario triestino il ruolo di consulente della Procura.

Casomai sarebbe più seriamente da domandarsi come mai solo ora e per merito del Circolo Miani siano stati resi pubblici i dati, a partire da quelli del Ministero dell’Ambiente in primavera e poi via via quelli dell’Arpa e del Cigra. Tutti gli altri, dalla Regione alla Provincia, dal Comune all’ASS per finire appunto all’ARPA, erano distratti od in altre più importanti faccende affaccendati?

Ecco questa sarebbe una domanda meritevole di adeguata risposta per l’opinione pubblica.



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