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Disumana indifferenza. Scritto da: Teodor Raccontiamo questa storia che descrive meglio di cento discorsi la disumanità e l’incapacità della politica. Sette novembre, si aprono i termini per le migliaia di persone senza reddito che vivono a Trieste, per poter presentare la richiesta di rinnovo del sussidio regionale, per il secondo e ahimè ultimo anno previsto dalla legge di “sostegno al reddito” votata dalla Regione FVG. Prima, ovvero a partire dall’ottobre 2015, la raccolta delle domande avveniva presso la decina di uffici rionali dei servizi sociali, a cura degli operatori del servizio che ora dipende dall’assessore Grilli (lista Dipiazza). Il tutto dietro appuntamento telefonico, in una stanza alla presenza della sola assistente sociale e dell’interessato, e si chiudeva in cinque minuti. Ora invece su decisione del Comune tale operazione è stata concentrata in due soli punti: in via Mazzini 25, dove ha gli uffici l’assessore Grilli, ed in via Giotto 2, con orario da lunedì a venerdì 9-12 e lunedì-mercoledì anche 14-16. Mercoledì 9 novembre alle ore 14,07 ci rechiamo in via Mazzini 25. Al piano terra facciamo una certa difficoltà ad entrare perchè nell’atrio aspettano già alcune persone. Ci affacciamo allo stanzone sulla destra dove ogni spazio libero è occupato da oltre una quarantina di persone sedute ed in piedi. Finestre chiuse, luce artificiale, un bancone che occupa un quarto della stanza con due impiegate: le persone, al loro turno che discutono a voce alta, a pochi centimetri dall’umanità in attesa, per ore. Un dipendente comunale all’ingresso ci dice che hanno subito esaurito i biglietti numerati e di provare in via Giotto. Per rispetto alle persone, giovani ed anziane, presenti e consci della sofferenza in cui vivono ci asteniamo da ulteriori dettagli “ambientali”. Cerchiamo di contattare telefonicamente l’assessore Grilli che non può non avere visto le condizioni all’ingresso passandoci, per forza, più volte nella giornata. Una segretaria insofferente, nel dirci che l’assessore non è presente, e pur conscia di quello che accade un piano più sotto, ci domanda cosa ci sia che non vada. Rinunciamo a spiegarglielo e lasciamo numero telefonico e cortese richiesta di essere richiamati. Oggi dopo due telefonate, alla prima la segretaria ci risponde che l’assessore c’è ma non è disponibile e che in un giorno non ha avuto modo di consegnargli la nostra richiesta che reiteriamo. Alla seconda la stessa persona ci risponde che l’assessore Grilli non desidera incontrarci e che non è disponibile neppure per parlare al telefono: che poi era quello che avevamo chiesto. In fin dei conti non pretendevamo ci servisse un “capo in bì”. Ora non vogliamo scomodare gli studi universitari di psicologia e sociologia, ma il rispetto della riservatezza, la consapevolezza che per qualunque persona è sempre momento di grande sofferenza il mettere in piazza la propria povertà, e soprattutto il rispetto che un servizio pubblico deve nei confronti della dignità delle persone, soprattutto le più deboli, ci fa giudicare assolutamente disumana la scelta e la pratica di questo assessore, anche nei confronti dei dipendenti impegnati in queste condizioni di lavoro, oltre che totalmente errata la scelta di accentrare in due soli luoghi ed in queste condizioni quanto prima civilmente svolto negli uffici periferici. |
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