Non bastano le censure, i silenzi e gli attacchi di stampa e televisioni. Ci si mette con perfetta coincidenza anche Facebook. Che più che un “social” è sempre più un “business” Forum.
Gli ultimi articoli delle nostre pagine che contano 3998 “Mi Piace” e sono “seguite” da 4012 persone sono stati diffusi a poco più di duecento contatti (persone raggiunte: le definisce Facebook).
Anche qui compare il mitico “Algoritmo”. Più banalmente una truffa informatica visto che Facebook ti messaggia costantemente sollecitandoti ad invitare a far mettere il “Mi Piace” alla Pagina ai nuovi contatti al fine di aumentare il numero delle “persone raggiunte”. Appunto poco più di 200 su oltre 4.000!
C I A L T R O N I !!!
Ci scusiamo con i nostri lettori poi per la sgarbo obbligato a cui Facebook ci sottopone nella colonna di destra delle presunte “Pagine correlate”. Pagine in cui compare la pubblicità di personaggi o sigle tipo TriestePrima(il centrodestra) che detestiamo con scienza e coscienza e che rappresentano l’antitesi di una libera informazione. La beffa è che non possiamo impedirlo né rimuoverle dal nostro spazio.
Ma guardate qui sotto le ultime “Fake” del social di Zuckerberg.
"Facebook ammette di aver indagato su Soros.
L’inchiesta. Il finanziere è stato screditato con notizie false.
Facebook di nuovo nella bufera.
Questa volta si tratta, secondo il New York Times, di una campagna di fake news ai danni di George Soros, il finanziare di origine ungherese inviso alle destre nazionaliste per le sue posizioni pro globalizzazione.
Ieri sono arrivate le prime ammissioni da parte del social network che, anche se parziali, dimostrano come la piattaforma da 2,2 miliardi di utenti, con le sue enormi potenzialità di condizionamento dell’opinione pubblica, continui a essere gestita in modo spregiudicato.
OTTO MESI fa ci fu lo scandalo Cambridge Analytica, la società di consulenza britannica legata alla destra Usa, accusata di aver usato 87 milioni di profili Facebook, oltre che per fini commerciali, per screditare la candidata democratica alle presidenziali Hilary Clinton e per influenzare il referendum sulla Brexit.
L’azione Facebook in Borsa crollò, il fondatore e primo socio, Mark Zuckerberg, dovette scusarsi di fronte al Senato degli Stati Uniti, Cambridge Analytica finì in bancarotta e la reputazione del social network fu colpita molto duramente, tanto che il numero di nuovi iscritti aveva cominciato a rallentare."
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