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Se aggiungiamo le 18.878 persone che nell’ultima settimana hanno letto i nostri articoli sulla principale pagina di Facebook del Circolo Miani, le oltre 1.700 interazioni (“mi piaci, condividi, commenti”) sempre nell’ultima settimana, i 962 amici delle nostre due pagine sempre su Facebook ed in forte costante crescita soprattutto da quando abbiamo cambiato l’immagine di copertina con il logo NO FERRIERA, non c’è che da esserne soddisfatti. Eccome.

Stiamo consolidando, con una media settimanale mai inferiore ai diecimila contatti, una posizione di tutto rispetto nel panorama informativo triestino e oserei dire anche regionale. Siamo inoltre il punto di riferimento per una serie di giornalisti ed editorialisti che scrivono su autorevoli giornali italiani o lavorano nelle maggiori TiVù.

Stiamo, in ultima analisi, assolvendo ad uno dei compiti che il Circolo Miani si era dato all’atto della sua oramai lontana fondazione (agosto 1981), ovvero contribuire alla crescita della nostra comunità attraverso una informazione libera e veritiera, che separi i fatti dalle opinioni, e che racconti quello che gli altri non scrivono o dicono. Insomma offrire alla nostra gente uno strumento per meglio conoscere e decidere, per far crescer una società civile di cui l’informazione è uno strumento fondamentale che a Trieste è stato per troppo tempo vilipeso e assoggettato agli interessi dei partiti e delle lobbie economiche.

Per questo diamo tanto fastidio a chi ha un concetto della democrazia e della partecipazione oligarchico e autocrate, dove si premiano i servi ed i giullari, dove la scelta della classe dirigente viene fatta per cooptazione e si basa non sul merito ma sulla fedeltà. E tutto ciò può avvenire tanto più spudoratamente in quanto si controlla la stampa locale, e si pilota l’informazione.

Per questo battaglie come quella sulla Ferriera, il simbolo del fallimento di una politica e di una intera classe dirigente da quasi venti anni a questa parte, sono lo spartiacque sul quale si giocano le residuali possibilità di cambiamento e soprattutto il futuro della nostra comunità.

Saranno in grado i triestini e i muggesani di recuperare quel senso di dignità ed orgoglio che ci fa cittadini e non sudditi per ridare speranza alla nostra terra?

Me lo auguro di tutto cuore.

Maurizio Fogar